C'era un tempo sognato ...Che bisognava sognare!

  • Ecco la 65° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana ha prevalso il sentiment positivo sui principali listini internazionali, in un clima di rinnovata propensione al rischio con l’attenuarsi dei rischi geopolitici, mentre l’attenzione torna a focalizzarsi sui dati macro e sugli utili societari. Gli operatori hanno seguito da vicino le trimestrali delle big tech americane (5 titoli dei Magnifici 7). I conti di Tesla hanno deluso le aspettative ma il titolo è balzato in scia alla promessa di nuovi veicoli elettrici più economici. I risultati solidi di Microsoft e Alphabet hanno poi spinto l’indice S&P 500 a registrare la sua settimana migliore da novembre 2023. Per continuare a leggere visita il link

«La vita è troppo breve per passarla a vivere il sogno di qualcun altro»" Amava dire così Hugh Hefner, storico fondatore di 'Playboy'

Hugh Hefner aveva avuto un’educazione molto religiosa al limite del puritanesimo, ed è anche per questo che decise di ribaltare la sua vita.

In un’intervista nel 2003 disse:
“La mia vita e il lancio di Playboy sono stati la risposta ad una educazione repressiva e puritana, ho visto solo dolore e ipocrisia”.

Nel 1953 per produrre la sua prima stampa del celebre Playboy chiese un prestito di 8000 dollari di cui 1000 li
finanziò la mamma, donna estremamente religiosa.

La prima copertina di Playboy fu inaugurata da Marilyn Monroe vestita di un abito nero, ma all’interno della rivista la bella attrice bionda
appariva **** su di un letto rivestito dal velluto rosso.

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Sfidò l’America puritana dell’epoca,
andando contro corrente, e fino alla fine si è goduto la vita.
È convolato a nozze svariate volte, di cui l’ultima nel 2012 all’età di 86 anni.
Ma la scelta di Hefner non fu soltanto un gesto di ribellione verso la sua ferrea educazione, lui era l’icona della libera espressione della propria sessualità.
Di scandali ce ne furono tanti soprattutto negli anni 70 dove fu il primo a far spogliare una modella nordafricana e, qualche anno più tardi, ritrasse la
modella Patricia Margot McClain in un atteggiamento scandaloso.


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«Il nudo è passé, il dodicenne dentro di me è molto deluso...Sono abbastanza sereno nei confronti della morte.
Quel che è più difficile immaginare è che spariranno anche tutti i sogni e desideri dell’infanzia e dell’adolescenza.
Ma chi lo sa? Magari diventi parte di qualcosa di eterno». (Hugh Hefner)


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"Non è compito mio dirvi dire cosa fare nella vita,
Se avete un sogno, allora seguitelo!
Quando ero un ragazzo di 17 anni avevo un sogno, i miei due capi mi trasmisero quel sogno, mi raccontarono
di un ristorante a Parigi chiamato "Lasserre" e tre stelle Michelin. Ero solo un ragazzo ma avevo un sogno senza ambizioni,
un sogno pieno di insicurezze, ma sapevo dentro di me che ero pronto per il sacrificio a qualsiasi costo, non importa quanti
sbagli io abbia fatto nella vita, non mi sono arreso, ma ho fatto una cosa: ho sempre imparato dai miei errori, perchè senza
errori non scoprirete mai la perfezione. Non importa come ci arriverete, l'importante è arrivarci, se tutti voi avete un sogno, sì?
Allora avete il dovere e la responsabilità con voi stessi di realizzarlo. Noi non possiamo avverarlo, dipende da voi

Consigli di Marco Pierre White

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Marco Pierre White è un controverso chef e personaggio televisivo

La vita di Marco Pierre White oscilla costantemente tra mito e realtà al punto che i due aspetti sono diventati indistinguibili.
Nasce a Leeds, Inghilterra, l’11 dicembre 1961 (è del segno del sagittario). Suo padre era uno chef ed è da lui che eredita la
passione per la cucina, mentre sua madre era di origini italiane, come emerge dal nome di battesimo.
Dalle sue cucine sono usciti chef stellati del calibro di Heston Blumenthal e Gordon Ramsay.
Marco Pierre White ha solo 16 anni quando lascia la sua città natale con qualche libro e poco più di 7 sterline per cercare la
fortuna a Londra. Il suo sogno è diventare un grande chef, per questo abbandona la scuola, senza mai conseguire il diploma.


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I dieci consigli di Marco Pierre White per avere successo:


1. Segui i tuoi sogni

2. Combatti per ciò in cui credi

3. Sii coerente

4. Approfitta delle opportunità

5. Supera le tue insicurezze

6. Ispira gli altri

7. Impara dai tuoi errori

8. Abbi una forte etica del lavoro

9. Scopri te stesso

10. Combatti il tuo ego


Allievo di chef leggendari come Albert Roux e Pierre Koffmann. Più giovane chef di sempre (e primo inglese) a conquistare tre stelle Michelin. Maestro di Gordon Ramsay.

Inizia dal basso, come commis, per poi lavorare sotto Albert e Michel Roux a Le Gavroche.
Saranno proprio loro a definirlo enfant terrible, dopo aver capito di che pasta era fatto questo giovane ragazzo destinato a grandi cose.
Dopo questa prima esperienza la lista di nomi prosegue fino al 1987, anno in cui apre il suo primo ristorante, Harvey in Wandsworth Common
dove ottiene, una alla volta, due stelle Michelin.
Dopo essersi trasferito al Marco Pierre White presso l‘ ex Hyde Park hotel, a soli 33 anni si guadagna la terza stella della famosa guida,
diventando lo chef più giovane ad averla ottenuta.
A 39 anni decide di appendere il mestolo al chiodo. Passa da cuoco a ristoratore, avviando una catena di ristoranti e steak house in tutta
l’Inghilterra e pubblicando anche alcuni libri.
Compare sporadicamente in alcuni episodi di Masterchef Australia, Nuova Zelanda e Italia (nel 2019) e diventata infine giudice di Hell’s Kitchen UK.

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La sua esuberanza in cucina non può che riflettersi anche nella vita privata.
Una vita personale burrascosa - tra eccessi alcolici e droghe di ogni tipo.

Marco Pierre White ha tre matrimoni falliti alle spalle e altrettanti figli: Marco White Jr., Luciano White e Mirabelle White.
Si sposa per la prima volta con Alex McArthur nel 1988 per poi divorziare due anni dopo nel 1990.
La seconda moglie è stata Lisa Butcher, mentre l’ultima Mati Conejero.



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Marco Pierre White è un "diavolo ai fornelli" che non manca di esternare «sincera gratitudine» verso le tante persone
che lo hanno aiutato a realizzare il suo sogno:

a partire dalle brigate di cucina, dal personale di sala e dai guardarobieri, per poi dedicare la sua grande vicinanza
(il passato non si può cancellare) agli sguatteri, «che passano la vita a lavare i piatti sporcati dagli altri senza mai
ricevere un briciolo di riconoscenza».

Uno chef geniale e fuori dalle righe (in passato ebbe a dire: «Il mio corpo è fottuto, consumato sino alla miccia»,
benché ovviamente si trattasse di una bugia), ma anche personaggio dal cuore grande.
Pronto a sostenere che «le rivoluzioni nascono grazie ai giovani di buona volontà, alla loro voglia di guardare oltre».
Giovani a cui consiglia di tornare all’attenzione del passato verso i clienti, pur essendo la vocazione dei cuochi quella
di stare in cucina all’insegna della semplicità e della creatività.

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Lui che quando viene in Italia sceglie sempre piccoli locali familiari, dove magari il menù non cambia mai;
lui che evita quei ristoranti che «hanno l’aria troppo snob e dove quindi si presume che le critiche non siano bene accette»;
lui che non manca di ripercorrere le sue insicurezze giovanili, il dolore per la perdita della madre, i sacrifici fatti, ma anche
la sua creatività in abbinata alla ricerca della perfezione che «rendeva la mia cucina un inferno»;
lui che non nega di essere arrivato diverse volte allo scontro fisico con i colleghi: ad esempio, a Mario Batali tirò un risotto
bollente sulla pancia,
mentre a un aiutante che si lamentava per il caldo “regalò”, con un coltello, delle “prese d’aria” nella giubba e nei pantaloni.

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Impossibile poi non citare gli episodi in cui letteralmente in cucina volavano i coltelli.
Anche ai clienti erano riservati trattamenti speciali: Marco non esitava ad allontanarli in malo modo dal suo ristorante nel caso osassero
chiedere variazioni del menù. Le sue erano opere d’arte e così andavano gustate.
The devil in the kitchen è la sua biografia. Ricca di storie e aneddoti offre uno spaccato su questa grande personalità del mondo gastronomico e televisivo


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Avrei potuto regalarti
quel cinema dove abbiamo visto
Notting Hill e American Beauty.
Avrei voluto regalarti gli hotel dove ci siamo nascosti.
Mi sarebbe piaciuto essere il padrone del caffè in cui ci congedammo
dove ascoltammo tutte quelle canzoni
che oggi sono una soundtrack delle nostre vite.
E non ci furono regali.
E misi il cielo sul tuo corpo e lo trasformasti in vento
misi il vento sui tuoi occhi e lo trasformasti in sogno
misi il sogno nel tuo silenzio e lo trasformasti in notte
e questa notte non ci sono cielo, vento e sogno
che modifichino il mio cuore
in una luce dove l’amore possa tornare.
Ed è per questo amore lontano e vero
che le parole hanno una musica nello spartito che nessuno canta
come chi bussa per ore a una casa abbandonata
come chi prende a calci lattine vuote nel cuore.

Federico Díaz-Granados


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"La sognavo così come l'avevo vista la prima volta dalla fessura nel muro,
un rosa ardente di carne cremisi,
una Furia con i capelli in fiamme,
che rideva attraverso il fuoco come una pazza o una dea...“

Joanne Harris, Sleep, Pale Sister
 

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Joyce Mansour (1928-1986)

“France-soir” del 15-16 ottobre 1967:

«Cerco sogni da collezionare.
Scrivere a Joyce Mansour, 1 avenue du Maréchal-Maunory. Parigi 16°».

 

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Migliaia di persone lo sognano, ma nessuno sa chi sia.
Le immagini che accompagnano il sonno sono le più differenti: viaggi, film, amori, sparatorie.
Ognuno di noi, al risveglio, ha una storia diversa da raccontare. Spesso, però, il protagonista di questa "favola" è sempre lo stesso.

Infatti, da tre anni a questa parte almeno duemila persone hanno sognato lo stesso uomo, senza sapere chi sia. Lineamenti morbidi,
capelli corti, labbra sottili e sopracciglia folte e vicine: eccolo l'"uomo dei sogni".
Nessuno sa come si chiami o da dove venga, ma tutti continuano a vederlo.

Nel 2006, scrive il quotidiano "Bild", una donna di New York ha raccontato al suo psichiatra di aver fatto uno strano sogno, con uno
strano uomo. E fatto ancora più strano, l'uomo del sogno, tornava tutte le notti per darle consigli sulla sua vita. Così ha deciso di
mettere nero su bianco il viso che insisteva a "perseguitarla".
Il disegno, rimasto sulla scrivania del dottore, ha subito catturato l'attenzione di altri pazienti, che hanno rivelato di aver sognato
anche loro quell'uomo.
Lo specialista, quindi, ha inviato l’immagine ad alcuni colleghi e ha scoperto che la faccia dello sconosciuto ha infestato il sonno di
migliaia di persone sparse per il mondo.

Chi è quell'uomo? E perchè entra nei sogni di migliaia di persone? Così è nato un sito dedicato a questo personaggio.
In tanti provano a dare delle spiegazioni, alcune davvero bizzarre.


Secondo qualcuno il volto dello sconosciuto farebbe parte di una specie di subconscio collettivo dove sono racchiuse tutte le esperienze,
triste e felici, degli esseri umani.
Dall'ufologia alla religione, le teorie non sembrano fare chiarezza. Gli scettici, comunque, ritengono possa essere un fenomeno casuale,
una bufala o un semplice fenomeno di condizionamento.
Chi sostiene di aver sognato l'uomo lo ha fatto nei modi più diversi: alcuni l'hanno immaginato vestito da Babbo Natale, altri l'hanno
identificato come figura paterna e altri ancora come amante.
Da Los Angeles a Roma, tutti cercano l'"uomo dei sogni" perchè secondo Freud "tutto il materiale che costituisce il contenuto di un sogno
è in qualche modo derivato dall'esperienza, cioè è stato riprodotto o ricordato nel sonno: questo almeno può essere considerato un fatto indiscuss
o".

 

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Non si parte per andare da nessuna parte senza aver prima di tutto sognato un posto.
E vice versa, senza viaggiare prima o poi finiscono tutti i sogni,
o si resta bloccati sempre nello stesso sogno.

(Wim Wenders)
 

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Le donne sono delle terribili sognatrici.
Il peccato è una sorta d'incoscienza, un non-sapere. Così sono le donne. (...)
La passione trova in se stessa le proprie giustificazioni.

(IRIS MURDOCH)
 

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Sarei già andato davvero lontano,
Tanto lontano quanto è grande il mondo,
Se non mi trattenessero le stelle
Che hanno legato il mio al tuo destino,
Così che solo in te posso conoscermi.
E la poesia, i sogni, il desiderio,
Tutto mi spinge a te, alla tua natura,
E dalla tua dipende la mia vita.

Johann Wolfgang Goethe
 

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„Perché mi dici che mi ami solo quando sei ubriaco o sogni? — chiese lei. — Ho un tempismo terribile — ammise Simon — ma
ciò non significa che non lo pensi sul serio. Ci sono cose che vogliamo, celate sotto ciò che sappiamo e perfino sotto ciò che
sentiamo. Ci sono cose che le nostre anime vogliono, e la mia vuole te. La sentì buttare fuori l’aria.
— Dillo. Dillo da sobrio
. — Ti amo — disse Simon. — Non voglio che lo dica anche tu a meno che non lo pensi davvero, ma ti amo. Isabelle si chinò su
di lui e premette i polpastrelli contro i suoi. — Lo penso davvero.“ —

Cassandra Clare, Shadowhunters - Città del fuoco celeste

 

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„Eppure, se avessi potuto ricominciare da capo, ero sicuro che avrei rifatto le stesse identiche cose.
Perché quello ero io: quella vita in cui continuavo a perdere tutto.
Non avrei potuto fare altro che diventare me stesso, nient'altro che me stesso, con tutte le persone che
mi avrebbero lasciato, o che io avrei lasciato, con tutti i bei sentimenti e le magnifiche qualità e i sogni
che sarebbero andati distrutti, o perlomeno che avrei dovuto ridimensionare.“

Haruki Murakami
 

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„In quel momento fu come se il tempo si fermasse, e l'Anima del Mondo sorgesse con tutta la sua forza davanti al ragazzo.
Quando guardò gli occhi di lei, un paio di occhi neri, le labbra indecise fra un sorriso e il silenzio, egli comprese la parte
più importante e più saggia del Linguaggio che parlava il mondo e che chiunque, sulla terra, era in grado di capire con il
proprio cuore. E si chiamava Amore, una cosa più antica degli uomini e persino del deserto, che tuttavia risorgeva sempre
con la stessa forza dovunque due sguardi si incrociassero come si incrociarono quei due davanti a un pozzo.
Le labbra della giovane, infine, decisero di accennare un sorriso: era un segnale, il segnale che il ragazzo aveva atteso per
tanto tempo nel corso della vita, che aveva ricercato nelle pecore e nei libri, nei cristalli e nel silenzio del deserto. Ed era là,
il linguaggio puro del mondo, senza alcuna spiegazione, perché l'universo non aveva bisogno di spiegazioni per proseguire
il proprio cammino nello spazio senza fine. Tutto ciò che il ragazzo capiva in quel momento era che si trovava di fronte alla
donna della sua vita e anche lei, senza alcun bisogno di parole, doveva esserne consapevole.
Ne era certa più di quanto lo fosse di ogni altra cosa al mondo, anche se i genitori, e i genitori dei genitori, le avevano sempre
detto che, prima di sposarsi, bisognava frequentarsi, fidanzarsi, conoscersi, e avere del denaro. Ma, forse, chi lo affermava
non aveva mai conosciuto il linguaggio universale: perché, una volta che vi si penetra, è facile capire come nel mondo esista
sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri si
incontrano, e i loro sguardi si incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel
momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose sotto il sole sono state scritte dalla stessa Mano:
la Mano che risveglia l'Amore e che ha creato un'anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole.
Perché, se tutto ciò non esistesse, non avrebbero più alcun senso i sogni dell'umanità.“

Paulo Coelho
 

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„La mia vita è piena di promesse vuote e sogni infranti...“

Eminem
 

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Wicked Game - Chris Isaak


No non ho mai sognato che avrei amato qualcuno come te

E non avrei mai sognato che avrei bisogno di qualcuno come te

No, non voglio innamorarmi

(questo mondo finirà sempre per spezzarti il cuore)

No, non voglio innamorarmi...
 

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“Qualunque fiore tu sia,
quando verrà il tuo tempo, sboccerai.
Prima di allora
una lunga e fredda notte potrà passare.
Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.
Perciò sii paziente verso quanto ti accade
e curati e amati
senza paragonarti
o voler essere un altro fiore,
perché non esiste fiore migliore di quello
che si apre nella pienezza di ciò che è
.
E quando ciò accadrà,
potrai scoprire
che andavi sognando
di essere un fiore
che aveva da fiorire.”



DAISAKU IKEDA
 



Negli abbracci forsennati o dolcissimi non era il tuo corpo che cercavo bensì la tua anima,
i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, le tue poesie.

(Oriana Fallaci)


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