No. Geopoliticamente non c'è confronto. Tunisia è un paesucolo. Egitto è una potenza regionale con una forza militare importante. In geopolitica la finanza, i debiti pubblici etc non contano nulla, conta la forza militare (resta sempre valida la domanda che fece Stalin al Vaticano: quante truppe ha il Papa?), la proiezione estera di egemonia e le alleanze internazionali. Egitto aspira a contrastare Israele e Turchia, a fare da pivot tra Medioriente e Africa sub sahariana, in funzione anti Israele cioè anti USA. Ora che hanno fatto fuori i fratelli musulmani (braccio politico nascosto USA Israele) è un amico di Russia e Cina. La Russia gli fornisce armamenti di primo livello. La Cina considera l'Egitto come partner per l'accesso all'Africa. Anche Italia ha una bella amicizia con Egitto dai tempi di Mattei e poi Andreotti, che han cercato di incrinare col caso Regeni. Fortunatamente la politica estera VERA in Italia la fa ENI (e non i bibitari di turno) che ha importanti interessi in Egitto.
Avesse un importo minimo "umano" anche io mi butterei sui Bond egizi.
Per quello che vale il mio giudizio, trovo ben argomentati i tuoi punti però, credo che a parti contrapposte si possa dire altrettanto di alcuni dei paesi da te citati e trarne alla luce della situazione attuale conclusioni opposte alle tue.
Provo a spiegarmi, mi citi la Turchia quale antagonista alla leadership dell'area MENA (ed oltre visto che riporti anche la parte sub sahariana dell'Africa), ma anch'essa ha un assetto militare di tutto rispetto almeno nei numeri, sulle reali capacità sul campo avrei qualche dubbio, vista la grande purga operata dal neo leader ottomano a seguito del fallito golpe di qualche estate fa; ma gli stessi dubbi dico che dobbiamo averli sugli egiziani visto che il loro ultimo impiego in combattimento (tra l'altro finito non proprio bene) risale alla guerra dello Yom Kippur dell'autunno del '73 = sono passate due generazioni di militari : le tattiche, tecniche e procedure di allora sono drammaticamente cambiate, quindi un loro impiego bellico personalmente lo ritengo un grosso punto interrogativo.
Vogliamo continuare a restare sul piano militare? Hai citato "forza militare importante" t'invito a vedere da vicino com'è composta la componente aerea egiziana, l'ossatura, la spina dorsale è costituita da circa 200 F-16 (premetto che vado a memoria con i numeri) oramai di vecchia generazione, il numero farà pure effetto ma operativamente parlando saranno buoni-efficaci contro le "truppe cammellate" della disgraziata povera Libia non certo per scontrarsi contro un altro protagonista di quell'area (Israele); mi si può obiettare che ultimamente sta acquistando materiale dalla Russia, si ma in quali quantità e poi teniamo presente che la Russia (come anche gli USA escluso l'episodio di molti anni fa con l'allora Persia dello Scià - vendita di F-14), non vende all'estero, sotto l'aspetto qualitativo, la stessa roba che fornisce alle sue F.A. = è logico farlo, io non consegnerei mai le chiavi di casa mia al primo che incontro per la via, questo mi porta a dire che avrei qualche dubbio circa la qualità di quanto gli viene fornito; ora a parte il livello tecnologico di quello che hanno di nuovo in campo aeronautico, bisogna testarne la reale efficacia operativa, altrimenti anche qui vale il discorso dove ho citato la Libia; ultima ciliegina sono le macchine già acquisite o di ciò che si voleva acquisire dalla Francia (credo di ricordare che si era parlato dei Rafale), bene io dico che mettere su una F.A. con una così diversa tipologia di macchine è da pazzi, perchè rischia di mandare al manicomio (ma realmente) i responsabili della linea logistica, ed in caso di crisi le cose andrebbero ancora peggio visto il ricorso che normalmente avviene agli embargo - certo qualcosa arriva sempre, ma resta da vederne il costo e la quantità -.
Cosa cerco di dire?
semplice se vuoi essere un vero player internazionale o anche regionale, di quelli che operano in chiave "terzomondista" (guarda caso termine coniato proprio da un egiziano degli anni '60 ed al cui termine si è poi associata un'interpretazione totalmente fuorviante : di paese povero, cosa non sempre vera) devi (anche) avere una tua autonoma produzione di armamenti (cosa che "storto o morto" il neo Ottomano di Ankara sta tentando di fare), ma la sua economia non mi sembra messa ne tanto meglio ne tanto peggio di quella egiziana, almeno per il momento, ed inoltre mi sembra che entrambi abbiano alle spalle dei "foraggiatori" di valuta, che finchè tengono aperto il rubinetto, questi paesi sopravvivono, viceversa è la loro fine; e qui stiamo al punto iniziale : al di là della differenza di numeri in alcune aree importanti dei diversi sistemi paese, poi conta la loro capacità a rendersi credibili sul piano internazionale e qui aggiungerei un'ultima mia considerazione, avere delle F.A. capaci di rappresentare concretamente il "braccio armato" del potere politico è una condizione necessaria ma non sufficiente; oggi giorno la geopolitica guarda i paesi (e soprattutto i rapporti di forza tra loro) in chiave che qualcuno molto più preparato di me (ammesso che io lo sia), definisce d' "Approccio Omnicomprensivo", cioè non guarda solo allo strumento militare di cui i paesi possono disporre, ma prova a valutarne anche gli elementi di Politica, Economia, Sociali, Infrastrutturali ecc. (insomma loro lo definiscono con l'acronimo PMESSI, ciò che io ho definito Omnicomprensivo).
Sull'ultimo punto, e cioè di chi rappresenta e conduce fattivamente la politica estera del nostro Paese, sono totalmente d'accordo, anzi forse dovremmo fare meglio e di più ma .........