Carige, cosa succede ai piccoli obbligazionisti
Rispondiamo a una lettrice coinvolta nella conversione dei bond alla quale non vorrebbe partecipare
Redazione FR
martedì 3 ottobre 2017 10:07
Anche per Banca Carige si ripropone la questione di investitori retail in possesso di obbligazioni rischiose e destinate solamente agli istituzionali. Un tema che emerge in queste ore con la banca ligure impegnata in un'importante operazione di conversione di bond, nell'ambito del rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo di cui è un tassello fondamentale.
E anche per Banca Carige abbiamo ricevuto domande dei lettori a
redazione@finanzareport.it, come quella che pubblichiamo qui sotto. Risponde Carmelo Catalano.
"Posseggo un bond carige xs0570270370 del valore nominale di 50.000 euro, sono una semplice risparmiatrice e non posso né vorrei aderire alla conversione proposta da Banca Carige. Cosa dobbiamo aspettarci e cosa potremmo fare noi piccoli risparmiatori? Se è possibile avere qualche chiarimento sulla parte dell' operazione che riguarda noi, anche perché fino ad ora io non ho ricevuto alcuna documentazione in merito. Grazie".
Elisabetta
La gentile lettrice, in possesso di un LT2 Carige interessato dall'operazione di ristrutturazione del passivo (LME) di BANCA CARIGE, chiede qualche chiarimento sulla parte dell'operazione che riguarda i piccoli risparmiatori.
Si tratta di un'obbligazione subordinata destinata all'origine ad investitori istituzionali, quotata sulla Borsa del Lussemburgo e negoziabile sull'EuroTLX. Sarebbe interessante sapere come la lettrice, che dichiara di essere un piccolo risparmiatore, sia venuta in possesso di un'obbligazione così rischiosa e, in quanto tale, non adatta ad investitori non esperti.
Ciò detto, va precisato che l'offerta di CARIGE è rivolta in generale ai possessori delle obbligazioni elencate nel prospetto di offerta e che abbiamo indicato nella tabella contenuta nell'ultimo nostro articolo dedicato al LME. Quindi non vi è alcuna distinzione tra investitore professionale ed investitore piccolo risparmiatore, che risultano destinatari esattamente della medesima offerta.
La lettrice afferma che non può e non vuole aderire alla conversione. Ma in realtà, per come è strutturato l'LME di Carige, la decisione se convertire o meno non è lasciata al singolo investitore, bensì rimessa alla decisione della maggioranza, così come indicato nell'articolo citato, dell'Assemblea degli Obbligazionisti, cioè di tutti i possessori della serie di obbligazioni in parola.
Quindi laddove l'Assemblea decidesse di accettare la conversione allora questa verrebbe estesa in maniera automatica anche a chi ha deciso di non aderire. Allo stesso modo se l'Assemblea decidesse di non accettare la conversione, deliberando cioè contro la modifica delle condizioni del prestito, allora non sarebbe convertita nessuna obbligazione, e quindi nemmeno le obbligazioni di chi ha deciso di aderire all'offerta.
In buona sostanza la sorte delle obbligazioni in possesso della lettrice non dipenderà solo dalle sue personali decisioni, ma anche e principalmente dalle decisioni della maggioranza, in termini di capitale portato. Praticamente dalle decisioni degli investitori istituzionali. Investitori che seguono processi decisionali completamente diversi da quelli di un piccolo risparmiatore e per i quali potrebbe risultare conveniente aderire in ottica sistemica, nell'ottica di limitare la perdita o, addirittura, di consolidare i guadagni nel caso in cui abbiano le obbligazioni in carico a prezzi medi inferiori agli 80.
In sintesi si aprono i seguenti scenari:
A) Il Piano di rafforzamento patrimoniale va in porto (va in porto, quindi, l'operazione di LME e va in porto anche l'Aumento di capitale -ADC-);
In questo caso alla lettrice che non è un Eligible Noteholder (Obbligazionista Idoneo) verrebbe liquidato un importo in contanti pari a € 35.000,00 (70% di euro 50.000) oltre gli interessi maturati dalla data dell'ultimo stacco e fino alla data di regolamento (presumibilmente il 15 dicembre 2017), in caso di adesione entro l'11 ottobre, o 32.500 (65% di euro 50.000), sempre oltre agli interessi maturati, in caso di mancata adesione entro l'11 Ottobre 2017;
B) Il Piano di rafforzamento patrimoniale non va in porto (perché non va in porto l'LME o non va in porto il successivo ADC);
In questo caso la lettrice resterà in possesso delle sue obbligazioni LT2 e l'unica differenza sostanziale tra chi ha aderito e non ha aderito all'offerta di Carige consiste nel fatto che i titoli dei primi resteranno bloccati, cioè non saranno vendibili fino al 31.12.2017, mentre i secondi potranno liberamente disporre dei titoli.
Ma al di là di questo si aprirebbe sicuramente uno scenario delicato, non fosse altro perché stiamo parlando di una banca. Difficile fare previsioni su quello che succederà, dato che il pallino, come affermato dall'Amministratore Delegato della Banca, passerà in mano alla BCE che in casi del genere gode di una enorme, e forse eccessiva, discrezionalità. Ma è chiaro che la debolezza patrimoniale di Carige, conseguente al mancato rafforzamento patrimoniale, finirebbe per colpire in prima battuta gli azionisti, poi i titolari di obbligazioni subordinate (nell'ordine T1, UT2 e LT2) ed infine, in linea teorica perché finora non è mai successo, il debito senior.
Dott. Carmelo Catalano