caro alberto1960 non sono d'accordo con te su due ponti. 1° non e vero che lehman offriva dei tassi appetibili. e ti spiego perchè io ho acquistato nel giugno 2007 scad.14/1/2014 tasso cedolare 4.75% costo obbl 98.06 era in linea con altre obbligazione di quel rating. 2°dici anche in merito se erano olandesi piuttosto che americane. le banche non potevano sapere che in caso di default ci sarebbero state due parametri di recovery(sempre se recovery ci sarà) secondo me la banca deve sapere ciò ed a il dovere di informare i clienti. nello stesso modo che sà come prendere commissioni e balzelli vari dai i clienti. poi sul tuo operato in qualità di quello da te affermato. e giusto che sia cosi.tutti dovrebbero essere cosi. pero cè anche da dire che tante volte chi si occupa di questa mansione. spesso sono ragazzi che non sanno la differenza tra un obbligazione senior e una subordinata. purtroppo questa e la pura verita. secondo me. un caro saluto elton
Per quanto riguarda i tassi offerti da Lehman, tu fai riferimento al 2007 e ad un titolo a tasso fisso. Prendendo come riferimento l'anno 2005 e le obbligazioni indicizzate all'inflazione la situazione era diversa. Normalmente si trattava di obbligazioni che offrivano due cedole fisse abbastanza alte per i primi due anni e poi cedole pari al tasso di inflazione + spread: ti posso assicurare (è facile controllare le caratteristiche dei titoli) che la Lehman offriva regolarmente qualcosa in più non solo rispetto a BEI con analoga struttura (ma magari si può spiegare con il rating più alto), ma anche rispetto alle altre banche d'affari che emettevano obbligazioni con caratteristiche simili.
Per quanto riguarda poi il diverso trattamento riconosciuto alle obbligazioni della casa madre Lehman e a quelle della LBT, mi sembra che il forum abbia diffusamente documentato l'evoluzione che hanno avuto le percentuali di rimborso. Inizialmente erano abbastanza simili, poi la divaricazione è stata legata anche all'influenza dei diversi creditori. Chi ha in mano le LBT ha avuto la fortuna di trovare dei liquidatori della società olandese piuttosto agguerriti, che prima hanno respinto la decisione della casa madre di ridurre al 50% il credito rappresentato dalle emissioni obbligazionarie, decisione che avrebbe drasticamente ridotto l'entità del possibile recovery. Poi hanno fatto valere il peso relativo del credito rappresentato dalle obbligazioni rispetto ad altri creditori: qui è stato un colpo di fortuna perché i 30 miliardi di obbligazioni LBT di fatto rappresentavano una delle categorie di creditori più significative e questo ha pesato nelle decisioni del liquidatore LBHI.
Come ho detto sono trent'anni che lavoro in banca e non posso certo mettermi a difendere comportamenti assolutamente censurabili che ho visto in questi ultimi anni. Giudico scandaloso il fiorire di polizze, obbligazioni strutturate (e stendiamo un velo pietoso, sul versante corporate, su tutte le operazioni strutturate che hanno rovinato molte aziende).
Non perché io sia rimasto coinvolto, ma il caso Lehman ha caratteristiche peculiari:
1) il rating era molto alto: nei casi Argentina, Parmalat o Cirio, il rating era basso o non c'era
2) le obbligazioni bancarie erano universalmente considerate come le più sicure dopo i governativi: partendo dai primi anni '90 avevamo visto il default di molte società di altri settori (Enron, Worldcom ecc.) mentre i bancari avevano superato anche il tracollo del Long Term Capital Fund del 1997.
3) la mancanza di informativa da parte delle banca a partire dagli inizi del 2008sui possibili rischi delle obbligazioni bancarie, non è dovuta a mala fede o a manovre strane, ma solo a mancanza totale di professionalità.
Ti potrei citare il comportamento di molti istituti bancari nella vicenda del concambio delle obbligazioni Argentina. Quando si trattava di aderire o meno al cambio proposto dall'Argentina, ti posso dire che le banche quasi diffidarono gli addetti titoli dal dare alcuna indicazione ai clienti su cosa fare. Rimandavano alla lettura del prospetto e doveva essere il cliente in piena autonomia a decidere cosa fare. Era solo consentito riferire che la famosa Task Force Argentina, la struttura messa in piedi dal sistema bancario per seguire anche da un punto di vista legale tutta la vicenda, sconsigliava di aderire.
Ci trovavamo di fronte ad una operazione molto complessa, che la clientela non era in grado di comprendere fino in fondo. C'era un ricatto del governo argentino che minacciava di lasciare a piedi, come poi avvenne, chi non aderiva al concambio. E le banche abbandonarono la loro clientela in base al principio che qualsiasi titpo di consulenza, se poi si fosse rivelata sbagliata, esponeva gli istituti al rischio di azioni legali della clientela.
Risultato? La percentuale di adesione dei risparmiatori italiani fu la più bassa in assoluto, proprio per la pessima indicazione della Task Force, mentre chi aderì, visto il buon andamento iniziale dei titoli assegnati, in alcuni casi riusci, vendendo, a recuperare il 60/65% di quanto investito, rinunciando tra l'altro quasi sempre ad azioni legali nei confronti della banca. Chi non ha aderito ha ancora le vecchie Argentina, è molto arrabbiato e sta facendo causa alla banca.
Bel risultato, non c'è che dire!
Nel caso Lehman è successa la stessa cosa: nel dubbio è meglio non far nulla, in puro stile pilatesco. Quindi nessuna mala fede ma tanta, tanta, tanta incompetenza.