Comprare prima casa: il vero problema è la mobilità.

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK
Deduzioni per le rate del mutuo. Già le vedo. E le banche che ti pagano interessi per prendere un po' di debito

Nei paesi anglosassoni è così da sempre, si vive sul debito.
Il problema è che senza lavoro e senza una busta paga per molti sarà un'utopia anche questo.
Ti faccio fare tutti i mutui e finanziamenti che vuoi ma se non hai reddito cosa fai?
 
Deduzioni per le rate del mutuo. Già le vedo. E le banche che ti pagano interessi per prendere un po' di debito

In Italia lo Stato sta facendo i salti mortali da decenni per tenere in vita il settore immobiliare, essendo esso l'ultima ricchezza millantata delle famiglie Italiane e fonte di reddito delle banche che si rivendono i mutui come subprime 10 volte per il loro valore.

Il 110% non è altro che un mega doppio regalo alle banche, che compilando 4 scartoffie si prendono una % dell'importo, e poi credo che che lo mettano a bilancio il totale della spesa (credo, correggetemi se sbaglio) usandolo come capitale per erogare credito molte volte.

Vedrete che usciranno con sgravi fiscali per la sottoscrizione di mutui, dove lo Stato contribuisce, non solo garantisce come la legge sopra, per una % del mutuo che colma il gap della mancanza del 20% dell'importo. O si fa garante se il richiedente non ha un lavoro stabile....

Elicopter Money, a debito ovviamente, per tenere in piedi banche, palazzinari e in generale un sistema Italia fallimentare.
 
Deduzioni per le rate del mutuo. Già le vedo. E le banche che ti pagano interessi per prendere un po' di debito

Tecnicamente esiste già il leasing immobiliare che permette la deduzione dell'intera rata, solo che viene erogato da pochissimi istituti.
 
Tecnicamente esiste già il leasing immobiliare che permette la deduzione dell'intera rata, solo che viene erogato da pochissimi istituti.

Lesse back and co. Ma qui parlavo di privati. Moneta elettronica Bce e tassi negativi pesanti. Non è certo, ma nemmeno fantascienza.
 
Avendo vissuto da giovane entrambe le realtà, è un po' diverso, perchè nel secondo caso graviti molto di più sul paese, nel primo solo direttamente sulla città.
I prezzi immobiliari di solito seguono questa dinamica.

Questo è vero solo nel caso in cui nel paese ci nasci.
Il paese piccolo solitamente si appoggia alla città per: scuole superiori, vari enti pubblici, ospedali, svago e divertimento, attività culturali, negozi specifici (autosaloni, centri commerciali, ecc.).

La differenza è che se ci nasci hai dei legami con il luogo e ne frequenti magari i bar, altrimenti se vieni da fuori non ci stai mai.

Però in sostanza è molto probabile che al lavoro ci si vada in auto così come si prenda l'auto per quasi ogni commissione. Abitando a Mantova mi rendo conto che avevo la stessa vita dei colleghi che stavano nei paesini attigui. L'unica differenza era la sera, dove io abitando in centro uscivo a piedi. Quelli non centrali si muovevano in auto.
 
Questo è vero solo nel caso in cui nel paese ci nasci.
Il paese piccolo solitamente si appoggia alla città per: scuole superiori, vari enti pubblici, ospedali, svago e divertimento, attività culturali, negozi specifici (autosaloni, centri commerciali, ecc.).

La differenza è che se ci nasci hai dei legami con il luogo e ne frequenti magari i bar, altrimenti se vieni da fuori non ci stai mai.

Però in sostanza è molto probabile che al lavoro ci si vada in auto così come si prenda l'auto per quasi ogni commissione. Abitando a Mantova mi rendo conto che avevo la stessa vita dei colleghi che stavano nei paesini attigui. L'unica differenza era la sera, dove io abitando in centro uscivo a piedi. Quelli non centrali si muovevano in auto.


E' mia opinione che chi non nasce in un paese o in una piccola città ma va ad abitarci a una certa età, diciamo dai 15 o 20 anni in su, rimarrà sempre uno "straniero" agli occhi degli indigeni che lo tratteranno poi sempre come tale, al di là dei sorrisi di facciata, a meno che non sia un notabile innescando allora meccanismi di riverenza sociale comunque spesso anche falsa.

E' mia opinione che invece sia abbastanza, ma non totalmente, differente nelle grandi città soprattutto del nord dove molti di più sono "stranieri".
 
E' mia opinione che chi non nasce in un paese o in una piccola città ma va ad abitarci a una certa età, diciamo dai 15 o 20 anni in su, rimarrà sempre uno "straniero" agli occhi degli indigeni che lo tratteranno poi sempre come tale, al di là dei sorrisi di facciata, a meno che non sia un notabile innescando allora meccanismi di riverenza sociale comunque spesso anche falsa.

E' mia opinione che invece sia abbastanza, ma non totalmente, differente nelle grandi città soprattutto del nord dove molti di più sono "stranieri".

Tendenzialmente hai ragione.
Alzerei solamente l'età.

Quando hai 15 anni, ma anche 20, trovi ancora numerose occasioni sociali da ragazzi. Che sia la partitella al campetto o il vicino di casa giovane che ti inserisce. Il paese è chiuso come mentalità, ma non è che non accetta le persone.

Il problema è quando, come da topic, ci si arriva ad un'età più adulta. Arrivi e vedi un paese dove mediamente non c'è molta gente in giro, tutti si conoscono tranne te, non c'è molto a livello di intrattenimento e via dicendo.
Quando si parla di "paesi dormitorio" si parla di questa roba qui. Non è che il paese è dormitorio perché il comune non fa la sagra o la festa delle castagne, semplicemente è un paese con % elevate di foresti. Le manifestazioni possono aiutare, certo, ma sono solitamente una conseguenza della presenza di una comunità e non viceversa.
Chi viene da fuori ha quasi sempre i propri interessi altrove e statisticamente solo una % piccola si integra nella comunità diventando parte attiva.
 
Tendenzialmente hai ragione.
Alzerei solamente l'età.

Quando hai 15 anni, ma anche 20, trovi ancora numerose occasioni sociali da ragazzi. Che sia la partitella al campetto o il vicino di casa giovane che ti inserisce. Il paese è chiuso come mentalità, ma non è che non accetta le persone.

Il problema è quando, come da topic, ci si arriva ad un'età più adulta. Arrivi e vedi un paese dove mediamente non c'è molta gente in giro, tutti si conoscono tranne te, non c'è molto a livello di intrattenimento e via dicendo.
Quando si parla di "paesi dormitorio" si parla di questa roba qui. Non è che il paese è dormitorio perché il comune non fa la sagra o la festa delle castagne, semplicemente è un paese con % elevate di foresti. Le manifestazioni possono aiutare, certo, ma sono solitamente una conseguenza della presenza di una comunità e non viceversa.
Chi viene da fuori ha quasi sempre i propri interessi altrove e statisticamente solo una % piccola si integra nella comunità diventando parte attiva.

Sono sostanzialmente d'accordo, ma aggiungerei qualche considerazione (da persona che ha vissuto in diverse città in Italia).
Finché si è all'università, occasioni sociali si trovano abbastanza facilmente (anche per maggior elasticità nel gestire il tempo libero).

Il vero problema arriva quando si inizia a lavorare, che si ha per forza di cose un "ambiente sociale prevalente" più eterogeneo di quello universitario.
Ecco che, se si vive in città grande (magari la stessa in cui ha sede l'ufficio), spesso nascono occasioni anche legate al lavoro (qualche collega coetaneo che introduce in propri giri, etc.).
Se invece si abita in comune lontano dalla sede lavorativa (pendolarismo lungo o smart working forte), effettivamente queste considerazioni iniziano a perdere di validità, e diventa più importante sviluppare occasioni sociali indipendenti dall'ambito lavorativo (palestra, vicinato, etc.). Effettivamente, in un contesto più piccolo, cioè diventa più complicato rispetto a grande città.

Però l'errore è collegare direttamente smart working = comune piccolo.

Ecco io credo che lo SW possa essere utile soprattutto a coloro che, di Brescia/Genova/Torino/Mantova/etc oggi fanno 5/7 giorni a Milano e poi tornano a casa propria nel WE (in realtà fino a 2 ore di viaggio oggi conviene trasferirsi lun-ven, con sw 1 volta a settimana potrebbe convenire b&b)

Chi viene invece dal sud, conserverà invece una propensione maggiore a trasferirsi direttamente nella grande città
 
Ecco io credo che lo SW possa essere utile soprattutto a coloro che, di Brescia/Genova/Torino/Mantova/etc oggi fanno 5/7 giorni a Milano e poi tornano a casa propria nel WE (in realtà fino a 2 ore di viaggio oggi conviene trasferirsi lun-ven, con sw 1 volta a settimana potrebbe convenire b&b)

con SW 2 giorni a settimana fai 2 notti in b&b o simili, sono 8 notti al mese, se nel posto originario hai una casa "gratis" e´ comunque molto conveniente.

(penso tu stessi dicendo la stessa cosa cmq)
 
Ultima modifica:
Scusami ma non siamo qua a confrontare le nostre buste paga.
Se ci tieni a saperlo non ho problemi a dire che ho 45k di ral, più straordinari (10€ scarsi l ora circa).
12k di bonus (+- 10% a seconda delle performance dell anno precedente).
Lavoro 5 giorni a settimana, più o meno 11-12 ore al giorno.
Ho 28 anni e lavoro da 4.

Sono appassionato di immobiliare e mi auguro che ora si possa tornare a quel discorso! ;)

in che settore lavori?
 
con SW 2 giorni a settimana fai 2 notti in b&b o simili, sono 8 notti al mese, se nel posto originario hai una casa "gratis" e´ comunque molto conveniente.

(penso tu stessi dicendo la stessa cosa cmq)

Esattamente la tua stessa cosa.

Chi obietta gli effetti dello Smart Working cita sempre quelli che vengono dal sud, sostenendo l'impossibilita di uno smart working totale/south working (NB: io l'ho fatto per tre mesi in estate e ho avuto le migliori performance di sempre).

La mia puntualizzazione era invece relativa al fatto che un grosso impatto sugli affitti è stato dato da coloro che si trovano ad 1 - 2 ore di distanza dall'ufficio (es: i torinesi che gravitano su Milano o i campani che gravitano su Roma).
 
Per me stiamo parlando di una situazione piuttosto improbabile e surreale.

Come ho detto più volte, concordo sull'effetto "sto a casa mia" di tutti quelli che valutavano un trasferimento. Essendo già in dubbio prima, di certo con lo SW se ne stanno a casa loro.
Chi è vicino (30min-1h) non si trasferisce e se lo fa non saranno 2gg di SW a cambiare la prospettiva.

La teoria del BnB invece mi sembra l'ennesima storia che funziona sulla carta. L'avete mai provato?
Perché io sì. Ho fatto diversi mesi a fare metà Mantova e metà Milano, abitando a Mantova. Per mia fortuna dormivo in appoggio dai miei al bisogno.
E Mantova è un'ottima rappresentazione perché sta almeno in pianura, per cui non ha al contrario di Genova i drammi delle chiusure autostradali.

Se vuoi massimizzare i costi ti fai 2 notti in BnB.
Devi innanzitutto sapere sempre con discreto anticipo i giorni, in modo da prenotare in quelli comodi soprattutto se non sei in centro. Devi considerare gli eventi simpatici della città: io per fuorisalone, settimane della moda e un altro evento che mi sfugge ho trovato il pienone. Si rischiano pure dei bei prezzi.

Lato umano c'è un aspetto non trascurabile: vivi con la valigia.
Significa una discreta levataccia il giorno della partenza e tornare tardi quando si torna a casa propria. Significa avere con sè l'indispensabile e avere spesso la valigia in mano. Significa stare in un ambiente anonimo e doversi fare sempre la minispesa (o spendere soldi) per mangiare.
Non è che sto dicendo che sia impossibile, ma è una rottura enorme. Piuttosto che far così mi cerco un monolocale da affittare a poco, anche in zona decentrata.
 
Ovviamente in caso di solo una notte fuori tutta la vita BnB
 
Ho letto qua e là il thread ed ho visto che come al solito si è finiti a parlare di ral, lauree e costo della vita.
Riporto allora la mia esperienza: laurea (triennale) in economia, 110 l in tempo, ammesso alla magistrale, corso tra i più quotati, in una blasonata università del nord (di cui non farò il nome). Siccome sono un co.glio.ne. abbandono tutto dopo pochi mesi: mi trovo malissimo e mi pesa la distanza da casa. Ritorno al "paese" con le pive nel sacco e mi impiego nell'attività di famiglia ( lo faccio praticamente dai 13 anni). Vengo quindi convinto a re-iscrivermi all'università, vicino casa e molto controvoglia. Alla fine, complici diversi problemi di salute in famiglia, lascio in stand by pure quel percorso universitario (ad oggi mi manca pochissimo) e mi ritrovo mio malgrado sempre più immerso nell'attività (che non riesco a "digerire"). Nonostante le tante c.azzate e un percorso universitario non all'altezza e discontinuo, starei comunque bene: oltre ad avere comunque un lavoro (molto poco "skillato"), vengo da una famiglia con un patrimonio importante (e purtroppo sono "affetto" da tirchieria quasi incurabile). Non mi sento comunque soddisfatto: mi considero un fallito e il lavoro di famiglia non mi va giù: troppe ore, zero vita privata, troppe responsabilità. Qualità della vita pessima, guadagno non proporzionato alle ore (almeno 12 giornaliere per 6 giorni, con punte di 16-17) e costante senso di inadeguatezza verso l'attività e verso i genitori ( tocca fare questo lavoro perchè i figli non si sono sistemati). Questo sunto serve per capire che sono un co.glio.ne che s'è fatto scappare non so quanti treni.
Poco più di un'anno fa mi iscrivo ad un concorso pubblico: una sessantina di posti, 5000 domande. Da lì in poi seguono altre 10 domande per altrettanti concorsi. Faccio due preselezioni, le passo entrambe. Mi ritrovo con una marea di materie diverse da studiare. Poi arriva il covid. Un concorso si blocca, l'altro, su cui inizialmente facevo poco affidamento, va avanti. Una decina di giorni fa concludo con l'orale. Punteggi alti e medio-alti. Essendo uno "sbarbatello" dei concorsi e non avendo titoli valutabili o esperienze pregresse in p.a. ricevo un punteggio titoli pari a zero. E' andata bene comunque: mi posiziono nella fascia alta della graduatoria, primo tra i giovani (pur avendo "ben" 29 anni): non solo tra i vincitori, ma in una posizione tale che mi consentirà, con buona probabilità, di lavorare nella mia stessa città di residenza. La retribuzione non sarà alta (1500-1600 netti se va bene) e poche possibilità di carriera (ma non assenti da quel che sembra). Avrò un impegno orario che sarà la metà di quello attuale, conoscerò sabati, domeniche e ferie. Avrò tempo di coltivare la mia passione per la gestione del patrimonio ( e magari spuntare uno 0,qualcosa % in più a fine anno). Manterrò magari un minimo di impegno "ufficioso" nell'attività o , se sono fortunato, vedrò i miei godersi qualche anno di vita.
A me sembra vada bene (certo fossi rimasto a Milano e finito la magistrale magari a quest'ora avrei migliori prospettive di ral, ma piangere sul latte versato è inutile).

Che ve ne sembra?
 
Per me stiamo parlando di una situazione piuttosto improbabile e surreale.

Come ho detto più volte, concordo sull'effetto "sto a casa mia" di tutti quelli che valutavano un trasferimento. Essendo già in dubbio prima, di certo con lo SW se ne stanno a casa loro.
Chi è vicino (30min-1h) non si trasferisce e se lo fa non saranno 2gg di SW a cambiare la prospettiva.

La teoria del BnB invece mi sembra l'ennesima storia che funziona sulla carta. L'avete mai provato?
Perché io sì. Ho fatto diversi mesi a fare metà Mantova e metà Milano, abitando a Mantova. Per mia fortuna dormivo in appoggio dai miei al bisogno.
E Mantova è un'ottima rappresentazione perché sta almeno in pianura, per cui non ha al contrario di Genova i drammi delle chiusure autostradali.

Se vuoi massimizzare i costi ti fai 2 notti in BnB.
Devi innanzitutto sapere sempre con discreto anticipo i giorni, in modo da prenotare in quelli comodi soprattutto se non sei in centro. Devi considerare gli eventi simpatici della città: io per fuorisalone, settimane della moda e un altro evento che mi sfugge ho trovato il pienone. Si rischiano pure dei bei prezzi.

Lato umano c'è un aspetto non trascurabile: vivi con la valigia.
Significa una discreta levataccia il giorno della partenza e tornare tardi quando si torna a casa propria. Significa avere con sè l'indispensabile e avere spesso la valigia in mano. Significa stare in un ambiente anonimo e doversi fare sempre la minispesa (o spendere soldi) per mangiare.
Non è che sto dicendo che sia impossibile, ma è una rottura enorme. Piuttosto che far così mi cerco un monolocale da affittare a poco, anche in zona decentrata.

Certo nelle citta in cui si possono avere monolocali a poco, e´ anche quella una buona soluzione, assolutamente.
 
Per me stiamo parlando di una situazione piuttosto improbabile e surreale.

Come ho detto più volte, concordo sull'effetto "sto a casa mia" di tutti quelli che valutavano un trasferimento. Essendo già in dubbio prima, di certo con lo SW se ne stanno a casa loro.
Chi è vicino (30min-1h) non si trasferisce e se lo fa non saranno 2gg di SW a cambiare la prospettiva.

La teoria del BnB invece mi sembra l'ennesima storia che funziona sulla carta. L'avete mai provato?
Perché io sì. Ho fatto diversi mesi a fare metà Mantova e metà Milano, abitando a Mantova. Per mia fortuna dormivo in appoggio dai miei al bisogno.
E Mantova è un'ottima rappresentazione perché sta almeno in pianura, per cui non ha al contrario di Genova i drammi delle chiusure autostradali.

Se vuoi massimizzare i costi ti fai 2 notti in BnB.
Devi innanzitutto sapere sempre con discreto anticipo i giorni, in modo da prenotare in quelli comodi soprattutto se non sei in centro. Devi considerare gli eventi simpatici della città: io per fuorisalone, settimane della moda e un altro evento che mi sfugge ho trovato il pienone. Si rischiano pure dei bei prezzi.

Lato umano c'è un aspetto non trascurabile: vivi con la valigia.
Significa una discreta levataccia il giorno della partenza e tornare tardi quando si torna a casa propria. Significa avere con sè l'indispensabile e avere spesso la valigia in mano. Significa stare in un ambiente anonimo e doversi fare sempre la minispesa (o spendere soldi) per mangiare.
Non è che sto dicendo che sia impossibile, ma è una rottura enorme. Piuttosto che far così mi cerco un monolocale da affittare a poco, anche in zona decentrata.

Certo che è scomodo.

Ma è un'opzione in più che fino a febbraio 2020 non esisteva.

Chi ha famiglia a Modena e prima stava lun-ven a Milano spendendo 600E/mese per un monolocale (prezzi almeno pre-2019), con 3 gg a settimana di sw preferirà di certo le scomodità che hai descritto tu e una notte in B&B a settimana anziche vedere la famiglia solo nel WE.

Negare che questi casi esisteranno e che avranno effetto sul mercato è folle.

Poi certo, il 19-enne che arriva da Reggio-Calabria per studiare in bocconi, ovviamente cercherà una camera il più centrale possibile per vivere appieno le possibilità offerte dalla città.

Ma il secondo caso non esclude il primo.
 
Ho letto qua e là il thread ed ho visto che come al solito si è finiti a parlare di ral, lauree e costo della vita.
Riporto allora la mia esperienza: laurea (triennale) in economia, 110 l in tempo, ammesso alla magistrale, corso tra i più quotati, in una blasonata università del nord (di cui non farò il nome). Siccome sono un co.glio.ne. abbandono tutto dopo pochi mesi: mi trovo malissimo e mi pesa la distanza da casa. Ritorno al "paese" con le pive nel sacco e mi impiego nell'attività di famiglia ( lo faccio praticamente dai 13 anni). Vengo quindi convinto a re-iscrivermi all'università, vicino casa e molto controvoglia. Alla fine, complici diversi problemi di salute in famiglia, lascio in stand by pure quel percorso universitario (ad oggi mi manca pochissimo) e mi ritrovo mio malgrado sempre più immerso nell'attività (che non riesco a "digerire"). Nonostante le tante c.azzate e un percorso universitario non all'altezza e discontinuo, starei comunque bene: oltre ad avere comunque un lavoro (molto poco "skillato"), vengo da una famiglia con un patrimonio importante (e purtroppo sono "affetto" da tirchieria quasi incurabile). Non mi sento comunque soddisfatto: mi considero un fallito e il lavoro di famiglia non mi va giù: troppe ore, zero vita privata, troppe responsabilità. Qualità della vita pessima, guadagno non proporzionato alle ore (almeno 12 giornaliere per 6 giorni, con punte di 16-17) e costante senso di inadeguatezza verso l'attività e verso i genitori ( tocca fare questo lavoro perchè i figli non si sono sistemati). Questo sunto serve per capire che sono un co.glio.ne che s'è fatto scappare non so quanti treni.
Poco più di un'anno fa mi iscrivo ad un concorso pubblico: una sessantina di posti, 5000 domande. Da lì in poi seguono altre 10 domande per altrettanti concorsi. Faccio due preselezioni, le passo entrambe. Mi ritrovo con una marea di materie diverse da studiare. Poi arriva il covid. Un concorso si blocca, l'altro, su cui inizialmente facevo poco affidamento, va avanti. Una decina di giorni fa concludo con l'orale. Punteggi alti e medio-alti. Essendo uno "sbarbatello" dei concorsi e non avendo titoli valutabili o esperienze pregresse in p.a. ricevo un punteggio titoli pari a zero. E' andata bene comunque: mi posiziono nella fascia alta della graduatoria, primo tra i giovani (pur avendo "ben" 29 anni): non solo tra i vincitori, ma in una posizione tale che mi consentirà, con buona probabilità, di lavorare nella mia stessa città di residenza. La retribuzione non sarà alta (1500-1600 netti se va bene) e poche possibilità di carriera (ma non assenti da quel che sembra). Avrò un impegno orario che sarà la metà di quello attuale, conoscerò sabati, domeniche e ferie. Avrò tempo di coltivare la mia passione per la gestione del patrimonio ( e magari spuntare uno 0,qualcosa % in più a fine anno). Manterrò magari un minimo di impegno "ufficioso" nell'attività o , se sono fortunato, vedrò i miei godersi qualche anno di vita.
A me sembra vada bene (certo fossi rimasto a Milano e finito la magistrale magari a quest'ora avrei migliori prospettive di ral, ma piangere sul latte versato è inutile).

Che ve ne sembra?

Secondo me le situazioni personali non sono giudicabili dall'esterno.

Ciascuno di noi leggendo la tua storia ha la naturale tendenza a fare confronti con la propria idea di attività familiare, con momenti della propria vita in cui si è sentito oppresso e ha pensato di lasciare l'università e momenti in cui il lavoro nel privato somiglia ad un continuo assillo di scadenze e responsabilità non rinviabili.

By the way ogni "carriera" comporta della scelte (dopo la specialistica continuo con PhD o mi butto nel lavoro? Accetto quel trasferimento con aumento di stipendio? Scelgo il lavoro pubblico vicino casa o un'azienda che mi fa conoscere un'altra nazione?) che possono essere esplorate in un'unica direzione, e chiedersi "come sarebbe stato se avessi scelto l'altra strada" rimane sempre una domanda senza risposta.
 
Indietro