Consiglio: se vinco i 77milioni del superenalotto dove li metto?

La vera ricchezza è quella di poter fare ciò che si vuole e si ama.
Su Amazon Prime c'è un bellissimo documentario intitolato Cuban Food Stories.
Tra i protagonisti un pescatore che vive in una casetta con la barca sul pontile proprio fuori alla porta. Dice che lo fa da quando è nato e ama quella vita.
Ha confessato di aver visto una intervista ad un ricco americano che lavora tutto il giorno per sognare di ritirarsi a vivere in una casa con la barca e poter pescare tutto il giorno.
Lui ridendo ha aggiunto che lo fa da una vita, e che si ritiene più fortunato di quel signore che deve lavorare per ottenere qualcosa che lui fa da sempre.
Questo episodio mi ha fatto sorridere tanto, d'altronde come dare torto al pescatore cubano? :D
 
Su questo discorso io penso ci sia un problema di fondo...
Anche fare quello che si ama per tutto il giorno tutti i giorni e non poter fare altrimenti è, per quanto mi riguarda, un limite.
Il pescatore cubano deve fare il pescatore, il ricco che si ritira potrà pescare.
Il detto "se ami il tuo lavoro non lavorerai un solo giorno" è valido solo fino ad un certo punto e posso dirlo essendo tra i fortunati che hanno un lavoro che amano... Il mio mestiere è sviluppare software e lo farei anche se non andassi a lavorare come puro e semplice hobby.
Però la realtà è che sviluppare 8 ore al giorno, tutti i giorni, software e farlo, non per proprio diletto, ma per qualcun altro, alla fine stufa comunque e si passa dall'amare quel che si fa allo stress di doverlo fare (senza contare che dopo che si passa la giornata al pc è difficile mettersi ancora al pc per portare avanti progetti propri più interessanti e divertenti).
Non dico che non possano esistere persone che amano così tanto quel che fanno da non voler far altro... Personalmente parlando non sono tra queste persone... Mi piace far tante cose e variare spesso e soffro anche a fare una cosa che amo se non ho scelta.
Non dico che il denaro faccia la felicità (è uno strumento e come tutti gli strumenti va usato bene e non dev'essere un fine ma un mezzo), ma sicuramente aiuta.

Fare quello che si ama quando si vuole è un privilegio costoso, c'è poco da fare.
 
Centrato il 6 con una giocata da 2 euro. Auguro vivamente a qualcuno di voi di aver vinto tale enorme cifra
 
Io ho vinto solo una volta 100 euro in buoni carburante.

Era un concorso a premi di Agip/Eni a cui si partecipava - se non ricordo male - mandando un SMS con un codice sullo scontrino che usciva del distributore automatico dopo un rifornimento.

Non partecipo ai giochi/lotterie/casinò quindi non mi aspetto grosse vincite :D
 
Abito a 3 km dalla tabaccheria vincente, spero solo che chi ha vinto ne avesse bisogno :)
 
Mi permetto di aggiungere a questo commento che da qualche anno c'è la possibilità (vivamente consigliata) di poter giocare on-line dal sito sisal, quindi niente schedine né tagliandi da consegnare. Ai tempi della discussione (2008) probabilmente questa opzione non era ancora implementata per il superenalotto, ma solo per il betting.

Resta comunque il fatto che l'accredito sul conto di gioco è fino ad un certo importo. Per intenderci se fai 6 devi comunque presentarti all'ufficio preposto di Milano o Roma con la schedina originale ( nel regolamento c'è scritto così anche nella sezione giocate online)
 
Resta comunque il fatto che l'accredito sul conto di gioco è fino ad un certo importo. Per intenderci se fai 6 devi comunque presentarti all'ufficio preposto di Milano o Roma con la schedina originale ( nel regolamento c'è scritto così anche nella sezione giocate online)

Si ma hanno già risposto come fare: delegare un grande istituto di credito che, suppongo, chieda una parcella più bassa rispetto ad un notaio/avvocato/ecc…
 
Si viene convocati a roma o a milano presso apposito ufficio. Il brutto è che si sa che gli impiegati dell'ufficio dietro bustarelle fanno trapelare i nomi dei vincitori più grossi che poi possono essere ricattati, rapiti, ecc. Quindi molti preferiscono fare tutto in incognito mandando all'appuntamento un notaio od avvocato di fiducia (tanto viene pagato chi ha in mano il cedolino), che però di solito (visto che non hai alternative) pretende una parcella favolosa, anche perchè ad egli si demanda in genere la creazione del sistema offshore e/o svizzero per gestire la imponente cifra mantenendo l'anonimato, anche al fisco. Cifre grosse, avvoltoi grossi. :rolleyes:

Ah quindi secondo te quando il vincitore fa accreditare il malloppo nell'ufficio postale o bancario di radicamento (e quindi della sua STESSA città) il rischio che qualche impiegato spifferi in giro dell'enorme ingresso di denaro improvviso sul suo conto non esiste? :D
La differenza è che se non sei di Roma anche se parlano hai qualche speranza che nessuno ti conosca invece nella tua stessa città la vedo dura... quindi personalmente mi preoccuperei più del conto dove far transitare il denaro ;)
 
Io sono certo che il 99% delle persone che giocano al superenalotto, se mai dovessero vincere il jackpot nel giro di pochi anni ritornerebbero poveri come prima.

Il giocatore medio del superenalotto non solo non sarebbe in grado di fare investimenti sensati, ma non è nemmeno consapevole che i propri soldi in banca sono garantiti fino a 100k euro. Quindi già me lo immagino il normie che si intasca i 150 milioni del superenalotto e che li lascia tutti sulla stessa banchetta senza prendersi anche solo la fatica di sparpagliarli in giro tra tante banche diverse e poi appena tale banchetta fallisce si ritrova solo più 100k euro che sperpera nel giro di 6 mesi.
 
c'è una curiosità che ho: si dice sempre che in caso di vincita è meglio affidare a un notaio la riscossione per mantenere l'anonimato. ok.

Ma a un certo punto il notaio dovrà indicare alla sisal un bonifico su cui versare la vincita, e quel bonifico sempre associato a una persona è.. quindi l'anonimato viene meno..

possiamo dire che in questa maniera lo verrebbe a sapere un numero minore di persone, perché un conto è che lo sappia l'ufficio che deposita la somma un conto è presentarsi presso la sede della sisal dovendo dichiarare magari sin dall'ingresso il proprio nome: sarebbe una cosa fantozziana probabilmente; tuttavia l'anonimato totale non c'è lo stesso, anche con la costosissima soluzione del notaio.

Qualcuno potrebbe dire che il notaio magari possa provvedere alla creazione di qualche società con conto bancario associato, ma quello casomai è il commercialista e francamente non credo che sia parte del pacchetto compreso nella vulgata del notaio..
 
L’anonimato di cui si parla è finalizzato ad evitare che persone “pericolose” possano ricattare il portatore della schedina come potrebbe accadere se si va di persona al Ufficio Vincite della Lottomatica ,dove magari sono appostati delle persone che identificano i soggetti che si presentano.
Ovviamente,dopo che la vincita è incassata (bonificata sul c/c), il numero di persone che vengono a conoscenza cresce esponenzialmente,dai dipendenti di lottomatica ,di AdE,e della banca ,poi ,una volta che si cominciano a spendere i soldi ,diventa ancora più difficile evitare che qualcuno si domandi da dove provengo i soldi che hanno permesso un cambio radicale dello stile di vita
In sintesi il concetto di “privacy” va compreso più negli aspetti legali che in quelli pratici,il cittadino ha il diritto che la conoscenza di informazioni riservate non siano utilizzate a fini fraudolenti ma questo non si traduce nella certezza che si possa tenere nascosta la propria situazione finanziaria al di fuori di coloro che già giuridicamente sono tenuti a conoscerla (AdE,UIF,INPS)
 
L’anonimato di cui si parla è finalizzato al fatto che non lo sappia un’ampia cerchia di persone il fatto che persone “pericolose” potrebbero ricattare il portatore della schedina come potrebbe accadere se si va di persona al Ufficio Vincite della Lottomatica ,dove magari sono appostati delle persone che identificano i soggetti che si presentano
Ovviamente,dopo che la vincita è incassata (bonificata sul c/c), il numero di persone che vengono a conoscenza cresce esponenzialmente,dai dipendenti di lottomatica ,di AdE,e della banca ,poi ,una volta che si cominciano a spendere i soldi ,diventa ancora più difficile evitare che qualcuno si domandi da dove provengo i soldi che hanno permesso un cambio radicale dello stile di vita
In sintesi il concetto di “privacy” va compreso più negli aspetti legali che in quelli pratici,il cittadino ha il diritto che la conoscenza di informazioni riservate non siano utilizzate a fini fraudolenti ma questo non si traduce nella certezza che si possa tenere nascosta la propria situazione finanziaria al di fuori di coloro che già giuridicamente sono tenuti a conoscerla (AdE,UIF,INPS)

Meglio non vincere nulla:D
 
L’ideale per me sarebbe una vincita “ragionevole” ,diciamo massimo 5 milioni ; comprendo la strategia della SISAL di invogliare le giocate con un montepremi mostruoso ,e le probabilità di un 6 sono tali da giustificarlo,ma se si assegnasse al 5+1 e al 5 (e anche alle altre vincite) una maggiore percentuale del montepremi forse si otterrebbe lo stesso risultato facendo contenti più giocatori
 
si ma anche il notaio potrebbe essere identificato da soggetti "appostati" e "pericolosi" e ricattato a rivelare il nome del proprio cliente, dietro minacce ad esempio.

Quindi rimane la questione che ho posto io secondo me: il notaio garantisce l'anonimato dalla porta di accesso dello stabile fino all'ufficio che poi effettuerà il versamento.
In questo tratto il vincitore della schedina, se si presentasse di persona, potrebbe incappare in situazioni che io definisco appunto fantozziane, cioè che rappresentano la mediocrità e la meschinità tipica degli uffici e dei luoghi di lavoro all'italiana, col gusto per il pettegolezzo, con l'esercizio arbitrario delle proprie funzioni o l'arrogarsi arbitrariamente funzioni che non ti spettano.. tutti quegli atteggiamenti che conosciamo bene insomma.

Del tipo: il vigilante all'ingresso che, compreso che sei andato lì per presentare la schedina, ti chiede il documento anche se non ce ne sarebbe bisogno, inventandosi che è necessario per avere l'accesso ai piani superiori, così da segnarsi poi il tuo nome e cercarselo subito subito sui social appena volti l'angolo ecc ecc..

Ma appunto tutti atteggiamenti fantozziani, tipici della mediocrità italiana della vita da ufficio, e ovviamente potenzialmente pericolosi.

Pericolosi perché? Non perché qualcuno di questi sia in contatto con qualche organizzazione (queste sono ipotesi molto remote), ma perché appunto la noncuranza, la meschinità e la mediocrità possono creare molto danno, unite al potere del pettegolezzo (e unite, aggiungerei, al più nobile rappresentante della mediocrità pettegola da ufficio rappresentato dalle chat e gruppi vari).

Quindi la domanda da chiedersi è a mio avviso: visto che tanto non sarà possibile garantire anche con il notaio un totale anonimato (perché tanto comunque l'ufficio dei pagamenti potrà sempre risalire all'identità tramite iban), vale la pena spendere qualche bel milioncino "solo" per coprire il percorso che va dalla porta di ingresso all'ufficio dove depositerò la schedina?..

In base alle informazioni che ho io, cioè quelle che si possono immaginare pensando a una circostanza del genere, è un dubbio del tutto legittimo secondo me; se qualcuno ha informazioni più precise e fondate su come funziona la trafila tali da giustificare ancora di più l'impiego di un notaio, sarei curioso di sentirle, mi farebbe piacere saperle.



essere richiesto di rivelare il nome da un portinaio troppo curioso, anche magari
 
Se valga la pena pagare la parcella a un notaio rientra in una valutazione soggettiva ; il notaio è una figura professionale abituata a compiere operazioni in cui sono in ballo transazioni rilevanti,nel importo e nel aspetto giuridico ,le sue parcelle sono elevate proprio per garantirne l’incorrutibilità ,poi che ci siano stati casi di notai che siano venuto meno alla deontologia professionale non si può escludere.
Si deve notare che quella di rivolgersi a un Notaio per l’incasso di una vincita non è certo una prescrizione riportata nel regolamento dei giochi ,ci si può rivolgere a un avvocato ,direttamente alla banca o anche anche a una persona di fiducia ,e in questo caso il mandato può essere dato con una semplice scrittura privata o con un atto pubblico (quindi con un intervento di un Notaio che si pagherà solo per redarre un atto in cui non necessariamente si specifica il mandato) o addirittura verbalmente,con tutti i rischi che questo comporta
 
c'è una curiosità che ho: si dice sempre che in caso di vincita è meglio affidare a un notaio la riscossione per mantenere l'anonimato. ok.

Del tipo: il vigilante all'ingresso che, compreso che sei andato lì per presentare la schedina, ti chiede il documento anche se non ce ne sarebbe bisogno, inventandosi che è necessario per avere l'accesso ai piani superiori, così da segnarsi poi il tuo nome e cercarselo subito subito sui social appena volti l'angolo ecc ecc..

Il notaio è una spesa inutile, senza alcun valore aggiunto.
In Sisal non lavorano degli ******, all'ufficio Riscossione Vincite si presentano ogni anno tantissime persone senza che sia mai successo nulla.
Se proprio si vuole evitare di andare di persona, si può dare incarico alla propria banca.
 
visto che ultimamente ( si fa per dire) si può giocare anche online, come ci si comporta in questo caso?
sul sito del superenalotto si fa riferimento sempre a giocate fatte in luoghi fisici e quindi con ricevuta cartacea
 
ad averceli, 'sti problemi….


si ma anche il notaio potrebbe essere identificato da soggetti "appostati" e "pericolosi" e ricattato a rivelare il nome del proprio cliente, dietro minacce ad esempio.

Quindi rimane la questione che ho posto io secondo me: il notaio garantisce l'anonimato dalla porta di accesso dello stabile fino all'ufficio che poi effettuerà il versamento.
In questo tratto il vincitore della schedina, se si presentasse di persona, potrebbe incappare in situazioni che io definisco appunto fantozziane, cioè che rappresentano la mediocrità e la meschinità tipica degli uffici e dei luoghi di lavoro all'italiana, col gusto per il pettegolezzo, con l'esercizio arbitrario delle proprie funzioni o l'arrogarsi arbitrariamente funzioni che non ti spettano.. tutti quegli atteggiamenti che conosciamo bene insomma.

Del tipo: il vigilante all'ingresso che, compreso che sei andato lì per presentare la schedina, ti chiede il documento anche se non ce ne sarebbe bisogno, inventandosi che è necessario per avere l'accesso ai piani superiori, così da segnarsi poi il tuo nome e cercarselo subito subito sui social appena volti l'angolo ecc ecc..

Ma appunto tutti atteggiamenti fantozziani, tipici della mediocrità italiana della vita da ufficio, e ovviamente potenzialmente pericolosi.

Pericolosi perché? Non perché qualcuno di questi sia in contatto con qualche organizzazione (queste sono ipotesi molto remote), ma perché appunto la noncuranza, la meschinità e la mediocrità possono creare molto danno, unite al potere del pettegolezzo (e unite, aggiungerei, al più nobile rappresentante della mediocrità pettegola da ufficio rappresentato dalle chat e gruppi vari).

Quindi la domanda da chiedersi è a mio avviso: visto che tanto non sarà possibile garantire anche con il notaio un totale anonimato (perché tanto comunque l'ufficio dei pagamenti potrà sempre risalire all'identità tramite iban), vale la pena spendere qualche bel milioncino "solo" per coprire il percorso che va dalla porta di ingresso all'ufficio dove depositerò la schedina?..

In base alle informazioni che ho io, cioè quelle che si possono immaginare pensando a una circostanza del genere, è un dubbio del tutto legittimo secondo me; se qualcuno ha informazioni più precise e fondate su come funziona la trafila tali da giustificare ancora di più l'impiego di un notaio, sarei curioso di sentirle, mi farebbe piacere saperle.



essere richiesto di rivelare il nome da un portinaio troppo curioso, anche magari
 
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