Buongiorno, ho letto con interesse da Genovese i vostri interventi e sono in accordo e in disaccordo con entrambi.
Quando Rebel81 parla di "ripensare", come fanno ad esempio gli urbanisti del mio ordine (io sono un architetto) sarebbe bello che mettesse sul tavolo delle idee. Al momento idee per città come Genova, non mi pare che ne esistano ma al contrario abbiamo l' esempio dei bellissimi borghi liguri completamente morti dove è difficile vendere le case perfino ad 1 euro. Se un luogo deve diventare morto per restare "bello", se una città deve diventare morta per restare bella, ci si domanda a beneficio di chi dovrebbe restare bella, se non sei residenti. Ma per poter restare residenti, occorre che ci sia una cosa fondamentale, cioè il lavoro. Il turismo supplisce parte della mancanza di lavoro. Il lavoro sottopagato esiste in tutti i settori e aggiungo, in tutta Italia; non è certo solo prerogativa del turismo. Io da laureata già negli anni 90 lavoravo sottopagata perché era la prassi. È certamente un problema da risolvere ma non dovuto al turismo.
Cosa era Genova e il suo centro storico (non è il più grande d'Europa, è il più "senso" di ricchezze ma l'estensione è meno della metà di Venezia, i giornalisti ripetono a pappagallo le informazioni, mai che studino)? Era un luogo malfamato, dove si aveva paura ad andare, Sporco, l'AMIU spendeva 3/4 delle risorse per la pulizia della città nel centro storico, lo appresi in un convegno all' università di architettura nel 96. Quando iniziai l' università, nel 1990, c'era da aver paura ad attraversare Porta Soprana, Piazza Sarzana per recarsi nella sede di Architettura. Nel giro di pochi mesi dall' inizio dell' Università, quella parte del centro storico si era completamente ripulita solo dal passaggio continuo degli studenti. Dal 92 in poi, le Colombiadi hanno iniziato a fare il resto. Non so come si faccia ad avere nostalgia di un centro storico sporco, sede di spaccio e prostituzione come era prima. Potrebbe essere una bella sceneggiatura per un film neorealistico su Genova ma non qualcosa da rimpiangere a mio parere.
Che il porto sia una risorsa non ci piove, ma purtroppo va potenziato perché è un pilastro portante dell'economia che altrimenti su cosa si dovrebbe basare? Una città non può vivere basando la propria economia sugli impieghi pubblici dei cittadini. Chi critica le scelte politiche del passato e del presente, dovrebbe mettere sul tavolo delle idee alternative.
10-15 anni fa si diceva che Genova non aveva vocazione turistica e che ci sarebbe voluto il turismo vero perché i milanesi che hanno la seconda casa in Liguria e si portano la spesa dall' Esselunga, non portano niente in Liguria. Ed è vero. Ora arrivano Olandesi, Francesi, Tedeschi a spendere nei nostri musei, ristoranti, bed e breakfast e non va bene lo stesso.
La val bisogno è un caos allucinante, con problemi di traffico irrisolvibili, e non va bene la Sky metro. Non so, demoliamo un po' di condomini a Marassi e Molassana, sfrattiamo un po' di gente, evidentemente nella testa di chi sogna una città più vivibile c'è la speranza che se ne vadano quante più persone possibili. Criticare è facile ma quando si critica si dovrebbe contrapporre idee. Idee che non possono essere di abbandono del sistema capitalistico.
E questa secondo me è esattamente la mentalità che ha portato Genova alla distruzione. Se per sistema capitalistico intendi che quello che conta per far muovere gli ingranaggi non è "quello che serve per il benessere della popolazione e il suo futuro" ma "quello che porta ricchezza imemdiata o nel breve periodo", beh allora si, serve superare il capitalismo perchè è questa mentalità che ha distrutto la città.
parli della città e dei problemi degli anni 90'. Penso che nessuno rimpianga quello, tranne alcune cose.
Il senso di nostaglia è per la Genova preindustriale del 600' e del 700' quella dell'epoca dei rolli, delle grandi ville, dei giardini, della popolazione che era di circa 100mila persone (molto adatta alla morfologia del territorio), del mare, degli artigiani. Il senso di sconforto nel vedere cosa è diventata è rispetto a quello, non certo alla Genova degli anni 80'-90' che era già rovinata. Quello che si è fatto negli ultimi 30 anni è una pallida pezza, un piccolo tapullo dopo una enorme devastazione durata circa 100 anni.
La val bisagno è prima di tutto un posto brutto, sovrantropizzato e ultracementificato dove chi può se ne va... fra 20 anni si svuoterà come si sta svuotando l'altra valle, la valpolcevera. Come si stanno svuotando tutti quei posti brutti e tristi dove la gente non vuole più vivere. Fai lo skymetro oggi, fra 20 anni non serve più perchè ci saranno la metà degli abitanti e avrai speso una montagna di soldi e creato un altra schifezza ultraimpattante di cemento che diventerà semi inutile... come dicevo, poca lungimiranza.
Il porto va bene ma anche li dove sta la lungimiranza... puntiamo sui container per i prossimi 100 anni quando si sa che andiamo verso un mondo dove il trasporto merci diminuirà, la domanda diminuira, la demografia diminuirà, la ricchezza diminuirà... sono le stesse risposte di 100 anni fa, di 50 anni fa.
Di cosa ha bisogno Genova? non ho studiato architettura, non ho la visione, non è il mio mestiere, ma alcune cose da cittadino posso dirle: di servizi per gli abitanti, altro che borghi vuoti, è l'esatto opposto, i borghi sono vuoti perchè non ci sono servizi per i cittadini, scuole, ospedali, parchi pubblici, negozi. Il capitalismo ha deciso che erano antieconomici in certe zone e quello ha causato la morte dei borghi. L'idustrializzazione e l'abbandono della campagna ha causato la morte dei borghi. Non volevamo più zappare la terra. La nostra poca lungimiranza ha distrutto i borghi. Di certo non è la bellezza che li ha distrutti, quella semai è una delle poche cose che potrebbe salvarne qualcuno, ahimè.
Di incentivi per le botteghe di quartiere e gli artigiani per ridare un tessuto "vero" e non una schifezza di negozi tutti uguali per i turisti che se vai in qualsiasi altra città turistica del mondo sono gli stessi e perdi completamente l'identità. Di spazi verdi, di spazi verdi, di spazi verdi e poi di spazi verdi... è una città che è una colata di cemento, servono come il pane, in quantità e qualità, spazi verdi, parchi pubblici, zone pedonali, zone pedonali e poi zone pedonali, che è universalmente riconosciuto come uno dei modi migliori per rilanciare il commercio di vicinato. Piano piano abbattere palazzoni che si svuotano in una città che si svuota e mettere alberi al loro posto. Serve ripensare completamente la mobilità. E' una città invasa dalle auto. Per la val bisagno basterebbe un tram, il problema è il traffico, anche li, troppe persone e troppe auto in una valle che non è fatta per ospitarle... credo che pensare una città sia pensare a queste cose e cercare di correggere gli errori del passato, non continuare imperterriti sullo stesso solco che non porta da nessuna parte.
Quando gli architetti che escono dalla meravigliosa facoltà di architettura del centro storico genovese inizieranno a tirare fuori idee nuove e non le stesse di 50 anni fa, inizierà la svolta. Nuovi paradigmi, nuove idee, ripensare la città da 0. Non scherzo quando dico che serviranno 100 anni, se basteranno...
Qui siamo ancora a parlare di skymetro, a me viene lo sconforto e mi pare di tornare agli anni 80'...