" Faremo crollare l'economia russa" cap. 6

Quindi il motivo per cui le rupie rimangono in India è la non totale convertibilità della rupia in altre valute? A differenza del dirham degli EAU?

Le rupie sono bloccate nelle banche indiane, le sanzioni alle principali banche russe ne impediscono il rientro rendendo l'unica opzione "facile" lo spenderli lì (e si tratta di cifre importanti).

Il pagamento in dirham è una richiesta degli acquirenti indiani, i Russi preferivano lo Yuan, la Russia importa molto dalla Cina, ma il governo indiano ha "sconsigliato" le aziende acquirenti.

La richiesta di pagamento in dirham è stata accettata dai produttori di petrolio russi (anche se ci sono problemi ad aprire conti in dirham in UAE per le entità russe, inclusa Sakhalin-1 LLC) perché non è che possono tenersi il petrolio sul groppone.

C'è il rischio che l'Ucraina crolli sotto la pressione dell'esercito russo
 
Le importazioni russe dalla Cina sono diminuite, in termini di yuan, dell’11% ad aprile 2024.

Questo è il secondo mese consecutivo in cui le importazioni dalla Cina sono diminuite dopo che a marzo 2024 erano diminuite del 13%.

www.kommersant.ru/doc/6689912

Ciò coincide con il fatto che le grandi banche cinesi hanno interrotto i trasferimenti di yuan dalla Russia nel marzo 2024 a causa della minaccia delle sanzioni statunitensi.

Attualmente le aziende russe pagano tramite banche in Kazakistan e Kirghizistan.
 
Le rupie sono bloccate nelle banche indiane, le sanzioni alle principali banche russe ne impediscono il rientro rendendo l'unica opzione "facile" lo spenderli lì (e si tratta di cifre importanti).
India geniale!
Compra il petrolio russo a basso costo e lo paga in rupie poi va adire alla Russia di spendere quelle rupie in India vedendo così rientrare il capitale che era uscito poco prima.
 
La Russia si sta bloccando. Ed è anche colpa della Cina - Formiche.net

Per Mosca è sempre più difficile vendere e comprare beni dai suoi mercati amici, come Cina e Turchia. Con le banche terrorizzate dalle sanzioni, per le imprese è infatti impossibile effettuare gli scambi, come dimostra il crollo dei flussi nel primo trimestre. E così il denaro smette di circolare.
 
le camere di compensazione sono necessarie solo se non c'è una valuta comune di riferimento...vedremo un rublo-oro convertibile?
 
Chiedo scusa se faccio il "parassita" senza apportare nulla di utile al dibattito, ma vorrei chiedere una cosa: alla fine della fiera, in cosa consistono queste "sanzioni" che mettono così tanto terrore addosso alle banche di (mi pare) quasi tutti i Paesi del mondo, anche non ostili alla Russia, da convincerli a rinunciare agli affari con i russi?
 
Chiedo scusa se faccio il "parassita" senza apportare nulla di utile al dibattito, ma vorrei chiedere una cosa: alla fine della fiera, in cosa consistono queste "sanzioni" che mettono così tanto terrore addosso alle banche di (mi pare) quasi tutti i Paesi del mondo, anche non ostili alla Russia, da convincerli a rinunciare agli affari con i russi?
insomma gli usa diciamo ricattano.o con noi o senza di noi.facile.
ad una così arguta condizione economica le parti risponderanno nella giusta modalità e misura.
 
Chiedo scusa se faccio il "parassita" senza apportare nulla di utile al dibattito, ma vorrei chiedere una cosa: alla fine della fiera, in cosa consistono queste "sanzioni" che mettono così tanto terrore addosso alle banche di (mi pare) quasi tutti i Paesi del mondo, anche non ostili alla Russia, da convincerli a rinunciare agli affari con i russi?

Da inizio conflitto la maggior parte dei paesi occidentali ha applicato sanzioni primarie.

Il 22 Dicembre 2023 US ha applicato sanzioni secondarie.

In sintesi la differenza.

Sanzioni primarie:
"Ehi Russia, non faccio più affari con te".

Sanzioni secondarie
"Ehi azienda/impresa/banca del paese XXX, se fai affari con la Russia non faccio più affari con te".

Le sanzioni primarie perdono efficacia nel tempo (triangolazioni e varie) e mantengono solo il potere di far costare di più le transazioni economiche e commerciali.

Le sanzioni secondarie sono invece molto più efficaci (e anche più durature negli effetti) perché scoraggiano quasi tutte le aziende/banche/imprese di qualsiasi paese XXX a fare affari con la Russia per timore di perdere il mercato US.

Nota. Ovviamente le sanzioni secondarie funzionano se è un paese come US ad applicarle, se le applicasse il Burkina Faso lo sarebbero pochissimo.
 
Da inizio conflitto la maggior parte dei paesi occidentali ha applicato sanzioni primarie.

Il 22 Dicembre 2023 US ha applicato sanzioni secondarie.

In sintesi la differenza.

Sanzioni primarie:
"Ehi Russia, non faccio più affari con te".

Sanzioni secondarie
"Ehi azienda/impresa/banca del paese XXX, se fai affari con la Russia non faccio più affari con te".

Le sanzioni primarie perdono efficacia nel tempo (triangolazioni e varie) e mantengono solo il potere di far costare di più le transazioni economiche e commerciali.

Le sanzioni secondarie sono invece molto più efficaci (e anche più durature negli effetti) perché scoraggiano quasi tutte le aziende/banche/imprese di qualsiasi paese XXX a fare affari con la Russia per timore di perdere il mercato US.

Nota. Ovviamente le sanzioni secondarie funzionano se è un paese come US ad applicarle, se le applicasse il Burkina Faso lo sarebbero pochissimo.

Già, che poi questo stato delle cose fa il paio con il fatto che il dollaro è la moneta di riferimento internazionale perché è la moneta dello stato più forte del mondo, non è che gli USA sono lo stato più forte del mondo perché hanno il dollaro. Un concetto semplice, che però evidentemente non deve essere ben chiaro ai filorussi che pensano che i Brics da soli possano sostituire gli USA e l'UE come centro economico e finanziario del pianeta semplicemente facendosi una moneta propria o intensificando gli scambi commerciali tra loro.
 
Da inizio conflitto la maggior parte dei paesi occidentali ha applicato sanzioni primarie.

Il 22 Dicembre 2023 US ha applicato sanzioni secondarie.

In sintesi la differenza.

Sanzioni primarie:
"Ehi Russia, non faccio più affari con te".

Sanzioni secondarie
"Ehi azienda/impresa/banca del paese XXX, se fai affari con la Russia non faccio più affari con te".

Le sanzioni primarie perdono efficacia nel tempo (triangolazioni e varie) e mantengono solo il potere di far costare di più le transazioni economiche e commerciali.

Le sanzioni secondarie sono invece molto più efficaci (e anche più durature negli effetti) perché scoraggiano quasi tutte le aziende/banche/imprese di qualsiasi paese XXX a fare affari con la Russia per timore di perdere il mercato US.

Nota. Ovviamente le sanzioni secondarie funzionano se è un paese come US ad applicarle, se le applicasse il Burkina Faso lo sarebbero pochissimo.
Grazie. Ma quindi questo significa che in tutto il mondo non esiste un solo paese (tranne per il momento un paio di "stan" centroasiatici) che preferisce scaricare gli Stati Uniti per la Russia?
 
Grazie. Ma quindi questo significa che in tutto il mondo non esiste un solo paese (tranne per il momento un paio di "stan" centroasiatici) che preferisce scaricare gli Stati Uniti per la Russia?

Beh no, ci sono piccole realtà anche tra imprese e banche di qualsiasi paese che preferiscono sfruttare la possibilità di commercio e transazioni con aziende e banche russe, infatti molte transazioni con la Cina ora passano attraverso banche rurali dopo che le principali banche cinesi si sono dimostrate restie ad avere transazioni con clienti russi.


A causa delle sanzioni secondarie US, che hanno spinto le principali banche cinesi a chiudere i rapporti con clienti russi, gli esportatori cinesi hanno iniziato a utilizzare piccole banche rurali cinesi che operano vicino al confine russo per effettuare transazioni.

Tuttavia ciò causa ritardi poiché in alcuni casi le aziende ci hanno messo oltre 3 mesi per aprire un conto.

www.kommersant.ru/doc/6679124

Le sanzioni secondarie hanno invece effetto su entità commerciali ed economiche di un certo peso, con collegamenti internazionali, anche tra gli "Stan".

La vicenda del circuito MIR è emblematica.

SamsungPay non accetterà più le carte Mir russe a partire dal 3 Aprile.

Samsung Pay оÑÐºÐ»Ð¾Ð½Ð¸Ñ Ð¿Ð»Ð°Ñежи

La Halyk Bank del Kazakistan ha smesso di supportare le transazioni con le carte russe su circuito Mir il 27 febbraio 2024.

ÐазаÑÑÑанÑкий Halyk Bank пÑекÑаÑил обÑлÑживаÑÑ ÐºÐ°ÑÑÑ Â«ÐиÑ»

Il sistema di pagamento Elkart del Kyrgyzstan terminerà il supporto alle carte bancarie russe su circuito Mir dal 3 Aprile 2024 (oggi).

ÐлаÑÐµÐ¶Ð½Ð°Ñ ÑиÑÑема ÐиÑгизии пÑекÑаÑÐ¸Ñ Ð¾Ð±ÑлÑживаÑÑ ÐºÐ°ÑÑÑ Â«ÐиÑ»

Contestualmente, la Banca centrale russa afferma che sta lavorando per espandere la rete di bancomat e banche che supportano le carte bancarie Mir nonostante le sanzioni.

РЦРназвали ÑпоÑоб ÑеÑÐµÐ½Ð¸Ñ Ð¿Ñоблем Ñ Ð¾Ð±ÑлÑживанием каÑÑ Â«ÐиÑ» за гÑаниÑей

Il governo del Kirghizistan ha affermato che il motivo per cui non supporta più le carte russe su circuito Mir è perché il sistema di pagamenti bancari statali è creato e supportato da una società lettone che ha minacciato di agire se la società continua ad accettare le carte Mir.

ÐиÑÐ³Ð¸Ð·Ð¸Ñ Ð¾Ð±ÑÑÑнила оÑказ Ð¾Ñ Â«ÐиÑа» ÑгÑозой ÐаÑвии оÑклÑÑиÑÑ Ð¾Ð¿ÐµÑаÑоÑа каÑÑ

Il ban di Apple dei sistemi di pagamento russi come Mir Pay, SberPay, Tinkoff Pay e altri deve aver avuto un certo impatto.

Il servizio antimonopoli della Federazione Russa ha inviato una richiesta ad Apple sul divieto.

ФÐС поÑÑебовала Ð¾Ñ Apple обÑÑÑниÑÑ Ð±Ð»Ð¾ÐºÐ¸ÑÐ¾Ð²ÐºÑ Mir Pay и дÑÑÐ³Ð¸Ñ ÑиÑÑем оплаÑÑ
 
Già, che poi questo stato delle cose fa il paio con il fatto che il dollaro è la moneta di riferimento internazionale perché è la moneta dello stato più forte del mondo, non è che gli USA sono lo stato più forte del mondo perché hanno il dollaro. Un concetto semplice, che però evidentemente non deve essere ben chiaro ai filorussi che pensano che i Brics da soli possano sostituire gli USA e l'UE come centro economico e finanziario del pianeta semplicemente facendosi una moneta propria o intensificando gli scambi commerciali tra loro.

IMHO, la "forza" intrinseca del dollaro credo sia legata al fatto che è globalmente accettata come "oro cartaceo".

Anche US non fosse più il centro dell'economia globale rompere e sostituire una convenzione accettata è, comunque, un processo lungo, a prescindere dai desiderata.

Sui BRICS...si è visto bene in questo conflitto che ciascuno fa il proprio interesse (magari sorridendo benevolmente alla Russia).

E non mi sembra poi tanto sorprendente.
 
insomma gli usa diciamo ricattano.o con noi o senza di noi.facile.
ad una così arguta condizione economica le parti risponderanno nella giusta modalità e misura.
eh, per il momento parrebbe di no, nonostante i wishful thinking degli antiamericani.
 
Riguardo le alluvioni in Russia e i danni prodotti dal cedimento delle dighe. Il caso di Kurgan che non sarà poi molto diverso dagli altri.

Dopo le polemiche relative all'esiguità dell'una tantum prevista a ristoro di chi ha avuto la casa distrutta, le autorità locali hanno aumentato l'importo massimo del pagamento una tantum per le case distrutte da 50.000 a 100.000 rubli.

Когда снимут режим ЧС и сколько заплатят за ремонт: главные заявления Шумкова о паводке

Inoltre, le persone possono chiedere al Ministero dell'edilizia un aiuto per riparare le case danneggiate a 7000 rubli al metro quadrato.

Nel complesso, sulla carta, i costi per questi ristori sono coperti solo parzialmente se si tiene conto del fatto che il budget totale di Kurgan per il 2024 è di soli 78 miliardi di rubli.

Бюджет Курганской области утвержден в окончательном чтении с дефицитом 8,5% расходов - Урал || Интерфакс Россия

Servirebbero aiuti federali ma, in un paese che deve sostenere un'economia di guerra, si dovrà scegliere tra questa e i cittadini.

Non è escluso che eventuali aiuti federali possano trasformarsi in altro, come avvenuto con la promessa di 4.500 miliardi di rubli per i servizi pubblici comunali che si sono trasformati in un programma di prestito agevolato di 1000 miliardi per 5 anni da parte della VEB (società statale russa che agisce come istituto di sviluppo).

www.kommersant.ru/doc/6678718

Il governo russo ha autorizzato fondi di riserva fino a 4 miliardi di rubli per la regione di Kurgan.

3 miliardi saranno utilizzati per pagare i ristori per ricostruzione/riparazione delle abitazioni distrutte/danneggiate dall'alluvione.

1 miliardo sarà speso per le infrastrutture ma, considerando che i danni alle infrastrutture sono stati stimati in 4-9 miliardi di rubli, non sarà sufficiente.

www.kommersant.ru/doc/6689904
 
Perché la Cina non può risollevare il gas russo. Report Economist - Startmag
La Russia avrà sempre difficoltà a reindirizzare i 180 miliardi di metri cubi di gas che vendeva all'Europa, e che la Cina non può assorbire. L'approfondimento dell'Economist.
12 Maggio 2024 07:43
Quando i leader russi hanno interrotto la maggior parte delle forniture di gas del Paese all’UE nel 2022, hanno pensato di essere furbi. I prezzi sono immediatamente saliti, consentendo alla Russia di guadagnare di più nonostante i minori volumi di esportazione. Nel frattempo, l’Europa, che nel 2021 acquistava il 40% del gas dalla Russia, si è preparata ad affrontare inflazione e blackout. Eppure, due anni dopo, grazie agli inverni miti e alle enormi importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dall’America, i serbatoi di gas dell’Europa sono più pieni che mai. E Gazprom, il gigante russo del gas di proprietà statale, non riesce a realizzare alcun profitto.
La Russia avrà sempre difficoltà
a reindirizzare i 180 miliardi di metri cubi (bcm) di gas, pari all’80% delle sue esportazioni totali di combustibile nel 2021, che un tempo vendeva all’Europa. Il Paese non ha un equivalente di Nord Stream, un condotto verso la Germania, che gli permetta di convogliare il gas verso clienti altrove. Mancano anche gli impianti per raffreddare il carburante a -160°C e le navi cisterna specializzate necessarie per il trasporto del GNL. Fino a poco tempo fa, questo era solo un fastidio minore. Tra il 2018 e il 2023 solo il 20% del contributo totale delle esportazioni di idrocarburi al bilancio russo proviene dal gas e, nonostante le sanzioni, la Russia continua a vendere petrolio a un buon prezzo.

La Russia ha bisogno di denaro​

Ma mentre il conflitto si protrae, il Cremlino ha bisogno di denaro per mantenere in funzione la sua macchina da guerra. I prezzi elevati del petrolio non dureranno per sempre. La capacità produttiva mondiale supera la domanda globale; solo i tagli alla produzione da parte dei produttori del Golfo e degli alleati, tra cui la Russia, mantengono i mercati in tensione. La carenza di fondi e di attrezzature sta ostacolando gli sforzi della Russia per esplorare nuovi giacimenti. La domanda globale potrebbe ridursi ulteriormente negli anni a venire. L’Agenzia Internazionale dell’Energia, un’agenzia di previsione ufficiale, prevede un picco nel corso di questo decennio, con l’avvio della transizione verde. Al contrario, la maggior parte dei previsori prevede che la domanda di gas, un combustibile più pulito, continuerà a salire.
Per la Russia, tutto ciò rende importante il rilancio delle vendite di gas. Purtroppo, le esportazioni verso l’Europa, che rappresentano ancora la metà dei 140 miliardi di metri cubi esportati dal Paese l’anno scorso, si ridurranno anche quest’anno. In teoria, la Russia ha due opzioni: costruire gasdotti verso altri luoghi o mettere il turbo alle esportazioni di GNL.

Il Siberian Express​

La Russia sta già utilizzando maggiormente Power of Siberia, un gasdotto che collega i giacimenti di gas orientali, che non hanno mai servito l’Europa, alla Cina. Entro il 2025 le consegne potrebbero raggiungere i 38 miliardi di metri cubi, rispetto ai 10 del 2020; un’estensione potrebbe portare altri 10 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2029. Ma a cambiare le carte in tavola sarebbe Power of Siberia 2, una linea proposta dall’ovest della Russia alla Cina che porterebbe 50 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2029. Per quella data, si prevede che la domanda cinese raggiungerà i 600 miliardi di metri cubi, rispetto ai 390 miliardi dell’anno scorso. La Russia spera di fornirne un sesto.
Il problema è che la Cina non è sicura di volere davvero Power of Siberia 2. Ossessionati dalla sicurezza energetica, i suoi leader cercano da tempo di limitare la dipendenza da un singolo esportatore di combustibile. Le trattative con la Russia per il progetto sono in fase di stallo, con disaccordi che permangono sui termini cruciali del contratto, dal finanziamento al prezzo del gas.
Anche se completato, il progetto potrebbe offrire alla Russia un affare scadente. La Cina manterrà altre fonti di gas, a partire dall’Asia centrale. Gazprom, invece, dipenderà da un unico acquirente. Sergey Vakulenko, ex dirigente dell’azienda petrolifera, sostiene che la Cina potrebbe semplicemente aspettare fino al 2025-26, quando entrerà sul mercato una vasta fornitura di GNL dall’America e dal Qatar, prima di imporre condizioni terribili. Il ministero dell’Economia russo prevede già che il prezzo delle sue esportazioni di gas verso la Cina sarà in media di 257 dollari al metro cubo nel 2027, rispetto ai 320 dollari dei flussi verso gli altri clienti europei.
Il progetto comporterebbe anche altri rischi. Per recuperare l’investimento, Gazprom dovrebbe far funzionare il tubo a pieno ritmo per almeno 20 anni. In linea di principio, ciò è realizzabile. Nel processo di decarbonizzazione, la Cina ha spazio per ridurre il consumo di carbone, il combustibile più economico e più sporco, continuando a utilizzare il gas. Ma una ripresa economica potrebbe spingere la Cina ad aumentare ulteriormente la sua capacità di energia rinnovabile, nel qual caso potrebbe abbandonare il gas prima. Oppure la sua economia potrebbe andare peggio del previsto, spingendola a tornare al carbone.

La scommessa del gas liquefatto Il sovradimensionamento della produzione di GNL – la seconda opzione della Russia – sembra una scommessa un po’ più sicura. Una volta su una nave, il carburante può essere spedito ovunque. E il GNL russo può competere con quello proveniente da altri paesi. Il gas che la Russia alimenta i suoi principali terminali di liquefazione è più economico di qualsiasi altro esportatore, ad eccezione del Qatar, e la liquefazione funziona bene al freddo. La Russia punta a incrementare le esportazioni di GNL a 100 milioni di tonnellate entro il 2030, pari a 138 miliardi di metri cubi di gas, rispetto ai 31 milioni dello scorso anno. Prevede che la sua quota di mercato raggiungerà il 20% entro il 2030, rispetto all’attuale 8%.
Ma questo obiettivo potrebbe essere ambizioso. I nuovi impianti di GNL e le strutture di trasporto necessitano di beni occidentali che le sanzioni hanno reso inafferrabili. Gli investitori giapponesi nell’Arctic Lng 2, il progetto di punta della Russia, si sono ritirati; quelli cinesi hanno chiesto all’America una deroga alle sanzioni che difficilmente verrà concessa. Per colmare il divario, la Russia sta elargendo sussidi a Novatek, la sua più grande azienda di GNL, e sta sviluppando tecnologie interne.
Per far emergere un’industria del gas autarchica ci vorrà del tempo. L’Arctic Lng 2, che inizialmente avrebbe dovuto iniziare le consegne entro il primo trimestre del 2024, ha sospeso la produzione il mese scorso. La società di consulenza Rystad Energy prevede che la produzione russa di GNL raggiungerà solo 40 milioni di tonnellate entro il 2035, circa 100 milioni in meno rispetto alle ambizioni del Cremlino. Trovare acquirenti sarà difficile. Anne-Sophie Corbeau della Columbia University ritiene che la Russia dovrà vendere ai Paesi più poveri, offrendo contratti generosi.
Questa serie di difficoltà significa che la Russia non sarà in grado di recuperare gran parte delle entrate che un tempo guadagnava dall’Europa. Con l’avanzare della transizione verde, gli esperti ritengono che l’età dell’oro del gas durerà al massimo un paio di decenni. Le sanzioni occidentali e gli errori russi non impediranno la guerra in Ucraina. Ma stanno infliggendo un duro colpo al futuro della Russia come principale fornitore di energia.
 
Ultima modifica:
La Banca Centrale Russa ha alzato le aspettative di inflazione per il Q2/2024 al 7,7% in termini annuali, tenendo conto dell'elevato tasso di interesse.

La settimana scorsa l'inflazione era pari al 7,81%.

Entrambi i dati sono superiori all’inflazione ufficiale del Q4/2023, pari al 7,4%.

I motivi di un'inflazione che non scende (l'obiettivo è il 4%) malgrado le politiche monetarie (il tasso di interesse è al 16%) sono indicate dallo stesso regolatore:

"[...]Secondo la spiegazione del regolatore, l’inflazione che rimane elevata è associata alla crescita attiva della domanda interna, che supera la possibilità di espandere l’offerta di beni e servizi.[...]"

www.kommersant.ru/doc/6691179
 
In realtà le autorità russe potrebbero revocare il divieto di esportazione di benzina da maggio a fine giugno.

Il divieto in vigore dal 1° marzo potrebbe essere revocato nei mesi di maggio-giugno e ripreso nei mesi di luglio-agosto durante un periodo di crescente domanda e di riparazioni programmate nelle raffinerie.

L’eliminazione delle restrizioni, si precisa, sosterrà il costo all’ingrosso del carburante, che attualmente è in calo.

www.kommersant.ru/doc/6688873

Dai dati di produzione non sembrerebbe che le scorte siano così elevate come dipinto, appare più una manovra per "premiare" le raffinerie facendo aumentare i prezzi.

I prezzi della benzina AI-92 e AI-95 su SPIMEX sono aumentati rispettivamente dell'1,7% e dell'1,5% a causa dell'aspettativa che il governo russo revochi il divieto sulle esportazioni di benzina.

La decisione di aprire le esportazioni sembra "guidata" da interessi di aziende con qualche santo in paradiso.

Infatti, la produzione non sembra eccessiva e gli attacchi alle raffinerie diminuiscono la capacità di raffinazione (l'attacco di droni alla raffineria Lukoil di Volgograd del 12 Maggio ha messo fuori uso l'unità primaria di raffinazione del petrolio AVT-1 con riduzione della capacità di raffinazione al 43%).

Secondo fonti di Kommersant, il lobbista più attivo per l'abolizione delle restrizioni sulle esportazioni di benzina è Surgutneftegaz.

Surgutneftegaz possiede la raffineria di petrolio Kirishi nella regione di Leningrado, che, per la sua posizione, è orientata all'esportazione, ma dopo il divieto è stata costretta a reindirizzare le forniture di benzina al mercato interno.

www.kommersant.ru/doc/6691206
 
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