L'amore, insegna ad essere religiosi
L'antico ed originale significato della religione è rilegare, unire cioè ciò che è stato diviso, spezzato, corrotto e violato, attraverso la scoperta dell'amore puro ed incondizionato, il solo che può riunire integralmente la frammentazione umana. Quando l'amore c'è, non ci sei tu e l'amore: amare è uno stato totale ed assoluto, non una qualità del sé. Quando l'amore accade e ti riempie, non c'è posto per altro, c'è solo amore vero ed incontaminato. Tu, pertanto, proprio perché non può esserci tu e l'amore, non puoi proprio sapere che significa amare. Inoltre, la parola amore non è l'amore e qualunque spiegazione di questo stato meraviglioso, idea, attributo o verbalizzazione che si tenti di trovare, non è alla portata della mente umana. Tu, dunque, puoi sapere solo quando non c'è amore in te e quello è il suo particolare insegnamento. L'amore è il maestro di vita, perché ha una potenza straordinaria; quando esso c'è il tempo svanisce, quando sovviene in te non c'è mai un motivo e quando ti ci ritrovi all'improvviso non puoi distinguerlo, perché tu sei lui: dunque è quando invece lo vuoi addomesticare, misurare, controllare, usare o direzionare, che allora lui scompare e rimani così nuovamente da solo, si, di nuovo da solo con la tua vanità. Conscio della tua sofferenza, la sua delicata cura avviene pertanto proprio nel mostrarti quando sei geloso, quando sei avido, quando sei invidioso, quando soffri, quando lo pretendi, quando vuoi usarlo per i tuoi scopi, quando lo violenti con il piacere, quando lo imbratti con il ricordo, il rimpianto, il dolore o il rimorso. Perché l'amore non ha nulla a che vedere con la gelosia, l'invidia, il possesso o l'avidità. L'amore non è neanche merce di scambio, possibilità di scelta, territorio di controllo, meccanicità dell'abitudine, coercizione del dovere o l'obbligo del diritto. Per questo quando accade tutto ciò in te, non c'è spazio per l'amore ed è proprio quello il momento per imparare da sé stessi: rendersi conto della propria avidità, è fare posto all'amore che è bontà. Osservare le manovre oscure del desiderio in silenzio, è concedere all'amore il vuoto interiore che è castità. Sentire con veemenza la falsità arrogante dell'egocentrismo e dissiparla istantaneamente, è la purezza dell'amore che ritrovando l'innocenza dell'umiltà, fluisce nell'essere riunendo le parti, restituendo così una vera persona religiosa. Capirai così che solamente quando il tuo cuore si sarà svuotato da ogni parola, da qualsiasi congegno della mente, da tutte le paure immaginarie e dalle tante meschinità attraenti addotte per fuggire sempre e solo da te stesso, allora in quella vacuità egli apparirà: non potrai trattenere la sua energia prodigiosa, il suo slancio clamoroso, la sua bellezza eccelsa, il suo splendore stupefacente, la sua radiosa pienezza, quella sua eleganza misteriosa, tenera e delicata. Come un fiume in piena incontrollabile, esonderà da te e toccherà tutti e tutto: tu sarai così contemporaneamente il vigore eccezionale ed allo stesso tempo la cristallina trasparenza morbida delle sue possenti e dolci acque, che disseteranno finalmente l'arido deserto che è diventato questo mondo. Scoprirai, nel rigoglio interiore che quello stato favoloso ed incomparabile apporta, che quando c'è pausa in quei respiri stupefacenti di rinascita, percepirai la divina melodia dell'essere: il vero si dispiegherà in te e toccherai nella beatitudine dell'intero, la gioia encomiabile del vivere nell'ordine dell'integrità che è virtù. Questa, è la vera, l'unica e preziosa essenza della religione: l'amore.
- A.Cavallaro, "Ad un passo dall'immensità"