Eni - solo news - n.3

Eni: al via Agry Energy; Scordamaglia, 800mila/t oli vegetali a 2030 (CorSera)

ROMA (MF-DJ)-- nata Agri Energy la nuova societa' partecipata fifty fifty da Bonifiche Ferraresi ed Eni. Luigi Scordamaglia e' ad (gia' consigliere delegato di Filiera Italia e consigliere d'amministrazione di Inalca). La missione di Agri Energy e' doppia, scrive il "Corriere della Sera": da una parte fare ricerca per individuare le colture piu' adatte per produrre biocarburanti, dall'altra passare all'azione con la sperimentazione in Sardegna e poi la produzione soprattutto in Africa e Asia. Progetti sono stati e saranno avviati in questa direzione in Paesi come Angola, Benin, Congo, Costa d'Avorio, Kenya, Mozambico, Ruanda, Kazakistan. Bonifiche Ferraresi dispone di 9.000 ettari di terreno, si tratta della piu' grande azienda agricola italiana. Ad Arborea, in provincia di Oristano, si trova uno dei suoi siti. Qui si sperimentano colture come il ricino, la brastica e la carmelina. Oltre 30 le varieta' sotto la lente, tutte produttrici di semi che, una volta spremuti, danno origine a oli perfetti per produrre biocarburanti. Ma anche a sottoprodotti utili alle filiere dei mangimi per la zootecnia e bio-fertilizzanti per la salute dei suoli. C'e' il rischio che queste produzioni "rubino" terreno a coltivazioni adatte all'alimentazione dell'uomo? "Il rischio non esiste - taglia corto Scordamaglia -. Agri Energy vuole individuare e valorizzare terreni degradati o desertificati che non potrebbero essere utilizzati in altro modo. Parliamo di colture particolarmente resistenti, compatibili con terreni aridi. Campi pilota esistono gia' in Congo, Angola e Mozambico, per esempio. Qui stiamo sviluppando accordi con i produttori locali a cui garantiamo formazione per l'utilizzo di tecniche di agricoltura conservativa, a basso impatto ambientale, di cui Bonifiche Ferraresi e' modello di rifermento a livello internazionale. Non si tratta di generiche rassicurazioni, i progetti della nostra joint venture adottano una certificazione con standard internazionali per garantire la tracciabilita' dei prodotti e il fatto che non ci siano conflitti con la produzione alimentare destinata all'uomo". Un ruolo importante in tutta l'operazione ha il centro di Arborea, in Sardegna. "Si tratta di un laboratorio a cielo aperto dove Bonifiche ferraresi possiede oltre 1.100 ettari insieme con un grande centro per attivita' di formazione, anche alle delegazioni che vengono dai Paesi in cui si realizzeranno campi pilota. Lo scorso 28 settembre per esempio abbiamo incontrato qui le delegazioni dal Kenia e dal Ruanda nell'ambito di un percorso di formazione in collaborazione con l'agenzia per le energie rinnovabili delle nazioni unite (Irena)". In Africa Agri Energy non compra terreni ma stipula accordi con produttori locali. Questi ri ricevono assistenza, formazione e hanno la sicurezza che il loro raccolto sara' acquistato a un prezzo concordato per produrre biocarburanti. Ma a oggi a quale stadio siamo di sviluppo di questo progetto? "Al momento stiamo svolgendo attivita' di sperimentazione e test per selezionare le migliori varieta' nei campi pilota - risponde Scordamaglia -. L'obiettivo al 2030 e' produrre 800 mila tonnellate di olio vegetale sostenibile all'anno e dare lavoro a un milione di famiglie, soprattutto in Africa". La domanda di biocarburanti e' prevista in crescita nei prossimi anni per sostenere il processo di decarbonizzazione nei trasporti, a partire da aerei e navi. Eni intende aumentare la produzione delle sue bioraffinerie (oggi sono due, si trovano a Gela e a Venezia) a 2 milioni di tonnellate entro il 2025 e 6 milioni nel prossimo decennio. A breve il Cane a sei zampe intende rendere "bio" una terza raffineria. gug (fine) MF-DJ NEWS

07/10/2022 09:45
 
Eni: Plenitude inaugura parco eolico da 104,5 MW in Spagna

ROMA (MF-DJ)--Plenitude, societa' controllata da Eni che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di servizi energetici e una vasta rete di punti di ricarica per veicoli elettrici, ha inaugurato oggi il parco eolico spagnolo El Monte da 104,5 MW, nella regione Castiglia-La Mancha, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni ministeriali, regionali, provinciali e locali. Il parco, informa una nota, e' stato realizzato in collaborazione con Azora Capital, partner strategico di Plenitude in Spagna nello sviluppo di progetti nel campo dell'energia rinnovabile, sia eolica sia fotovoltaica. Oggi El Monte e' completamente operativo. L'energia e' generata da 19 turbine eoliche GE modello Cypress 158 (5,5 MW), tra le piu' grandi installate in Spagna. La centrale produrra' circa 300 GWh all'anno, equivalenti al consumo domestico di 100.000 famiglie (considerando un consumo medio di 3.000 KW/h per famiglia), e consentira' a Plenitude di aumentare la capacita' di produrre energia da fonti rinnovabili in Spagna. Il progetto ha inoltre contribuito alla creazione di posti di lavoro diretti e indiretti a livello locale. Stefano Goberti, ad di Plenitude, ha dichiarato che "il parco eolico di El Monte contribuira' alla progressiva decarbonizzazione del settore elettrico della Spagna, al percorso di transizione energetica intrapreso da Eni, agli ambiziosi obiettivi di Plenitude di raggiungere la neutralita' carbonica entro il 2040 e di fornire il 100% di energia decarbonizzata a tutti i propri clienti. Lo sviluppo dei settori eolico e fotovoltaico e' fondamentale per la strategia di crescita di Plenitude, che punta a raggiungere oltre 2 GW di capacita' installata da fonti rinnovabili entro la fine del 2022, oltre 6 GW entro il 2025 e oltre 15 GW entro il 2030". Plenitude e' presente in Spagna anche nel mercato della vendita di energia elettrica, gas e servizi a clienti residenziali e grandi, piccole e medie imprese. gug (fine) MF-DJ NEWS

10/10/2022 11:11
 
ENI: AVVIA PRODUZIONE GAS DA DUE CAMPI IN ALGERIA CON SVILUPPO ACCELERATO

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 10 ott - Eni ha avviato la produzione da due campi a gas relativi al contratto di Berkine Sud, in Algeria, a soli 6 mesi dall'assegnazione del contratto, attraverso uno sviluppo accelerato (fast track). Lo rende noto un comunicato dell'azienda aggiungendo che la produzione del Berkine Sud, che e' il primo contratto ad essere firmato sotto la nuova legge degli idrocarburi algerina 19-13, e' operata da Eni e Sonatrach e risulta attualmente di 1 milione di standard metri cubi al giorno di gas (MSm3/d) circa e 4 mila barili al giorno di liquidi associati. Si prevede entro la fine dell'anno l'aumento a circa 2 MSm3/d, arrivando a saturare la capacita' di trattamento di gas dell'impianto di MLE, pari a 11 MSm3/d.
Com-Cel
(RADIOCOR) 10-10-22 17:48:40
 
Energia: caso Germania sul debito Ue (MF)

ROMA (MF-DJ)--Fonti del governo tedesco hanno smentito ieri in serata le indiscrezioni secondo cui la Germania avrebbe aperto all'emissione di debito comune Ue per far fronte alla crisi energetica. "Questi piani non sono noti al governo", hanno precisato le fonti a Reuters. Secondo quanto invece riportato da Bloomberg, il cancelliere Olaf Scholz ha espresso disponibilita' a prestiti comuni (non sussidi o grants) sul modello del programma Sure durante il Consiglio europeo della scorsa settimana a Praga. L'indiscrezione ha fatto precipitare ieri lo spread Btp-Bund, che era a 254 punti base alle 16.30, ma a fine giornata ha chiuso a 232. Il tasso dei Btp a dieci anni e' calato dal 4,78% al 4,64%. I rendimenti dei titoli italiani sono stati gli unici a scendere ieri, in una giornata in cui quelli dei bond tedeschi e francesi sono aumentati di piu' di 10 punti base. La forte reazione sui mercati potrebbe aver spinto Berlino a smentire la notizia. In serata erano in rialzo i future sul Bund. Con Sure, un meccanismo varato durante la pandemia, i Paesi hanno ricevuto prestiti al costo di finanziamento dell'Ue, piu' basso di quello degli Stati piu' vulnerabili (tra cui l'Italia), poiche' basato su garanzie fornite in base al pil. La Germania e' stata il primo garante, mentre l'Italia il primo beneficiario. Roma ha ricevuto 27,4 miliardi per finanziare meccanismi anti-disoccupazione. Il meccanismo dunque potrebbe servire ancora per evitare la frammentazione dei tassi tra Paesi europei, accentuata dal programma di sostegno da 200 miliardi di Berlino in favore di imprese e cittadini tedeschi. Il maxi-piano della Germania ha suscitato le critiche immediate del premier italiano Mario Draghi, a cui hanno fatto seguito quelle degli altri Paesi Ue e dell'Eurogruppo. Nei giorni scorsi il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner era stato molto critico riguardo all'ipotesi di un nuovo Sure, suggerita mesi fa da Draghi e di recente rilanciata (a titolo personale) dai commissari Ue Paolo Gentiloni e Thierry Breton. Lindner aveva detto che un nuovo Sure "non ha senso" ed e' "ingiustificato", aggiungendo che "ci sono altri strumenti su cui si puo' discutere. Le differenze rispetto alla pandemia sono chiare: oggi non abbiamo un problema di domanda, o di un'economia da stabilizzare e da stimolare, ma stiamo affrontando uno shock sul lato dell'offerta". Scholz ha una posizione piu' morbida sul tema. Le indiscrezioni poi smentite sono arrivate ieri dopo la vittoria dell'Spd di Scholz e la sconfitta dei liberali di Lindner in Bassa Sassonia. Le indicazioni oscillanti da Berlino sono un segnale delle spaccature nella coalizione di governo. Alcune fonti europee ritengono che ci siano ancora margini per le discussioni. Il cancelliere e' piu' aperto di Lindner a soluzioni "pragmatiche" sul modello Sure (come ha detto a fine agosto a Praga), ma ad alcune condizioni. Innanzitutto il nuovo programma Ue per la crisi energetica dovrebbe avere la forma di prestiti (come Sure) e non di sussidi (come in parte il Recovery Fund). L'importo totale sarebbe inferiore a quello impiegato durante la pandemia e considererebbe anche le cifre non spese del Next Generation Eu. Inoltre la Germania vuole prima avere rassicurazioni sulla linea del nuovo governo italiano a guida Giorgia Meloni su politiche europee e conti pubblici. Quanto alle regole fiscali, presto entreranno nel vivo le negoziazioni sul Patto di Stabilita'. Questo mese la Commissione Ue presentera' le proposte di revisione. Si punta a "una semplificazione" delle norme, perseguendo "sostenibilita' dei conti pubblici e della crescita", con "piani macroeconomici di medio termine su vari anni", ha detto ieri Gentiloni all'Ania. "Abbiamo due montagne da scalare: una montagna di debito e una montagna di investimenti" nell'energia, ha sottolineato il commissario Ue. red fine MF-DJ NEWS

11/10/2022 08:24
 
Vår Energi taglia la guidance sui volumi 2022, perché le implicazioni sono limitate per Eni
di Francesca Gerosa

La jv norvegese rivede del -6% il target sulla produzione 2022 a 220-225mila barili di petrolio equivalente al giorno. Al via l'export di olio vegetale dal Kenya per la bioraffinazione. Focus sul terzo trimestre: Goldman Sachs vede l'utile netto adjusted calare del 34% trimestre su trimestre​

Vår Energi taglia la guidance sui volumi 2022, ma Equita Sim vede implicazioni limitate per Eni. La jont venture norvegese di Eni con la società di private equity HitecVision ha pubblicato un aggiornamento, rivendendo la guidance sulla produzione per l'intero esercizio 2022 a 220-225mila barili di petrolio equivalente al giorno, ovvero il 6% in meno rispetto ai 230-245mila barili di petrolio equivalente al giorno comunicati in precedenza. Solo nel terzo trimestre di quest'anno la produzione media è attesa a 215mila barili di petrolio equivalente al giorno (-11% anno su anno, +2% trimestre su trimestre), influenzata dai problemi operativi nei campi gestiti anche dai partner. Nel terzo trimestre la produzione di greggio e gas naturale liquefatto è stata pari al 63% (60% nel secondo trimestre 2022), mentre la produzione di gas è stata del 37% (40%).

Ecco perché il taglio della guidance di Vår Energi sui volumi ha implicazioni limitate per Eni

Quanto al prezzo medio realizzato ponderato per il volume di 139 dollari/boe (petrolio 108/bbl, gas 204/bbl) è balzato del +97% anno su anno (+12% trimestre su trimestre). Vår Energi ha stipulato contratti a prezzo fisso nel quarto trimestre 2021/primo trimestre 2022 per circa il 18% dei volumi di gas del terzo trimestre a un prezzo medio di 140 dollari/boe. Infine, la perdita per l'effetto cambi è stata di circa 260 milioni di dollari a causa dell'indebolimento della corona norvegese nel terzo trimestre. Vår Energi pubblicherà i risultati completi il prossimo 25 ottobre. Equita Sim ritiene che questo aggiornamento abbia implicazioni limitate per il titolo Eni perché i prezzi realizzati più alti compensano i minori volumi e la perdita a livello di cambi. In quota Eni, ha ricordato la Sim, Vår Energi rappresenta circa l'8% dei volumi upstream.

Al via l'export di olio vegetale dal Kenya per la bioraffinazione

Separatamente Eni ha comunicato che il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni in Kenya è partito dal porto di Mombasa, diretto alla bioraffineria di Gela. Si avvia così il sistema di trasporto e logistica che supporterà la catena del valore nel Paese, partendo da una produzione di 2.500 tonnellate entro la fine dell'anno, per poi salire rapidamente a 20.000 tonnellate nel 2023. L'olio vegetale è prodotto nell'agri-hub di Makueni, l'impianto inaugurato dall'azienda a luglio.

"A soli tre mesi dallo startup di Makueni inizia l'export di olio vegetale per le bioraffinerie, attraverso un modello di integrazione verticale che consente di promuovere uno sviluppo locale sostenibile e di valorizzare la filiera per la produzione di biocarburanti. Questi sono i semi di una nuova energia, un passo concreto per decarbonizzare i trasporti con un approccio innovativo che a partire dalla produzione del Kenya si estenderà l’anno prossimo al Congo, e successivamente agli altri Paesi africani e alle aree geografiche in cui stiamo portando avanti questi progetti", ha commentato il ceo, Claudio Descalzi.

Eni ha lanciato il progetto in Kenya nel 2021, a valle della firma del memorandum d'intesa con le istituzioni keniote. L'iniziativa prevede la costruzione di altri agri-hub, con il secondo che entrerà in esercizio già nel 2023 e l'aumento della produzione con il coinvolgimento di decine di migliaia di agricoltori, contribuendo in maniera significativa a promuovere lo sviluppo rurale del Paese e alla creazione di valore nel lungo periodo. In aggiunta all’ olio vegetale, Eni pianifica di esportare anche l'olio da cucina usato (UCO) raccolto nelle catene di hotel, nei ristoranti e nei bar di Nairobi, tramite un progetto già avviato che promuove la cultura del riciclo. Entro il 2025, l'azienda punta a coprire il 35% dell'approvvigionamento delle proprie bioraffinerie grazie all'integrazione verticale della filiera degli agri-feedstock e waste&residue, che permetterà di assicurare volumi di olio vegetale in un contesto sfidante in termini di prezzi, domanda crescente di energia e disponibilità di oli sostenibili.

Titolo Eni in calo a Piazza Affari in scia alla flessione del Brent

Equita Sim ha confermato il rating buy e il target price a 19 euro sul titolo Eni, in calo del 2,21% a 11,52 euro a Piazza Affari complice un prezzo del Brent in flessione dello 0,86% a 95,36 dollari al barile. Ieri 10 ottobre non solo la controllata Plenitude, che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di servizi energetici e una vasta rete di punti di ricarica per veicoli elettrici, ha inaugurato il parco eolico spagnolo El Monte da 104,5 MW, nella regione Castiglia-La Mancha, ma Eni ha anche annunciato l'avvio della produzione da due campi a gas relativi al contratto di Berkine Sud, in Algeria, a soli 6 mesi dall'assegnazione del contratto, attraverso uno sviluppo accelerato (fast track). La produzione del Berkine Sud è operata da Eni e Sonatrach e risulta attualmente di 1 milione di standard metri cubi al giorno di gas (MSm3/d) circa e 4 mila barili al giorno di liquidi associati. Si prevede entro la fine dell'anno l'aumento a circa 2 MSm3/d, arrivando a saturare la capacità di trattamento di gas dell'impianto di MLE, pari a 11 MSm3/d.

Focus sul terzo trimestre, Goldman Sachs vede l'utile netto adjusted calare del 34% trimestre su trimestre

Eni riunisce il cda sui conti del terzo trimestre il prossimo 28 ottobre. Gli analisti di Goldman Sachs (rating buy e target price a 18 euro) si aspettano nel terzo trimestre una produzione totale di 1.600 kboepd, +1% trimestre su trimestre, un utile netto adjusted di 2.521 milioni di euro (-34% trimestre su trimestre), un utile operativo di gruppo a 4.250 milioni, -27% trimestre su trimestre, un utile per azione pari a 0,74 euro (-34%) con un cashflow operativo pari a 4.500 milioni (-13%).

Ultimo aggiornamento: 11/10/2022 10:35
 
SNAM: VENIER, RIGASSIFICATORI DI PIOMBINO E RAVENNA "SONO INDISPENSABILI"

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Roma, 11 ott - I rigassificatori floating di Ravenna e Piombino "sono indispensabili". Lo ha detto l'amministratore delegato di Snam, Stefano Venier intervenuto ai Green Talk di Rcs Academy. "Piombino e' un'infrastruttura classificata come 'strategica' ed e' oggetto di decreto specifico. E' questa cornice in cui stiamo lavorando e che ci da' la certezza sui tempi con la possibilita' di operare tra una ventina di giorni se ci sara' data l'autorizzazione" ha spiegato parlando del rigassificatore di Piombino, di cui si sta molto discutendo. "Stiamo facendo il medesimo percorso in parallelo anche su Ravenna rispondendo a tutte le domande che ci sono state fatte. E' un'infrastruttura che ci consentira' di raccogliere gas nel periodo estivo per l'inverno".
Ale
(RADIOCOR) 11-10-22 11:38:02
 
Eni: al via export olio vegetale dal Kenya per bioraffinazione

MILANO (MF-DJ)--Il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni in Kenya e' partito dal porto di Mombasa, diretto alla bioraffineria di Gela. Si avvia cosi' il sistema di trasporto e logistica che supportera' la catena del valore nel Paese, partendo da una produzione di 2.500 tonnellate entro la fine del 2022, per poi salire rapidamente a 20.000 tonnellate nel 2023. L'olio vegetale, spiega una nota, e' prodotto nell'agri-hub di Makueni, l'impianto inaugurato dall'azienda a luglio, dove avviene la spremitura di sementi di ricino, di croton e di cotone. Sono agri-feedstock non in competizione con la filiera alimentare, coltivati in aree degradate, raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sotto-prodotti agricoli, offrendo opportunita' di reddito e accesso al mercato a migliaia di agricoltori. Nel centro, inoltre, si producono anche mangimi e bio-fertilizzanti, derivati dalla componente proteica dei semi, a beneficio delle produzioni zootecniche, contribuendo cosi' alla sicurezza alimentare. "A soli tre mesi dallo startup di Makueni inizia l'export di olio vegetale per le bioraffinerie, attraverso un modello di integrazione verticale che consente di promuovere uno sviluppo locale sostenibile e di valorizzare la filiera per la produzione di biocarburanti. Questi sono i semi di una nuova energia, un passo concreto per decarbonizzare i trasporti con un approccio innovativo che a partire dalla produzione del Kenya si estendera' l'anno prossimo al Congo, e successivamente agli altri Paesi africani e alle aree geografiche in cui stiamo portando avanti questi progetti", ha detto Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. Eni Kenya, la sua filiera e tutti gli agri-feedstock sviluppati sono certificati secondo lo schema di sostenibilita' ISCC-EU (International Sustainability and Carbon Certification), uno dei principali standard volontari riconosciuti dalla Commissione europea per la certificazione di biocarburanti (RED II). Eni e' stata la prima azienda al mondo a certificare il ricino e il croton e a permettere a un cotonificio africano di raggiungere tali standard di garanzia, offrendo nuove opportunita' di mercato agli agricoltori locali per questa materia prima. La societa' ha lanciato il progetto in Kenya nel 2021, a valle della firma del memorandum d'intesa con le istituzioni keniote. L'iniziativa prevede la costruzione di altri agri-hub, con il secondo che entrera' in esercizio gia' nel 2023, e l'aumento della produzione con il coinvolgimento di decine di migliaia di agricoltori, contribuendo in maniera significativa a promuovere lo sviluppo rurale del Paese e alla creazione di valore nel lungo periodo. In aggiunta all'olio vegetale, Eni pianifica di esportare anche l'olio da cucina usato (Uco) raccolto nelle catene di hotel, nei ristoranti e nei bar di Nairobi, tramite un progetto gia' avviato che promuove la cultura del riciclo, sensibilizzando gli operatori economici sui benefici ambientali e sanitari del corretto smaltimento degli oli usati, generando reddito da un rifiuto. Il Kenya fa da apripista per le iniziative di Eni nella catena agro-industriale, che al momento includono Congo, Mozambico, Angola, Costa d'Avorio, Benin, Ruanda e Kazakistan. Per questi Paesi, cosi' come per l'Italia, sono stati avviati studi di fattibilita' con l'obiettivo di condurre nelle realta' piu' mature una prima fase di attivita' agricola a partire dal 2022, per poi procedere con la costruzione di impianti di spremitura di semi per la bioraffinazione. Il primo carico di olio vegetale e' destinato alla bioraffineria Eni di Gela. Avviata nel 2019, con una capacita' autorizzata di 750 mila tonnellate/anno, e' tra i piu' innovativi impianti in Europa e presenta un'elevata flessibilita' operativa, riuscendo a trattare diversi tipi di cariche. Entro il 2025, l'azienda punta a coprire il 35% dell'approvvigionamento delle proprie bioraffinerie grazie all'integrazione verticale della filiera degli agri-feedstock e waste&residue, che permettera' di assicurare volumi di olio vegetale in un contesto sfidante in termini di prezzi, domanda crescente di energia e disponibilita' di oli sostenibili. cos francesca.costantini@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

11/10/2022 11:33
 
Azioni, chi comprare e chi no fra i big oil
di Giorgia Costa

Gli analisti di Société Générale hanno individuato i titoli petroliferi che rappresentano una valida occasione di acquisto in una prospettiva di medio periodo. Fra quelli con il maggior total return ci sono Eni, Galp e Omv

https://www.milanofinanza.it/news/azioni-chi-comprare-e-chi-no-fra-i-big-oil-202210112001157490


Lo stralcio:

3) Eni. Il rating del gruppo guidato da Claudio Descalzi è buy (comprare) con target price 17,5 euro, che implica un total return (performance + rendimento della cedola) del 56%. Il dividend yield 2022 e 2023 è 7,5% in entrambi gli esercizi. La performance a sei mesi è -14,7%.
 
Eni: detiene 4,19% capitale da avvio buy back

ROMA (MF-DJ)--Nel periodo compreso tra il 3 e il 7 ottobre, Eni ha acquistato 13.255.779 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 11,5736 euro per azione, per un controvalore complessivo di 153.417.330,55 euro nell'ambito dell'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie deliberata dall'assemblea dell'11 maggio 2022. Dall'inizio del programma, informa una nota, Eni ha acquistato 118.034.425 azioni proprie (pari al 3,30% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 1.384.243.152 euro. A seguito degli acquisti effettuati fino al 7 ottobre, considerando le azioni proprie gia' in portafoglio e l'annullamento di 34.106.871 azioni proprie deliberato dall'assemblea, Eni detiene 149.765.727 azioni proprie pari al 4,19% del capitale sociale. gug (fine) MF-DJ NEWS

12/10/2022 11:21
 
Energia: Italia-Germania, intesa sul gas (MF)

MILANO (MF-DJ)--"Non forniremo energia agli Stati che opteranno per un tetto ai prezzi". Piu' che un avvertimento, si cela una minaccia nelle parole di Vladimir Putin al forum della Settimana dell'energia russa. L'annuncio mira a intimorire i ministri dell'Ue, riuniti a Praga. Senza frutti, perche' dal vertice informale emerge un compromesso sul tetto al prezzo del gas. L'intesa tra Italia e Germania e' precaria, ma viene comunque sottoposta alla Commissione, chiedendole di avanzare una proposta entro il Consiglio Energia formale del 25 ottobre. Sono due, scrive MF,le strade suggerite. La prima prevede di eliminare, dai contratti di fornitura, i riferimenti alla borsa di Amsterdam (soggetta a fluttuazioni e speculazioni) per ridare stabilita' ai prezzi. La seconda, invece, consiglia di imporre un tetto sul mercato all'ingrosso. Ma chiede anche di creare un meccanismo separato per far combaciare offerta e domanda quando il price cap viene raggiunto. Le opinioni dei ministri dell'Ue divergono su quale delle due vie sia migliore. Ecco perche' il mercato sembra aver dato piu' peso alle minacce di Putin: ad Amsterdam il prezzo del gas chiude in rialzo, a 160 euro al megawattora (+2,17%). glm (fine) MF-DJ NEWS

13/10/2022 08:51
 
Idrogeno verde: Enel Green Power ed Eni beneficiari del progetto Ue IPCEI Hy2Use

di Alessandra Caparello
13/10/2022 12:45

(Finanza.com) Enel Green Power ed Eni, con due progetti per lo sviluppo di idrogeno verde, sono tra i beneficiari italiani del supporto pubblico autorizzato dalla Commissione europea nell’ambito di IPCEI Hy2Use, il progetto comune di interesse europeo elaborato e notificato congiuntamente da tredici Stati Membri, che erogheranno complessivamente fino a 5,2 miliardi di euro per sostenere la ricerca e l’innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell’idrogeno. Intestatario della notifica di finanziamento è South Italy Green Hydrogen, la joint venture creata dalle due società per portare avanti lo sviluppo dei progetti.

Gli impianti saranno realizzati uno all’interno della bioraffineria di Gela, dove sarà installato un elettrolizzatore da 20 MW, e l’altro nelle vicinanze della raffineria di Taranto, dove sarà installato un elettrolizzatore da 10 MW, entrambi con tecnologia PEM. L’idrogeno verde, prodotto utilizzando esclusivamente energia rinnovabile, è stato individuato dalle due aziende come soluzione idonea per contribuire al processo di decarbonizzazione dei due stabilimenti.

La realizzazione dei progetti potrà essere oggetto di successivi accordi che verranno definiti nel rispetto della normativa applicabile, ivi inclusa quella in materia di operazioni tra parti correlate.

Nel segmento dell’idrogeno verde, il Gruppo Enel sta sviluppando progetti anche in Spagna, Cile e Stati Uniti.

Eni, principale produttore e consumatore di idrogeno in Italia, ha inoltre inaugurato a giugno 2022 la stazione di servizio idrogeno di Mestre e sta studiando ulteriori iniziative in Italia e all’estero per la decarbonizzazione delle industrie hard to abate e della mobilità pesante. L’obiettivo è di arrivare a produrre 4 MTPA di idrogeno low carbon e rinnovabile al 2050.
 
13/10/2022 13:21 - EQ
Eni - Potenziale acquisizione di Plt Energia.
Secondo quanto riportato da MF, Plenitude avrebbe fatto un offerta che dovrebbe valutare l’intero perimetro di Plt Energia a €800 mn. PLT Energia è un gruppo operativo sulle rinnovabili con una capacità di 293 Mw eolici e 50 Mw fotovoltaici. Plenitude avrebbe raggiunto un accordo, che dovrebbe durare fino a metà novembre, per trattare in esclusiva l`ingresso nella società.
La notizia era emersa la settimana scorsa dove si ipotizzava un’offerta da €1 bn.

BUY con Target Price 19
 
Enel/Eni: finanziamenti pubblici a 2 progetti idrogeno verde dopo ok Ue

MILANO (MF-DJ)--Due progetti per lo sviluppo di idrogeno verde da parte di Enel Green Power ed Eni, tra i beneficiari italiani del supporto pubblico autorizzato dalla Commissione europea nell'ambito di Ipcei Hy2Use, il progetto comune di interesse europeo elaborato e notificato congiuntamente da 13 Stati membri, che erogheranno complessivamente fino a 5,2 miliardi di euro per sostenere la ricerca e l'innovazione, la prima applicazione industriale e la costruzione delle relative infrastrutture nella catena del valore dell'idrogeno. Intestataria della notifica di finanziamento e' South Italy Green Hydrogen, la joint venture creata dalle due societa' per portare avanti lo sviluppo dei progetti. Gli impianti, spiega una nota, saranno realizzati uno allminterno della bioraffineria di Gela, dove sara' installato un elettrolizzatore da 20 Mw, e l'altro nelle vicinanze della raffineria di Taranto, dove sara' installato un elettrolizzatore da 10 Mw, entrambi con tecnologia Pem. L'idrogeno verde, prodotto utilizzando esclusivamente energia rinnovabile, e' stato individuato dalle due aziende come soluzione idonea per contribuire al processo di decarbonizzazione dei due stabilimenti. "Siamo orgogliosi dell'inserimento di questi progetti tra quelli selezionati dall'Unione europea nell'ambito del prestigioso Ipcei Hy2Use", ha dichiarato Salvatore Bernabei, ceo di Enel Green Power, aggiungendo che "le due iniziative in collaborazione con Eni costituiscono un passo importante per la realizzazione di impianti di elettrolisi utility scale, consentendo di testare ed accelerare lo sviluppo di tutta la filiera per la produzione di idrogeno verde in Europa". "Affrontare in modo efficace la transizione energetica nel quadro di sistemi economici e industriali diversificati e complessi significa utilizzare tutte le tecnologie a disposizione in grado di decarbonizzare i molteplici ambiti emissivi", ha commentato Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution di Eni. "L'idrogeno e' una delle strade che Eni sta percorrendo e siamo lieti che questi progetti con Enel siano stati selezionati dall'Unione Europea nell'ambito dell'importante progetto comunitario IPCEI Hy2Use", ha aggiunto. La realizzazione dei progetti potra' essere oggetto di successivi accordi che verranno definiti nel rispetto della normativa applicabile, ivi inclusa quella in materia di operazioni tra parti correlate. Nel segmento dell'idrogeno verde, il Gruppo Enel sta sviluppando progetti anche in Spagna, Cile e Stati Uniti. Eni, principale produttore e consumatore di idrogeno in Italia, ha inoltre inaugurato a giugno la stazione di servizio idrogeno di Mestre e sta studiando ulteriori iniziative in Italia e all'estero per la decarbonizzazione delle industrie hard to abate e della mobilita' pesante. L'obiettivo e' arrivare a produrre 4 Mtpa di idrogeno low carbon e rinnovabile al 2050. cos francesca.costantini@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

13/10/2022 15:03
 
Snam/Eni: ok Comm.Ue a creazione jv per import gas da Algeria

MILANO (MF-DJ)--La Commissione Europea ha approvato, ai sensi del Regolamento Ue sulle concentrazioni, la creazione di una joint venture tra Snam ed Eni, che avra' sede in Italia e controllera' il Trans-Mediterranean Pipeline, utilizzato per importare gas dall'Algeria in Italia. Snam, si legge in una nota della Commissione Ue, e' il principale operatore del sistema di trasporto del gas in Italia ed e' attiva anche nelle infrastrutture di importazione del gas, mentre Eni e' attiva lungo l'intera catena del valore del petrolio e del gas e controlla gli enti che gestiscono gasdotti di importazione in Italia. La Commissione ha concluso che l'acquisizione proposta non sollevera' problemi di concorrenza, dato che il gasdotto transmediterraneo e le altre infrastrutture di importazione del gas in Italia non sono concorrenti diretti. Nella sua valutazione, la Commissione ha anche tenuto conto della normativa italiana vigente in materia di tariffe praticate dai metanodotti regolamentati e dai terminali di gas naturale liquefatto nonche' degli obblighi di accesso al sistema di trasporto di Snam. La Commissione ha concluso che l'acquisizione proposta non sollevera' problemi di concorrenza. L'operazione e' stata esaminata nell'ambito della normale procedura per l'esame delle fusioni. cos (fine) MF-DJ NEWS

14/10/2022 12:30
 
Energia, verso l'obbligo di acquisti congiunti di gas in Europa
di Angela Zoppo

Alla vigilia del Consiglio europeo del 18 ottobre, la proposta di una piattaforma comune per riempire il 15% degli stoccaggi. Al Ttf prezzo sotto 140 euro a MWh, il più basso da giugno​

Obbligo di acquisti congiunti di gas per almeno il 15% dei quantitativi necessari a tenere pieni gli stoccaggi. In vista del Consiglio del 18 ottobre, la Commissione europea propone "di dotare l'Ue degli strumenti giuridici per l'acquisto congiunto di gas". Si tratta di uno stock tra i 13 e i 14 miliardi di metri cubi. Come? Attraverso la creazione di una piattaforma comune per "coordinare il riempimento" dei depositi, e che preveda "una partecipazione obbligatoria degli Stati membri all'aggregazione della domanda per almeno il 15% del volume di riempimento dello stoccaggio". Lo si legge nella bozza della comunicazione sulle nuove misure per fronteggiare il caro energia che sarà presentata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Ad oggi, secondo i dati europei Gie-Agsi aggiornati al 14 ottobre, la media di riempimento degli stoccaggi è del 91%. L'Italia è ben posizionata con circa il 95%.

Il tetto ai prezzi e altre misure d'emergenza

Il Consiglio europeo del 18 ottobre con tutta probabilità darà anche disco verde alla proposta di un price cap dinamico al prezzo del gas scambiato al Ttf, la piattaforma europea di riferimento, che ha aperto la seduta di lunedì 17 ottobre in calo con i futures di novembre a 134 euro per MWh, il prezzo più basso toccato da giugno scorso, per poi riportarsi a 142 euro per MWh, comunque in discesa del 12%. Il price cap dinamico preso in considerazione da Bruxelles è però di una misura che sarà applicata in maniera molto cauta, per un periodo di 3 mesi e solo in ultima istanza, tenendo presente le quotazioni del gas naturale liquefatto fino a fine 2022. (riproduzione riservata)

Ultimo aggiornamento: 17/10/2022 11:47
 
Analisi tecnica: Eni (MFIU)

ROMA (MF-DJ)--Eni e' sceso verso il sostegno posto a 11,35 euro prima di effettuare un pronto recupero. Il quadro tecnico di breve termine appare costruttivo: il breakout dei 12 euro puo' innescare un veloce spunto rialzista verso 12,23-12,25. Monitorare. red fine MF-DJ NEWS

17/10/2022 09:13
 
ENI STUDIA REALIZZAZIONE TERZA BIORAFFINERIA A LIVORNO

Eni ha incontrato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e i sindaci di Livorno, Luca Salvetti, e di Collesalvetti, Adelio Antolini, ai quali ha confermato che è allo studio la possibile realizzazione, all'interno del sito industriale Eni di Livorno, di una nuova bioraffineria.

Lo studio di fattibilità prevede la costruzione di tre nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati: un'unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining da 500mila tonnellate/anno e un impianto per la produzione di idrogeno da gas metano. La realizzazione della nuova bioraffineria all'interno dell'area industriale, che oggi ospita gli impianti per la produzione di carburanti e lubrificanti, consentirebbe di massimizzare le sinergie con le infrastrutture già disponibili e di assicurare un futuro produttivo e occupazionale al sito.

"Stiamo lavorando per aggiungere un importante milestone alla strategia di decarbonizzazione di Eni e al percorso intrapreso molti anni fa, con la trasformazione, a Venezia nel 2014, della prima raffineria in bioraffineria - ha commentato Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni -. La coesistenza di impianti bio e tradizionali è stata proficuamente testata con la recente produzione a Livorno di Eni Biojet, il primo SAF (Sustainable Aviation Fuel), esclusivamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esausti grazie alla sinergia con la bioraffineria Eni di Gela. Il nostro obiettivo è aumentare la disponibilità di prodotti decarbonizzati e sostenibili ai nostri clienti e di traguardare i target di riduzione delle emissioni scope 3".
"Esprimo grande apprezzamento per la decisione di Eni di studiare la riconversione della raffineria di Livorno in una bioraffineria improntata ad una transizione energetica sostenibile sia in termini ambientali che di mercato di sbocco - ha rilanciato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani -. L'innovazione tecnologica e la rilevanza dell'investimento, così come le sinergie impiantistiche tra nuove e precedenti attività produttive, dischiudono una vera prospettiva di sviluppo attenta anche a mantenere la forza lavoro e l'intera filiera produttiva. Si tratta di scelte lungimiranti, compatibili con il territorio di riferimento, che potranno altresì beneficiare della competitività infrastrutturale derivante dall'ammodernamento dello stesso porto di Livorno con la darsena Europa".
Luca Salvetti, Sindaco di Livorno, ha commentato: "In questi tre anni di mandato, la definizione di chiare prospettive industriali e occupazionali per la raffineria Eni di Stagno ha visto il nostro impegno costante a fianco di istituzioni, sindacato e azienda, con l'imprescindibile obiettivo di dare un futuro all'impianto e certezze ai lavoratori. È grande la soddisfazione nel constatare come gli sforzi di tutte le parti abbiano portato all'individuazione di un percorso virtuoso che ci auguriamo porti alla realizzazione nel nostro sito di una nuova bioraffineria. Progetto che coniuga obbiettivi industriali, compatibilità ambientale e stabilità occupazionale. Il percorso ci ha visti attivamente impegnati, giungendo nel marzo di quest'anno a sedere al tavolo di confronto voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico a fianco dei vertici aziendali, del Presidente Giani e dei rappresentanti dei lavoratori. Quell'impegno inizia ora a dare i suoi frutti e la strada sembra tracciata. Il lavoro è, e resterà sempre, al centro degli obiettivi di questa amministrazione, pronta a fornire anche in futuro una stabile e collaborativa interlocuzione istituzionale a tutti i soggetti impegnati su questo fronte".

Adelio Antolini, Sindaco di Collesalvetti, ha commentato: "La realizzazione di una bioraffineria dentro lo stabilimento Eni di Stagno, che col sindaco Luca Salvetti prospettammo in una conferenza stampa nel gennaio 2021 come una soluzione opportuna per il nostro territorio sia per il mantenimento dei posti di lavoro qualificati sia per l'ambiente, oggi sta diventando una realtà. Questo studio è già un risultato e un impegno per lo sviluppo futuro con un investimento di Eni ad alto livello di innovazione tecnica. Un bel lavoro di squadra di Eni e Regione Toscana con i Comuni di Livorno e Collesalvetti".

La progettazione dei tre nuovi impianti a Livorno sarà ultimata entro il 2023 e la realizzazione potrebbe avvenire entro il 2025.

Il piano di trasformazione della raffineria di Livorno sarà oggetto di un percorso di confronto con le istituzioni del territorio e con le organizzazioni sindacali di categoria nell'ambito del modello relazioni industriali partecipativo e inclusivo.

Eni è il secondo produttore di biocarburanti in Europa, con 1,1 milioni di tonnellate/anno e gli obiettivi di incrementare la quota a 2 milioni entro il 2025 e a 6 nel prossimo decennio. Le bioraffinerie di Venezia e Gela trasformano in biocarburanti di alta qualità – biodiesel, ma anche bio-GPL e bio-nafta anche a uso dell'industria chimica - materie prime di scarto, residui e rifiuti che derivano da processi di trasformazione di prodotti vegetali o oli da colture non in competizione con la filiera alimentare. Dal 2023 Eni non tratterà più olio di palma e renderà disponibile il biocarburante idrogenato in purezza, contenente il 100% di componente biogenica, che può abbattere fino al 90% le emissioni GHG (GreenHouse Gas) Well to Wheel, ovvero lungo tutta l'intera filiera logistica e produttiva, fino al suo utilizzo finale.

(TELEBORSA) 17-10-2022 15:30
 
Oggi sul quotidiano MF-DJ

Gas, dall'Ue price cap a metà. Potrà essere applicato soltanto per 3 mesi come misura di ultima istanza
di Angela Zoppo

Al Consiglio Europeo una proposta soft che non scontenta Berlino Al Ttf il prezzo scende a 127 euro
 
Oggi sul quotidiano MF-DJ

Meloni taglia subito la benzina. Alla prima riunione il consiglio dei ministri dovrà approvare il decreto sulle accise
di Andrea Pira

Tra Meloni e Berlusconi ritorna il sereno: accordo di governo vicino Forza Italia chiede cinque ministeri
 
Il riassunto:

Gas: dall'Ue price cap a meta' (MF)

ROMA (MF-DJ)--"Il Consiglio, su proposta della Commissione, puo' adottare una decisione che fornisca un meccanismo per limitare i casi di prezzi estremi". Su questa base e con la massima cautela, oggi a Lussemburgo, il Consiglio europeo si prepara ad aprire al tetto al prezzo del gas, flessibile e a tempo determinato, in vista delle riunioni del 20 e 21 ottobre. La proposta accoglie solo in parte un intervento pieno su un price cap europeo, come richiesto da ben 15 Paesi, Italia compresa. Si tratta piuttosto di un compromesso, edulcorato per non scontentare Germania, Austria e Paesi Bassi, contrari a misure drastiche che a loro avviso sostengono porterebbero a una carenza di gas e a disincentivare il risparmio energetico. Un po' meno insomma, persino di quello che si immaginava dopo che la stessa presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, aveva espresso i suoi dubbi su un meccanismo piu' drastico in esclusiva chiave anti-Russia. Qualsiasi tipo di tetto, scrive MF-Milano Finanza, e' comunque abbastanza per alimentare nuove tensioni con Mosca, sentite le parole del ceo di Gazprom, Alexei Miller: "Tale decisione unilaterale sarebbe sicuramente una violazione dei termini contrattuali essenziali, che comporterebbe la sospensione delle forniture". In base a quanto si legge nella bozza di proposta, l'orientamento e' per un tetto di prezzo dinamico, di ultima istanza, da applicare percio' in condizioni straordinarie, accompagnato da limiti obbligatori sulle oscillazioni dei prezzi giornalieri scambiati al Ttf, da decidere entro fine gennaio. L'Acer, l'Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori nazionali dell'energia, dovra' indicare un prezzo di riferimento entro il 23 marzo, valido per il gas naturale liquefatto, che diventera' un benchmark per un mercato alternativo al Ttf. Dopo settimane di discussioni, insomma, si e' arrivati a una decisione mutilata, alla quale pero' il mercato ha reagito positivamente, con un ribasso dei prezzi del gas che non si vedeva da giugno scorso. Al Ttf, il future di novembre ha aperto a 134 euro a MWh, in flessione del 15%, per poi concludere con calo ancora piu' consistente, a 127 euro al MWh, in ulteriore ribasso del 9% rispetto all'apertura. LA bozza che arrivera' al Consiglio, contiene anche l'obbligo di acquisti congiunti di gas per almeno il 15% dei quantitativi necessari a tenere pieni gli stoccaggi. La Commissione europea, infatti, propone "di dotare l'Ue degli strumenti giuridici per l'acquisto congiunto di gas". Si tratta di uno stock tra i 13 e i 14 miliardi di metri cubi. Si procedera' attraverso la creazione di una piattaforma comune per "coordinare il riempimento" dei depositi, e che preveda "una partecipazione obbligatoria degli Stati membri all'aggregazione della domanda per almeno il 15% del volume di riempimento dello stoccaggio". A oggi, secondo i dati europei Gie-Agsi, la media di riempimento degli stoccaggi e' di oltre il 92%. L'Italia e' ben posizionata con circa il 94%, Francia e Germania rispettivamente hanno riempito i depositi al 98,7% e a 95,6%. Un nuovo attacco alla piattaforma Ttf, intanto, e' arrivato dal presidente della Conferenza delle Regioni e del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. " alquanto particolare che a determinare i prezzi del gas e dell'energia sia una borsa di fatto privata, quella di Amsterdam, con pochissimi scambi, dove insiste una speculazione abominevole. Questo e' inaccettabile, non si puo' pensare di mettere in ginocchio il sistema produttivo europeo su una borsa privata", ha detto. "In una borsa normale in caso di aumento o diminuzione eccessiva, le azioni vengono sospese, e non sono un bene primario come gas o energia, i cui prezzi invece paradossalmente possono salire indiscriminatamente. Dobbiamo darci delle regole", ha concluso Fedriga. red fine MF-DJ NEWS

18/10/2022 08:36
 
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