BTP ITALIA indicizzati all’inflazione italiana (info a pag.1) Vol.39

Stato
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Mi si liberano 20k meglio fisso, btpitalia o aspettare prossimo valore3 ?
Per quanto tempo sei disposto a tenerli bloccati?
Il tuo credo finanziario scatena qualche anatema contro tenere un indicizzato anche se l'inflazione scende?
Come vedi i btp italia? Come forma di assicurazione contro rialzi improvvisi o come modo per avere cedole miliardarie?
I fissi... preferisci i lunghi i corti o i paciocconi?
Valore3 quando uscira', gia' si sa? E sara' proiettato in tutte le sale? Sara' vietato ai minori o ai deboli di cedola?

Insomma darti un consiglio senza sapere nulla e' davvero difficile ma pure se ci dai dettagli eh...
 
Mi si liberano 20k meglio fisso, btpitalia o aspettare prossimo valore3 ?
brutta domanda davvero, la cui risposta non sarà mai giusta a prescindere!

Ma visto che ho anch'io una scadenza a brevissimo, ti dico come la vedo semplificando al massimo:
Aspettare il BTP valore 3 non ha nessun senso logico, in quanto è un semplice TF e non abbiamo nessuna info certa. Togliamo subito l'opzione dal banco.
Meglio TF oppure BTP-I? In questo momento, senza avere nessuna idea del tuo portafoglio direi decisamente il tasso fisso.
 
Per il momento solo soldi poi se indovini facciamo tutto il resto!
Io ti direi 50 % tf e 50 % ti.
Ma se vuoi essere conservativo ...75 tf 25 ti.
Poi non hai detto su quale scadenza, se non ti serviranno quasi mai quindi non avrebbe senso però...
 
Come forma di assicurazione contro rialzi improvvisi
questi rialzi improvvisi sono stati poi frequenti nel passato , negli ultimi 20 anni, oppure c'è stata una graduale diminizione dell'inflazione.
Per dire se c'è poi un senso alla protezione dall'inflazione "improvvisa"
 
E' di cattivo gusto condividere rendimenti ma visualizzo solo le percentuali per fare vedere che in rosso ho solo i BTP Italia quindi la prossima liquidita' va dritta dritta su Mg25

Vedi l'allegato 2962316
Questo il mio "bagnetto di sangue" obbligazionario fotografato oggi

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al momento resto fermo spalle al muro e cedolicchio
 
Per inclusività dovresti considerare anche CD, Nasdaq e Bitcoin . .
Ma anche la liquidità non è un delitto nei periodi di bassa inflazione . .
Non capisco la tua risposta, @ALEX100 chiede espressamente quale sia meglio tra tre opzioni (che in realtà poi sono solo due).
Diamo per scontato che abbia già diversificato sufficientemente il suo portafoglio e che abbia destinato questi 20k ai BTP con la sola indecisione di tasso fisso o variabile.
E' chiaro che è la risposta sarà solo un'opinione e nessuno ne avrà certezza... però il dubbio è lecito e un confronto tra chi se sa di più è "auspicabile". Io (che di certo non sono di tra i più esperti) mi trovo in una situazione simile: una scadenza a breve che deve essere rinnovata e mi fa piacere sapere cosa ne pensa il forum composto da molti che sono più competi di me.
Io sto pensando al fisso ma ho il dubbio sulla scadenza dato che sono già abbastanza ben distribuito tra i brevi, medi e il lunghi
 
Mi si liberano 20k meglio fisso, btpitalia o aspettare prossimo valore3 ?
10k Btp TF e altri 10K in Btp Italia ....della stessa durata, e vedrai che non sbagli, ma soprattutto nessuno ti contraddira`, a meno che non abbia una sfera di cristallo
 
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Btp Italia a rischio “sboom” ma c’è il paracadute reale

Le cedole fissate dal Mef con le ultime emissioni sono piuttosto generose, un supporto con l’inflazione calante

:o
l Btp Italia ai tempi dello sboom (dell’inflazione). Fino a qualche mese fa, questo titolo era considerato una sorta di gallina dalle uova d’oro e sicuramente di soddisfazioni ne ha date molte, ai sottoscrittori: sommando due cedole (magari a cavallo tra la fine del ‘22 e i primi mesi del ‘23) il rendimento complessivo a volte si è tenuto poco a ridosso del 10%.

Non è stato sempre così: dalla prima emissione – del 2012 – siamo ormai arrivati al diciannovesimo collocamento e nella sua lunga storia in passato è accaduto molte volte che i risparmiatori dovessero “accontentarsi” della cedola reale, quella fissata dal Mef al momento dell’emissione, un po’ come succede per i Btp nominali (quelli classici). A differenza di questi ultimi, però, la cedola reale di un Btp inflation linked è generalmente più bassa dei “cugini” di pari durata, perché per i Btp Italia dovrebbe rappresentare solo una componente del rendimento, cui si va ad aggiungere il tesoretto dell’inflazione. E ora, i risparmiatori rischiano di trovarsi di nuovo con la “sola” cedola reale?

Semplificando un po’ il ragionamento, diciamo subito che nell’immediato il rischio è abbastanza remoto, per non dire inesistente, anche se il periodo dell’abbondanza per questi bond è ormai alle spalle. Tra l’altro, occorre tener presente che il meccanismo di indicizzazione delle obbligazioni legate al costo della vita non è semplicissimo: ad esempio, per poter avere i benefici dell’indicizzazione occorre non solo che l’inflazione continui a salire, anche se a velocità più lenta rispetto al passato, ma c’è bisogno anche che nel momento in cui viene scattata la fotografia dell’indice Foi dell’inflazione (un numeretto che ora è intorno a 119) sia superiore a tutte le altre rilevazioni (ogni sei mesi) che hanno fatto scattare le altre cedole. Insomma, è importante l’andamento dell’inflazione, ma rileva anche il periodo di indicizzazione.

Anche nell’inflazione infatti c’è una certa stagionalità e il fenomeno diventa tanto più rilevante quando la velocità della corsa dei prezzi rallenta: un conto è passare da 100 a 98, un altro da 5 a 0 all’ora (stare fermi) o peggio ancora andare indietro. Bisogna ricordare che i Btp legati all’inflazione italiana pagano comunque la cedola reale, a differenza di quelli europei, che in caso di deflazione azzerano i pagamenti. Ovvio comunque che l’incognita chiave sia il futuro costo della vita. Ma anche in un trend in discesa possono esserci momenti più opportuni per entrare sul mercato. «A dicembre e gennaio potremmo continuare ad avere un’inflazione molto contenuta in Italia, anche grazie alla favorevole base di confronto di un anno fa – spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte – credo che sia il caso di aspettare un paio di mesi prima di riaffacciarsi sul Btp Italia, quando magari il calo dei prezzi potrebbe raggiungere l’apice».

Con il calo delle aspettative di inflazione (non con l’inflazione reale ma con le scommesse che fa il mercato sugli andamenti futuri) anche i prezzi di questi bond si adeguano al ribasso, aumentando i guadagni assicurati dal titolo per chi li compra ora (ma anche le perdite potenziali, se si deve vendere proprio adesso). E comunque occorre tener presente che, al momento, le stime di inflazione 2024 per l’Italia sono per una discesa, non per un precipizio: 2,7% per la Commissione Europea e 2,4% nelle stime Bloomberg. I tassi forward di mercato sono più ottimisti, ma non necessariamente più accurati.

«Comunque, facendo assunzioni molto prudenti – con un’ipotesi di inflazione al 2% per il 2024, cioè molto al di sotto di tutti i centri di ricerca – gli ultimi Btp Italia emessi dovrebbero offrire un flusso cedolare 2024 compreso tra il 3 e il 4%: molto dipende della cedola reale e dalla periodicità delle cedole di ciascun Btp Italia».

L’ultima cedola nota, già fissata ma non ancora erogata, è quella del Btp Italia che scade il 28 giugno 2030: subito dopo Natale staccherà un “dividendo” complessivo (tra cedola e rivalutazione del capitale) pari all’1,526% semestrale (il doppio su base annuale, ma non è detto che la prossima cedola sia di pari importo). Un contributo non indifferente viene in questo caso dalla cedola reale (1,6% annuo), la stessa del Btp che scade nel novembre del ‘28. Appena meno, l’1,4% è la cedola reale del maggio ‘25 mentre l’ultima emissione, il Btp Italia del marzo ‘28, offre addirittura il 2% annuo reale.

Tassi importanti – altri Btp Italia hanno cedole molto ridotte, di poco superiori al mezzo punto percentuale – conseguenza diretta del momento in cui sono stati collocati dal Mef: al momento dell’emissione, infatti, è chiaro che il rendimento atteso non può scostarsi troppo da un Btp tradizionale di pari durata, anche se nel caso dell’Italia il guadagno complessivo è dato dalla somma della cedola reale e delle aspettative di inflazione. Ovvio quindi che le ultime emissioni abbiano tassi piuttosto alti.
 
Non capisco la tua risposta, @ALEX100 chiede espressamente quale sia meglio tra tre opzioni (che in realtà poi sono solo due).
Diamo per scontato che abbia già diversificato sufficientemente il suo portafoglio e che abbia destinato questi 20k ai BTP con la sola indecisione di tasso fisso o variabile.
E' chiaro che è la risposta sarà solo un'opinione e nessuno ne avrà certezza... però il dubbio è lecito e un confronto tra chi se sa di più è "auspicabile". Io (che di certo non sono di tra i più esperti) mi trovo in una situazione simile: una scadenza a breve che deve essere rinnovata e mi fa piacere sapere cosa ne pensa il forum composto da molti che sono più competi di me.
Io sto pensando al fisso ma ho il dubbio sulla scadenza dato che sono già abbastanza ben distribuito tra i brevi, medi e il lunghi

Cercavo una risposta più simpatica per non dirgli direttamente di leggere l'oroscopo . .
Valore_3 non esiste ancora e gli indicizzati si comparano con i fissi a posteriori . .

P.S. purtroppo monitorare giornalmente il prezzo dell'olio non è efficace . .
 
Ultima modifica:
C'è chi sta peggio...

L'inflazione in Russia nel novembre 2023 è stata pari all'1,11% dopo 0,83% a ottobre, 0,87% a settembre, 0,28% ad agosto, 0,63% a luglio, 0,37% a giugno, 0,31% a maggio, 0,38% ad aprile, 0,37% a marzo, 0,46% a febbraio e 0,84% a gennaio, ha riferito venerdì Rosstat.
 
l Btp Italia ai tempi dello sboom (dell’inflazione). Fino a qualche mese fa [...]

per poter avere i benefici dell’indicizzazione occorre non solo che l’inflazione continui a salire, anche se a velocità più lenta rispetto al passato, ma c’è bisogno anche che nel momento in cui viene scattata la fotografia dell’indice Foi dell’inflazione (un numeretto che ora è intorno a 119) sia superiore a tutte le altre rilevazioni (ogni sei mesi) che hanno fatto scattare le altre cedole. Insomma, è importante l’andamento dell’inflazione, ma rileva anche il periodo di indicizzazione.
Che dite? Scomunicato? :pop:


E meno male...
 
Questo fa ancora più rabbia, se notate nel paniere ISTAT i prodotti alimentari (che sono uniti alle bevande analcoliche in modo da far diminuire il peso complessivo della voce nel paniere) si suddividono in beni alimentari lavorati e beni alimentari non lavorati con i secondi aventi un peso molto minore nella determinazione dell'indice complessivo e proprio quest'ultimi stanno aumentando di prezzo di vendita al consumo, ieri nella mia zona nei supermercati più economici aumenti istantanei su quelli che non sono proprio degli sfizi (carne bianca + 10%, lattuga, radicchio, rucola, carote +33% mantenendo lo stesso prezzo ma diminuendo di un terzo la busta, frutta +6/8%). Se questo si ripete nelle varie zone di Italia quello che otterremo sarà un FOI di dicembre che aumenterà solo di pochissimo per questa voce a fronte di cospicui aumenti dei prezzi. In altre parole quello che si contesta è l'applicazione di un peso minore per i non lavorati FISSO e non proporzionale alla variazione dei prezzi dei lavorati [cioè se i prezzi dei lavorati non aumentano il peso dei non lavorati dovrebbe aumentare in modo che il peso complessivo degli alimentari sia costante], soprattutto se si considera tutta la propaganda che da almeno 50 anni spinge al consumo di alimenti "raw", evidentemente fallita se si è scelto di fare diversamente considerando che i consumatori in prevalenza scelgono prodotti lavorati, questo dovrebbe produrre un FOI maggiore che dovrebbe tutelare i consumatori che hanno investimenti indicizzati ed invece quando si propongono queste situazioni come quella attuale (come già a novembre) il consumatore paga di più senza avere una protezione reale congrua
 
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