Comitato Fregati Lehman Brothers(A.I.R.O.L.B.)Iscrizione news Vol XXX 'La svolta'

  • Ecco la 65° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana ha prevalso il sentiment positivo sui principali listini internazionali, in un clima di rinnovata propensione al rischio con l’attenuarsi dei rischi geopolitici, mentre l’attenzione torna a focalizzarsi sui dati macro e sugli utili societari. Gli operatori hanno seguito da vicino le trimestrali delle big tech americane (5 titoli dei Magnifici 7). I conti di Tesla hanno deluso le aspettative ma il titolo è balzato in scia alla promessa di nuovi veicoli elettrici più economici. I risultati solidi di Microsoft e Alphabet hanno poi spinto l’indice S&P 500 a registrare la sua settimana migliore da novembre 2023. Per continuare a leggere visita il link

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Purtroppo in questa situazione Patti Chiari ha mostrato tutta la sua debolezza e i suoi limiti. Si voleva fornire uno strumento a tutela del risparmiatore, ma non si è fatto altro che compilare una lista di titoli senza l'avvertenza di monitorarla con attenzione.
Ribadisco quanto già detto. Il primo vero allarme su Lehman per me è da far risalire alla vicenda Bear Stearns. Lì apparve nella sua vera dimensione il problema delle banche e in primo luogo delle banche d'affari. Fino a quel momento si trattava più di sensazioni e non c'erano ancora elementi sufficenti per cogliere la gravità della situazione.
Però da aprile a settembre 2008 sono poi passati ben 5 mesi e in tutto questo tempo c'è stata la colpevole assenza di un consorzio nato a tutela del risparmiatore. Sarebbe giusto che le banche, invece di scaricare tutte le colpe (peraltro enormi!) sulle societa di rating, facessero un esame di coscienza e riconoscessero in definitiva l'assoluta inadeguatezza delle loro strutture. Ritengo scandaloso che nessuna banca si sia attivata almeno per segnalare una situazione di criticità, ma che tutte siano rimaste colpevolmente silenziose fino al default. Bastava una lettera, una segnalazione al cliente; poi sarebbe stato lui, in autonomia o assistito dagli addetti titoli, a decidere cosa fare (ma senza caricare di eccessive responsabilità questi poveri cristi di borsinisti...). Ma che razza di consulenza è questa?
Concordo pienamente
 
Scusate l' O.T.

Scusate per l'O.T. e se mi permetto di postarlo anche su F.O.L. ma è drammaticamente attuale e credo sia utile conoscere certi dati.
Se non gradito lo tolgo immediatamente. Grazie Rewo.

Oggetto: DA FAR CIRCOLARE....E' UNA VERGOGNA

Omeopatia, dentista e psicologo tutti i rimborsi per i deputati
12 aprile 2011

Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l'assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi
per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una
assistenza privata finanziata da Montecitorio. A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza
denominata Parlamento WikiLeaks. Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109

loro familiari compresi (per volontà dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio. Ebbene, nel 2010, deputati e

parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche.
Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private).
Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia.
Per visite varie, 698mila euro.
Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro
familari.
Per curare i problemi delle vene varicose (voce "sclerosante"), 28mila e 138 euro.
Visite omeopatiche 3mila e 636 euro.
I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all'assistenza integrativa del

Parlamento per 153mila euro di ticket.
Ma non tutti i numeri sull'assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. "Abbiamo chiesto - dice la Bernardini -
quanti e quali importi sono stati spesi nell'ultimo triennio per alcuneprestazioni previste dal 'fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio
balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura(ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l'importo degli interventi per
chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare". Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili?
Cosa c'è da nascondere?
Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: "Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non

consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell'accesso agli atti in base al quale la domanda non può

comportare la necessità di un'attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni

secondo le modalità richieste".
Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. "Non ritengo - spiega la deputata Rita Bernardini - che la Camera debba provvedere a dare
una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l'assistenza che hanno tutti i cittadini italiani.
Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila

euro mensili, a farsi un'assicurazione privata.
Non si capisce perché questa 'mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori". "Secondo noi - aggiunge -
basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all'anno".
Mentre a noi tagliano sull'assistenza sanitaria e sociale è deprimente scoprire che alla casta rimborsano anche massaggi e chirurgie plastiche

private - è il commento del presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini - e sempre nel massimo silenzio di tutti.


...E NON FINISCE QUI...


“FANNO FINTA DI LITIGARE MA PER LORO E’ SEMPRE FESTA”
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o
familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI
ESENTASSE
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione
dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego !!! )
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i
privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio,

una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

Far circolare. Si sta promuovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni
possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani......

PER FAVORE CONTINUATE LA CATENA.
 
caro alberto1960 non sono d'accordo con te su due punti. 1° non e vero che lehman offriva dei tassi appetibili. e ti spiego perchè io ho acquistato nel giugno 2007 scad.14/1/2014 tasso cedolare 4.75% costo obbl 98.06 era in linea con altre obbligazione di quel rating. 2°dici anche in merito se erano olandesi piuttosto che americane. le banche non potevano sapere che in caso di default ci sarebbero state due parametri di recovery(sempre se recovery ci sarà) secondo me la banca deve sapere ciò ed a il dovere di informare i clienti. nello stesso modo che sà come prendere commissioni e balzelli vari dai i clienti. poi sul tuo operato in qualità di quello da te affermato. e giusto che sia cosi.tutti dovrebbero essere cosi. pero cè anche da dire che tante volte chi si occupa di questa mansione. spesso sono ragazzi che non sanno la differenza tra un obbligazione senior e una subordinata. purtroppo questa e la pura verita. secondo me. un caro saluto elton
 
Ultima modifica:
ringrazio infinitamente per il disturbo che ho arrecato a mauro. per il consiglio che gli ho chiesto grazie per la risposta. elton
 
caro alberto1960 non sono d'accordo con te su due ponti. 1° non e vero che lehman offriva dei tassi appetibili. e ti spiego perchè io ho acquistato nel giugno 2007 scad.14/1/2014 tasso cedolare 4.75% costo obbl 98.06 era in linea con altre obbligazione di quel rating. 2°dici anche in merito se erano olandesi piuttosto che americane. le banche non potevano sapere che in caso di default ci sarebbero state due parametri di recovery(sempre se recovery ci sarà) secondo me la banca deve sapere ciò ed a il dovere di informare i clienti. nello stesso modo che sà come prendere commissioni e balzelli vari dai i clienti. poi sul tuo operato in qualità di quello da te affermato. e giusto che sia cosi.tutti dovrebbero essere cosi. pero cè anche da dire che tante volte chi si occupa di questa mansione. spesso sono ragazzi che non sanno la differenza tra un obbligazione senior e una subordinata. purtroppo questa e la pura verita. secondo me. un caro saluto elton

Per quanto riguarda i tassi offerti da Lehman, tu fai riferimento al 2007 e ad un titolo a tasso fisso. Prendendo come riferimento l'anno 2005 e le obbligazioni indicizzate all'inflazione la situazione era diversa. Normalmente si trattava di obbligazioni che offrivano due cedole fisse abbastanza alte per i primi due anni e poi cedole pari al tasso di inflazione + spread: ti posso assicurare (è facile controllare le caratteristiche dei titoli) che la Lehman offriva regolarmente qualcosa in più non solo rispetto a BEI con analoga struttura (ma magari si può spiegare con il rating più alto), ma anche rispetto alle altre banche d'affari che emettevano obbligazioni con caratteristiche simili.
Per quanto riguarda poi il diverso trattamento riconosciuto alle obbligazioni della casa madre Lehman e a quelle della LBT, mi sembra che il forum abbia diffusamente documentato l'evoluzione che hanno avuto le percentuali di rimborso. Inizialmente erano abbastanza simili, poi la divaricazione è stata legata anche all'influenza dei diversi creditori. Chi ha in mano le LBT ha avuto la fortuna di trovare dei liquidatori della società olandese piuttosto agguerriti, che prima hanno respinto la decisione della casa madre di ridurre al 50% il credito rappresentato dalle emissioni obbligazionarie, decisione che avrebbe drasticamente ridotto l'entità del possibile recovery. Poi hanno fatto valere il peso relativo del credito rappresentato dalle obbligazioni rispetto ad altri creditori: qui è stato un colpo di fortuna perché i 30 miliardi di obbligazioni LBT di fatto rappresentavano una delle categorie di creditori più significative e questo ha pesato nelle decisioni del liquidatore LBHI.
Come ho detto sono trent'anni che lavoro in banca e non posso certo mettermi a difendere comportamenti assolutamente censurabili che ho visto in questi ultimi anni. Giudico scandaloso il fiorire di polizze, obbligazioni strutturate (e stendiamo un velo pietoso, sul versante corporate, su tutte le operazioni strutturate che hanno rovinato molte aziende).
Non perché io sia rimasto coinvolto, ma il caso Lehman ha caratteristiche peculiari:
1) il rating era molto alto: nei casi Argentina, Parmalat o Cirio, il rating era basso o non c'era
2) le obbligazioni bancarie erano universalmente considerate come le più sicure dopo i governativi: partendo dai primi anni '90 avevamo visto il default di molte società di altri settori (Enron, Worldcom ecc.) mentre i bancari avevano superato anche il tracollo del Long Term Capital Fund del 1997.
3) la mancanza di informativa da parte delle banca a partire dagli inizi del 2008sui possibili rischi delle obbligazioni bancarie, non è dovuta a mala fede o a manovre strane, ma solo a mancanza totale di professionalità.

Ti potrei citare il comportamento di molti istituti bancari nella vicenda del concambio delle obbligazioni Argentina. Quando si trattava di aderire o meno al cambio proposto dall'Argentina, ti posso dire che le banche quasi diffidarono gli addetti titoli dal dare alcuna indicazione ai clienti su cosa fare. Rimandavano alla lettura del prospetto e doveva essere il cliente in piena autonomia a decidere cosa fare. Era solo consentito riferire che la famosa Task Force Argentina, la struttura messa in piedi dal sistema bancario per seguire anche da un punto di vista legale tutta la vicenda, sconsigliava di aderire.
Ci trovavamo di fronte ad una operazione molto complessa, che la clientela non era in grado di comprendere fino in fondo. C'era un ricatto del governo argentino che minacciava di lasciare a piedi, come poi avvenne, chi non aderiva al concambio. E le banche abbandonarono la loro clientela in base al principio che qualsiasi titpo di consulenza, se poi si fosse rivelata sbagliata, esponeva gli istituti al rischio di azioni legali della clientela.
Risultato? La percentuale di adesione dei risparmiatori italiani fu la più bassa in assoluto, proprio per la pessima indicazione della Task Force, mentre chi aderì, visto il buon andamento iniziale dei titoli assegnati, in alcuni casi riusci, vendendo, a recuperare il 60/65% di quanto investito, rinunciando tra l'altro quasi sempre ad azioni legali nei confronti della banca. Chi non ha aderito ha ancora le vecchie Argentina, è molto arrabbiato e sta facendo causa alla banca.
Bel risultato, non c'è che dire!
Nel caso Lehman è successa la stessa cosa: nel dubbio è meglio non far nulla, in puro stile pilatesco. Quindi nessuna mala fede ma tanta, tanta, tanta incompetenza.
 
Per quanto riguarda i tassi offerti da Lehman, tu fai riferimento al 2007 e ad un titolo a tasso fisso. Prendendo come riferimento l'anno 2005 e le obbligazioni indicizzate all'inflazione la situazione era diversa. Normalmente si trattava di obbligazioni che offrivano due cedole fisse abbastanza alte per i primi due anni e poi cedole pari al tasso di inflazione + spread: ti posso assicurare (è facile controllare le caratteristiche dei titoli) che la Lehman offriva regolarmente qualcosa in più non solo rispetto a BEI con analoga struttura (ma magari si può spiegare con il rating più alto), ma anche rispetto alle altre banche d'affari che emettevano obbligazioni con caratteristiche simili.
Per quanto riguarda poi il diverso trattamento riconosciuto alle obbligazioni della casa madre Lehman e a quelle della LBT, mi sembra che il forum abbia diffusamente documentato l'evoluzione che hanno avuto le percentuali di rimborso. Inizialmente erano abbastanza simili, poi la divaricazione è stata legata anche all'influenza dei diversi creditori. Chi ha in mano le LBT ha avuto la fortuna di trovare dei liquidatori della società olandese piuttosto agguerriti, che prima hanno respinto la decisione della casa madre di ridurre al 50% il credito rappresentato dalle emissioni obbligazionarie, decisione che avrebbe drasticamente ridotto l'entità del possibile recovery. Poi hanno fatto valere il peso relativo del credito rappresentato dalle obbligazioni rispetto ad altri creditori: qui è stato un colpo di fortuna perché i 30 miliardi di obbligazioni LBT di fatto rappresentavano una delle categorie di creditori più significative e questo ha pesato nelle decisioni del liquidatore LBHI.
Come ho detto sono trent'anni che lavoro in banca e non posso certo mettermi a difendere comportamenti assolutamente censurabili che ho visto in questi ultimi anni. Giudico scandaloso il fiorire di polizze, obbligazioni strutturate (e stendiamo un velo pietoso, sul versante corporate, su tutte le operazioni strutturate che hanno rovinato molte aziende).
Non perché io sia rimasto coinvolto, ma il caso Lehman ha caratteristiche peculiari:
1) il rating era molto alto: nei casi Argentina, Parmalat o Cirio, il rating era basso o non c'era
2) le obbligazioni bancarie erano universalmente considerate come le più sicure dopo i governativi: partendo dai primi anni '90 avevamo visto il default di molte società di altri settori (Enron, Worldcom ecc.) mentre i bancari avevano superato anche il tracollo del Long Term Capital Fund del 1997.
3) la mancanza di informativa da parte delle banca a partire dagli inizi del 2008sui possibili rischi delle obbligazioni bancarie, non è dovuta a mala fede o a manovre strane, ma solo a mancanza totale di professionalità.

Ti potrei citare il comportamento di molti istituti bancari nella vicenda del concambio delle obbligazioni Argentina. Quando si trattava di aderire o meno al cambio proposto dall'Argentina, ti posso dire che le banche quasi diffidarono gli addetti titoli dal dare alcuna indicazione ai clienti su cosa fare. Rimandavano alla lettura del prospetto e doveva essere il cliente in piena autonomia a decidere cosa fare. Era solo consentito riferire che la famosa Task Force Argentina, la struttura messa in piedi dal sistema bancario per seguire anche da un punto di vista legale tutta la vicenda, sconsigliava di aderire.
Ci trovavamo di fronte ad una operazione molto complessa, che la clientela non era in grado di comprendere fino in fondo. C'era un ricatto del governo argentino che minacciava di lasciare a piedi, come poi avvenne, chi non aderiva al concambio. E le banche abbandonarono la loro clientela in base al principio che qualsiasi titpo di consulenza, se poi si fosse rivelata sbagliata, esponeva gli istituti al rischio di azioni legali della clientela.
Risultato? La percentuale di adesione dei risparmiatori italiani fu la più bassa in assoluto, proprio per la pessima indicazione della Task Force, mentre chi aderì, visto il buon andamento iniziale dei titoli assegnati, in alcuni casi riusci, vendendo, a recuperare il 60/65% di quanto investito, rinunciando tra l'altro quasi sempre ad azioni legali nei confronti della banca. Chi non ha aderito ha ancora le vecchie Argentina, è molto arrabbiato e sta facendo causa alla banca.
Bel risultato, non c'è che dire!
Nel caso Lehman è successa la stessa cosa: nel dubbio è meglio non far nulla, in puro stile pilatesco. Quindi nessuna mala fede ma tanta, tanta, tanta incompetenza.
C'e' da domandarsi se gli intermediari finanziari si potevano permettere di essere incompetenti. Anche loro pensavano al too big to fail. Sapevano molte cose, ma erano sicuri che nessuna banca americana sarebbe stata fatta fallire. A parer mio non si potevano permettere di essere incompetenti.
 
Ultima modifica:
chiarezza

per essere chiari. qui non si tratta del cugino, fratello, ho chichessia? non dico che avrei scelto olandesi. piuttosto che americane. però una persona a il sacrosanto diritto di sapere quello che acquista. dovè la trasparenza? ADESSO siamo diventati pro banche? con tutte le magagne che combinano se io acquisto una cosa? chi la vende deve dare tutte le informazioni che susseguono. poi decido cosa fare. questo e il mio pensiero.
 
Per quanto riguarda i tassi offerti da Lehman, tu fai riferimento al 2007 e ad un titolo a tasso fisso. Prendendo come riferimento l'anno 2005 e le obbligazioni indicizzate all'inflazione la situazione era diversa. Normalmente si trattava di obbligazioni che offrivano due cedole fisse abbastanza alte per i primi due anni e poi cedole pari al tasso di inflazione + spread: ti posso assicurare (è facile controllare le caratteristiche dei titoli) che la Lehman offriva regolarmente qualcosa in più non solo rispetto a BEI con analoga struttura (ma magari si può spiegare con il rating più alto), ma anche rispetto alle altre banche d'affari che emettevano obbligazioni con caratteristiche simili.
Per quanto riguarda poi il diverso trattamento riconosciuto alle obbligazioni della casa madre Lehman e a quelle della LBT, mi sembra che il forum abbia diffusamente documentato l'evoluzione che hanno avuto le percentuali di rimborso. Inizialmente erano abbastanza simili, poi la divaricazione è stata legata anche all'influenza dei diversi creditori. Chi ha in mano le LBT ha avuto la fortuna di trovare dei liquidatori della società olandese piuttosto agguerriti, che prima hanno respinto la decisione della casa madre di ridurre al 50% il credito rappresentato dalle emissioni obbligazionarie, decisione che avrebbe drasticamente ridotto l'entità del possibile recovery. Poi hanno fatto valere il peso relativo del credito rappresentato dalle obbligazioni rispetto ad altri creditori: qui è stato un colpo di fortuna perché i 30 miliardi di obbligazioni LBT di fatto rappresentavano una delle categorie di creditori più significative e questo ha pesato nelle decisioni del liquidatore LBHI.
Come ho detto sono trent'anni che lavoro in banca e non posso certo mettermi a difendere comportamenti assolutamente censurabili che ho visto in questi ultimi anni. Giudico scandaloso il fiorire di polizze, obbligazioni strutturate (e stendiamo un velo pietoso, sul versante corporate, su tutte le operazioni strutturate che hanno rovinato molte aziende).
Non perché io sia rimasto coinvolto, ma il caso Lehman ha caratteristiche peculiari:
1) il rating era molto alto: nei casi Argentina, Parmalat o Cirio, il rating era basso o non c'era
2) le obbligazioni bancarie erano universalmente considerate come le più sicure dopo i governativi: partendo dai primi anni '90 avevamo visto il default di molte società di altri settori (Enron, Worldcom ecc.) mentre i bancari avevano superato anche il tracollo del Long Term Capital Fund del 1997.
3) la mancanza di informativa da parte delle banca a partire dagli inizi del 2008sui possibili rischi delle obbligazioni bancarie, non è dovuta a mala fede o a manovre strane, ma solo a mancanza totale di professionalità.

Ti potrei citare il comportamento di molti istituti bancari nella vicenda del concambio delle obbligazioni Argentina. Quando si trattava di aderire o meno al cambio proposto dall'Argentina, ti posso dire che le banche quasi diffidarono gli addetti titoli dal dare alcuna indicazione ai clienti su cosa fare. Rimandavano alla lettura del prospetto e doveva essere il cliente in piena autonomia a decidere cosa fare. Era solo consentito riferire che la famosa Task Force Argentina, la struttura messa in piedi dal sistema bancario per seguire anche da un punto di vista legale tutta la vicenda, sconsigliava di aderire.
Ci trovavamo di fronte ad una operazione molto complessa, che la clientela non era in grado di comprendere fino in fondo. C'era un ricatto del governo argentino che minacciava di lasciare a piedi, come poi avvenne, chi non aderiva al concambio. E le banche abbandonarono la loro clientela in base al principio che qualsiasi titpo di consulenza, se poi si fosse rivelata sbagliata, esponeva gli istituti al rischio di azioni legali della clientela.
Risultato? La percentuale di adesione dei risparmiatori italiani fu la più bassa in assoluto, proprio per la pessima indicazione della Task Force, mentre chi aderì, visto il buon andamento iniziale dei titoli assegnati, in alcuni casi riusci, vendendo, a recuperare il 60/65% di quanto investito, rinunciando tra l'altro quasi sempre ad azioni legali nei confronti della banca. Chi non ha aderito ha ancora le vecchie Argentina, è molto arrabbiato e sta facendo causa alla banca.
Bel risultato, non c'è che dire!
Nel caso Lehman è successa la stessa cosa: nel dubbio è meglio non far nulla, in puro stile pilatesco. Quindi nessuna mala fede ma tanta, tanta, tanta incompetenza.

Sostanzialmente concordo con le analisi da te pubblicate sin qui.

D'altra parte deve essere abbastanza.... scomodo e imbarazzante raccontare queste verità sul presupposto di essere un player posizionato dall'altra parte della barricata. Il termine "barricata" sarebbe improprio se noi, obbligazionisti Lehman, non fossimo stati vittime due volte ( non una sola volta ) del default Lehman.

Ed infatti i motivi delle lagnanze sino ad oggi registrate traggono origine solo in parte dalla perdita sic et sempliciter dei rispettivi risparmi, enucleandosi con maggior vigore a causa del completo disinteresse mostrato dalle banche nella comunicazione, nell'informativa e via discorrendo.

Insomma, la clientela si è sentita completamente abbandonata a se stessa in una circostanza, questa della vicenda Lehman, che faceva riferimento ad una graduazione del rischio dell'investimento abbondantemente valutato, meditato, accettato, voluto. Nessuna volontà di lauti guadagni a fronte di grandi rischi, ma solo ed esclusivamente remunerazione e difesa del proprio capitale.

Ora, che le banche non sappiano fare il proprio mestiere è cosa possibile, anche se improbabile perchè siamo pur sempre in presenza di una controparte .....professionale per definizione. E lo dimostra il fatto che anche in previsione di una perdita, le stesse banche subito hanno accelerato le vendita dei titoli Lehman in loro possesso già alcuni mesi prima il 15 Settembre 2008, scaricando su indifesi obbligazionisti, loro clienti per giunta, la maggior parte delle sofferenze Lehman detenute nei loro asset.

Operazioni strategiche, queste ultime, che non presuppongono tanta, tanta incompetenza, ma tanta, tantissima mala fede.

Comportamento per me ( ma il mio giudizio è molto relativo....) ai limiti della truffa, integrando senza soluzione di continuità gli estremi della fattispecie prevista nell'art. 640 c.p. " chiunque con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno....".

Ma qui siamo nell'ambito del codice penale. Già!!!
 
Ultima modifica:
Caro alberto, ho seguito gli ultimi post e condivido l' ammirazione nei tuoi confronti dei forumisti.
C'è però qualcosa nelle tue considerazioni che non mi quadra nella difesa del sistema bancario
" 3) la mancanza di ..........a manovre strane, ma solo a mancanza totale di professionalità."
"Nel caso Lehman è successo.........Quindi nessuna malafede ma tanta, tanta,tanta incompetenza."
Ricordo che quando ancora lavoravo, la mancanza di professionalità e di tanta competenza, non erano ammesse.
A tale scopo mi ero premunito di una assicurazione personale che mi coprisse dalle conseguenze derivanti da tali eventuali manchevolezze. Ho esercitato per 43 anni, mai alcun cliente ha pagato per colpe mie.
Ma forse nel frattempo il mondo è cambiato ed io non me ne sono reso conto fino al 15/09/2008
Salutissimi teseo
 
Caro alberto, ho seguito gli ultimi post e condivido l' ammirazione nei tuoi confronti dei forumisti.
C'è però qualcosa nelle tue considerazioni che non mi quadra nella difesa del sistema bancario
" 3) la mancanza di ..........a manovre strane, ma solo a mancanza totale di professionalità."
"Nel caso Lehman è successo.........Quindi nessuna malafede ma tanta, tanta,tanta incompetenza."
Ricordo che quando ancora lavoravo, la mancanza di professionalità e di tanta competenza, non erano ammesse.
A tale scopo mi ero premunito di una assicurazione personale che mi coprisse dalle conseguenze derivanti da tali eventuali manchevolezze. Ho esercitato per 43 anni, mai alcun cliente ha pagato per colpe mie.
Ma forse nel frattempo il mondo è cambiato ed io non me ne sono reso conto fino al 15/09/2008
Salutissimi teseo

Ho visto gli ultimi due interventi e vorrei chiarire il mio personalissimo punto di vista quando parlo di mancanza di professionalità da parte delle banche.
Dobbiamo vedere la questione sotto due profili ben distinti, quello relativo alla gestione della proprietà e quello relativo alla clientela. Non metto in discussione che le banche siano perfettamente in grado di gestire il portafoglio di proprieta (anche se spesso si prendono della "barche" micidiali, come si dice tra gli addetti ai lavori). Sicuramente hanno alleggerito il portafoglio sui bond bancari prima del crack Lehman, questo è dimostrato.
Un altra cosa è la gestione dei portafogli della clientela. Il criterio non è lo stesso, ed è questo che contesto.
Il contratto di custodia e amministrazione viene interpretato dalle banche alla lettera, e quindi non dico che si scoraggi qualsiasi intervento di consulenza o suggerimento da parte dell'addetto titoli, ma sicuramente non lo si incoraggia. La vicenda Lehman è quasi didascalica. In presenza di una situazione di incertezza la banca ha agito sulla proprietà alleggerendosi (e badate, non credo proprio che l'abbia fatto ai danni della clientela, il mercato assorbiva tranquillamente tutto). Invece per le Lehman presenti sui depositi della clientela, a mio parere ottusamente, si è preferito non dare alcuna indicazione, interpetando alla lettera il contratto che appunto non prevede un servizio di consulenza.
Guardate che non è una sottigliezza, è esattamente l'esempio della condotta degli istituti bancari. Si preferisce tacere e magari trovarsi un contenzioso enorme con la clientela, piuttosto che rischiare di dare un'indicazione che, a posteriori, potrebbe rivelarsi errata.
Per le banche è giusto così, per me rimane una grande boiata perché il danno che deriva dall'inattività può risultare superiore a quello di un intervento, magari sbagliato. E comunque questo dimostra che, senza voler dare una giustificazione, anche le banche non avevano un'idea chiara su quello che poteva succedere alla Lehman
 
... ... In presenza di una situazione di incertezza la banca ha agito sulla proprietà alleggerendosi (e badate, non credo proprio che l'abbia fatto ai danni della clientela, il mercato assorbiva tranquillamente tutto). Invece per le Lehman presenti sui depositi della clientela, a mio parere ottusamente, si è preferito non dare alcuna indicazione, interpetando alla lettera il contratto che appunto non prevede un servizio di consulenza. (*)
... ...

NOTA (*) :Un discorso a parte meritano le obbligazioni LBHI inserite nell'elenco redatto nell'ambito del Progetto "Patti Chiari".

Anche io condivido quanto hai scritto in questo e nei tuoi post precedenti, l'ultimo dei quali a mio avviso avrebbe potuto contenere la nota in rosso che mi sono permesso di aggiungere.
 
Il contratto di custodia e amministrazione viene interpretato dalle banche alla lettera, e quindi non dico che si scoraggi qualsiasi intervento di consulenza o suggerimento da parte dell'addetto titoli, ma sicuramente non lo si incoraggia. La vicenda Lehman è quasi didascalica. In presenza di una situazione di incertezza la banca ha agito sulla proprietà alleggerendosi (e badate, non credo proprio che l'abbia fatto ai danni della clientela, il mercato assorbiva tranquillamente tutto). Invece per le Lehman presenti sui depositi della clientela, a mio parere ottusamente, si è preferito non dare alcuna indicazione, interpetando alla lettera il contratto che appunto non prevede un servizio di consulenza.
Guardate che non è una sottigliezza, è esattamente l'esempio della condotta degli istituti bancari. Si preferisce tacere e magari trovarsi un contenzioso enorme con la clientela, piuttosto che rischiare di dare un'indicazione che, a posteriori, potrebbe rivelarsi errata.
Per le banche è giusto così, per me rimane una grande boiata perché il danno che deriva dall'inattività può risultare superiore a quello di un intervento, magari sbagliato. E comunque questo dimostra che, senza voler dare una giustificazione, anche le banche non avevano un'idea chiara su quello che poteva succedere alla Lehman

E' proprio così, la descrizione é perfetta del comportamento standard della banca nel caso Lehman.
Qualcuno ci ha però messo una malizia in più, ricordo. E questa notizia non é stata mai smentita.

Adusbef - Lehman: a Intesa SanPaolo allarme crac scatta l'11 settembre
 
Ho visto gli ultimi due interventi e vorrei chiarire il mio personalissimo punto di vista quando parlo di mancanza di professionalità da parte delle banche.
Dobbiamo vedere la questione sotto due profili ben distinti, quello relativo alla gestione della proprietà e quello relativo alla clientela. Non metto in discussione che le banche siano perfettamente in grado di gestire il portafoglio di proprieta (anche se spesso si prendono della "barche" micidiali, come si dice tra gli addetti ai lavori). Sicuramente hanno alleggerito il portafoglio sui bond bancari prima del crack Lehman, questo è dimostrato.
Un altra cosa è la gestione dei portafogli della clientela. Il criterio non è lo stesso, ed è questo che contesto.
Il contratto di custodia e amministrazione viene interpretato dalle banche alla lettera, e quindi non dico che si scoraggi qualsiasi intervento di consulenza o suggerimento da parte dell'addetto titoli, ma sicuramente non lo si incoraggia. La vicenda Lehman è quasi didascalica. In presenza di una situazione di incertezza la banca ha agito sulla proprietà alleggerendosi (e badate, non credo proprio che l'abbia fatto ai danni della clientela, il mercato assorbiva tranquillamente tutto). Invece per le Lehman presenti sui depositi della clientela, a mio parere ottusamente, si è preferito non dare alcuna indicazione, interpetando alla lettera il contratto che appunto non prevede un servizio di consulenza.
Guardate che non è una sottigliezza, è esattamente l'esempio della condotta degli istituti bancari. Si preferisce tacere e magari trovarsi un contenzioso enorme con la clientela, piuttosto che rischiare di dare un'indicazione che, a posteriori, potrebbe rivelarsi errata.
Per le banche è giusto così, per me rimane una grande boiata perché il danno che deriva dall'inattività può risultare superiore a quello di un intervento, magari sbagliato. E comunque questo dimostra che, senza voler dare una giustificazione, anche le banche non avevano un'idea chiara su quello che poteva succedere alla Lehman

Spiacente, ma continuo ad essere in disaccordo. Per i seguenti motivi:

Punto di partenza della disanima dei doveri comportamentali dell’intermediario è l’art. 21 del d.lgs . n. 58/98 che alla lettera b) del comma 1, statuisce che nella prestazione dei servizi e delle attività di investimento e accessori i soggetti abilitati devono: acquisire, le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo che essi siano sempre adeguatamente informati; è un flusso informativo biunivoco che vede la banca in sostanza soggetto attivo e passivo.

Vi è un dovere propedeutico quindi a “qualsivoglia operazione” di acquisire informazioni circa il proprio profilo finanziario del proprio cliente “know your customer rule ” imprescindibile in base alla “suitability rule”, adeguare gli investimenti al profilo del risparmiatore, ma vi è anche un dovere di assistenza da parte della banca affinché l’investitore durante la permanenza del rapporto contrattuale sia “sempre ed adeguatamente” informato.

Orbene tale ultimo aspetto, “è stato utilizzato dalla giurisprudenza più sensibile ai problemi di asimmetria informativa, per estendere i doveri di “assistenza” (informativa) a carico dell’intermediario e a favore della clientela al corso della vita di tutto il rapporto contrattuale”. Un interpretazione giurisprudenziale siffatta, pone pertanto l’intermediario in costante azione di monitoraggio degli investimenti effettuati dai propri clienti richiedendo a parere di altra giurisprudenza un ingerenza nell’autonomia negoziale sin troppa invasiva che viene richiesta esclusivamente nella vigenza di un rapporto di gestione o di un servizio di consulenza.

Ergo, in costanza di un rapporto contrattuale di negoziazione, ricezione e trasmissione ordini, si rileva una duplice chiave di lettura da parte della giurisprudenza, della norma (art 21, 1 co. lett. b del Tuif) e della sua funzione, cioè se essa contempli anche il monitoraggio continuo degli investimenti giungendo a “consigliare” disinvestimenti al fine di assicurare al risparmiatore una efficace ed effettiva tutela. Le due diverse interpretazioni “sono il frutto (anche) dell’equivoco in ordine alla nozione di consulenza incidentale o frizionale non idonea, nel previgente regime, ad essere ricondotta al servizio (accessorio) di consulenza in materia di investimenti”.

Infatti qualora al servizio di negoziazione, ricezione e trasmissioni ordini si affianchi quello di consulenza (seppur incidentale), il ruolo dell’intermediario nel processo formativo della volontà dell’investitore nelle duplici fasi di investimento e/o disinvestimento assume un ruolo attivo.

Solo per completezza è necessario ricordare tuttavia che già la Consob ha avuto modo di esprimere a tal riguardo un suo parere confermando che le “prestazioni consulenziali [fossero] potenzialmente insite in ogni attività di intermediazione mobiliare”.

Il fornire singole indicazioni di investimento è infatti attività che “si contraddistingue, in primo luogo, per il fatto di essere prestata dall’intermediario negoziatore o raccoglitore di ordini [o collocatore] in stretta connessione con una specifica domanda in tal senso formulata, di volta in volta da parte della clientela. Inoltre, le relative indicazioni incontrano un limite obiettivo nelle caratteristiche delle operazioni richieste in via principale (o, meglio, dei valori mobiliari oggetto di tali operazioni) alle quali quelle suggerite in alternativa dall’intermediario devono risultare legate – è da ritenere – da un rapporto di similarità.

Come correttamente puntualizzato da parte di autorevole dottrina “ la Consob rileva che solo in via astratta non è escluso che i servizi di collocamento o di ricezione e trasmissione ordini (o di esecuzione di ordini o negoziazione per conto proprio) siano posti in essere senza essere accompagnati da consulenza. Il che significa a contrario che in concreto tutti i servizi di negoziazione ed esecuzione si accompagnano ad una consulenza in materia di investimenti, con l’attivazione di quei doveri di assistenza continua in cui si traduce la disciplina della adeguatezza applicabile al servizio in questione”

Quanto appena detto, sembra pertanto aiutare l’interprete ad abbandonare definitivamente la tesi restrittiva ed evidentemente meno favorevole per il cliente concernente l’art. 21, 1° co. lett b) del d.lgs 58/98 e corrobora la tesi di coloro che sostengono una tutela reale ed efficace posta in essere dall’intermediario per tutta la durata degli investimenti ed adeguata evidentemente alla tipologia di cliente/investitore


Fonte:Elenco Obbligazioni basso rischio-basso rendimento. Pattichiari: Responsabilit contrattuale?

Ma di fonti che confortano la mia opinione potrei citarne a decine. Come più volte riportato proprio su questo forum ed in tempi non sospetti........
 
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C'e' da domandarsi se gli intermediari finanziari si potevano permettere di essere incompetenti. Anche loro pensavano al too big to fail. Sapevano molte cose, ma erano sicuri che nessuna banca americana sarebbe stata fatta fallire. A parer mio non si potevano permettere di essere incompetenti.

buon giorno etienne55. le banche(grosse in primis) da oltre un anno prima del delisting sapevano la situazione Lehman.:yes:negli ultimi sei mesi,e ne sono sicuro ; le grosse lobby avevano in pancia debito Lehman da vendere a iosa ai propri clienti.ci sono documentazioni che lo provano inesorabilmente. sapevano che prima o poi sarebbe andata così e il resto lo conosciamo tutti.:'( P.s.a mio avviso per i bancari vendere una Lehman o una Merril non gli cambiava nulla,ma in quel momento erano quelle che tiravano e sapevano quante ne avevano vendute e quante avrebbero dovuto venderne, con ordini ben precisi dall'alto.:rolleyes:
 
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Tu sei stato molto professionale e la risparmiatrice si dovrebbe vergognare.
Io le obbligazioni Lehman le ho acquistate senza nessun consiglio di nessuno tramite internet alla fine di giugno 2008 in base al rating.
Io magari compravo azionario, ma non mi e' mai passato per l'anticamera del cervello di acquistare Parmalat, Cirio o Argentina.
Tu sei correttissimo e molto professionale, mi domando se dal tuo punto di vista lo sono state le banche e Patti Chiari.
In definitiva quando dici che dall'inizio del 2008 si sarebbe dovuto essere piu' prudenti nell'acquistare obbligazioni bancarie specialmente americane, per quale motivo il risparmiatore doveva essere prudente mentre le banche e Patti Chiari che dovevano avere anche istituzionalmente ben piu' conoscenze del risparmiatore retail se ne sono fregati?

c'erano due grossi istituti italiani come intermediari primari, le avevano in bella vista con tanto di rendimento sul loro link;con tanto di tabella pattichiari e rating A+.anch'io me le son prese in internet ,ma non c'entra nulla!se potevano/credevano di avere un 1% di ragione non mi rimborsavano e andavano a processo sicuri di vincere, invece di venire ad un accordo extraJudice !:rolleyes:P;S loro fanno solo finta di vergognarsi E INTERESSA SOLO IL PROFITTO Stefano
 
Io sono stato fottuto alla grandissima dalla vicenda lehman ma dal mio stretto punto di vista ho poco da rimproverare alla mia banca.

Se mi avesse suggerito consigliato plagiato al punto di farmi vendere le obbl. in deposito e poi le stesse fossero state salvate com'era nelle aspettative di tutti e com'era possibilissimo ,io avrei dovuto far causa alla banca per incompetenza , eccesso di allarmismo o non che altro ???

Non credo che la FED Paulson o chiunque abbia preso questa decisione abbia avvertito le banche europee che stava per far saltare in aria tutto.

sarei portato a pensare il contrario ....:rolleyes::rolleyes::rolleyes:

infatti i veri fottuti sono stati gli europei e non mi risulta che vi siano comitati di fregati Lehman negli stati uniti.

A suo tempo entravo nei forum usa ma parlavano solo gli azionisti , gli obbligazionisti sembravano non esistere
 
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Stato
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