Non sono farmacista. Il mio lavoro è estraneo e abito ad un centinaio di km da Bologna.
Vi faccio una serie di domande difficile, magari qualcuno di voi più esperto può aiutarmi.
Mettiamo che io oggi vincolo per 24 mesi al tasso super vantaggioso del 2,5%.
Domani la banca viene venduta al gruppo xy, europeo o magari cinese, (per chi non lo sapesse i commissari liquidatori della Popolare di Vicenza l'hanno venduta ad un gruppo cinese ma hanno dovuto fare dietrofront per dubbi sollevati dalla Banca d'Italia).
1) Questo gruppo bancario xy può decidere di non accettare il conto deposito che Farbanca aveva con me stipulato? Il nuovo acquirente può permettersi di non accettare o rinegoziare unilateralmente il conto deposito, (concedendo al depositante il rimborso del capitale iniziale investito)?
2) E se può farlo, e l'acquirente è extra europeo e non è obbligato al Fondo interbancario di tutela dei depositi, ci sono altre garanzie?
So che chiedo molto ed avere una risposta precisa non è facile, ma ringrazio anticipatamente chiunque mi darà uno spunto di riflessione.
Non sono un esperto in materia, quindi quanto scrivo è quanto mi risulta (ma potrei sbagliare...). Farbanca è istituto bancario italiano, aderente al FITD; il fatto che a detenerne il controllo sia una entità italiana o straniera (europea o meno) non influisce, in quanto è e resta una banca italiana, sottoposta a sorveglianza delle autorità italiane e alle normative di settore applicabili. E' pur vero che ci sono casi di banche operanti in Italia che non aderiscono al FITD, ad es. Binck (ma era Lettone, e aderiva al "suo FITD") e credo anche ING (olandese, coperta da "FITD" olandese, se non ricordo male); queste però sono/erano
filiali italiane di banche "estere" (anzichè vere e proprie "entità" italiane di banche estere, create ad hoc e a sè stanti, come fatto da Deutsche Bank, che infatti aderisce al FITD), entrate ad operare nel mercato italiano e autorizzate a farlo.
Farbanca è già una banca italiana, aderente a FITD, quindi (credo) non cambierebbe nulla sotto questo punto di vista. E' un po' come se domani un fondo USA acquistasse (la maggiornanza di/il controllo di) Unicredit o altra banca italiana... Non conta chi la possiede, ma dove è autorizzata ad operare (e quali regole deve seguire, nazionali o al più EU, se consentito).
ps. da quanto avevo letto in giro, la vendita al gruppo cinese (tramite una controllante europea, di proprietà cinese) è saltato principalmente per problemi "in patria" del gruppo, più che per dubbi del regolatore italiano (che mi pare avesse già dato via libera a procedere). Un articolo citava la riapertura delle offerte per FarBanca, indicativamente entro il 10 ottobre; tra coloro che avevano partecipato alla ultima gara (quella poi vinta dal gruppo cinese), dovrebbe esserci ancora Banca Ifis... l'AD ha recentemente dichiarato (stando a fonti giornalistiche...) che avrebbero ripreso in mano il dossier, per valutare il da farsi.
Per quanto riguarda la rescissione dei contratti in essere, in teoria in tutti i contratti di conto corrente/deposito è prevista la clausola che autorizza la banca (in genere, per giustificato motivo... o grave inadempienza contrattuale del cliente), al pari del cliente, a recedere dal contratto. Non mi risulta che finora ciò sia avvenuto, neppure dopo fusioni o acquisizioni. Quando UBI ha acquisito (a saldo...) Banca Marche, ha continuato a onorare fino alla naturale scadenza i vari vincoli, anche quando avevano tassi molto superiori a quelli di mercato; idem Intesa Sanpaolo nel caso di Popolare VI e Veneto banca (in alcuni casi, sta pagando vincoli al 5% per n anni... a chi aveva accettato con VI/VB l'offerta di transazione)... tenuto conto che Intesa offre normalmente lo 0.00x% o quasi, ne farebbe più che volentieri a meno, e tuttavia non ha cercato di rinegoziarli/rescinderli. Idem altri casi di acquisizioni (es. banca Dinamica a banca francese, etc.). Quindi, nulla è mai certo al 100%, ma stando alle statistiche finora non mi risulta sia mai avvenuto, neppure quando ne avevano tutto l'interesse.
Tra l'altro, è sempre espressamente vietato/esclusa contrattualmente la facoltà della banca di variare il tasso di interesse convenuto, quindi non potrebbero nemmeno modificarlo durante la durata del vincolo...