Eni - solo news - n.3

Eni: separa la cedola dal barile (MF)​

ROMA (MF-DJ)--C'e' un aspetto della nuova politica del dividendo Eni che forse e' passato sottotraccia, vista la tanta carne messa al fuoco col piano strategico 2023-2026, presentato al mercato il 23 febbraio. Ma per il Cane a sei zampe e i suoi azionisti rappresenta invece un grande cambiamento, all'insegna della semplificazione. In poche parole, scrive MF-Milano Finanza, il gruppo guidato dall'ad Claudio Descalzi ha deciso che la cedola non verra' piu' indicizzata al barile ma sara' basata su un payout, in pratica sara' alimentata da una percentuale tra il 25 e il 30% del flusso di cassa operativo, in combinazione col nuovo programma di buyback da 2,2 miliardi di euro. Per il 2023 a ogni azionista andranno 0,94 euro per azione, in aumento del 7% sul 2022 (0,88 euro per azione), e pari a uno yield del 7%, che sale all'11% includendo il riacquisto di azioni proprie. Altro aspetto importante: il dividendo non puo' scendere. La flessibilita' racchiusa in quella forchetta del 25-30% della cassa potra' semmai incidere sull'ammontare del buyback, ma senza toccare la cedola. Questa formula spazza via la precedente, che era stata adottata a luglio 2020 in piena pandemia Covid, mentre le altre big oil avevano semplicemente tagliato la remunerazione dei soci senza pero' dare visibilita' alla dividend policy. Il gruppo guidato dall'ad Descalzi aveva adottato un meccanismo che prevedeva un dividendo minimo di 36 centesimi di euro, crescente in funzione delle quotazioni del Brent, spiegando al mercato che, con un barile tra 45 e 60 dollari, ogni 5 dollari di aumento avrebbero incrementato di 900 milioni il flusso di cassa. Nelle intenzioni del management l'obiettivo era compensare la volatilita' del mercato con una strategia che potesse dare certezze agli azionisti, traducendo i rialzi del greggio in rialzi della cedola. All'aumento del dividendo da 0,86 a 0,88 euro riconosciuto sull'esercizio 2022, infatti, si era arrivati proprio sulla base del prezzo di riferimento del Brent tra 80 e 90 dollari al barile. Il cambio di passo annunciato al Capital Market Day 2023 non e' dovuto solo alla complessita' della dividend policy precedente bensi', come Eni sta spiegando in questi giorni di roadshow, al fatto che i flussi operativi oggi sono alimentati in misura crescente da altri business. Il contributo dei settori Ggp (Global Gas & Lng Portfolio) e R&M (Refining & Marketing), per esempio, e' passato dal 4% del 2021 al 20% del 2022. In particolare R&M nello scorso esercizio ha registrato il risultato operativo piu' alto di sempre, a 2,2 miliardi di euro. Continuare a legare la politica dei dividendi ai soli prezzi Brent sarebbe limitante, e' il ragionamento, e non rispecchierebbe l'evoluzione di Eni. Quanto al nuovo programma di buyback, potra' partire subito dopo il via libera dell'assemblea degli azionisti, a maggio. Nel migliore degli scenari Eni ha la possibilita' di aumentarlo fino a un massimo complessivo di 3,5 miliardi di euro. alu fine MF-DJ NEWS
 

BOLLETTE LUCE E GAS VERSO IL CALO: ECCO DI QUANTO​

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(Teleborsa) - Dopo mesi in salita sul fronte delcaro bollette, gli italiani intravedono unospiraglio di luce. Del resto, gli indizi sono incoraggianti: da un lato continua la discesa dei prezzi dell'energia, stoccaggi pieni e inverno caratterizzato da temperature particolarmente miti hanno completato un quadro che nel corso dei mesi è diventato più incoraggiante di quanto si temeva. Nel dettaglio, il prezzo del gas . ora intorno ai 50 euro al megawattora - ha toccato i minimi dal 2021. Valori decisamente lontani dal tetto massimo ai prezzi del gas naturale fissato dall' Ue a 180 euro per megawattora.



Cresce intanto l'attesa per le nuove tariffe del mercato tutelato che l'ARERA, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, renderà note nelle prossime ore, giovedì 2 marzo.

Se dovessero essere confermate le previsioni formulate nei giorni scorsi dal presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli si andrebbe nella direzione di un taglio ad inizio marzo del17% per il gas e del 25% per l'elettricità il primo aprile (quando sarà reso noto l'aggiornamento trimestrale anche per la luce). Uno scenario confermato dal ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto. "Se il trend è quello che stiamo vivendo - ha detto -, credo che avremo di nuovo una riduzione rilevantissima del gas e anche dell'energia nella prossima decisione di ARERA".

Anche il Codacons ha annunciato buone notizie in arrivo per le famiglie italiane sul fronte delle bollette energetiche. "Con i prezzi del gas che da giorni si mantengono al di sotto dei 51 euro al megawattora, le tariffe in bolletta per il mese di febbraio sul mercato tutelato (che saranno comunicate da Arera a inizio marzo) dovrebbero scendere di circa il -17%, mentre quelle della luce per il secondo trimestre del 2023 potrebbe diminuire addirittura del 25%", analizza il Codacons.

"La bolletta del gas si attesterebbe così attorno ai 1.154 euro annui, equivalente ad un risparmio, rispetto alle tariffe oggi in vigore, pari a 237 euro annui a famiglia; per l'elettricità la bolletta media scenderebbe a quota 1.075 euro annui a nucleo, con una minore spesa rispetto ai valori odierni pari a 359 euro, e un risparmio complessivo tra luce e gas di 596 euro annui a famiglia", calcola l'associazione dei consumatori.

(TELEBORSA) 28-02-2023 09:52
 

Eni: Descalzi a Nairobi in visita a presidente Kenya​

MILANO (MF-DJ)--Il presidente del Kenya, William Samoei Ruto, ha incontrato l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, oggi a Nairobi, per discutere delle attivita' di agribusiness di Eni, dei progetti futuri e delle iniziative di decarbonizzazione nel Paese. All'incontro ha partecipato anche il segretario di gabinetto per l'Energia e il Petrolio, Davis Chirchir. Descalzi e la delegazione, spiega una nota, hanno illustrato al presidente Ruto i risultati ottenuti dal progetto di produzione di olio vegetale per la bioraffinazione, che l'azienda ha avviato nel 2022 nel Paese. Basato su un modello di filiera integrata, il progetto valorizza terreni marginali o degradati, con coltivazioni che non competono con la filiera alimentare. Il primo impianto di spremitura, o agri-hub, sorge nella contea di Makueni e ha una capacita' di 15.000 tonnellate all'anno; la sua produzione di olii vegetali sta gia' alimentando la raffineria di Gela. Un secondo agri-hub verra' avviato nella seconda meta' del 2023, e altri negli anni successivi, per arrivare a un target di produzione di 200mila tonnellate al 2026. Di particolare rilevanza gli impatti sociali: per la produzione di semi oleaginosi sono stati coinvolti a oggi 40 mila agricoltori, a cui se ne andranno ad aggiungere altri 40 mila entro fine anno, con una proiezione di circa 200 mila al 2026. Per quanto concerne gli agri-hub, attualmente sono impiegate direttamente oltre 100 risorse che diventeranno piu' di 500 al completamento degli altri agri-hub. Dalla spremitura dei semi oleaginosi, inoltre, sono state ricavate 2 mila tonnellate di mangime per animali per il consumo locale. L'ad di Eni ha inoltre condiviso con il presidente Ruto le iniziative nell'ambito del Waste&Residue, anch'esse per utilizzo nella bioraffinazione. La raccolta e l'export di olii alimentari usati sono iniziati nel 2022 e coinvolgono oggi oltre 400 fornitori. Questo modello, definito e implementato in prima battuta in Kenya, e' stato esteso ad altri Paesi africani, contribuendo a integrare il continente nella catena del valore della mobilita' sostenibile e promuovendo un modello di sviluppo virtuoso dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Infine, Descalzi e Ruto hanno discusso di ulteriori iniziative nell'ambito della e-mobility, delle rinnovabili (in particolare solare, eolico e geotermico) e del waste-to-energy, i cui programmi verranno finalizzati nei prossimi mesi. com/cos (fine) MF-DJ NEWS

02/03/2023 11:30
 
ENI: DESCALZI INCONTRA PRESIDENTE DEL KENYA RUTO SU AGRIBUSINESS E FUTURI PROGRAMMI
 

Eni: sigla MoU con Adnoc per progetti transizione energetica​

MILANO (MF-DJ)--Eni e Adnoc, la compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti, hanno siglato un Memorandum of Understanding che delina un quadro di cooperazione per futuri progetti congiunti in ambito di transizione energetica, sostenibilita' e decarbonizzazione. Con questo accordo, si apprende da una nota, Eni e Adnoc esploreranno potenziali opportunita' nei settori delle energie rinnovabili, idrogeno blu e verde, cattura e stoccaggio di Co2, riduzione delle emissioni di gas serra e metano, efficienza energetica, riduzione del flaring di routine e l'impegno nel Global Methane Pledge, per sostenere la sicurezza energetica globale e traguardare una transizione energetica equa. Inoltre, valuteranno aree di cooperazione per lo sviluppo sostenibile e la promozione di una cultura della sostenibilita' all'interno dell'industria energetica e dei suoi stakeholder. La firma tra Claudio Descalzi, ad di Eni, e Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell'Industria e delle Tecnologie Avanzate degli Emirati e direttore generale e ad di Adnoc, e' avvenuta alla presenza del pesidente del consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e dello Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti. "Questo accordo fa leva sulla relazione strategica che Eni e Adnoc hanno sviluppato negli anni, per rafforzare la cooperazione nell'impegno alla decarbonizzazione e per una giusta transizione energetica", ha detto Descalzi, aggiungendo che "arriva in un momento cruciale, in una complessa situazione internazionale e in vista dell'imminente Cop28 in cui gli Emirati Arabi Uniti, in quanto paese ospitante, dovranno definire la loro visione per un'agenda che porti ad una transizione energetica pulita". com/ann anna.dirocco@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

06/03/2023 08:55
 

Eni: completata istallazione Iswec, fornira' energia green a Pantelleria​

MILANO (MF-DJ)--Eni ha completato, a circa 800 metri dalla costa dell'isola di Pantelleria, l'installazione del primo dispositivo Iswec (Inertial Sea Wave Energy Converter) al mondo collegato alla rete elettrica dell'isola che potra' raggiungere i 260kW di picco di produzione di energia elettrica da moto ondoso. La campagna sperimentale, spiega una nota, condotta in reali condizioni di esercizio, portera' a risultati utili per lo sviluppo dei dispositivi di seconda generazione gia' in fase di studio. Si tratta di un dispositivo altamente tecnologico in grado di fornire energia a infrastrutture offshore, isole minori off-grid e comunita' costiere. Sviluppato da Eni in collaborazione con il Politecnico di Torino e Wave for Energy (spinoff dello stesso ateneo), Iswec e' una tecnologia innovativa nell'ambito delle soluzioni per la produzione di energia rinnovabile offshore capace di convertire il moto delle onde in elettricita'. L'energia da moto ondoso e' una delle principali forme di energia rinnovabile attualmente meno valorizzate, spiega Eni in una nota. Basti pensare che il 70% della superficie terrestre e' ricoperta da acqua (di cui il 97% costituito da mare e oceani). In particolare, la potenza sviluppabile dalle onde del mare corrisponde a circa 2 terawatt a livello globale, corrispondenti a circa 18 mila terawattora all'anno, pari a quasi la domanda annuale di elettricita' del pianeta. Inoltre, l'energia delle onde del mare e' piu' prevedibile, continua e di maggiore densita' energetica rispetto a quella del sole e del vento, essendo disponibile sia di giorno che di notte. Un ulteriore vantaggio di questa tecnologia e' la notevole riduzione dell'impatto paesaggistico in quanto il dispositivo emerge solamente per circa 1 metro sopra il livello dell'acqua. Per di piu', Iswec si puo' integrare perfettamente con altre soluzioni di produzione di energia rinnovabile in ambito offshore, come ad esempio l'eolico, in termini sia di valorizzazione dei sistemi di connessione alla rete elettrica sia di integrazione all'interno di un'area di mare, massimizzando la conversione di energia disponibile. La tecnologia Iswec, che e' parte del piano di decarbonizzazione di Eni, e' stata citata dalla Commissione Europea nella sua strategia per le energie rinnovabili offshore come esempio chiave di convertitore di energia da onde. L'installazione di Iswec a Pantelleria e' il primo passo verso la decarbonizzazione dell'isola, in linea con l'agenda di transizione energetica. com/ann anna.dirocco@mfdowjones.it (fine) MF-DJ NEWS

07/03/2023 12:15
 

Eni: fornira' diesel 100% verde per camion G.Spinelli​

MILANO (MF-DJ)--Eni Sustainable Mobility e il Gruppo Spinelli, attivo nel settore della logistica integrata, hanno sottoscritto un contratto biennale per alimentare la flotta del Gruppo Spinelli con HVOlution, il diesel prodotto con 100% da materie prime rinnovabili. La flotta del Gruppo Spinelli, spiega una nota, conta oltre 300 mezzi per il trasporto pesante, di cui 150 Euro 6d di ultima generazione, la cui motorizzazione e' compatibile con i biocarburanti in purezza. La fornitura del biocarburante al Gruppo Spinelli e' resa possibile dalla rete dei punti vendita Eni Sustainable Mobility: il prodotto oggi e' disponibile in 57 stazioni di servizio e, entro fine mese lo sara' in 150 punti vendita in Italia (qui la mappa interattiva). Un accordo rilevante per Eni Sustainable Mobility, che testimonia come l'azienda possa accompagnare operatori del trasporto pesante, come il Gruppo Spinelli, nel percorso di decarbonizzazione. Eni Sustainable Mobility e' la societa' operativa da gennaio 2023 che combina la bioraffinazione, il biometano e la vendita di prodotti per la mobilita' nelle sue oltre 5.000 stazioni di servizio in Italia e all'estero. Eni Sustainable Mobility ha l'obiettivo di evolvere in una societa' multi-servizio e multi-energie, generando e liberando nuovo valore per la decarbonizzazione dei trasporti e per la fornitura di servizi alle persone in movimento. Il Gruppo Spinelli, fondato nel 1963, opera nell'intera gestione della catena di approvvigionamento del settore container, dall'arrivo in porto alla consegna al cliente finale, offrendo alle compagnie di navigazione soluzioni integrate tra cui trasporto multimodale, deposito e attivita' di spedizioniere doganale. Per il Gruppo Spinelli l'accordo per la fornitura HVOlution, biocarburante che puo' contribuire all'immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti, rappresenta un passaggio cruciale nello sviluppo delle proprie politiche Esg verso un futuro a zero emissioni, e conferma l'impegno del Gruppo al raggiungimento degli Sustainable Development Goals (SDGs) definiti dall'Onu, in particolare Sdg 12, Consumo e produzione responsabile, e Sdg 13, Lotta contro il cambiamento climatico. La fornitura di diesel Hvo ai mezzi del Gruppo Spinelli viene gestita attraverso Multicard, il sistema di carte carburante di Eni Sustainable Mobility pensato per chi gestisce piccole, medie e grandi flotte: in base alle esigenze, Multicard puo' realizzare un'offerta personalizzata, su misura, per la fornitura di tutti i vettori energetici disponibili nelle stazioni di servizio Eni, tra cui il nuovo HVOlution. HVOlution e' un biocarburante prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare che vengono approvvigionati attraverso una rete di agri-hub in corso di sviluppo da parte di Eni in diversi Paesi africani. Queste materie prime vengono trattate nelle bioraffinerie Eni di Venezia e Gela dove, grazie alla tecnologia proprietaria EcofiningT, viene prodotto biocarburante Hvo diesel (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato). HVOlution e' un biocarburante composto al 100% da Hvo puro. com/zag (fine) MF-DJ NEWS

08/03/2023 10:17
 

Eni, partnership con Cfs per la fusione nucleare. Obiettivo è immettere in rete l’energia prodotta dal 2030​

di Nicola Carosielli

Eni ha investito per la prima volta in Cfs, lo spin-out del Mit, nel 2018 e ne è azionista strategico, ma l’accordo appena siglato a Boston rafforza la partnership tra le due società​


Nuovo importante passo nella fusione nucleare per Eni e per rendere questa tecnologia accessibile al mercato. Il Cane a sei zampe ha firmato un accordo di cooperazione con Cfs (Commonwealth Fusion Systems), spin-out del Massachusetts Institute of Technology (Mit) per accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione.

I rapporti tra Eni e Cfs sono di vecchia data

Eni ha investito per la prima volta in Cfs nel 2018 e ne è azionista strategico, ma l’accordo appena siglato a Boston rafforza la partnership tra le due società, unendo l’esperienza ingegneristica e di project management di Eni ad una serie di progetti a supporto di Cfs e lo sviluppo e distribuzione dell’energia da fusione su scala industriale.

Eni è stata la prima società energetica a credere e investire in questa tecnologia che, una volta portata a livello industriale, potrà dare un contributo davvero importante alla transizione energetica. Un sostegno confermato anche nel mega round da 1,8 miliardi di dollari di dicembre 2021, a cui hanno preso parte (oltre Eni) anche Google e Bill Gates. Con il.sostegno del gruppo energetico italiano, Cfs ha intrapreso il percorso più veloce per la commercializzazione dell’energia da fusione.

Il passo principale è avvenuto nel settembre 2021, quando Cfs ha raggiunto il successo del test su un magnete con tecnologia superconduttiva Hts (HighTemperature Superconductors), il magnete più potente del suo genere al mondo, che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica e che potrà contribuire al raggiungimento dell’energia netta da fusione in un futuro impianto dimostrativo, denominato Sparc.

Sparc sarà operativo entro il 2025


In questo senso, il percorso mira a ottenere l’applicazione industriale della tecnologia della fusione a confinamento magnetico nel prossimo decennio. Sparc, che punta a essere il primo impianto pilota a confinamento magnetico al mondo a produzione netta di energia da fusione, è in costruzione e sarà operativo entro il 2025. Si prevede che Sparc, a sua volta, farà da banco di prova per lo sviluppo di Arc: la prima centrale elettrica industriale da fusione in grado di immettere elettricità in rete, che dovrebbe essere operativa nei primi anni del 2030.

Il ceo di Eni, Claudio Descalzi, ha commentato: «Vedremo realizzata la prima centrale elettrica di Cfs basata sulla fusione a confinamento magnetico all’inizio del prossimo decennio, avendo poi davanti a noi quasi vent’anni per diffondere la tecnologia e raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050. Questo vorrà dire disporre a livello industriale di una tecnologia in grado di fornire grandi quantità di energia senza alcuna emissione di gas serra prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile fornendo un contributo sostanziale alla transizione energetica».

«Per questo», ha continuato l’ad, «siamo di fronte a una potenziale svolta tecnologica epocale. Da diversi anni Eni sta ponendo la leadership tecnologica, con un approccio di neutralità e diversificazione, alla base del proprio percorso di decarbonizzazione. Consapevoli del grande valore strategico di questa tecnologia e della solidità di Cfs, fin dal 2018 Eni ha investito nella società ed è stata la prima azienda energetica ad impegnarsi concretamente in questo settore. Oggi rafforziamo ulteriormente questa collaborazione con le nostre competenze ed esperienza con l’obiettivo di accelerare il più possibile il percorso di industrializzazione della fusione».

Orario di pubblicazione: 09/03/2023 15:53
Ultimo aggiornamento: 09/03/2023 16:35
 

Auto: i fornitori sperano nella benzina sintetica (Rep)​

MILANO (MF-DJ)--L'industria dei componenti tradizionali vede negli e-fuel una strada per sopravvivere alla rivoluzione elettrica Mentre le grandi case, che nella transizione stanno investendo 1.200 miliardi di dollari, vogliono soprattutto certezze. La discussione lungo l'asse Berlino-Bruxelles sul futuro dei motori a scoppio, nonche' sulla necessita' di introdurre anche gli e-fuel come alternativa al solo elettrico a partire dal 2035, divide il mondo dell'industria dell'auto. Da una parte, si legge su Affari&Finanza di Repubblica, ci sono le imprese che fanno parte della filiera delle fornitura, la parte che si sente piu' debole rispetto alla trasformazione che sta investendo il settore. Dall'altra ci sono i costruttori che hanno voluto o dovuto - adeguarsi per tempo. Arrivando addirittura ad anticipare la data fissata dall'Unione europea per l'abbandono del motore endotermico. Reuters aggiorna da tempo la mole degli investimenti in mobilita' elettrica delle case automobilistiche, conteggiando gli annunci di 37 diversi produttori globali. La crescita e' stata esponenziale. I costruttori prevedono di spendere quasi 1.200 miliardi di dollari entro il 2030 tra sviluppo dei veicoli elettrici, batterie e materiali. Una cifra imponente, raddoppiata negli ultimi due anni. I due mondi - da una parte i fornitori, dall'altra i grandi marchi globali - hanno salutato lo slittamento della ratifica del regolamento europeo sullo stop dal 2035 con accenti diversi. Entusiasmo per il possibile rinvio tra chi fa componenti, piu' attenzione per gli assemblatori finali. D'altronde gli effetti maggiori si sentiranno in negativo sulla catena di fornitura, quella che tifa per la strana alleanza tra Italia - che con il governo Meloni ha detto no alle norme che fanno parte del pacchetto 'Fit for 55' - Bulgaria, Polonia e Germania che, agitando il rischio astensione, ha fermato all'utimo momento utile l'iter finale di ratifica da parte degli Stati. Ora le diplomazie sono al lavoro. Anche Parigi sta discutendo con Berlino, dove il governo gialloverde guidato dal cancelliere Olaf Scholz deve chiarirsi al suo interno, per capire se sia possibile arrivare a un compromesso sugli e-fuel e i biocarburanti. Unica possibilita' per tenere in vita i motori a scoppio. Lo slittamento ha messo pero' in evidenza tutte le contraddizioni interne al settore. Per fare un'auto elettrica ci vogliono un 30% in meno di componenti. Alcune parti meccaniche saranno destinate a sparire. E gli effetti occupazionali, con proiezioni che per l'Italia oscillano da 60 a 120 mila posti di lavoro persi e per l'Europa circa mezzo milione, si concentreranno sulle imprese della componentistica. Secondo le statistiche Clepa, l'associazione di categoria che ha sede a Bruxelles, le imprese della filiera sono piu' di tremila, concentrate tra Spagna, Francia, Italia, Germania e Paesi dell'Est, e danno lavoro a oltre 1,7 milioni di persone. Imprese che investono piu' di 30 miliardi all'anno in ricerca e sviluppo. "La posizione delle imprese e' chiara, per noi il termico non e' finito", dice Giorgio Marsiaj, presidente dell'Unione Industriali di Torino. "Ci vogliono una politica industriale italiana e una politica industriale europea che tengano conto di aspetti diversi: l'approvvigionamento delle materie prime, le tecnologie e il rischio dell'impatto sociale sulla comunita', sulla filiera. In Italia abbiamo un parco circolante molto vecchio, bisogna favorire la sostituzione di 15 milioni di vetture, ma non tutti possono permettersi l'auto elettrica. Ci vuole un passaggio graduale, bisogna tenere conto della sostenibilita' del progetto. Se ci sono anche strade diverse dall'elettrico bisogna seguirle. Finalmente la politica ci ascolta", ha spiegato. Il governo della presidente Giorgia Meloni ha segnato comunque il punto, anche se alla fine il regolamento passera'. Marcando le differenze, i Paesi contrari lavorano in vista del 2026, quando una nuova Commissione, non piu' a guida Ursula von der Layen, e un nuovo Parlamento potrebbe mettere mano alle norme. Il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, parla di "un'industria spiazzata, ma l'Europa ha tradito lo spirito di neutralita' tecnologica iniziale imboccando la strada del solo elettrico". Gianmarco Giorda, direttore dell'associazione dell'automotive italiano Anfia, dice che e' necessario "fare chiarezza al piu' presto". E aggiunge: "Si torna alla posizione originaria: crediamo fortemente nell'elettrico, visti gli investimenti portati avanti dai costruttori, ma insieme a tutte le altre tecnologie utili per la decarbonizzazione. Puntiamo sul principio della neutralita' tecnologica che offre anche gli e-fuel e i biocarburanti". I manager delle grandi case automobilistiche parlano di "transizione forzata", della necessita' di aumentare gli incentivi per permettere alla classe media di acquistare le auto elettriche, ma tutti ormai si sono adeguati. Ed e' per questo che un eventuale ritorno indietro imbarazzerebbe. I 1.200 miliardi di investimenti privati annunciati gia' entro il 2030 rappresentano un chiaro segnale della strada imboccata. Cosi' come la richiesta fatta all'Europa di soprassedere sui nuovi standard Euro 7 di emissioni, l'ultima normativa sui motori a scoppio, perche' distoglierebbe risorse necessari per sostenere la transizione all'elettrico verso una tecnologia, quella dell'endotermico, che dovrebbe scomparire. L'Acea, il club dei costruttori del Vecchio Continente guidato dal numero uno di Renault, Luca De Meo, non ha preso una posizione netta: "stiamo monitorando attentamente le discussioni a livello di Consiglio e siamo fiduciosi che il processo legislativo fara' il suo corso". Segno che le 14 case europee non hanno una posizione unica. cos (fine) MF-DJ NEWS

13/03/2023 08:41
 

ENI: SODDISFAZIONE PER L'ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO DEL COSIDDETTO "DEPISTAGGIO"​

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(Teleborsa) - Eni prende atto con soddisfazione del decreto di archiviazione emesso dalla Procura della Repubblica di Milano nei confronti di Eni S.p.A. in relazione al procedimento penale del cosiddetto "depistaggio".

Eni evidenzia come nel decreto la Procura specifichi che l'ipotesi di reato contestata alla Società in base al DL 231/2001, vale a dire l'induzione a rendere dichiarazioni mendaci di Vincenzo Armanna nell'ambito del procedimento penale Opl245, si fondasse unicamente sulle dichiarazioni rilasciate da soggetti privi del requisito dell'indipendenza (specificatamente Piero Amara, Vincenzo Armanna e Giuseppe Calafiore) e che non hanno trovato alcun riscontro nell'ambito dell'attività investigativa.

Eni ha altresì appreso dal decreto che, alla luce di quanto illustrato, la Procura della Repubblica ha esercitato l'azione penale nei confronti di Amara, Armanna e Calafiore reputando il loro narrato calunnioso nei confronti dell'Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, e del Direttore Human Capital & Procurement Coordination della Società, Claudio Granata.

(TELEBORSA) 14-03-2023 20:28
 

A Milano focus su Enel, Eni, Stellantis e A2A


Sul listino milanese, oltre alle banche e ai titoli del risparmio gestito, sono da monitorare Enel, che ha chiuso il 2022 con un utile netto di 5,4 miliardi di euro, in calo del 3,6% rispetto al 2021 ma sopra la guidance di 5-5,3 miliardi indicata, Eni che ha deliberato di sottoporre all'assemblea la proposta di autorizzazione all'acquisto di azioni proprie per un periodo fino alla fine di aprile 2024. Il nuovo programma di buyback ha un valore di 2,2 miliardi, che potrà essere incrementato fino a un massimo complessivo di 3,5 miliardi. Inoltre, ha deliberato la quarta tranche del dividendo 2022 di 0,22 euro per azione. Invece, Stellantis ha annunciato il lancio dellaprima tranche del programma di riacquisto di azioni proprie, che coprirà un importo massimo di 500 milioni di euro, e A2A ha formalizzato un'offerta non vincolante per entrare nel capitale sociale dell'utility di Alba Egea con una partecipazione di maggioranza (50,1%) attraverso un'operazione di aumento di capitale. Infine, attenzione a Dovalue perché l’ad, Andrea Mangoni, è in pole position per ricoprire la carica di amministratore delegato di Mundys (ex Atlantia).

Borse oggi in diretta | Europa attesa in rialzo, ma attenzione è il giorno delle tre streghe - MilanoFinanza News
 

Eni: Calvosa; rilancio per Ravenna con gas, rinnovabili e cattura CO2 (Sole)​

MILANO (MF-DJ)--"Oggi Ravenna si appresta a diventare una vera e propria capitale dell'energia con numerose iniziative e progetti sia in campo tradizionale sia nell'ambito delle energie rinnovabili e della riqualificazione del territorio", un punto di riferimento, quindi, "nel percorso di transizione energetica e un presidio importante a supporto della sicurezza energetica". Lo ha dichiarato in un'intervista al Sole 24 Ore, la presidente di Eni, Lucia Calvosa, illustrando il piano per la citta' romagnola, la cui storia industriale, con la nascita dell'Enimont, e' stata contrassegnata dalla piu' importante operazione di fusione tra la chimica di Stato e quella privata. E ora, con le ultime mosse di Eni, Ravenna cambiera' di nuovo pelle per condurre a traguardo il suo definitivo rilancio. "Nel territorio ravennate Eni continuera' a sviluppare in maniera integrata attivita' che spaziano dalla ricerca e produzione di gas naturale alla produzione di energia elettrica da parte di Eni Power, passando per quella di prodotti in ambito chimico, e ora anche chimico da fonti rinnovabili, con Versalis. La strategia comprende poi le attivita' di risanamento ambientale e di riqualificazione del territorio da parte di Eni Rewind, nonche' il fotovoltaico nell'area riqualificata di Ponticelle e l'economia circolare. Senza tralasciare, poi, che Ravenna e' stata anche laboratorio in mare per Wave for Energy, con cui si converte il moto delle onde in elettricita'", ha spiegato. A Ravenna Eni sta realizzando anche il progetto di cattura, stoccaggio e utilizzo del carbonio (Ccus) e Calvosa ha dichiarato che "abbiamo ricevuto dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica l'autorizzazione per la fase 1 che sara' avviata all'inizio del 2024, con stoccaggio di 25mila tonnellate di CO2 catturate dalla nostra centrale di trattamento gas di Casal Borsetti. Nel 2026, poi, e' previsto l'avvio della fase 2 che sara' in grado di evitare di immettere in atmosfera circa 4 milioni di tonnellate l'anno di anidride carbonica che sara' stoccata permanentemente nei campi a gas esauriti dell'offshore dell'Adriatico". I giacimenti "possono accogliere oltre 500 milioni di tonnellate di CO2 e contribuire cosi' in maniera significativa alla decarbonizzazione di distretti industriali non solo italiani ma anche esteri, facendo di Ravenna un importante hub per il Sud Europa e per l'area del Mediterraneo", ha aggiunto. Eni sta puntando molto su questa tecnologia anche nel Regno Unito, ha proseguito Calvosa, spiegando che "la stiamo portando avanti con il progetto inglese Hynet, nella baia di Liverpool, con l'obiettivo di contribuire a trasformare uno dei distretti industriali piu' energivori in Inghilterra in uno dei primi cluster a basse emissioni di carbonio. E, sempre nel Regno Unito, abbiamo recentemente presentato la candidatura per un'ulteriore licenza di stoccaggio della CO2 per il giacimento esaurito di Hewett, i cui esiti sono attesi entro aprile" Per quel che riguarda la schiera crescente di Paesi in Europa contrari allo stop ai motori endotermici dal 2035, la presidente ha dichiarato che "abbiamo accolto con favore la battuta d'arresto che e' in linea con quanto affermato da Eni e con il principio di neutralita' tecnologica che e' alla base del successo di sostenibilita' della transizione e che verrebbe meno se si puntasse su un'unica soluzione. La Germania preme su Bruxelles per aprire un varco ai biocarburanti. I biocarburanti possono contribuire notevolmente a decarbonizzare anche il trasporto su strada, soprattutto l'hard to abate, come quello dei mezzi pesanti. E possono combinarsi con altre tecnologie, come quelle dell'elettrico e dell'idrogeno". Commentando le spaccature in Europa sul nucleare, la presidente ha detto che "Eni non opera nel nucleare da fissione, ma sta lavorando da tempo sulla fusione a confinamento magnetico perche' crede fermamente nello sviluppo di questa tecnologia che potra' rappresentare una svolta nel compimento della transizione energetica e nella storia dell'umanita' attraverso la creazione di un'energia pulita, inesauribile e a costi accessibili. E la scorsa settimana abbiamo firmato un accordo con Cfs (Commonwealth Fusion Systems), spin-out del Massachusetts Institute of Technology (Mit), di cui siamo azionisti strategici dal 2018, proprio per accelerare l'industrializzazione dell'energia da fusione. E' prevista la costruzione entro il 2025 dell'impianto pilota a produzione netta di energia ed entro l'inizio della prossima decade quella del primo impianto su scala industriale". cos (fine) MF-DJ NEWS

17/03/2023 08:53
 
Il bilancio consolidato definitivo del 2022 già anticipato in forma di preconsuntivo. Queste le prime 3 pagine del comunicato:


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SOLE 24 ORE: CONVEGNO SUL RUOLO DELL'IDROGENO NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA​

Se ne parla nella terza edizione dell'"Hydrogen Forum" (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 22 mar - Si parlera' di crisi energetica e ruolo chiave dell'idrogeno nella riduzione dell'impatto ambientale e della diversificazione delle fonti di energia nel corso della terza edizione dell''Hydrogen Forum' del Sole 24 Ore, evento di riferimento per il sistema degli operatori e delle imprese di prodotti e servizi del settore energetico previsto in mattinata. Il tema di questa edizione sara' 'Idrogeno: risorsa energetica sostenibile e alleato chiave della transizione ecologica'.
Verranno approfonditi gli scenari e le strategie a livello europeo e italiano per permettere lo sviluppo green e digitale grazie all'intervento di rappresentanti dei principali player del settore. Tre i focus in programma: tecnologia e innovazione; mobilita' sostenibile e infrastrutture; finance. Dopo l'introduzione del presidente del Gruppo 24 Ore Edoardo Garrone e del direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, i lavori proseguiranno con due keynote speech.

Il primo sara' sul ruolo chiave dell'idrogeno nell'affrontare la crisi energetica, sia in termini di diversificazione delle fonti di energia sia di contributo alla decarbonizzazione del sistema e il secondo invece sullo scenario europeo ed italiano nell'utilizzo dell'idrogeno. Del ruolo dell'idrogeno come motore per un'industria sostenibile si parlera' quindi con i player del settore. I lavori dell'Hydrogen Forum si concluderanno con tre focus, il primo dedicato al tema finanza; il secondo centrato sul tema mobilita' sostenibile e infrastrutture; l'ultimo riguardera' tecnologia e innovazione. Main partner dell'evento sono Ferrovie dello Stato italiane, Fincantieri, Italgas e Snam, mentre official partner sono Amundi asset management, Fnm, H2IT Associazione italiana idrogeno, Leaseplan, Maire Tecnimont, Rina e Sapio Group.

Com-Pan
(RADIOCOR) 22-03-23 09:34:25
 
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