Eni - solo news - n.3

Nell’ambito dell’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie deliberata dall’assemblea del 10 maggio 2023, tra il 29 maggio e il 2 giugno 2023 ENI ha acquistato 5.786.201 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 12,8663 euro per azione, per un controvalore complessivo di 74,45 milioni di euro.

Soldionline
Il comunicato:
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Eni: firma MoU per iniziative legate a transizione energetica in Libia​

MILANO (MF-NW)--Eni ha firmato un memorandum d'intesa allo scopo di studiare e identificare con la Libia opportunita' di riduzione delle emissioni di gas serra e di sviluppo di energia sostenibile nel Paese, in linea con la strategia di Eni e con gli obiettivi del governo libico nell'accelerazione dei percorsi di decarbonizzazione e transizione energetica. La firma e' avvenuta nell'ambito della visita del primo ministro del Governo di Unita' Nazionale libico Abulhamid Dabaiba in Italia. Secondo i termini del memorandum, spiega una nota, Eni lavorera' alla riduzione delle emissioni di CO2 attraverso la riduzione del gas flaring di routine, delle emissioni fuggitive e del venting, oltre a possibili progetti per la riduzione delle emissioni dei settori hard-to-abate. Inoltre, verranno valutate nuove soluzioni per lo sviluppo delle energie rinnovabili e iniziative per l'efficientamento elettrico nel Paese. Infine, si lavorera' all'identificazione di ulteriori risorse di gas dai giacimenti esistenti, che possano essere sviluppate come parte di un progetto integrato per il mercato interno ed eventualmente per l'esportazione. Eni e' il principale produttore internazionale di gas in Libia, con una quota dell'80% della produzione nazionale (1,6 bscfd nel 2022). La societa' opera in Libia dal 1959 e attualmente dispone di un ampio portafoglio di asset in esplorazione, produzione e sviluppo. Le attivita' produttive sono operate attraverso la societa' mista Mellitah Oil and Gas BV (Eni 50%, NOC 50%). La produzione equity e' stata di 165.000 barili di petrolio equivalente al giorno nel 2022. com/cos (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

08/06/2023 08:51
 

Eni: Descalzi incontra presidente Kazakistan, al via centrale ibrida rinnovabili-gas​

ROMA (MF-NW)--Il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, e l'ad di Eni, Claudio Descalzi, si sono incontrati oggi ad Astana per discutere delle attivita' di Eni in corso, dei progetti futuri e delle iniziative di decarbonizzazione nel Paese, tra cui una centrale elettrica ibrida rinnovabili-gas nella regione di Mangystau. Claudio Descalzi, informa una nota, ha illustrato al presidente Tokayev la strategia Eni di valorizzazione del gas di Karachaganak e Kashagan per soddisfare la domanda del Paese, oltre a dare ulteriore impulso agli investimenti in rinnovabili e bio-feedstock per la transizione energetica. A seguito dell'incontro con il Presidente Tokayev, la societa' di Stato kazaka KazMunayGas (KMG) ed Eni hanno annunciato un progetto congiunto per la realizzazione di una centrale elettrica ibrida rinnovabili-gas da 250 MW in Zhanaozen, regione di Mangystau, suggellato da un accordo firmato tra le due societa'. Il progetto, il primo nel suo genere nel Paese, prevede un impianto fotovoltaico, uno eolico e uno a gas per la produzione e la fornitura di energia elettrica decarbonizzata e stabile alle societa' controllate di KMG presenti nell'area. Il progetto fa leva sull'esperienza industriale internazionale di Eni e apre la strada in maniera pionieristica alla combinazione ibrida di varie tecnologie per la generazione elettrica: centrali di ultima generazione sviluppate da Plenitude, societa' controllata da Eni, in cooperazione con KMG, oltre a centrali elettriche a gas naturale utilizzate con capacita' di bilanciamento. Questo modello ibrido consente di diversificare e decarbonizzare la fornitura di energia elettrica per la Regione di Mangystau. Inoltre, contribuira' allo sviluppo del capitale umano nel settore delle energie rinnovabili. "Eni e' fortemente impegnata a rafforzare il proprio ruolo di leader nel processo di transizione energetica del Kazakhstan, accelerando l'evoluzione del proprio modello di business. Il progetto che abbiamo annunciato oggi rappresenta un ulteriore passo in avanti per la crescita della capacita' di generazione rinnovabile di Eni, supportando al contempo il percorso di decarbonizzazione del Kazakhstan", ha dichiarato Descalzi. Eni e' presente in Kazakhstan dal 1992, dove e' operatore congiunto del giacimento di Karachaganak e partner in diversi progetti nel Mar Caspio settentrionale, tra cui il giacimento di Kashagan. La societa' Eni e' operatore con KMG del blocco esplorativo di Abay. Nel settore delle rinnovabili in Kazakhstan, Eni opera attraverso Arm Wind, societa' controllata da Plenitude, con una capacita' installata o in costruzione complessiva di 150 MW. gug (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

08/06/2023 14:27
 
Eni: a Roma la flotta del car sharing Enjoy diventa anche elettrica

MILANO (MF-NW)--Da oggi a Roma la flotta di Enjoy, il car sharing di Eni Sustainable Mobility, diventa anche elettrica con l'introduzione di 100 nuove city car a zero emissioni su strada di colore verde lime. Le auto elettriche contribuiscono alla crescita della flotta Enjoy gia' disponibile nella capitale, composta da circa 800 veicoli tra auto e cargo, e diventeranno 200 nel corso dei prossimi mesi. Con l'arrivo delle nuove city car Enjoy, spiega una nota, a Roma i vantaggi della mobilita' elettrica sulla vita urbana si uniscono alla comodita' del car sharing free floating, che consente di avviare e terminare i noleggi in qualsiasi luogo all'interno delle aree di copertura del servizio dedicate, senza punti predefiniti di prelievo o riconsegna. Inoltre, del rifornimento dei veicoli elettrici si occupa Enjoy, che permette cosi' ai clienti di muoversi in totale liberta' perche' troveranno le nuove city car con una ricarica della batteria superiore al 30%. "Il car sharing Enjoy e' presente a Roma da nove anni, durante i quali si e' consolidato come un servizio, complementare al trasporto pubblico locale, utile a favorire la facilita' di spostamento dei cittadini, e in grado di contribuire a rendere piu' sostenibile la mobilita' urbana", ha dichiarato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility, aggiungendo che "Eni Sustainable Mobility contribuisce al percorso verso l'obiettivo Net Zero al 2050 fissato da Eni: il car sharing, ora anche elettrico, fa parte delle tante soluzioni gia' disponibili per contribuire alla decarbonizzazione i trasporti, come lo sviluppo dei biocarburanti Hvo, del biometano, dell'elettrico e dell'idrogeno". Dal suo arrivo a Roma nel 2014, con piu' di 9 milioni di noleggi realizzati in citta', Enjoy ha reso il car sharing una popolare soluzione di mobilita' alternativa all'utilizzo dei mezzi privati, con benefici sulla decongestione del traffico e sulla qualita' della vita di chi vive e lavora in citta'. L'utilizzo dei veicoli Enjoy a Roma consente vantaggi come il parcheggio gratuito sulle strisce blu e l'accesso alle Ztl. Enjoy consente anche l'utilizzo gratuito degli Enjoy Parking che si trovano presso alcune stazioni di servizio Eni nell'area di copertura e l'accesso a parcheggi dedicati a pagamento, ad esempio presso la stazione di Roma Termini. In Italia Enjoy conta oltre 1,5 milioni di clienti e 30 milioni di noleggi effettuati dal 2013 ad oggi. Con una flotta complessiva di circa 3.000 veicoli, Enjoy e' presente nelle citta' di Milano, Torino, Bologna, Firenze e Roma. Con l'arrivo a Roma dei nuovi veicoli, Enjoy completa l'implementazione dei veicoli elettrici nella sua flotta in tutte le citta' in cui il servizio di car sharing e' attivo. I nuovi veicoli entrati nella flotta Enjoy di Roma sono XEV YOYO, city car completamente elettriche con velocita' massima di 80 km/h e autonomia fino a 150 km: dotate di tetto panoramico, piccole e agili, si tratta dell'auto ideale per gli spostamenti nei centri storici delle citta'. Per quanto riguarda il rifornimento, oltre che per la ricarica tradizionale (con ricarica domestica e presso le colonnine in plug-in), le XEV YOYO sono predisposte per il 'battery swapping' (la sostituzione di batterie scariche con batterie cariche che e' possibile realizzare in pochi minuti), per il quale sono gia' predisposte alcune stazioni di servizio Eni a Roma. Le XEV YOYO della flotta Enjoy sono fornite tramite un servizio di noleggio a lungo termine da Sifa, Societa' Italiana Flotte Aziendali - Gruppo Bper Banca. com/cos (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

13/06/2023 12:14
 
Oggi sul quotidiano:

Nucleare green, negli Usa primo round di finanziamenti pubblici a Eni & C​

di Angela Zoppo

Dall’Amministrazione Biden contributi per oltre 1,4 miliardi di dollari. Il piano di finanziamento del Dipartimento dell’Energia si rifà a quello della Nasa per lo Space X di Elon Musk. La corsa alla fusione è anche una sfida tra università che contrappone Princeton al Mit (in jv con la big oil italiana) | L'atomo non è solo un affare di Stato: la carica dei privati | Ecco perchè la fusione sviluppata da Eni è considerata il Santo Graal dell'energia


Dai voli spaziali al nucleare pulito. Rifacendosi ai modelli di finanziamento pubblico-privato della Nasa, il Dipartimento Usa dell’Energia (DoE) potrà assegnare i primi fondi per oltre 400 milioni di dollari a sostegno della fusione: a disputarseli sono otto società già selezionate, tra le quali Cfs-Commonwealth Fusion Systems, la joint venture paritetica tra Eni e Mit-Massachusetts Institute of Technology che porta avanti la fusione a confinamento magnetico. Ma più in generale la Legge di Bilancio 2023 ha destinato alla fusione 1,4 miliardi di dollari solo per quest’anno, l’importo più alto mai assegnato a questa tecnologia dal Congresso su base annua e che sembra destinato a crescere nel 2024.

Cfs- Eni come Space X di Elon Musk

Cfs ha già raccolto autonomamente fondi per 2 miliardi di dollari in meno di 5 anni e ora è tra le prescelte dal DoE per i progetti di ricerca e sviluppo nel campo delle centrali elettriche a fusione, destinatarie di un primo plafond di 46 milioni di dollari, valido per 18 mesi all’interno di un programma quinquennale. Il programma della Nasa a cui si ispira è il Cots (Commercial Orbital Transportation Services), incanalato verso partnership pubblico-private come la SpaceX di Elon Musk per ridurre i costo dei voli spaziali. Il Congresso degli Stati Uniti ha autorizzato i 415 milioni di dollari del programma per il nucleare pulito già nell'Energy Act del 2020 e nel Chips and Science Act.

La sfida Mit-Princeton

Intanto la corsa ai fondi sta diventando anche una sfida che contrappone università tra le più prestigiose d’oltreoceano.
Al progetto del Mit con Eni infatti si contrappone lo Stellarators sviluppato nell’università di Princeton. L'impegno di Biden è arrivare a una dimostrazione su scala pilota della fusione entro i prossimi 10 anni, meglio ancora se non oltre il 2030. Il programma di finanziamento si chiama Milestone-Based Fusion Development Program perché premia i passi avanti, ossia le pietre miliari nel percorso verso la commercializzazione della fusione. Nel caso di Eni e Mit, nel 2025 è prevista la realizzazione deI prototipo Sparc. I progetti possono durare fino a cinque anni «con finanziamenti annuali subordinati agli stanziamenti del Congresso e a progressi soddisfacenti nel raggiungimento delle tappe negoziate», spiegano dal DoE.

Il prototipo pronto nel 2025

«Cfs è onorata di essere stata selezionata per il programma di sviluppo della fusione basato su pietre miliari del DoE», commenta Bob Mumgaard, ceo e co-fondatore della società. «Questo programma fa parte dell'audace impegno dell'amministrazione Biden-Harris per portare energia da fusione pulita alla rete entro il prossimo decennio. Sfrutta i punti di forza dei settori pubblico e privato e incoraggia la collaborazione per accelerare il progresso. Le aziende partecipanti», sottolinea Mumgaard, «vengono pagate solo se forniscono risultati».

Il prototipo Sparc utilizzerà la tecnologia dei magneti superconduttori ad alta temperatura con l’obiettivo di dimostrare che la fusione può funzionare come fonte di energia commerciale per la prima volta nella storia. Nei piani di Csf«Sparc dimostrerà l'energia netta (Q>1, ovvero produrrà più energia di quanta ne serva per alimentare il processo di fusione) e aprirà la strada alla progettazione delle centrali elettriche», prosegue Mumgaard. «Mostrerà sia la fisica del plasma sia molte delle tecnologie e molti dei dati necessari per la centrale a fusione di Csf, chiamata Arc (attesa per il 2030, ndr)».

MF - Numero 115 pag. 4 del 14/06/2023
 

Enipower: nel 2022 riassetto azionario e capitale ridotto (MF)​

ROMA (MF-NW)--Il 2022 si e' chiuso con il riassetto azionario e una decisa sforbiciata al capitale per Enipower, la controllata di Eni proprietaria di cinque centrali elettriche a Brindisi, Ferrara, Mantova, Ravenna e a Ferrera Erbognone (Pavia) e di una centrale di cogenerazione a Bolgiano (San Donato Milanese), per una potenza complessiva in esercizio di oltre 5 GW. MF-Milano Finanza scrive che in questo caso, pero', l'operazione non ha nulla a che vedere con un problema di perdite. Al contrario, si tratta di una riduzione volontaria del capitale sociale "per esuberanza", che si e' svolta in due tappe. La prima lo ha visto scendere da 945 milioni di euro circa a 700 milioni di euro, attraverso l'annullamento di 245 milioni di azioni ordinarie del valore nominale di 1 euro ciascuna. All'azionista unico Eni e' andato cosi' un rimborso di 180 milioni di euro, al netto della costituzione di una riserva di 65 milioni di euro. Successivamente e' stato deliberato un nuovo taglio del capitale, stavolta per ben 500 milioni di euro, tutti destinati a riserve disponibili. All'azionista Eni, in questo secondo caso, sono andati 70 milioni di euro, tratti dalla riserva per business combination under common control e da riserve facoltative. Al termine di questo doppio taglio, il capitale sociale e' sceso a 200 milioni di euro, con una riserva disponibile di 500 milioni di euro. Si e' potuto quindi fare posto al nuovo socio, entrato e fine luglio 2022 e' entrato a far parte della compagine societaria il nuovo socio Regatta Investments, che ha acquistato il 49% del capitale. Al momento della distribuzione dei dividendi, il 13 ottobre 2022, ai soci sono andati 95 milioni di euro da utili riportati a nuovo in esercizi precedenti e riserve facoltative. Nessun contraccolpo e' stimato dal management dal conflitto ancora in corso tra Russia e Ucraina. pev (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

14/06/2023 08:38
 

Esg: Eni al primo posto in Integrated Governance Index 2023​

MILANO (MF-NW)-- stata definita la Top10 dell'Integrated Governance Index 2023, l'indice che misura l'integrazione della sostenibilita' nelle strategie aziendali elaborato da ET.group. A guidare la graduatoria sono Eni, che guadagna una posizione rispetto allo scorso anno, seguita da Hera (prima nel 2022) e Poste Italiane (quinta a pari merito la scorsa edizione), con Snam ed Erg quarte a pari merito. Ai vertici delle non quotate ci sono Astm, Bnl Bnp Paribas e Credit Agricole Italia, davanti a Cdp e Alperia. Mentre Sit Spa si afferma come prima delle societa' quotate extra le prime 100, davanti a Fiera Milano, Gefran, Newlat Food e Fnm. La speciale classifica sull'area di indagine straordinaria, "L'azienda politica", vede, nell'ordine, ancora Eni, poi Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Hera e Unicredit. L'Integrated Governance Index, progetto di ET.group giunto alla ottava edizione, e' l'unico modello di analisi quantitativa del grado di integrazione dei fattori Esg nelle strategie aziendali. Sempre piu', grazie alla presa di consapevolezza delle societa' partecipanti, l'indice si profila come un indicatore della Esg Identity dell'azienda. Coinvolge, oltre alle prime 100 societa' quotate, anche le societa' che hanno redatto la Dnf nel 2021 (paniere Consob) e le prime 50 societa' non quotate italiane. Il questionario e' stato sottoposto, eliminando le sovrapposizioni del campione, a un totale di circa 300 aziende. Nel complesso, hanno preso parte al questionario oltre 420 manager, con un incremento del 13% rispetto allo scorso anno. Nel 2023, e' cresciuto il numero di societa' analizzate: 98 societa' hanno compilato il questionario, con un tasso di risposta attorno al 30% del campione sollecitato, contro le 86 del 2022, le 80 del 2021 e le 74 del 2020. Hanno partecipato 80 societa' quotate e 18 non quotate. L'indice copre ormai il 68% delle societa' del Ftse Mib e il 57% delle prime 100 societa' quotate italiane. I risultati dell'Index, le classifiche per area di indagine e le classifiche di settore sono stati presentati in occasione della Esg Business Conference, oggi a Palazzo Giureconsulti. zag (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

14/06/2023 12:02
 

Eni, target di produzione più vicini col maxi-giacimento di Baleine in Costa d’Avorio​

di Angela Zoppo

Al via entro fine giugno il primo progetto oil & gas a emissioni zero dell’ Africa. Brusco (dg Natural Resources): al traguardo in tempo record, il Paese potrà diventare un hub energetico. Per Barclays è uno snodo chiave che favorirà il gruppo nell’aggiudicazione di nuovi contratti


Un nuovo giacimento giant offshore sta per entrare in produzione in Africa. Si tratta di Baleine, il più grande della Costa d’Avorio con risorse in posto stimate in 2,5 miliardi di barili di olio e 3.300 miliardi di piedi cubi di gas. Sviluppato da Eni (90%) con una partecipazione minoritaria della compagnia statale PetroCi (il restante 10%), Baleine è stato al centro dell’Africa Ceo Forum, che ora passa il testimone all’Africa Energy Forum al via da oggi a Nairobi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’avvio del giacimento offshore di Baleine è previsto nelle prossime settimane, con le successive fasi di sviluppo tra il 2024 e il 2025.

Tutti i record del giacimento

Il progetto del gruppo guidato dall’ad Claudio Descalzi sta facendo parlare di sé anche per altri due motivi, in aggiunta alle dimensioni ragguardevoli: è il primo a emissioni zero nette (Scope 1 e 2, ovvero quelle direttamente attribuibili alla produzione di idrocarburi) dell’intero continente africano ed è classificato fast track, cioè ha bruciato i tempi dalla scoperta (settembre 2021) alla produzione. All’Africa Ceo Forum Guido Brusco, direttore generale Natural Resources di Eni, ne ha parlato direttamente col primo ministro ivoriano Patrick Achi assicurando che Eni e tutte le parti coinvolte stanno lavorando per portare il giacimento in produzione entro fine 2023: si tratta di un tempo record, a meno di due anni dalla scoperta, e si è davvero vicini al traguardo, ha detto il manager.

La Costa d’Avorio diventa hub energetico

Per la Costa d'Avorio si tratta della prima scoperta commerciale dopo più di 20 anni. Il gas associato prodotto da Baleine andrà all'approvvigionamento del mercato interno e rappresenterà un aumento di circa il 50% dell'attuale produzione del Paese, facendone un hub energetico regionale.

Un report di Barclays appena uscito, interamente dedicato al giacimento ivoriano, si spinge ancora più in là. «Baleine ha il potenziale per diventare un punto di riferimento per altri imminenti progetti di sviluppo di acque profonde dell'Africa occidentale», osservano gli analisti, «È impostato attraverso uno sviluppo graduale che può vedere la produzione raggiungere circa 150 mila barili al giorno entro il 2030. Baleine», prosegue il report, «contribuisce in modo significativo alle aspettative di Eni per una crescita della produzione del 3-4% l’anno al 2026». Il report di Barclays sottolinea anche l’importanza del fattore tempo. «Passare rapidamente dal successo dell'esplorazione allo sviluppo ha un impatto positivo sull'economia del progetto. Stimiamo che il valore attuale netto di Baleine superi di circa il 20% quello che sarebbe stato in caso di sviluppo a 5 anni. Il tempo di commercializzazione è una considerazione molto importante anche per i governi nelle economie emergenti, dove uno sviluppo più rapido significa un'attesa più breve per le entrate garantite dalle royalty e relativi benefici socio-economici. Il track record di Eni può essere un vantaggio competitivo per nuove opportunità upstream».
Essenziale per velocizzare lo start-up è il ruolo della Fpso Firenze. Ristrutturata e potenziata, l’unità galleggiante di produzione e stoccaggio ha lasciato Dubai ad aprile scorso per raggiungere la Costa d'Avorio, dove sarà ribattezzata proprio Baleine.

MF - Numero 119 pag. 12 del 20/06/2023
 
Di ieri...


Eni: vince processo Amara con studio legale Dentos​

ROMA (MF-NW)--Lo studio legale Dentons ha assistito Eni nella causa per responsabilita' extracontrattuale intentata dalla societa' contro Piero Amara. La vicenda giudiziale, iniziata nel 2019 e sviluppatasi in questi anni suscitando una imponente eco mediatica, ha avuto ad oggetto la richiesta di risarcimento dei danni causati da Amara alla societa' per via delle false accuse orchestrate dallo stesso sull'esistenza di un asserito complotto finalizzato a destabilizzare i vertici di Eni. La sentenza del Tribunale di Terni, depositata in data 14 giugno 2023, ha accolto le richieste avanzate dalla societa' per mezzo dei suoi legali, accertando la responsabilita' extracontrattuale di Piero Amara e condannandolo a risarcire il danno non patrimoniale, a rimborsare le spese processuali e a pubblicare il dispositivo della sentenza su sei giornali a tiratura nazionale, informa una nota. gug (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

19/06/2023 18:40
 
400.000 eurozzi in più che entrano nelle casse della nostra ENI. Scherzi a parte, il valore è dato da una bella vittoria per salvaguardare l'immagine
 
Continua il BuyBack 2023.
Siamo a 15M di azioni acquistate.
 

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Eni: in jv con Shell, ok Basilicata a 5 progetti 'no oil'​

MILANO (MF-NW)--La Regione Basilicata ha approvato i cinque i progetti 'no oil' della joint venture Eni-Shell nell'ambito degli Accordi di Compensazione Ambientale: una misura concordata tra le societa' e la Regione legata alle attivita' di estrazione di petrolio nel Centro Olio Val d'Agri di Viggiano. Eni, come spiegato dalla stessa societa' interpellata da MF-Newswires, estrae petrolio in Basilicata dalla fine degli anni '90. Nel 2022 e' stato firmato l'accordo per la proroga retroattiva della concessione Val d'Agri, che sancisce la prosecuzione delle attivita' petrolifere al 2029. Per effetto della proroga il cane a sei zampe (in joint venture con Shell) si e' impegnato a sostenere nuovi progetti di compensazione ambientale nel territorio lucano. Gli Accordi di Compensazione prevedono che i progetti possano essere proposti sia dalla Regione, sia dalle compagnie petrolifere. Nello specifico i cinque progetti odierni sono stati presentati dalla joint venture. Con il via libera della giunta regionale, Eni e Shell si preparano alla messa a terra dei progetti che riguardano quattro settori in linea con le risorse del territorio: bioeconomia ed economia circolare, energia e mobilita' sostenibile, innovazione e rigenerazione territoriale. Piu' nel dettaglio le iniziative prendono il nome di "Basilicata eletric Region", "Basilicata Open Lab", "Produzione di Biometano da scarti agricoli", "Agri-Hub Basilicata per la produzione di olio vegetale a fini energetici", "Programma di rigenerazione urbana sostenibile". Le misure avranno tempi di realizzazione differenti ma, come precisato da Eni, l'obiettivo e' renderle operative nel minor periodo possibile. ann anna.dirocco@mfnewswires.it (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

20/06/2023 17:31
 
Eni, EIP interessata a Plenitude. L’acquisizione di Neptune Energy è vicina, quali i risvolti positivi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 17-01-2016 Roma Economia Trasmissione tv "In Mezz'Ora" Nella foto Claudio Descalzi (ad Eni) Photo Roberto Monaldo / LaPresse 17-01-2016 Rome (Italy) Tv program "In Mezz'Ora" In the photo Claudio Descalzi (ceo Eni)

Eni, EIP interessata a Plenitude. L’acquisizione di Neptune Energy è vicina, quali i risvolti positivi​

di Francesca Gerosa

Non solo il fondo Energy Infrastructure Partners sarebbe interessato a una quota di minoranza (5-15%) di Plenitude, ma l’acquisizione di Neptune Energy è vicina e a un prezzo inferiore al previsto. Gli effetti positivi secondo Equita e l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo


Buone notizie per Eni. Non solo EIP sarebbe interessata a una quota di minoranza di Plenitude, ma l’acquisizione di Neptune Energy è vicina e a un prezzo inferiore al previsto. E il titolo Eni a Piazza Affari sale dello 0,23% a quota 12,84 euro, nonostante il vento contrario del prezzo del petrolio Brent (-0,05% a 75,86 dollari al barile).

Il fondo Energy Infrastructure Partners interessato a una quota di minoranza di Plenitude


In particolare, il fondo svizzero Energy Infrastructure Partners sarebbe tra i potenziali interessati ad acquisire una quota di minoranza di Plenitude. La settimana scorsa Eni avrebbe intensificato le trattative con diversi investitori per la vendita di una quota fra il 5% e il 15% (il 100% di Plenitude è stato valutato circa 6 miliardi di euro). «La vendita di una quota di minoranza sarebbe compatibile con la successiva quotazione», sottolinea Equita Sim, ricordando che Repsol, nel giugno 2022, aveva annunciato la vendita del 25% dell’unità di energia rinnovabile proprio a EIP insieme a Credit Agricole Assurances per 905 milioni di euro. L’intera unità era stata valutata 4,4 miliardi di euro di EV.

Repsol aveva un target di ebitda al 2025 di 331 milioni di euro a un prezzo medio del pool spagnolo di 42,50 euro/MWh. Per cui «l’ev/ebitda implicito dell’operazione di Repsol era pari a 13,2 volte sul 2025, ma con la presenza di una capacità nell’idroelettrico che ne avrebbe diluito il multiplo. Ex idroelettrico, calcoliamo che il multiplo ev/ebitda 2025 della cessione della generazione eolica e solare potrebbe essere stato di circa 14 volte. Nel caso di Plenitude il target di ebitda al 2026 (fine del piano industriale) è pari a 1,8 miliardi di cui circa 0,7 miliardi da rinnovabili, ovvero eolico e solare», precisa Equita.

Perché l’acquisizione di Neptune Energy ha risvolti positivi per Eni


Al contempo, secondo Bloomberg, Eni sarebbe molto vicina all’acquisizione di Neptune Energy. Le indiscrezioni sull’acquisizione erano già state anticipate da Mf-Milano Finanza. Si parlava di un importo da 5-6 miliardi di dollari. Per Bloomberg la cifra sarà pari a 5 miliardi. Si ricorda che Neptune Energy è controllata da Carlyle Group (detiene il 30,6%), da CVC Capital Partners (20,4%), da China Investment Corporation (49%) e che ha riportato un ebitda di 3,9 miliardi di dollari nel 2022, un ebit di 3,2 miliardi (14,8% dell’ebit di Eni del 2022) e un utile netto di 924 milioni dopo un tax rate del 70%.

Equita ritiene che l’operazione possa avere risvolti positivi per Eni fra cui l’incremento della quota gas, le sinergie operative, multipli di acquisizione convenienti, l’effetto accrescitivo sull’utile per azione (eps), stimato ad alta singola cifra. Fra gli effetti negativi la Sim cita l’incremento della leva finanziaria che rimarrebbe, comunque, su livelli contenuti. Anche per l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo l’acquisizione di Netpune Energy sarebbe positiva per Eni in quanto avrebbe l’opportunità di espandere il business del gas naturale facendo leva su 11 anni di vita delle riserve, di cui il 76% di gas. «A 5 miliardi di dollari il prezzo dell’acquisizione comporterebbe multipli impliciti 2022 in linea con quelli di Eni a livello di ev/ebitda ed ev/ebit», sostiene l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che una vendita di una quota di minoranza di Plenitude potrebbe costituire un floor, una base, per il prezzo creando le condizioni per una futura quotazione alla fine di quest'anno o più probabilmente nel 2024. Equita ha confermato il rating buy e il target price a 19,50 euro sul titolo Eni. Anche l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo ha un rating buy e un target price a 18,3 euro su Eni.

Orario di pubblicazione: 21/06/2023 10:42
Ultimo aggiornamento: 21/06/2023 11:19
 

Nucleare: la politica chiama a raccolta Eni, Enel & C (MF)​

ROMA (MF-NW)--Il nucleare continua a parlare italiano, ma solo all'estero, come dimostrano i progetti avanzati di Eni col Massachussets Institute of Technology e gli accordi di Enel con Newcleo. Sul piano politico, pero', ora c'e' terreno fertile e che il nucleare -pulito e di ultima generazione- non sia piu' un tabu' per la maggior parte degli italiani lo dimostrano anche i risultati di recenti sondaggi. L'ultimo, di Termometro Politico, indica al 60% la percentuale di favorevoli. Su queste basi parte oggi al Senato l'Intergruppo Energia Nucleare promosso da Silvia Fregolent, senatrice di Italia Viva, che ha raccolto parlamentari di tutti gli schieramenti politici, con l'eccezione di Cinque Stelle e Sinistra Italiana. "Siamo consapevoli che ci sono stati due referendum che hanno detto no al nucleare, ma da allora le condizioni del mercato e le tecnologie sono radicalmente cambiate, non c'e' nemmeno piu' bisogno di attingere a enormi quantitativi di acqua, cosa che con la siccita' della scorsa estate sarebbe stata un grande problema", premette Fregolent, illustrando l'iniziativa a MF-Milano Finanza. "Oggi assistiamo a un paradosso: il nucleare e i progressi della fusione, che lo rende ancora piu' sicuro rispetto alla fissione, nonche' pulito ed economico, sono portati avanti da aziende e ingegneri italiani. Se da una parte e' un bene, perche' cosi non si e' perso il know-how, dall'altra e' sicuramente un male perche' l'Italia resta indietro pur avendo dalla sua le migliori menti". Lo scopo dell'Intergruppo, in questa prima fase, e' presentarsi a tutte le realta' nazionali del settore e chiamarle a raccolta: oggi, infatti, ci saranno rappresentanti di Eni, Enel, Edison, Elettricita' Futura, Safe Nuclear Italia, Newcleo, Enea, e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. "L'approccio e' laico in nome della neutralita' tecnologica, per raggiungere l'obiettivo di una produzione energetica carbon free. Non si puo' pensare di risolvere tutto solo con le rinnovabili", aggiunge Fregolent. "Cominceremo con le audizioni dei principali operatori, vorremmo arrivare a tracciare delle soluzioni condivise, un percorso comune per poi incalzare il governo. La strada deve passare anche per le semplificazioni autorizzative". Ed e' proprio questa la via battuta negli Stati Uniti per accelerare sulla fusione. I 5 commissari della Nrc, la Nuclear Regulatory Commission, hanno deciso all'unanimita' che l'energia da fusione sara' regolata sotto lo stesso regime normativo degli acceleratori di particelle, sancendo la distanza dall'energia da fissione nucleare, ovvero quella dei reattori tradizionali. "L'energia da fusione su larga scala offrira' energia praticamente illimitata, pulita, sicura e sostenibile", spiegano dalla Fusion Industry Association americana. "Finora, il quadro normativo per l'energia da fusione e' stato incerto, rendendo difficile per le imprese e gli investitori capire come prepararsi, ma con la certezza offerta dalla decisione della Commissione, sviluppatori e investitori saranno in grado di accelerare gli sforzi e portare l'energia da fusione sul mercato". Una decisione e' attesa anche in Gran Bretagna entro fine anno. red fine MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
21/06/2023 09:00
 

Eni: Plenitude accelera percorso transizione energetica di Red Bull Italia​

MILANO (MF-NW)--L'accordo di partnership siglato oggi tra Plenitude e Red Bull Italia da' il via a una collaborazione virtuosa che vedra' le due aziende lavorare fianco a fianco nel segno della sostenibilita'. La ricerca e l'applicazione di nuove soluzioni per l'efficienza energetica sono al centro della mission di Plenitude e alla base dell'accordo con Red Bull Italia. Nei prossimi mesi, spiega una nota, Plenitude realizzera' infatti una serie interventi di efficientamento energetico presso tutte le sedi e i poli logistici di Red Bull in Italia dove, ad esempio, verranno installati impianti fotovoltaici per alimentare gli edifici con energia rinnovabile e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Inoltre, la societa' fornira' a tutti gli uffici ed edifici di Red Bull energia certificata, tramite garanzie d'origine di provenienza europea, come immessa in rete e prodotta da impianti alimentati al 100% da fonti rinnovabili. Le due aziende stanno anche valutando ulteriori interventi di efficientamento energetico e per la mobilita' elettrica in altri Paesi in cui entrambe operano. Come parte integrante dell'accordo, Plenitude sta inoltre studiando soluzioni per ridurre l'impatto energetico e ambientale anche dei principali eventi organizzati da Red Bull sul territorio italiano, come ad esempio Red Bull Cliff Diving a Polignano o Red Bull 64 Bars a Napoli, appuntamenti che ogni anno riuniscono migliaia di fan e appassionati. Ed e' proprio entrando in contatto con le persone che vivono le proprie passioni che Plenitude intende condividere il proprio impegno per la sostenibilita', raccontando storie di valore legate alla transizione energetica, con l'obiettivo di sensibilizzare la comunita' a una cultura dell'utilizzo consapevole dell'energia. Plenitude e' la Societa' Benefit di Eni che integra la produzione da rinnovabili, la vendita di energia e soluzioni energetiche e un'ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. Plenitude fornisce attualmente energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail, con l'obiettivo di raggiungere entro il 2026 piu' di 11 milioni di clienti e di installare oltre 30.000 punti di ricarica per la mobilita' elettrica. La societa' prevede inoltre di superare i 15 Gw di capacita' installata entro il 2030 e di azzerare le emissioni nette di CO2 Scope 1, 2 e 3 entro il 2040. com/cos (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

22/06/2023 14:26
 
Eni acquisisce Neptune Energy in tandem con Var per 4,9 miliardi di dollari

di Angela Zoppo

Operazione in due tempi. Al gruppo di Descalzi tutti gli asset di esplorazione e produzione, tranne quelli in Norvegia che saranno oggetto di acquisto separato, e preliminare, da parte della controllata. Sui mercati europei arriveranno 4 miliardi di metri cubi di gas in più per la sicurezza delle forniture post-Russia.


Eni e Vår Energi acquisiranno congiuntamente Neptune Energy Group per una cifra di poco inferiore ai 5 miliardi di dollari. La società indipendente attiva nell'esplorazione e produzione di gas, era già da tempo nel mirino del gruppo guidato dall’ad, Claudio Descalzi.

Eni considera Neptune un asset strategico per via della «competitività in termini di costo e basso livello di emissioni» e ne acquisirà l’intero portafoglio (Nord Africa, Indonesia e Australia, identificato come Neptune Global Business) con esclusione delle attività in Germania e in Norvegia. Queste ultime, raccolte in Neptune Norway Business, saranno acquisite dalla controllata Vår (quotata alla Borsa di Oslo e detenuta al 63% da Eni), direttamente da Neptune, ai sensi di uno share purchase agreement separato.

Secondo l’accordo, Neptune Global Business avrà un enterprise value pari a 2,6 miliardi di dollari, mentre quello di Neptune Norway Business sarà di circa 2,3 miliardi di dollari. Al 31 dicembre 2022, il debito netto di Neptune Global Business (pro-forma per la vendita del Neptune Norway Business) era pari a circa 500 milioni. Il corrispettivo netto finale per le operazioni sarà pagato in contanti al momento del closing. Eni attingerà alla liquidità disponibile.

Fondata nel 2015 da Sam Laidlaw, Neptune Energy attualmente è controllata da China Investment Corporation, da fondi gestiti da Carlyle Group e Cvc Capital Partners e da alcuni manager della società. L’acquisizione da parte di Vår si perfezionerà immediatamente, prima di quella di Eni, e i proventi derivanti dalla vendita del Neptune Norway Business rimarranno nel Neptune Global Business.
Nei piani di Eni, l’operazione è definita un’opportunità eccezionale che le consentirà di integrare le attività in aree geografiche chiave, sostenendo l’obiettivo del 60% di produzione di gas naturale per raggiungere un livello di zero emissioni nette (Scope 1 + 2, ovvero quelle dirette della produzione) nel business Upstream entro il 2030.

Tutti i numeri di Neptune

Nel 2022, Neptune ha registrato ricavi per circa 1,22 miliardi di dollari, e un ebitda di 95 milioni per la sola Neptune Global Business. Alla fine dello scorso anno, le riserve erano pari a circa 484 milioni di boe – barili di olio equivalente (80% gas), delle quali circa 386 milioni ricadono già nel perimetro in cui opera Eni. L’operazione, quindi, corrisponde a un costo di acquisizione di riserve pari a 10,1 dollari per boe.
Si stima che l' apporto ai portafogli di Eni e Vår possa essere di circa 130mila boe al giorno, oltre 100 mila delle quali per Eni nel periodo 2024-2026. La quasi totalità di questa produzione andrà a rifornire i mercati Ocse, quindi Italia compresa, tramite gasdotto o invio di gas naturale liquefatto.
Eni si aspetta anche sinergie in termini di costi di struttura e industriali per oltre mezzo miliardo di dollari, e ulteriori vantaggi in termini di risparmio nelle attività di esplorazione e sviluppo, incluse la cattura e stoccaggio della CO2 e le attività midstream.

Descalzi: 4 miliardi di mc di gas in più per l’Europa

«Attraverso questa operazione, Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un'eccezionale complementarità a livello strategico e operativo», è il commento dell’ad di Eni. «Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030. Inoltre», aggiunge Descalzi, «la sovrapposizione geografica e operativa con Neptune è sorprendente: aumenta la dimensione di Vår Energi; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunità Ccus (cattura e stoccaggio di CO2, ndr) nel Mare del Nord; consolida la posizione di Eni come prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei, e ne incrementa la presenza nell'offshore dell'Indonesia, con forniture all'impianto di Gnl di Bontang e ai mercati nazionali. L’operazione aggiungerà circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei».

Descalzi/2: l’acquisizione rafforzerà il dividendo

«Un ulteriore aspetto cruciale dell’operazione», sottolinea il manager, «è il basso costo delle nuove forniture e l’incremento di flusso di cassa che porta a Eni. Questo supporta il nostro impegno nell’offrire un dividendo attraente e solido e il programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del flusso di cassa operativo ai nostri azionisti».
Eni è stata assistita da Hsbc come advisor finanziario esclusivo, da White & Case Llp come advisor legale, e da Ernst & Young come advisor fiscale.

Orario di pubblicazione: 23/06/2023 01:47
Ultimo aggiornamento: 23/06/2023 09:05
 

Eni: Descalzi, con Neptune complementarita' a livello strategico e operativo​

ROMA (MF-NW)--"Attraverso questa operazione Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualita' e a bassa intensita' carbonica, con un'eccezionale complementarita' a livello strategico e operativo. Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030. Neptune contribuira' al nostro portafoglio prevalentemente con risorse gas". Lo afferma in una nota l'ad di Eni, Claudio Descalzi, commentando l'acquisizione. "Inoltre, la sovrapposizione geografica e operativa e' sorprendente", aggiunge, "aumenta la dimensione di Var Energi, societa' di cui Eni detiene la maggioranza; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunita' CCUS nel Mare del Nord; consolida la posizione di Eni come prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei; incrementa la presenza di Eni nell'offshore dell'Indonesia, con forniture all'impianto di GNL di Bontang e ai mercati nazionali. Ci aspettiamo inoltre che questi volumi addizionali di gas garantiscano ulteriori opportunita' di ottimizzazione per le attivita' GGP di Eni". "L'operazione aggiungera' circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei", evidenzia Descalzi, e "un ulteriore aspetto cruciale dell'operazione e' il basso costo delle nuove forniture e l'incremento di flusso di cassa che porta a Eni. Questo supporta il nostro impegno nell'offrire un dividendo attraente e solido e il programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del CFFO ai nostri azionisti". "La natura e le sfide della transizione energetica richiedono una risposta focalizzata, e questa operazione evidenzia in particolare due aspetti importanti della strategia finanziaria di Eni", precisa il manager: "la flessibilita' e l'opzionalita' che la nostra elevata liquidita' e il nostro basso leverage offrono, e il nostro innovativo modello satellitare che contribuisce ad accedere a capitali dedicati". gug (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

23/06/2023 08:24
 

Eni: closing su Neptune atteso per 1* trim 2024​

ROMA (MF-NW)--Il closing dell'operazione di Eni su Neptune Energy e' previsto per il primo trimestre del 2024. Il perfezionamento dell'Acquisizione Eni, si legge in una nota, e' soggetto a condizioni sospensive tipiche per operazioni di questa natura, tra cui: lo scorporo dal perimetro delle attivita' di Neptune in Germania, il perfezionamento dell'Acquisizione Var (che avverra' immediatamente prima del perfezionamento dell'Acquisizione Eni) e l'ottenimento di ulteriori consensi Neptune esclusa Germania governativi e contrattuali, FDI e antitrust. Eni e' stata assistita da HSBC come advisor finanziario esclusivo, White & Case LLP come advisor legale, Ernst & Young come advisor fiscale. gug (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

23/06/2023 08:28
 
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