Eni acquisisce Neptune Energy in tandem con Var per 4,9 miliardi di dollari
di Angela Zoppo
Operazione in due tempi. Al gruppo di Descalzi tutti gli asset di esplorazione e produzione, tranne quelli in Norvegia che saranno oggetto di acquisto separato, e preliminare, da parte della controllata. Sui mercati europei arriveranno 4 miliardi di metri cubi di gas in più per la sicurezza delle forniture post-Russia.
Eni e Vår Energi acquisiranno congiuntamente Neptune Energy Group per una cifra di poco inferiore ai 5 miliardi di dollari. La società indipendente attiva nell'esplorazione e produzione di gas, era già da tempo nel mirino del gruppo guidato dall’ad, Claudio Descalzi.
Eni considera Neptune un asset strategico per via della «competitività in termini di costo e basso livello di emissioni» e ne acquisirà l’intero portafoglio (Nord Africa, Indonesia e Australia, identificato come Neptune Global Business) con esclusione delle attività in Germania e in Norvegia. Queste ultime, raccolte in Neptune Norway Business, saranno acquisite dalla controllata Vår (quotata alla Borsa di Oslo e detenuta al 63% da
Eni), direttamente da Neptune, ai sensi di uno share purchase agreement separato.
Secondo l’accordo, Neptune Global Business avrà un enterprise value pari a 2,6 miliardi di dollari, mentre quello di Neptune Norway Business sarà di circa 2,3 miliardi di dollari. Al 31 dicembre 2022, il debito netto di Neptune Global Business (pro-forma per la vendita del Neptune Norway Business) era pari a circa 500 milioni. Il corrispettivo netto finale per le operazioni sarà pagato in contanti al momento del closing.
Eni attingerà alla liquidità disponibile.
Fondata nel 2015 da Sam Laidlaw, Neptune Energy attualmente è controllata da China Investment Corporation, da fondi gestiti da Carlyle Group e Cvc Capital Partners e da alcuni manager della società. L’acquisizione da parte di Vår si perfezionerà immediatamente, prima di quella di
Eni, e i proventi derivanti dalla vendita del Neptune Norway Business rimarranno nel Neptune Global Business.
Nei piani di
Eni, l’operazione è definita un’opportunità eccezionale che le consentirà di integrare le attività in aree geografiche chiave, sostenendo l’obiettivo del 60% di produzione di gas naturale per raggiungere un livello di zero emissioni nette (Scope 1 + 2, ovvero quelle dirette della produzione) nel business Upstream entro il 2030.
Tutti i numeri di Neptune
Nel 2022, Neptune ha registrato ricavi per circa 1,22 miliardi di dollari, e un ebitda di 95 milioni per la sola Neptune Global Business. Alla fine dello scorso anno, le riserve erano pari a circa 484 milioni di boe – barili di olio equivalente (80% gas), delle quali circa 386 milioni ricadono già nel perimetro in cui opera
Eni. L’operazione, quindi, corrisponde a un costo di acquisizione di riserve pari a 10,1 dollari per boe.
Si stima che l' apporto ai portafogli di
Eni e Vår possa essere di circa 130mila boe al giorno, oltre 100 mila delle quali per
Eni nel periodo 2024-2026. La quasi totalità di questa produzione andrà a rifornire i mercati Ocse, quindi Italia compresa, tramite gasdotto o invio di gas naturale liquefatto.
Eni si aspetta anche sinergie in termini di costi di struttura e industriali per oltre mezzo miliardo di dollari, e ulteriori vantaggi in termini di risparmio nelle attività di esplorazione e sviluppo, incluse la cattura e stoccaggio della CO2 e le attività midstream.
Descalzi: 4 miliardi di mc di gas in più per l’Europa
«Attraverso questa operazione,
Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un'eccezionale complementarità a livello strategico e operativo», è il commento dell’ad di
Eni. «Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030. Inoltre», aggiunge Descalzi, «la sovrapposizione geografica e operativa con Neptune è sorprendente: aumenta la dimensione di Vår Energi; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunità Ccus (cattura e stoccaggio di CO2, ndr) nel Mare del Nord; consolida la posizione di
Eni come
prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei, e ne incrementa la presenza nell'offshore dell'Indonesia, con forniture all'impianto di Gnl di Bontang e ai mercati nazionali. L’operazione aggiungerà circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei».
Descalzi/2: l’acquisizione rafforzerà il dividendo
«Un ulteriore aspetto cruciale dell’operazione», sottolinea il manager, «è il basso costo delle nuove forniture e l’incremento di flusso di cassa che porta a
Eni. Questo supporta il nostro impegno nell’offrire un dividendo attraente e solido e il
programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del flusso di cassa operativo ai nostri azionisti».
Eni è stata assistita da Hsbc come advisor finanziario esclusivo, da White & Case Llp come advisor legale, e da Ernst & Young come advisor fiscale.
Orario di pubblicazione:
23/06/2023 01:47
Ultimo aggiornamento:
23/06/2023 09:05