E far pagare le tasse al vaticano?
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Sò miliardi su miliardi senza toccare i cittadini.
Forse sarebbe opportuna una precisazione e qualche mito da sfatare:
(copia/incolla dal sole24ore):
Chi usufruisce dell’esenzione ICI ?
Associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati, partiti politici, enti religiosi di tutte le confessioni: Il mondo del no profit, in sostanza, per cui anche gli enti pubblici sono enti non commerciali. Fondazioni, partiti politici, sindacati, enti pubblici...
A quanto ammonta questo patrimonio immobiliare che usufruisce dell’esenzione ICI?
Per quanto riguarda il Vaticano (sarebbe più corretto dire Chiesa, come fa notare Francesco Banfi su facebook) comunque si parla di circa 100mila immobili, di questi 9 mila sono scuole, 26 mila strutture ecclesiastiche e quasi 5 mila strutture sanitarie. Per l'agenzia delle entrate significa un potenziale introito di due miliardi di euro all'anno. (fonte Lettera 43)
Ma non tutti gli immobili di proprietà degli enti non commerciali sono esenti: lo sono solo se destinati alle attività indicata dalla legge. In tutti gli altri casi pagano, inclusa la Chiesa, regolarmente l’imposta: è il caso degli immobili destinati a librerie, ristoranti, hotel, negozi, così come delle case date in affitto. Se non la pagano, vanno denunciati.
Quindi non è vero che per gli alberghi la Chiesa non paga l’ICI, la paga perché quell’attività non rientra nelle attività specificate dalla legge. E non è vero che basta una piccola cappella all’interno di un hotel di proprietà di religiosi per rendere l’intero immobile esente dall’ICI, come trucchetto per rientrare in ogni caso nella clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. Trucchetto che comunque non reggerebbe visto che per ottenere l’esenzione l’intero immobile deve essere destinato a una delle attività indicate e considerato che l’attività alberghiera non è tra queste, l’intero immobile, cappellina inclusa, dovrebbe essere assoggettato all’imposta.
1) La pagina Vaticano pagaci tu la manovra secondo me non è nata dal basso: è anche questa una pagina ben strutturata di marketing politico (devo dire che ho apprezzato moltissimo le netiquette che invitano gli iscritti a rispettare le regole della civile conversazione). Embè, direte voi, chi se ne frega. L’importante è la mobilitazione etc. etc.
A me, da osservatrice e da appassionata di informazione e di rete, interessa molto, invece, riflettere su queste dinamiche che investono la psicologia della massa in rete e il rapporto old-new media. Perché una delle tecniche utilizzate è quella di “creare” la notizia di mobilitazioni nate dal basso su facebook per ottenere spazi di visibilità sui giornali e sulle tv (media main stream), visibilità che in altro modo non si riuscirebbe ad ottenere, nonostante la validità dei temi trattati. Varrebbe la pena affrontare pubblicamente queste problematiche.
2) Scrivendo questo post ho trovato un articolo del Sole 24 Ore del 2007 sul turismo religioso. Mi sembra un dato interessante da segnalare. "In Italia il settore cresce di oltre il 20% quest'anno e genera annualmente un giro d'affari intorno ai 5 miliardi di euro, muove oltre 40 milioni di persone e fa registrare 19 milioni di pernottamenti, secondo una indagine Trademark. E la Chiesa cattolica svolge un ruolo chiave, con il 70% dei beni culturali esistenti, 30mila edifici religiosi di valore artistico, 700 musei diocesani e 2.200 tra santuari, monasteri e conventi che in gran parte offrono ospitalità".
3) A proposito di soldi che si possono recuperare e dove, riporto un brano tratto dal libro Soldi rubati di Nunzia Penelope: "I soldi fanno girare il mondo, ma se girano dalla parte sbagliata finisce che il mondo si ferma. E quello che sta accadendo all’economia italiana. Appesantita dalla crisi, certo, ma soprattutto da un tasso d’illegalità che non ha pari nel mondo occidentale... Partiamo da tre numeri base: ogni anno in Italia abbiamo 120 miliardi di evasione fiscale, 60 miliardi di corruzione, e 350 miliardi di economia sommersa, pari ormai a quasi il 20 per cento della ricchezza nazionale. Ma varrebbe la pena di aggiungere gli oltre 500 miliardi nascosti da proprietari italiani nei paradisi fiscali e su cui non si pagano tasse. Sessanta miliardi di corruzione e 120 di evasione fanno 180 miliardi l’anno. In 10 anni sarebbero 1800 miliardi: esattamente quanto l’intero stock del debito pubblico. Si potrebbe azzerarlo e vivere felici.