Riprendo
questo post di
@Abaddon per capire se è possibile (e come) inserire una "componente cigno nero" nel proprio portafoglio (anche pigro):
- strumenti (opzioni su SP500? VIX?)
- costi (marginali per deep out of the money?)
- operatività (rollaggi mensili/trimestrali/annuali?)
Mi permetto di chiamare a contribuire
@Lumaca e
@robinbreak che mi pare operino correntemente con opzioni (io da molti anni non le uso più, non avendo comunque mai avuto un'operatività di routine). Se ci leggesse, sarebbe assai gradito
@Cren, che ha competenze davvero notevoli in materia.
Se ci saranno spunti interessanti, potrei impegnarmi a mantenere dei fogli online per l'operatività conseguente (i calcoli delle greche non sono un grosso problema).
Intanto buon 2023 a tutti e che questo 3D sia di buon auspicio (mi chiederete "in che senso?"
)
Ciao, buona idea.
Io dico la mia:
- parlando di opzioni ci sono molti aspetti tecnici da conoscere o dare per scontati. @Cren ne sa molto (moltissimo) più di me, io cercherò di usare concetti basici da condividere
- per la definizione classica di Cigno Nero io prendo il Covid-19 e quanto successo du S&P500 tra il 21 febbraio 2020 e il 23 marzo 2020
- il buon auspicio deve essere sempre positivo, anche per chi è short
Per definizione un Cigno Nero è un evento totalmente inatteso e altamente improbabile, quindi non ha senso pensare ad una asset allocation indirizzata all'evento. Nell'ipotesi di inserire un livello di scommessa dobbiamo decidere se puntiamo alla difesa del capitale o alla speculazione e quindi a guadagnare sull'evento.
Per ripetermi...per definizione...il cigno nero vive e si alimenta in uno spike di volatilità e quindi banalmente l'acquisto di volatilità è la difesa migliora, ma ha un costo, spesso molto oneroso.
Facciamo un esempio sul Covid usando l'etf LVO (lascio stare la leva maggiore di 1 per evitare ulteriori complicazioni) e tralascio i cambi visto che la differenza è insignificante nel contesto.
Nel periodo in oggi (21/2-23/3/2020) LVO è passato da un valore iniziale di 3,25 a un valore finale di 9.95 (quindi +300% circa) passando per un massimo intraday del 19/3 pari a 14. Diciamo che nel culmine dell'evento si poteva negoziare facilmente in area 11/11.50 con un risultato pari a un multiplo di 3,5 volte (per difetto) il capitale iniziale.
Traduciamo: sullo spike Covid ogni 10.000 euro investiti in LVO avevo un ritorno medio di 35.000 euro di cui quindi 25k di guadagno.
Se usavo VIXL a leva l'ordine di grandezza cambia radicalmente con un capitale iniziale che si rivaluta di 20 volte e quindi i miei 10k diventavano 200.000 euro.
Nello stesso periodo S&P si svalutava di -21% (valore finale) con un picco di -33% circa
Su questi numeri una allocazione 95% SPX e 5% riduceva le perdite (su 1 mln long) a -14% circa al picco rispetto a -33% con LVO
Con 1% di vixl invece la loss scende a -12.5%, con il 2% di vixl ribaltava in un profitto di +7.6%, con 5% di VIXL eri un uomo felice e chiudevi il mese con +68.65% ovvero, ogni 1 milione investito, con 1.686.500 euro
Ma quanto costa questa opportunità ? VIXL come ogni altro derivato strutturato, distrugge soldi ad una velocità incredibile:
- nel 2019 VIXL segna -95%
- nel 2018 grazie allo spike di vola di dicembre si salva e fa -8% altrimenti -60%
- nel 2020 nonostante il covid chiudeva a -65%
Ala fine in prativa si azzera ogni 1,2 anni e quindi 1% di vixl in 10 anni può costare sino a 10% del capitale totale.
Molto diverso il comportamento di LVO:
- +45% nel 2020
- +33% nel 2018
- -35% nel 2019
- ma nel 2022 nonostante la debolezza del mercato segna -7%
Ne abbiamo parlato in passato, l'unica possibilità di usare il VIXL prevede ribilanciamento continuo, almeno su base settimanale, ma così facendo ti perdevi anche gran parte dello spike al rialzo.
LVO richiede meno attenzioni ma non è un pasto gratis.
In alternativa c'è il "metodo Taleb" anche se Nassim è più famoso per la dialettica che per i profitti (che forse nessuno ha mai visto) e in pratica si base su acquisto di opzioni estremamente dip out of the money. Direi per blasfemia non importa se call o put...in questo caso hai un piccolo costo ricorrente per un ipotetico guadagno futuro.
Qualche numero: la caduta del -50% di S&P porta l'indice in area 2.000, l'open interest sulle put 2000 dicembre '23 è già molto alto (circa 25.000 put ad oggi). Oggi la put costa in teoria (il mercato è chiuso) 17 dollari o meglio paghi volatilità 40 (tantissimo). Ogni put che possiamo comprare noi normalmente (il futures S&P telematico è un "mini") ha un valore ha un valore nozionale di 100.000 usd (strike * 50 usd) mentre la put regolare alle grida sarebbe *100. Il costo di 1 put è quindi 850 usd.
La vola spot è circa 20 sull pur S&P quindi io sto cmq pagando un premio pari al 100% della volatilità. ergo se sale un po' la vola con la discesa del mercato potrei anche non vedere immediati benefici sulla posizione.
Tornando ai prezzi, da qui a un anno, ho due scenari di base (ma è molto più complicato, non solo un se arrivo il cigno ma anche quando e come...): ho ragione oppure torto. Se ho torto perdo tutto il premio e devo comprare una nuova put per fine 2024.
Mettiamo invece che ho ragione e che S&P arriva a 2000 a giugno '23. Devo stimare la vola (tutt'altro che banale) mettiamo che la vola spot nel giorno in cui venderà sarà 35 rispetto al 40 pagato oggi, la mia opzione varrà circa 150 usd (o 7500 usd), con vola a 40 varrà 205, a 50 di vola premio 258...ma con vola che scende a 20 il premio crolla a 100...
Quindi tutt'altro che semplice. Spesso si useranno strutture di opzioni che vanno a finanziare l'acquisto di PUT con la vendita di call, ma se il mercato salirà sarò nei guai seri...