di Andrea Zhok La politica della porte aperte della Meloni con l'ultimo decreto flussi (452.000 ingressi entro due anni, a quanto pare)

ennio1963

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di Andrea Zhok

La politica della porte aperte della Meloni con l'ultimo decreto flussi (452.000 ingressi entro due anni, a quanto pare) ci ricorda un piccolo dato. Si è spesso detto che "ci vogliono governi di sinistra per fare politiche di destra", e l'esempio attuale del "liberi tutti" sul fronte sbarchi da parte di un governo sedicente di destra ci ricorda che vale anche la conversa: "ci vogliono governi di destra per fare cose di sinistra".

Il vero problema è che continuare a parlare di destra e sinistra è qui il vero inganno.

I governi di sinistra non fanno genericamente "politiche di destra", ma fanno quelle politiche di destra che servono ai meccanismi di autoriproduzione del grande capitale, e solo quelle (liberalizzazioni, privatizzazioni, introduzioni di parametrazioni produttiviste nel pubblico impiego, ecc.). Se facessero senz'altro "politiche di destra" uno si potrebbe aspettare, chessoio, un tentativo di auotonomizzazione nazionale, una presa in carico della formazione culturale classica, invece no, su tutte quelle cose impera il silenzio.

I governi di destra peraltro non fanno genericamente "politiche di sinistra", ma di nuovo solo quelle politiche di sinistra che servono i meccanismi di autoriproduzione del grande capitale (ingresso di forza lavoro migrante al massimo ribasso, europeismo tanto al chilo per riuscire a vendere un po' di armi, ecc.).

Nel contesto odierno, finché ci concentriamo su destra e sinistra ci bendiamo testardamente gli occhi autocostringendoci a non vedere la realtà.

E la realtà è ben diversa anche da quella che i politici più sgamati spesso si convincono che sia. Non si tratta, come alcuni ritengono, di accettare il governo de facto dell'economia sulla politica. Per quanto devastante da ammettere in una cornice che ancora si intende come democratica, questa ammissione non sarebbe il peggio.

Il peggio è che non è l'economia in senso astratto a governare, ma l'economia nel senso più pericoloso e controproducente, cioè l'interesse economico di breve periodo.

Non è che l'ingresso indiscriminato di migranti sia, sì, un problema per la compattezza sociale, per la cultura, per il welfare, per il sistema sanitario nazionale, per il sistema scolastico, ecc., MA sia un bene per l'economia. No, è un bene per l'economia SOLO nel breve periodo, in cui riesci a ottenere mano d'opera di base con salari di sussistenza che giustamente nessun cittadino normale accetterebbe. Ma nel medio e lungo periodo, mentre 100.000 italiani con formazione medio-alta se ne vanno ogni anno all'estero, simultaneamente esplodono i "costi di transazione": esplodono le spese pubbliche e private legate alla degenerazione dell'offerta pubblica di servizi, e legate all'incremento delle esigenze di sicurezza.

Per prendere un esempio recente, danni alla Francia prodotti dalle tensioni etnico-economiche ricorrenti non sono i 5 giorni di devastazione una tantum, ma l'enorme apparato di bastoni e carote, che deve crescere indefinitamente per tenere il fenomeno più o meno sotto controllo.

Ecco, oggi ad un politico forse non si può chiedere di muoversi (non troppo nettamente) in senso antieconomico, ma si potrebbe e dovrebbe chiedergli di muoversi avendo d'occhio almeno l'interesse economico di lungo periodo.

Se invece devi fare da portalettere delle veline dei fondi di investimento possiamo serenamente sostituirti con un AI, con la ragionevole certezza che peggio non potrai fare.
 
Concordo in pieno,chi continua con la contrapposizione destra sinistra lo fa in modo strumentale, in parole povere ci prende in giron e la meloni è la prova provata di ciò
 
Concordo in pieno,chi continua con la contrapposizione destra sinistra lo fa in modo strumentale, in parole povere ci prende in giron e la meloni è la prova provata di ciò
Sembra un PD camuffato
 
i governi di destra sono sempre dalla parte del padrone, il padrone vuole 450.000 immigrati per mandare avanti le fabbriche, l'agricoltura eccetera...o credevate che la Meloni era una che pensa alle periferie e a i deboli?
il PD invece, vuole sempre gli immigrati ma perchè sogna una società multietnica utopica che non può esistere.
 
da una responsabile di partito ha chiesto per anni in varie sedi e forme il blocco navale acquisendo consenso a proposito mi sarei aspettato maggior coerenza, diciamo....
 

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di Andrea Zhok

La politica della porte aperte della Meloni con l'ultimo decreto flussi (452.000 ingressi entro due anni, a quanto pare) ci ricorda un piccolo dato. Si è spesso detto che "ci vogliono governi di sinistra per fare politiche di destra", e l'esempio attuale del "liberi tutti" sul fronte sbarchi da parte di un governo sedicente di destra ci ricorda che vale anche la conversa: "ci vogliono governi di destra per fare cose di sinistra".

Il vero problema è che continuare a parlare di destra e sinistra è qui il vero inganno.

I governi di sinistra non fanno genericamente "politiche di destra", ma fanno quelle politiche di destra che servono ai meccanismi di autoriproduzione del grande capitale, e solo quelle (liberalizzazioni, privatizzazioni, introduzioni di parametrazioni produttiviste nel pubblico impiego, ecc.). Se facessero senz'altro "politiche di destra" uno si potrebbe aspettare, chessoio, un tentativo di auotonomizzazione nazionale, una presa in carico della formazione culturale classica, invece no, su tutte quelle cose impera il silenzio.

I governi di destra peraltro non fanno genericamente "politiche di sinistra", ma di nuovo solo quelle politiche di sinistra che servono i meccanismi di autoriproduzione del grande capitale (ingresso di forza lavoro migrante al massimo ribasso, europeismo tanto al chilo per riuscire a vendere un po' di armi, ecc.).

Nel contesto odierno, finché ci concentriamo su destra e sinistra ci bendiamo testardamente gli occhi autocostringendoci a non vedere la realtà.

E la realtà è ben diversa anche da quella che i politici più sgamati spesso si convincono che sia. Non si tratta, come alcuni ritengono, di accettare il governo de facto dell'economia sulla politica. Per quanto devastante da ammettere in una cornice che ancora si intende come democratica, questa ammissione non sarebbe il peggio.

Il peggio è che non è l'economia in senso astratto a governare, ma l'economia nel senso più pericoloso e controproducente, cioè l'interesse economico di breve periodo.

Non è che l'ingresso indiscriminato di migranti sia, sì, un problema per la compattezza sociale, per la cultura, per il welfare, per il sistema sanitario nazionale, per il sistema scolastico, ecc., MA sia un bene per l'economia. No, è un bene per l'economia SOLO nel breve periodo, in cui riesci a ottenere mano d'opera di base con salari di sussistenza che giustamente nessun cittadino normale accetterebbe. Ma nel medio e lungo periodo, mentre 100.000 italiani con formazione medio-alta se ne vanno ogni anno all'estero, simultaneamente esplodono i "costi di transazione": esplodono le spese pubbliche e private legate alla degenerazione dell'offerta pubblica di servizi, e legate all'incremento delle esigenze di sicurezza.

Per prendere un esempio recente, danni alla Francia prodotti dalle tensioni etnico-economiche ricorrenti non sono i 5 giorni di devastazione una tantum, ma l'enorme apparato di bastoni e carote, che deve crescere indefinitamente per tenere il fenomeno più o meno sotto controllo.

Ecco, oggi ad un politico forse non si può chiedere di muoversi (non troppo nettamente) in senso antieconomico, ma si potrebbe e dovrebbe chiedergli di muoversi avendo d'occhio almeno l'interesse economico di lungo periodo.

Se invece devi fare da portalettere delle veline dei fondi di investimento possiamo serenamente sostituirti con un AI, con la ragionevole certezza che peggio non potrai fare.
La Francia fa storia a se ,a me sembra che in nessun paese europeo esista una immigrazione caratterizzata dalla prevalenza di un certo gruppo etnico/geografico come la Francia che peraltro l’ha vissuta prima e principalmente perché ha accolto molti abitanti delle proprie ex-colonie ; non è facile fare previsioni sul impatto che avrà l’immigrazione in Italia ma questa si caratterizza dal fatto che non esiste una netta prevalenza di magrebini piuttosto che sudamericani o slavi o cinesi ,ciò potrebbe creare magari problemi anche maggiori ma anche essere più governabile
 
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