Conviene ancora investire nel mattone?

Sì Genova al momento è così come descritta da Caligola. Di appartamenti da affittare come prima casa, c'è poca richiesta. C'è richiesta come seconde case e case vacanza perché c'è stata una grande spinta verso il turismo che si spera duri nel tempo e l'università è attrattiva perché ci sono molte lauree magistrali in inglese che qui di attirano molti studenti stranieri. Lavoro ce ne è poco in tutti i settori e quindi è logico che gli affitti come prima casa non siano richiesti. Aggiungiamoci anche che a Genova i prezzi di vendita delle case sono bassi e in certe zone bassissimi. I prezzi degli immobili sono scesi di circa il 30% rispetto a 10-15 anni fa. Difficile prevedere il futuro ma per comprare casa per abitarci o per investimento, è un momento buono.

Beh, il turismo IMHO non è granché positivo per i residenti, tolti quelli che ci guadagnano direttamente.
E' un settore che fatica a portare sviluppo (a parte terzo mondo) e favorisce le rendite di posizione.

Certo per un investimento immobiliare è positivo.
 
Di appartamenti da affittare come prima casa, c'è poca richiesta.

questo è un trend che si nota un po' ovunque nella provincia italiana. In molti comuni del centro italia il rapporto tra appartamenti in affitto e vendita è 2 a 10.
 
questo è un trend che si nota un po' ovunque nella provincia italiana. In molti comuni del centro italia il rapporto tra appartamenti in affitto e vendita è 2 a 10.
E' un po' figlio della dinamica della provincia stessa.

Meno dinamica e soggetta ad andirivieni, si presta all'acquisto della casa, complici prezzi più agevoli.
Anche solo per lo spazio, i nuovi quartieri (il classico mito delle villette a schiera) si sono sviluppati in provincia nei decenni scorsi.

Peraltro il fenomeno si autoalimenta. Pochi immobili in affitto e prezzi mediamente bassi in acquisto fanno si che il rendimento teorico sia elevato, spingendo verso l'acquisto.
 
non so come fosse 20 o 30 anni fa. Per me c'è anche poca volontà di star dietro agli inquilini

Si sicuramente c'è pure quello, però pure la domanda è sensibilmente inferiore.
Chi vive in affitto in provincia si trova spesso a pagare canoni maggiori del relativo mutuo per cui se può compra.
 
questo è un trend che si nota un po' ovunque nella provincia italiana. In molti comuni del centro italia il rapporto tra appartamenti in affitto e vendita è 2 a 10.

E' un po' figlio della dinamica della provincia stessa.

Meno dinamica e soggetta ad andirivieni, si presta all'acquisto della casa, complici prezzi più agevoli.
Anche solo per lo spazio, i nuovi quartieri (il classico mito delle villette a schiera) si sono sviluppati in provincia nei decenni scorsi.

Peraltro il fenomeno si autoalimenta. Pochi immobili in affitto e prezzi mediamente bassi in acquisto fanno si che il rendimento teorico sia elevato, spingendo verso l'acquisto.
Io ho fatto uno studio che ho riproposto più volte ,sempre ovviamente sulla citta che conosco : inizio anni 70 popolazione 800 mila circa 80 mila appartamenti liberi, 2023 popolazione 580 mila 25 mila appartamenti liberi,considerando quelli che per principio non affittano e quelli che affittano solo a turisti,la disponibilità degli immobili in affitto é bassissima. La domanda quindi supera la offerta e chi affitta può avere buoni rendimenti
 
Da genovese Ho letto molti commenti negativi su Genova e la Liguria in generale (sarà che abbiamo poco o nulla in comune col mondo padano🤣). Aldilà che le statistiche e i dati lasciano sempre il tempo che trovano (ex. Chi a fine anni ‘40 aveva previsto la migrazione interna con un chiaro aumento nella popolazione del Nord? Oppure fino a due anni fa banalmente parlare di guerra e armi avrebbe suscitato ilarità, ora non mi pare che sia così tabù (penso al rilancio di Spezia porto militare ad ex)), in quanto la Storia non si muove solo per numeri ma su un’enorme molteplicità di fattori. Sollevo questo quesito: aldilà delle sparate elettorali di “Genova 2030”, intravedo per la città un cambio di paradigma a partire dal crollo del Morandi… lo stato si era disinteressato per un 40ennio del territorio, ora ha capito che è troppo strategico in chiave non solo nazionale ma europea( dal Morandi passavano le merci da/per Spagna e Centro Europa ad ex), ora Roma sta investendo un sacco di soldi in città, forse in proporzione di abitanti il numero più alto in Italia, e mi chiedo perchè la città viene vista così senza futuro(come se in Italia le altre città prosperassero)… Ritengo che il territorio con questi investimenti possa nel medio-lungo periodo intercettare una fetta di popolazione proveniente dal centro-sud, e quindi non essere così destinato al fallimento (immobiliare e non).
Sono Genovese.

Il declino di Genova inizia con la grande Genova di epoca fascista, se voglio scegliere una data simbolica direi quando sono iniziati i lavori che hanno distrutto le spiagge di ponente, sampierdarena, cornigliano, posti meravigliosi, che oggi sarebbero turistici, per tombare tutto e allargare il porto e creare spazio aritificiale per le industrie. Era il 1927 se non sbaglio.
L'errore drammatico è stato, per uno sviluppo di qualche decennio ma poco lungimirante, quello della creazione del triangolo industriale e quindi quello di trasformare Genova, che era una delle città più belle d'Italia e del mondo, incastrata fra mare e montagne, in una città industriale e popolosa, in un territorio che non era morfologicamente fatto per ospitare una simile città. Si è stuprato il paesaggio, cementificato l'impossibile (oggi vediamo i danni con le alluvioni ricorrenti), rovinato per sempre il territorio.

Purtroppo i danni fatti sono irreversibili.

Non è una gronda, un terzo valico, altre servitù per fare passare più treni o più auto, altro cemento, che la salveranno.
Neanche una funivia per portare i turisti ai forti (che tristezza...), un tunnel subportuale o una skymetro in una valle devastata dall'antropizzazione selvaggia e dal cemento dove gli abitanti che possono, se ne vanno.
Genova è stata distrutta. Era un posto bellissimo coperto da una immane colata di cemento.
Resterà il centro storico pieno di airbnb e sprazzi di bellezza commovente ad uso dei turisti senza servizi per gli abitanti, resteranno le belle zone cittadine (albaro, nervi ecc) o quelle di riviera per i ricchi, per le seconde case dei milanesi e per i turisti, resterà un porto, un hub per il trasporto delle merci e della crocieristica, resteranno le altre zone, più o meno periferiche, dove una volta vivevano gli operai e ora gli immigrati, sempre più abbandonate a loro stesse e piene di servitù fra il disinteresse della classe politica e il mugugno degli abitanti. fine.
Una città vecchia e stanca, abitata da vecchi (città più vecchia d'Italia) mugugnosi e malinconici, nostalgici di un grande passato e di un presente che fa piangere.
L'anima della città è morta o sta finendo di morire.
Ciò che muore resta morto.

Amo Genova, per questo me ne sono andato a vivere fuori città. Odio vedere cosa è diventata.

Per iniziare una lenta e costosissima "nuova era" o appunto "rinascita", servirebbe un colossale cambio di paradigma e riportarla a quello che era 150 anni fa oppure ripensarla completamente... impossibile. Non con i politici e le concezioni che ci sono oggi. forse fra 100 anni...
 
Sono Genovese.

Il declino di Genova inizia con la grande Genova di epoca fascista, se voglio scegliere una data simbolica direi quando sono iniziati i lavori che hanno distrutto le spiagge di ponente, sampierdarena, cornigliano, posti meravigliosi, che oggi sarebbero turistici, per tombare tutto e allargare il porto e creare spazio aritificiale per le industrie. Era il 1927 se non sbaglio.
L'errore drammatico è stato, per uno sviluppo di qualche decennio ma poco lungimirante, quello della creazione del triangolo industriale e quindi quello di trasformare Genova, che era una delle città più belle d'Italia e del mondo, incastrata fra mare e montagne, in una città industriale e popolosa, in un territorio che non era morfologicamente fatto per ospitare una simile città. Si è stuprato il paesaggio, cementificato l'impossibile (oggi vediamo i danni con le alluvioni ricorrenti), rovinato per sempre il territorio.

Purtroppo i danni fatti sono irreversibili.

Non è una gronda, un terzo valico, altre servitù per fare passare più treni o più auto, altro cemento, che la salveranno.
Neanche una funivia per portare i turisti ai forti (che tristezza...), un tunnel subportuale o una skymetro in una valle devastata dall'antropizzazione selvaggia e dal cemento dove gli abitanti che possono, se ne vanno.
Genova è stata distrutta. Era un posto bellissimo coperto da una immane colata di cemento.
Resterà il centro storico pieno di airbnb e sprazzi di bellezza commovente ad uso dei turisti senza servizi per gli abitanti, resteranno le belle zone cittadine (albaro, nervi ecc) o quelle di riviera per i ricchi, per le seconde case dei milanesi e per i turisti, resterà un porto, un hub per il trasporto delle merci e della crocieristica, resteranno le altre zone, più o meno periferiche, dove una volta vivevano gli operai e ora gli immigrati, sempre più abbandonate a loro stesse e piene di servitù fra il disinteresse della classe politica e il mugugno degli abitanti. fine.
Una città vecchia e stanca, abitata da vecchi (città più vecchia d'Italia) mugugnosi e malinconici, nostalgici di un grande passato e di un presente che fa piangere.
L'anima della città è morta o sta finendo di morire.
Ciò che muore resta morto.

Amo Genova, per questo me ne sono andato a vivere fuori città. Odio vedere cosa è diventata.

Per iniziare una lenta e costosissima "nuova era" o appunto "rinascita", servirebbe un colossale cambio di paradigma e riportarla a quello che era 150 anni fa oppure ripensarla completamente... impossibile. Non con i politici e le concezioni che ci sono oggi. forse fra 100 anni...
con tutto il rispetto, il famoso triangolo industriale ha portato ricchezza di cui hanno goduto pienamente i genovsei.
con il mare e la montagna invece non si diventa ricchi. e questo va scolpito nella pietra.

il turismo e' un settore che devasta territori come e + dell'industria solo che crea un esercito di gente sottopagata e sfruttata.
 
con tutto il rispetto, il famoso triangolo industriale ha portato ricchezza di cui hanno goduto pienamente i genovsei.
con il mare e la montagna invece non si diventa ricchi. e questo va scolpito nella pietra.

il turismo e' un settore che devasta territori come e + dell'industria solo che crea un esercito di gente sottopagata e sfruttata.

il triangolo industriale ha portato 50 anni di ricchezza al costo di distruggerla per i prossimi secoli, bell'affare davvero...

Come detto, poca lungimiranza. Viviamo in un mondo dove si pensa all'oggi e all'io, al massimo al domani e a mio figlio se ce l'ho e già devo essere proprio altruista... il dopodomani è avvolto in una nuvola astratta di cui non frega niente a nessuno...

se leggi quello che ho scritto sono critico anche verso il turismo, l'industria è stato il male del xxsecolo (male assoluto in fatto di lungimiranza, mai niente nella storia dell'umanità ha devastato in un modo simile il pianeta), il turismo sarà probabilmente il male del xxi secolo.

per questo parlo di paradigmi. Genova per rinascere, se mai succederà, ha bisogno di un cambio di paradigma totale, di mentalità, di visione degli spazi urbani. Servirebbe che i politici pensassero in avanti di 50 anni e non alle elezioni di dopodomani. Servirebbe pensare alle esigenze dei cittadini, ai servizi, alla salute, alla bellezza a disposizione di tutti invece che ai ritorni economici di oggi e domani e ai turisti... e una volta cambiato il paradigma, serviranno decenni e investimenti enormi. Non credo che nessuno vivo oggi riuscità a vedere la rinascita di questa città.
 
il triangolo industriale ha portato 50 anni di ricchezza al costo di distruggerla per i prossimi secoli, bell'affare davvero...

Come detto, poca lungimiranza. Viviamo in un mondo dove si pensa all'oggi e all'io, al massimo al domani e a mio figlio se ce l'ho e già devo essere proprio altruista... il dopodomani è avvolto in una nuvola astratta di cui non frega niente a nessuno...

se leggi quello che ho scritto sono critico anche verso il turismo, l'industria è stato il male del xxsecolo (male assoluto in fatto di lungimiranza, mai niente nella storia dell'umanità ha devastato in un modo simile il pianeta), il turismo sarà probabilmente il male del xxi secolo.

per questo parlo di paradigmi. Genova per rinascere, se mai succederà, ha bisogno di un cambio di paradigma totale, di mentalità, di visione degli spazi urbani. Servirebbe che i politici pensassero in avanti di 50 anni e non alle elezioni di dopodomani. Servirebbe pensare alle esigenze dei cittadini, ai servizi, alla salute, alla bellezza a disposizione di tutti invece che ai ritorni economici di oggi e domani e ai turisti... e una volta cambiato il paradigma, serviranno decenni e investimenti enormi. Non credo che nessuno vivo oggi riuscità a vedere la rinascita di questa città.
dovremmo allora ripensare tutto il sistema capitalistico, un po' utopico in questo mondo.
 
Buongiorno, ho letto con interesse da Genovese i vostri interventi e sono in accordo e in disaccordo con entrambi.
Quando Rebel81 parla di "ripensare", come fanno ad esempio gli urbanisti del mio ordine (io sono un architetto) sarebbe bello che mettesse sul tavolo delle idee. Al momento idee per città come Genova, non mi pare che ne esistano ma al contrario abbiamo l' esempio dei bellissimi borghi liguri completamente morti dove è difficile vendere le case perfino ad 1 euro. Se un luogo deve diventare morto per restare "bello", se una città deve diventare morta per restare bella, ci si domanda a beneficio di chi dovrebbe restare bella, se non sei residenti. Ma per poter restare residenti, occorre che ci sia una cosa fondamentale, cioè il lavoro. Il turismo supplisce parte della mancanza di lavoro. Il lavoro sottopagato esiste in tutti i settori e aggiungo, in tutta Italia; non è certo solo prerogativa del turismo. Io da laureata già negli anni 90 lavoravo sottopagata perché era la prassi. È certamente un problema da risolvere ma non dovuto al turismo.
Cosa era Genova e il suo centro storico (non è il più grande d'Europa, è il più "senso" di ricchezze ma l'estensione è meno della metà di Venezia, i giornalisti ripetono a pappagallo le informazioni, mai che studino)? Era un luogo malfamato, dove si aveva paura ad andare, Sporco, l'AMIU spendeva 3/4 delle risorse per la pulizia della città nel centro storico, lo appresi in un convegno all' università di architettura nel 96. Quando iniziai l' università, nel 1990, c'era da aver paura ad attraversare Porta Soprana, Piazza Sarzana per recarsi nella sede di Architettura. Nel giro di pochi mesi dall' inizio dell' Università, quella parte del centro storico si era completamente ripulita solo dal passaggio continuo degli studenti. Dal 92 in poi, le Colombiadi hanno iniziato a fare il resto. Non so come si faccia ad avere nostalgia di un centro storico sporco, sede di spaccio e prostituzione come era prima. Potrebbe essere una bella sceneggiatura per un film neorealistico su Genova ma non qualcosa da rimpiangere a mio parere.
Che il porto sia una risorsa non ci piove, ma purtroppo va potenziato perché è un pilastro portante dell'economia che altrimenti su cosa si dovrebbe basare? Una città non può vivere basando la propria economia sugli impieghi pubblici dei cittadini. Chi critica le scelte politiche del passato e del presente, dovrebbe mettere sul tavolo delle idee alternative.
10-15 anni fa si diceva che Genova non aveva vocazione turistica e che ci sarebbe voluto il turismo vero perché i milanesi che hanno la seconda casa in Liguria e si portano la spesa dall' Esselunga, non portano niente in Liguria. Ed è vero. Ora arrivano Olandesi, Francesi, Tedeschi a spendere nei nostri musei, ristoranti, bed e breakfast e non va bene lo stesso.
La val bisogno è un caos allucinante, con problemi di traffico irrisolvibili, e non va bene la Sky metro. Non so, demoliamo un po' di condomini a Marassi e Molassana, sfrattiamo un po' di gente, evidentemente nella testa di chi sogna una città più vivibile c'è la speranza che se ne vadano quante più persone possibili. Criticare è facile ma quando si critica si dovrebbe contrapporre idee. Idee che non possono essere di abbandono del sistema capitalistico.
 
una risposta ad una cosa di 2 3 pagine fa conosco molti che facevano Torino Milano giornalmente :D non era neanche male
 
il triangolo industriale ha portato 50 anni di ricchezza al costo di distruggerla per i prossimi secoli, bell'affare davvero...

Come detto, poca lungimiranza. Viviamo in un mondo dove si pensa all'oggi e all'io, al massimo al domani e a mio figlio se ce l'ho e già devo essere proprio altruista... il dopodomani è avvolto in una nuvola astratta di cui non frega niente a nessuno...

se leggi quello che ho scritto sono critico anche verso il turismo, l'industria è stato il male del xxsecolo (male assoluto in fatto di lungimiranza, mai niente nella storia dell'umanità ha devastato in un modo simile il pianeta), il turismo sarà probabilmente il male del xxi secolo.

per questo parlo di paradigmi. Genova per rinascere, se mai succederà, ha bisogno di un cambio di paradigma totale, di mentalità, di visione degli spazi urbani. Servirebbe che i politici pensassero in avanti di 50 anni e non alle elezioni di dopodomani. Servirebbe pensare alle esigenze dei cittadini, ai servizi, alla salute, alla bellezza a disposizione di tutti invece che ai ritorni economici di oggi e domani e ai turisti... e una volta cambiato il paradigma, serviranno decenni e investimenti enormi. Non credo che nessuno vivo oggi riuscità a vedere la rinascita di questa città.

Bisogna anche essere realisti.

L'industria non è il male di nulla, è il motivo per cui l'umanità occidentale ha l'attuale tenore di vita invece di vivere sostanzialmente di semi sussistenza, altro che 50 anni di ricchezza.

Non è questione di politici, è questione di serietà e presa di coscienza della realtà. Se non sei un paesello di 4 anime che può fare il paradiso fiscale, concorrenza fiscale e altre furbacchionate a spese dei paesi grandi, non puoi prescindere dall'avere un settore produttivo.
Perché certamente la ricchezza è ormai spostata sui servizi, ma i servizi da soli sono inutili perché qualcuno i beni li deve produrre.
 
Buongiorno, ho letto con interesse da Genovese i vostri interventi e sono in accordo e in disaccordo con entrambi.
Quando Rebel81 parla di "ripensare", come fanno ad esempio gli urbanisti del mio ordine (io sono un architetto) sarebbe bello che mettesse sul tavolo delle idee. Al momento idee per città come Genova, non mi pare che ne esistano ma al contrario abbiamo l' esempio dei bellissimi borghi liguri completamente morti dove è difficile vendere le case perfino ad 1 euro. Se un luogo deve diventare morto per restare "bello", se una città deve diventare morta per restare bella, ci si domanda a beneficio di chi dovrebbe restare bella, se non sei residenti. Ma per poter restare residenti, occorre che ci sia una cosa fondamentale, cioè il lavoro. Il turismo supplisce parte della mancanza di lavoro. Il lavoro sottopagato esiste in tutti i settori e aggiungo, in tutta Italia; non è certo solo prerogativa del turismo. Io da laureata già negli anni 90 lavoravo sottopagata perché era la prassi. È certamente un problema da risolvere ma non dovuto al turismo.
Cosa era Genova e il suo centro storico (non è il più grande d'Europa, è il più "senso" di ricchezze ma l'estensione è meno della metà di Venezia, i giornalisti ripetono a pappagallo le informazioni, mai che studino)? Era un luogo malfamato, dove si aveva paura ad andare, Sporco, l'AMIU spendeva 3/4 delle risorse per la pulizia della città nel centro storico, lo appresi in un convegno all' università di architettura nel 96. Quando iniziai l' università, nel 1990, c'era da aver paura ad attraversare Porta Soprana, Piazza Sarzana per recarsi nella sede di Architettura. Nel giro di pochi mesi dall' inizio dell' Università, quella parte del centro storico si era completamente ripulita solo dal passaggio continuo degli studenti. Dal 92 in poi, le Colombiadi hanno iniziato a fare il resto. Non so come si faccia ad avere nostalgia di un centro storico sporco, sede di spaccio e prostituzione come era prima. Potrebbe essere una bella sceneggiatura per un film neorealistico su Genova ma non qualcosa da rimpiangere a mio parere.
Che il porto sia una risorsa non ci piove, ma purtroppo va potenziato perché è un pilastro portante dell'economia che altrimenti su cosa si dovrebbe basare? Una città non può vivere basando la propria economia sugli impieghi pubblici dei cittadini. Chi critica le scelte politiche del passato e del presente, dovrebbe mettere sul tavolo delle idee alternative.
10-15 anni fa si diceva che Genova non aveva vocazione turistica e che ci sarebbe voluto il turismo vero perché i milanesi che hanno la seconda casa in Liguria e si portano la spesa dall' Esselunga, non portano niente in Liguria. Ed è vero. Ora arrivano Olandesi, Francesi, Tedeschi a spendere nei nostri musei, ristoranti, bed e breakfast e non va bene lo stesso.
La val bisogno è un caos allucinante, con problemi di traffico irrisolvibili, e non va bene la Sky metro. Non so, demoliamo un po' di condomini a Marassi e Molassana, sfrattiamo un po' di gente, evidentemente nella testa di chi sogna una città più vivibile c'è la speranza che se ne vadano quante più persone possibili. Criticare è facile ma quando si critica si dovrebbe contrapporre idee. Idee che non possono essere di abbandono del sistema capitalistico.
E questa secondo me è esattamente la mentalità che ha portato Genova alla distruzione. Se per sistema capitalistico intendi che quello che conta per far muovere gli ingranaggi non è "quello che serve per il benessere della popolazione e il suo futuro" ma "quello che porta ricchezza imemdiata o nel breve periodo", beh allora si, serve superare il capitalismo perchè è questa mentalità che ha distrutto la città.

parli della città e dei problemi degli anni 90'. Penso che nessuno rimpianga quello, tranne alcune cose.
Il senso di nostaglia è per la Genova preindustriale del 600' e del 700' quella dell'epoca dei rolli, delle grandi ville, dei giardini, della popolazione che era di circa 100mila persone (molto adatta alla morfologia del territorio), del mare, degli artigiani. Il senso di sconforto nel vedere cosa è diventata è rispetto a quello, non certo alla Genova degli anni 80'-90' che era già rovinata. Quello che si è fatto negli ultimi 30 anni è una pallida pezza, un piccolo tapullo dopo una enorme devastazione durata circa 100 anni.

La val bisagno è prima di tutto un posto brutto, sovrantropizzato e ultracementificato dove chi può se ne va... fra 20 anni si svuoterà come si sta svuotando l'altra valle, la valpolcevera. Come si stanno svuotando tutti quei posti brutti e tristi dove la gente non vuole più vivere. Fai lo skymetro oggi, fra 20 anni non serve più perchè ci saranno la metà degli abitanti e avrai speso una montagna di soldi e creato un altra schifezza ultraimpattante di cemento che diventerà semi inutile... come dicevo, poca lungimiranza.
Il porto va bene ma anche li dove sta la lungimiranza... puntiamo sui container per i prossimi 100 anni quando si sa che andiamo verso un mondo dove il trasporto merci diminuirà, la domanda diminuira, la demografia diminuirà, la ricchezza diminuirà... sono le stesse risposte di 100 anni fa, di 50 anni fa.

Di cosa ha bisogno Genova? non ho studiato architettura, non ho la visione, non è il mio mestiere, ma alcune cose da cittadino posso dirle: di servizi per gli abitanti, altro che borghi vuoti, è l'esatto opposto, i borghi sono vuoti perchè non ci sono servizi per i cittadini, scuole, ospedali, parchi pubblici, negozi. Il capitalismo ha deciso che erano antieconomici in certe zone e quello ha causato la morte dei borghi. L'idustrializzazione e l'abbandono della campagna ha causato la morte dei borghi. Non volevamo più zappare la terra. La nostra poca lungimiranza ha distrutto i borghi. Di certo non è la bellezza che li ha distrutti, quella semai è una delle poche cose che potrebbe salvarne qualcuno, ahimè.
Di incentivi per le botteghe di quartiere e gli artigiani per ridare un tessuto "vero" e non una schifezza di negozi tutti uguali per i turisti che se vai in qualsiasi altra città turistica del mondo sono gli stessi e perdi completamente l'identità. Di spazi verdi, di spazi verdi, di spazi verdi e poi di spazi verdi... è una città che è una colata di cemento, servono come il pane, in quantità e qualità, spazi verdi, parchi pubblici, zone pedonali, zone pedonali e poi zone pedonali, che è universalmente riconosciuto come uno dei modi migliori per rilanciare il commercio di vicinato. Piano piano abbattere palazzoni che si svuotano in una città che si svuota e mettere alberi al loro posto. Serve ripensare completamente la mobilità. E' una città invasa dalle auto. Per la val bisagno basterebbe un tram, il problema è il traffico, anche li, troppe persone e troppe auto in una valle che non è fatta per ospitarle... credo che pensare una città sia pensare a queste cose e cercare di correggere gli errori del passato, non continuare imperterriti sullo stesso solco che non porta da nessuna parte.

Quando gli architetti che escono dalla meravigliosa facoltà di architettura del centro storico genovese inizieranno a tirare fuori idee nuove e non le stesse di 50 anni fa, inizierà la svolta. Nuovi paradigmi, nuove idee, ripensare la città da 0. Non scherzo quando dico che serviranno 100 anni, se basteranno...

Qui siamo ancora a parlare di skymetro, a me viene lo sconforto e mi pare di tornare agli anni 80'...
 
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Bisogna anche essere realisti.

L'industria non è il male di nulla, è il motivo per cui l'umanità occidentale ha l'attuale tenore di vita invece di vivere sostanzialmente di semi sussistenza, altro che 50 anni di ricchezza.

Non è questione di politici, è questione di serietà e presa di coscienza della realtà. Se non sei un paesello di 4 anime che può fare il paradiso fiscale, concorrenza fiscale e altre furbacchionate a spese dei paesi grandi, non puoi prescindere dall'avere un settore produttivo.
Perché certamente la ricchezza è ormai spostata sui servizi, ma i servizi da soli sono inutili perché qualcuno i beni li deve produrre.
ma certo ma l'industra va fatta con coscenza e lungimiranza.

A Genova esempio: è stato distrutto un tratto di costa meraviglioso che oggi sarebbe da cartolina per cementificare il mare e farci sopra una megaacciacieria, una delle più grandi d'Europa in una città in mezzo ai monti, logisticamente complicata, molto complicata... risultato, qualche decennio di benessere economico al costo di 3 interi quartieri cittadini distrutti per sempre, migliaia di persone uccise da cancri vari e una megafabbrica grande come una città che ora non serve più a nulla...

Non sono contro l'industria di per se. Sono contro l'industria quando fa più male che bene. oppure quando può portare ricchezza nel breve medio periodo per 20-30-40-50 anni al costo di creare un danno irreversibile per 1000 anni. Genova è l'esempio lampante di questo.
 
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Di incentivi per le botteghe di quartiere e gli artigiani per ridare un tessuto "vero" e non una schifezza di negozi tutti uguali per i turisti che se vai in qualsiasi altra città turistica del mondo sono gli stessi e perdi completamente l'identità. Di spazi verdi, di spazi verdi, di spazi verdi e poi di spazi verdi... è una città che è una colata di cemento, servono come il pane, in quantità e qualità, spazi verdi, parchi pubblici, zone pedonali, zone pedonali e poi zone pedonali, che è universalmente riconosciuto come uno dei modi migliori per rilanciare il commercio di vicinato. Piano piano abbattere palazzoni che si svuotano in una città che si svuota e mettere alberi al loro posto. Serve ripensare completamente la mobilità. E' una città invasa dalle auto. Per la val bisagno basterebbe un tram, il problema è il traffico, anche li, troppe persone e troppe auto in una valle che non è fatta per ospitarle... credo che pensare una città sia pensare a queste cose e cercare di correggere gli errori del passato, non continuare imperterriti sullo stesso solco che non porta da nessuna parte.
purtroppo non c'è nessuna speranza, sottolineo nessuna.
nessun politico metterò mai freno ai negozi per turisti, perchè tutti li vogliono col miraggio di arricchirsi facilmente, e da quando la politica si mette contro l'economia?
nessun politico metterò mai freno alla lobby dei costruttori, in questo paese si va avanti di condono in condono, figurati poi se in ogni palazzone non rimangono almeno uno o due vecchi rompicoglioni che non si sposteranno manco morti dal tugurio in cui vivono.
per non parlare del problema delle auto: nessuno è disposto a mollarla, il trasporto pubblico è generalmente una perfetta macchina trita-soldi, e continuerà a fare schifo anche per colpa del traffico, è un cane che si morde la coda, non si può intervenire in corsa e nessuno ha il potere (la volontà?) di darci un taglio, perchè servirebbero poi anni per sistemare le cose dal momento del taglio, e non puoi paralizzare la città per anni.
 
Dedicato a Pietro Magliocco Pietro è una delle prime persone conosciute dalla Comunità di Sant’Egidio durante il servizio serale a chi vive per strada.Dormiva nella stazione di Genova Sampierdarena..Da vari giorni malato di polmonite, moriva la notte stessa del suo ricovero in ospedale. Aveva 57 anni.Con lui ricordiamo tutti quanti in questi anni sono morti per strada.
Questo libretto è una bussola da tenere in tasca per orientarsi nella città.A Genova ci sono posti dove si può ricevere aiuto e accoglienza.A Genova ci sono anche luoghi dove si può aiutare ed essere accoglienti.Qualcuno di questi però, potrebbe essere sfuggito.È gradito qualsiasi suggerimento possa rendere questa guida più completa.
QUI LA GUIDA dei CLOCHARD DI GENOVA...

Ps esistono versioni simili anche per Milano Roma Napoli Padova Treviso Venezia Della Comunità di Sant’Egidio.
 

Allegati

  • guidaclochardGenova-Guida-Dove-2022-web.pdf
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ma certo ma l'industra va fatta con coscenza e lungimiranza.

A Genova esempio: è stato distrutto un tratto di costa meraviglioso che oggi sarebbe da cartolina per cementificare il mare e farci sopra una megaacciacieria, una delle più grandi d'Europa in una città in mezzo ai monti, logisticamente complicata, molto complicata... risultato, qualche decennio di benessere economico al costo di 3 interi quartieri cittadini distrutti per sempre, migliaia di persone uccise da cancri vari e una megafabbrica grande come una città che ora non serve più a nulla...

Non sono contro l'industria di per se. Sono contro l'industria quando fa più male che bene. oppure quando può portare ricchezza nel breve medio periodo per 20-30-40-50 anni al costo di creare un danno irreversibile per 1000 anni. Genova è l'esempio lampante di questo.


Però spesso questo è il classico senno di poi.
L'attuale ricchezza del Nord Italia è profondamente legata al triangolo industriale, almeno nel NordOvest.

Certo, si sono deturpate delle aree che oggi probabilmente avrebbero avuto differente valorizzazione.

Quello che però non si coglie sovente è il contraltare, ossia il sottosviluppo.

Io nasco e cresco in pianura padana. Zona non famosa per i paesaggi, ma certamente la zona più sfruttata tra industria, agricoltura e ora logistiche.
La pianura padana prima dello sviluppo che ha avuto era una zona di grossa povertà. Povertà vera, con la gente che emigrava altrove perché si campava davvero molto male.
La pianura padana è anche zona con una valanga di malattie correlate al suo inquinamento atmosferico.

Ma siamo davvero sicuri che sarebbe meglio non averlo avuto questo sviluppo?

Perché l'industria che fa male comprende centrali elettriche, raffinerie, stabilimenti chimici. Insomma, probabilmente una popolazione che vive in condizioni di estrema povertà.
 
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