Gli operatori economici rivogliono solo i loro debiti pagati. Se c'è un'opportunità di guadagno su una debolezza è legittimo: tu rischi, io ti finanzio, tu mi ripaghi come si deve. E' un'ottima forma di autocorrezione dei propri "vizietti" di spesa.
Non parlo dei piccoli investitori che sono preoccupati per i loro risparmi. Sto parlando di cordate di finanzieri che influenzano direttamente la politica e possono staccare la spina ai governi europei da un momento all'altro.
Il ragionamento è molto semplice: il governo italiano non potendo emettere una propria moneta, e non avendo garantito il debito dalla BCE, deve rivolgersi ai mercati di capitale privato per finanziare la spesa.
E qui si chiude il cerchio. Chi ha tanta grana ti dice:"Ok noi ti finanziamo, ma fai quello che vogliamo, altrimenti ciccia."
Ti son già stati suggeriti. Dal non finanziare le imprese al non stabilire politiche strategiche nazionali. E a non aver paura a privatizzare.
Questo non c'entra con i poteri. Sono scelte politiche. In Italia è stato privatizzato ormai quasi tutto. L'analisi della corte dei conti nel 2010 ha sentenziato che tutto l'enorme processo di privatizzazione non ha in realtà migliorato l'efficienza, ma al contrario ha aumentato i costi per la collettività con annesse molti criticità legate alla trasparenza dei bilanci e dell'amministrazione.
Quanto alla spesa.
La spesa primaria in italia, al netto degli interessi, è in media UE, forse leggermente sopra. Abbiamo una spesa eccessiva nel settore amministrativo (politica e protezione sociale), ma nei rimanenti siamo in media o sotto. Ci sono paesi che hanno una spesa maggiore della nostra ma stanno molto meglio.
Quindi la battaglia bisogna farla sulla qualità più che sulla quantità. Ovvero combattere il parassitismo dello stato, e farlo diventare efficiente.
E questo lo fai con una battaglia di pensiero, piuttosto che di conti e numeri che saranno una conseguenza.