Focus sui mercati
Bruno Chastonay - giovedì, 17 febbraio 2011
Una situazione generale intatta, senza nuovi fattori atti a modificare il “mood” del mercato. rimane intatta la propensione al rischio, ma pure la presenza di elevati timori riguardo alla situazione dei DEBITI SOVEREIGN in Europa. Soprattutto per quanto riguarda la concretezza di misure atte a contenere la spesa, alla riduzione dei debiti, e alla loro solvibilità. In aggiunta abbiamo sempre la situazione del Medio Oriente, che causa pure come effetto secondario, un rialzo / sostegno, sul PETROLIO. Le attese per quanto riguarda l’EU sono tutte rivolte al SUMMIT di metà marzo, dove forse le aspettative potrebbero venire deluse, in quanto troppo ottimistiche. Per quanto riguarda i fondamentali, positivi per gli USA con chiari segnali di ripresa crescita, e sotto tono, deboli per EU, sotto il peso di troppi Paesi Deboli in seno ad essa, e con una sola locomotiva. Politiche monetarie quindi intatte, sopportate dalla scarsa crescita, e necessità di mantenere bassi i TASSI per lungo tempo, onde sostenere l’industria per una ripresa piu’ consistente. Chiaro comunque per tutti, che questa situazione, di ampia liquidità e tassi bassi, non durerà per sempre. Le aspettative sono per l’estate/autunno, già previste per un +25bps. Questa calma generale dei mercati finanziari resta comunque apparente. Lo dimostra il livello di record massimo storico di SEK nei confronti dell’EURO . I commenti e le misure a sostegno all’industria interna, da parte di BNS e Governo CH, per assorbire la forza del CHF, deleteria per la crescita futura. I commenti di CAD , JPN, BRL contro l’eccessiva forza del proprio cambio, non desiderata. Le pressioni sempre latenti sulla CINA per una rivalutazione dello YUAN. Il rialzo dell’INFLAZIONE, probabilmente di breve termine, dovuto al rialzo di cibi, energia, materie prime chiave. Intatta quindi la conferma di una continua della perdita del potere di acquisto dei consumatori, che con le pressioni fiscali e i rialzi dei costi fissi, trasporti, sociali, assicurativi, non sono in grado di finanziare e contribuire alla crescita. Un graduale aumento dei CDS (credit default swaps) entro i paesi deboli EU e quello-i di riferimento. E sempre senza effetto alcuno l’aumento dei capitali messi a disposizione per i rischi nazionali, ora a euro 500miliardi. Tutto questo sembra essere dimenticato, o perlomeno, molto assopito, di scarso interesse, a guardare i trend TITOLI sempre al rialzo e sui massimi, e al traino dei volumi esportazione e industria nazionale. Situazione incoerente, ma come sottolineato piu’ volte, intatto il TREND di EURO/doll negativo, verso obiettivi graduali di 1.20, a dipendenza e in concomitanza della forza dell’economia USA. Piu’ velocemente si rafforza, e piu’ veloce l’EURO perderà valore. Ieri un certo sostegno al DOLL anche dal rialzo oltre attese dei prezzi alla produzione, che per gli analisti, potrebbero elevare l’inflazione e quindi spingere ad un rialzo dei tassi la FED. Da FOMC ulteriore supporto al DOLL, con un rialzo delle previsioni di crescita, anche se ha sottolineato il timore per la disoccupazione, e con il rischio peggiore il petrolio. In serata sono rientrate le aspettative di un vicino rialzo dei tassi in UK, dopo i dati negativi sulla disoccupazione. E ha ripreso vigore il fattore qualità/rifugio, con forza del CHF, YEN, ORO, Metalli preziosi, Petrolio e Materie Prime, lasciando spazio ad un sentimento negativo sull’euro.