Certifico che si sta peggio di 20 anni fa che che ne dicano blackM ,charlie ef.

Sono inutili misure con la zappa. Non esiste l'operaio generico e non esiste il pane generico.



Per la centesima volta. I numeri saranno sempre pro "passato" (paese che cresceva ecc. ecc.), è la generazione più fortunata di sempre, ma rimangono esempi senza utilità pratica o senso comparativo.
se consideri lo stipendio medio tra tutti gli operai lo puoi utilizzare come stipendio dell'operaio generico, che era di 123000 lire nel 1970 e di 1200 euro adesso. se vuoi usare per confronto lo stipendio di una professione identica possiamo considerare un insegnante, un infermiere, un netturbino, non cambia nulla

dal sole 24 ore:
Ma si prenda il caso di un appartamento in zona semicentrale a Milano (si veda l'illustrazione sopra): nel 1970 il prezzo storico al metro quadro era pari a 105 euro (203mila vecchie lire)
un operaio medio italiano nel 1970 si comperava un metro quadrato di appartamento a milano in zona semicentrale con 1.65 mesi di stipendio. adesso deve lavorare quasi 6 mesi.
a parità di posizione lavorativa nel 1970 il tenore di vita era molto più alto di quello attuale
il fatto che il paese crescesse o meno ha un'importanza relativa. se invece di considerare il lavoratore italiano consideri quello americano non cambia nulla. un ingegnere americano attuale riceve come primo impiego un salario inferiore a quello che prendeva un operaio non specializzato nel 1970, tenendo conto dell'inflazione
 
L'unico cuscino che ha attutido la caduta è solo la tecnologia.

Sulla durata della gioventù sono d'accordo, vivi più a lungo spensierato ma lo paghi con gli interessi da adulto in affitto e senza figli.

Siccome vedo che il mio messaggio non passa, uso esempi terra terra.

Il boomer nato negli anni 50 in molti casi ha vissuto un'infanzia modesta: la povertà era diffusa, la famosa "carne una volta a settimana", i giochi di strada tipo la lippa (aka, non c'era nulla), le vacanze degli altri, ecc.
Gli studi finivano presto se eri nella metà poverella della nazione, elementari, medie e via a lavorare. Un po' di picchetti e periodo della tensione, tanto per gradire. In fretta si arrivava al matrimonio e ai figli, altro che viaggiare il mondo fino a 35 anni.
Certo, ora col senno di poi vediamo il ragionierino che s'è fatto bello con una carriera alla banchetta del paese.

L'attuale giovanotto medio studia e viene mantenuto una vita, ha una quantità di attività e corsi che nemmeno si potevano immaginare, sempre benvestito e ben nutrito (fin troppo). Vacanze ormai date per scontate, valanghe di vizi, ecc.
Certo, l'inserimento nel sistema produttivo vede lo scotto: paese fermo da 30 anni, la soddisfazione da salario è magra.

Ma, come ho detto nel primo commento, il gruppo 2 (giovanotto) è figlio del gruppo 1 (boomer).

Cosa voglio dire? Che nei conti non si può prescindere dagli aspetti esperienziali, dal godimento in età giovanile e dalla prospettiva che si vuole rappresentare.

Mio padre ha fatto anche l'operaio. Con mia madre hanno comprato casa, mantenuto me, accumulato risparmi e vissuto direi bene finora.
Il mio amico D, operaio, ha sicuramente MENO possibilità di mio papà, non lo negherò di certo. Ma D, come tanti altri simili a lui, ha genitori tipo mio padre. Ne consegue che D la casa non la compra, ce l'ha già.
Mentre mio padre s'è fatto l'infanzia ad aiutare il nonno nei campi (essendo l'unico maschio), s'è visto negare la possibilità di ulteriori studi o apprendimenti professionali proprio perché serviva lavorare e aiutare la famiglia. Finché non è andato via di casa, il sabato e la domenica liberi erano dedicati a dare una mano all'attività agricola, benché ormai prossima alla finaccia.
Mio papà prima di avere una vita con vacanze piacevoli e l'attuale benessere ha fatto sacrifici, parecchi.

D nel mentre studia fino a 18 anni, fa la sua bella gioventù. Viaggi, weekend, ristoranti e vestiario in misura che mio padre ha visto in età ben adulta.
 
se consideri lo stipendio medio tra tutti gli operai lo puoi utilizzare come stipendio dell'operaio generico, che era di 123000 lire nel 1970 e di 1200 euro adesso. se vuoi usare per confronto lo stipendio di una professione identica possiamo considerare un insegnante, un infermiere, un netturbino, non cambia nulla

Ma che senso ha?
Negli anni 70 probabilmente vi era una grossa componente agricola e la transizione dai campi alle città era in corso, che senso ha paragonare?

dal sole 24 ore:

un operaio medio italiano nel 1970 si comperava un metro quadrato di appartamento a milano in zona semicentrale con 1.65 mesi di stipendio. adesso deve lavorare quasi 6 mesi.
Questa è un'altra cosa che non ha senso nemmeno in foto. Zone che erano popolari oggi sono cool. Magari però diciamo pure che avevano il cesso in corridoio fuori.

a parità di posizione lavorativa nel 1970 il tenore di vita era molto più alto di quello attuale
il fatto che il paese crescesse o meno ha un'importanza relativa. se invece di considerare il lavoratore italiano consideri quello americano non cambia nulla. un ingegnere americano attuale riceve come primo impiego un salario inferiore a quello che prendeva un operaio non specializzato nel 1970, tenendo conto dell'inflazione
Stai di nuovo facendo misturoni tra parametri non paragonabili.
Rimando all'altra risposta per il discorso "star bene". Mi sembra surreale menare il torrone sui salari quando il mondo capitalista vive di capitali appunto. Il patrimonio non può essere un dettaglio.
 
Ma che senso ha?
Negli anni 70 probabilmente vi era una grossa componente agricola e la transizione dai campi alle città era in corso, che senso ha paragonare?


Questa è un'altra cosa che non ha senso nemmeno in foto. Zone che erano popolari oggi sono cool. Magari però diciamo pure che avevano il cesso in corridoio fuori.


Stai di nuovo facendo misturoni tra parametri non paragonabili.
Rimando all'altra risposta per il discorso "star bene". Mi sembra surreale menare il torrone sui salari quando il mondo capitalista vive di capitali appunto. Il patrimonio non può essere un dettaglio.
Appunto, la differenza è enorme, il gggiovane di oggi può contare comunque su patrimoni discreti, mobiliari e immobiliari, di genitori e nonni, cosa che le altre generazioni se le sognavano. Insomma, hanno le spalle coperte, per "crisi" intendono che non possono andare tutte le sere a fare apericene a botte di centinaia di euro a settimana, non certo che non hanno di che mangiare come capitava ai loro genitori o nonni 50-70-100 anni fa
crisi da astinenza da aperispritz
andate a lavorareeeeeeeeeee fannulloni OK!
 
Ho messo in vendita la mia dimora a un + 15% del mio prezzo di acquisto.

All epoca io avevo 35 anni ora quelli che son venuti a visitarla hanno tutti piu di 50 e anche parlando con le agenzie immobiliari a questo prezzo il target di etá e quelllo quelli giovani non tengono dinero

Pero possono vedersi netflix ,dazn e viaggiare nel meraverso eh



P.s mi viene in mente ora


vinkor non e che ti interessa la Settima casa?,😁
credimi sulla parola, fra altri 20 anni,starai peggio di ora
anch'io se per questo e forse anche prima:D

in una frazione vendono un bilocale a 60 mila euro
vuoi che te lo prenoti?

anche io fino al 97 ho avuto una casa con 4 bagni, uno addirittura aveva della ceramica che costava piu' del granito
e a proposito di granito,scale fino al sotto tetto di granito rosa e sala(mia e non quella dei miei)di granito rosso piu' salotto sempre in granito rosso, camere ovviamente con pavimento in legno.....
dal 97 appartamento di 80 metri piu' garage di 60 anni fa.
ma e' in centro ed in un attimo sono al supemercato o in piazza a fare chiacchere
oh perche' dei miei coetanei viaggiano gia da tempo con il carriolo, altri e due miei amici in particolare non ci stanno piu' da anni e quando passo davanti alle loro lapidi,mi femo spesso a pensare a quando c'erano
e mi dimenticavo del mio primo amichetto delle elementari e alla prima ragazza che non ci sono piu' da 50 anni
 
Ultima modifica:
Ma io mica so che carriera hai fatto tu ne se sia rappresentativa di quanta gente.

Dico solo che sebbene vi sia stato un peggioramento, la gente si lamenta parecchio perché s'è imborghesita.
mah io tutti quell
Quando l'hai comprata e quanto l'hai pagata? 20 anni fa era il 2003, c'erano prezzi in salita ma non ancora una bolla immobiliare, il cui picco si ebbe nel 2008 con prezzi raddoppiati o triplicati rispetto al 2002-2003, quindi o avevi comprato una catapecchia o l'hai pagata troppo, +15% del prezzo d'acquisto è troppo poco, una casa "media" pagata 200K euro nel 2002-2003-2004 ora non la trovi a meno di 400K, cioè il doppio.
continuate pure a racontarebstorie
 
Appunto, la differenza è enorme, il gggiovane di oggi può contare comunque su patrimoni discreti, mobiliari e immobiliari, di genitori e nonni, cosa che le altre generazioni se le sognavano. Insomma, hanno le spalle coperte, per "crisi" intendono che non possono andare tutte le sere a fare apericene a botte di centinaia di euro a settimana, non certo che non hanno di che mangiare come capitava ai loro genitori o nonni 50-70-100 anni fa
crisi da astinenza da aperispritz
andate a lavorareeeeeeeeeee fannulloni OK!

Il problema è sempre la prospettiva e il survivorship bias.
Vediamo tutti quelli che stanno bene perché con lavori "normali" hanno magari vissuto in modo irreplicabile. Eh bene, bravi loro.

Poi arrivi nel mondo reale e più di metà della gente che conosco:
- eh giù in Puglia abbiamo casa, terreno e olivi;
- eh si vivo nella casa che era di nonna
- eh i miei genitori avevano preso tale immobile come investimento
- eh la macchina/sala/camera l'han pagata i miei

Che non significa essere ricchi, ma significa sicuramente stare bene.

Come si fa a fare un confronto generazionale ignorando il dettaglio patrimoniale? Con la crisi demografica c'è anche una fattuale concentrazione di patrimoni.
Capiamo bene quindi che l'operaio degli anni 70 non è l'operaio di ora, se poi è questi è figlio di 2 boomer retributivi verosimilmente all'orizzonte ha qualche centok in arrivo.
 
Il problema è sempre la prospettiva e il survivorship bias.
Vediamo tutti quelli che stanno bene perché con lavori "normali" hanno magari vissuto in modo irreplicabile. Eh bene, bravi loro.

Poi arrivi nel mondo reale e più di metà della gente che conosco:
- eh giù in Puglia abbiamo casa, terreno e olivi;
- eh si vivo nella casa che era di nonna
- eh i miei genitori avevano preso tale immobile come investimento
- eh la macchina/sala/camera l'han pagata i miei

Che non significa essere ricchi, ma significa sicuramente stare bene.

Come si fa a fare un confronto generazionale ignorando il dettaglio patrimoniale? Con la crisi demografica c'è anche una fattuale concentrazione di patrimoni.
Capiamo bene quindi che l'operaio degli anni 70 non è l'operaio di ora, se poi è questi è figlio di 2 boomer retributivi verosimilmente all'orizzonte ha qualche centok in arrivo.
bhe' io vivo a 6 km dalla lamborghini auto, a 15 dalla ducati e a 25 dalla maserati e dimenticavo a 15 dalla philip morris
e quindi non si trova un appartamento libero
 
Io lavoro nell'immobiliare e quando progetto un'abitazione MAI e dico MAI mi devo rapportare con clienti giovani. I conti si fanno sempre con i genitori, over 70.
Del resto...i costi li conoscete tutti
Oggi sono i genitori che comprano gli immobili ai figli. I soldi sono tutti lì.
Infatti gli amici dicono spesso "mi sono comprato casa" ma senza mai dare dettagli
Viva la meritocrazia.
 
Siccome vedo che il mio messaggio non passa, uso esempi terra terra.

Il boomer nato negli anni 50 in molti casi ha vissuto un'infanzia modesta: la povertà era diffusa, la famosa "carne una volta a settimana", i giochi di strada tipo la lippa (aka, non c'era nulla), le vacanze degli altri, ecc.
Gli studi finivano presto se eri nella metà poverella della nazione, elementari, medie e via a lavorare. Un po' di picchetti e periodo della tensione, tanto per gradire. In fretta si arrivava al matrimonio e ai figli, altro che viaggiare il mondo fino a 35 anni.
Certo, ora col senno di poi vediamo il ragionierino che s'è fatto bello con una carriera alla banchetta del paese.

L'attuale giovanotto medio studia e viene mantenuto una vita, ha una quantità di attività e corsi che nemmeno si potevano immaginare, sempre benvestito e ben nutrito (fin troppo). Vacanze ormai date per scontate, valanghe di vizi, ecc.
Certo, l'inserimento nel sistema produttivo vede lo scotto: paese fermo da 30 anni, la soddisfazione da salario è magra.

Ma, come ho detto nel primo commento, il gruppo 2 (giovanotto) è figlio del gruppo 1 (boomer).

Cosa voglio dire? Che nei conti non si può prescindere dagli aspetti esperienziali, dal godimento in età giovanile e dalla prospettiva che si vuole rappresentare.

Mio padre ha fatto anche l'operaio. Con mia madre hanno comprato casa, mantenuto me, accumulato risparmi e vissuto direi bene finora.
Il mio amico D, operaio, ha sicuramente MENO possibilità di mio papà, non lo negherò di certo. Ma D, come tanti altri simili a lui, ha genitori tipo mio padre. Ne consegue che D la casa non la compra, ce l'ha già.
Mentre mio padre s'è fatto l'infanzia ad aiutare il nonno nei campi (essendo l'unico maschio), s'è visto negare la possibilità di ulteriori studi o apprendimenti professionali proprio perché serviva lavorare e aiutare la famiglia. Finché non è andato via di casa, il sabato e la domenica liberi erano dedicati a dare una mano all'attività agricola, benché ormai prossima alla finaccia.
Mio papà prima di avere una vita con vacanze piacevoli e l'attuale benessere ha fatto sacrifici, parecchi.

D nel mentre studia fino a 18 anni, fa la sua bella gioventù. Viaggi, weekend, ristoranti e vestiario in misura che mio padre ha visto in età ben adulta.
Basta farsi una semplice domanda.

Il ventenne attuale ha le stesse prospettive di vita come poter mettere su famiglia, vivere dignitosamente, possedere casa e risparmiare rispetto al ventenne di 40 anni fa?

Stesso livello istruttivo e stessa fascia socioeconomica.

Secondo me no pur essendoci elementi che invece migliorano la sua vita in particolare la tecnologia e possibilità di trasferirsi.
 
Basta farsi una semplice domanda.
Eh no ti proprio dicendo che non puoi dire
Stesso livello istruttivo e stessa fascia socioeconomica.

Perché non ha realmente senso come confronto. Quello educativo in primis, visto che l'istruzione di massa è roba recente.
Ma pure anche con le fasce, quali usi?
Perché se parliamo di redditi torniamo al solito problema che citavo prima. Ha senso dividere per fasce di reddito quando i patrimoni hanno peso enorme?


Il ventenne attuale ha le stesse prospettive di vita come poter mettere su famiglia, vivere dignitosamente, possedere casa e risparmiare rispetto al ventenne di 40 anni fa?
E di nuovo, la ricerca del ventenne medio fa perdere di vista fattori fondamentali.
Perché la risposta alla tua domanda sono sicuro che venga fuori da valutazioni tra reddito e costo della vita.

Secondo me no pur essendoci elementi che invece migliorano la sua vita in particolare la tecnologia e possibilità di trasferirsi.

Ma continua a mancare il pezzo fondamentale, cioè il fatto che quelli nati nei 50-60 avevano poco o nulla e si sono arricchiti. Quelli nati dopo hanno i patrimoni di quelli prima, magari non immediatamente disponibili, ma li hanno in prospettiva.

Per dirla terra terra.
Se nascevi nei 50-60 avevi ottime possibilità di nascere in campagna, senza terra. Partivi bello umile, lavoravi presto perché "c'era bisogno" e magari facevi quello che dici (famiglia, vita dignitosa, ecc.).
Oggi (o vent'anni fa) la probabilità di nascere in una famiglia con niente era molto minore. In moltissimi possono tranquillamente studiare fino all'università (e qui entra la mobilità che citi).
Peraltro il grosso dei costi di cui ci si lamenta sono abitativi e nella provincia lombarda (non posti ameni senza lavoro) si trovano soluzioni abitative con costi pari a circa 1 salario netto al mq. Vogliamo davvero dire che non sia dignitoso o non si possa mettere su famiglia?
 
L'andamento del mercato immobiliare negli ultimi vent'anni

Andamento del mercato immobiliare dal 2008 ad oggi


allora qui è ben evidenziato nel grafico che dal 2003 cioe 20 anni fa i prezzi dopo un picco del 2007 sono piu bassi che allora a meno che negli anni di COVID quindi state scrivendo le solite...... , come potrei definirle senza essere sospeso per irrispettosità? mettetelo voi il temine va
Il secondo link dice che i prezzi nelle grandi città nel 2020 erano di circa il 30% inferiori rispetto al picco del 2007.
Chiedere ai milanesi se è vero :wall:

Il primo è un link a un articolo del 2018. Ne abbiamo di roba fresca?
 
Il secondo link dice che i prezzi nelle grandi città nel 2020 erano di circa il 30% inferiori rispetto al picco del 2007.
Chiedere ai milanesi se è vero :wall:

Il primo è un link a un articolo del 2018. Ne abbiamo di roba fresca?
devi unirli e compararli e suuuuu
 
Appunto, la differenza è enorme, il gggiovane di oggi può contare comunque su patrimoni discreti, mobiliari e immobiliari, di genitori e nonni, cosa che le altre generazioni se le sognavano. Insomma, hanno le spalle coperte, per "crisi" intendono che non possono andare tutte le sere a fare apericene a botte di centinaia di euro a settimana, non certo che non hanno di che mangiare come capitava ai loro genitori o nonni 50-70-100 anni fa
crisi da astinenza da aperispritz
andate a lavorareeeeeeeeeee fannulloni OK!

Il secondo link dice che i prezzi nelle grandi città nel 2020 erano di circa il 30% inferiori rispetto al picco del 2007.
Chiedere ai milanesi se è vero :wall:

Il primo è un link a un articolo del 2018. Ne abbiamo di roba fresca?.......tranquillo è cosi pure a Mestre,ma anche a Venezia escludendo la zona sul Canal Grande!
 
il primo va dal 1998 al 2018 il secondo dal 2008 al 2021 quindi unendoli e sovrapponendoli diciamo hai dal 1998 al 2021 , è semplice no?
mancano 2022 e 2023 ma dubito che i prezzi sian saliti con la guerra (oltretutto a mio parere non rispecchia neanche appieno il reale prezzo perchè molti prezzi delle case peggiori son gonfiati grazie a conte e c.)
 
Le grandi città in italia sono Milano e Roma.
Il grafico sulle grandi città è tutto sbagliato.
Capoluoghi e resto d’Italia è ok, ma grandi città non ci prende neanche un po’.
 
Le grandi città in italia sono Milano e Roma.
Il grafico sulle grandi città è tutto sbagliato.
Capoluoghi e resto d’Italia è ok, ma grandi città non ci prende neanche un po’.
peccato che la percentuale che vive a roma e milano sia ben bassa rispetto al resto
 
Indietro