Fiat-Chrysler Automobiles: news & market 29 mag 2018

ma sai che è un periodo che incontro persone che "bramano" la Stelvio ma che vuoi perchè incastrati in auto aziendali tradizionali vuoi per vorrei-ma-non-posso...
E sono andati più volte in concessionaria!
Bisogna stare calmi, ci vogliono almeno due buone generazioni di auto per cominciare a riequilibrare la bilancia.

Ci sarei anch'io nell'elenco ma senza fretta. Giustamente costa un'iradiddio anche se li vale.
 
quando un politico arriva a chiedere la messa in stato di accusa (priva di qualsiasi fondamento, tanto è vero che poi, dopo 48 ore la ritira e vorrebbe addirittura fare lingua in bocca col presidente) succedono poi queste cose: spero sinceramente che la magistratura vada fino in fondo a perseguire queste persone per i reati previsti dalla legge...vediamo se cominciando dal rispetto per le massime istituzioni (cosa che tipicamente invidiamo degli altri popoli) migliora qualcosa...secondo me , sì


Minacce a Mattarella su Facebook Tre persone denunciate dalla Digos - Corriere.it
 
LA LETTERA DI UN FORNITORE DI FIAT A JOHN ELKANN: ‘PERCHÉ NON VI SIETE OPPOSTI ALL’INVESTOR DAY IMPOSTO DA MARCHIONNE? PERCHÉ DOBBIAMO ASPETTARE APRILE 2019 PER CONOSCERE IL NOME DEL NUOVO CEO? ABBANDONARE I SEGMENTI B, C, WAGON E GRANDI BERLINE DENUNCIA IL FALLIMENTO DELLA GESTIONE MARCHIONNE E METTE IN SERIO PERICOLO IL FUTURO DELLE FABBRICHE ITALIANE E L’INDOTTO. IL PROSSIMO CEO DEVE ESSERE…’



Lettera di un fornitore di FCA a Lettera43.it




Ingegner John Elkann,

sono un fornitore di Fiat Chrysler Automobiles e mi rivolgo a lei nella sua qualità non solo di presidente del gruppo anglo-olandese Fca, ma soprattutto di Exor. Molto sinceramente, più si avvicina il primo giugno e meno si capisce perché lei e i consiglieri di amministrazione non vi siate opposti all’Investor Day voluto (imposto?) dal Ceo Sergio Marchionne che si terrà a Balocco. Ma soprattutto perché si debba aspettare aprile 2019 per conoscere il nome del nuovo Ceo che subentrerà a Marchionne (leggi anche: come cambia la Fca col nuovo piano industriale).



Sia chiaro, come minuscolo azionista di Fca-Cnh Industrial-Ferrari, mi inchino davanti alla maestria di Marchionne, uomo che va a nozze con i numeri e negoziatore fenomenale. Borsa e finanza giocano un ruolo rilevante come ci ricordano i media economici e i garruli analisti finanziari. Forse, un costruttore di automobili va valutato anche se non soprattutto per i suoi prodotti, la qualità, l’ingegneria, le fabbriche, l’indotto e la rete commerciale. Da esponente del mondo dell’indotto industriale e dei servizi, se osservo lo stato della gamma dei prodotti offerti oggi e quelli futuri, sono a dire poco perplesso.



Dopo appena quattro anni, come non pensare che Fca, acronimo di Fiat Chrysler Automobiles, sembra destinata a seguire la sorte del primo acronimo dell’azienda fondata a Torino nel 1899? Come noto, Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, scomparve nel 1906 a seguito della liquidazione e rifondazione della società senza i soci originali. Da fornitore, appare evidente che i marchi Fiat e Chrysler, insieme con Lancia, Abarth, Srt, Dodge, Fiat Professional, hanno un futuro meschino.



Abbandonare i segmenti B, C, wagon e grandi berline denuncia il fallimento della gestione Marchionne e mette in serio pericolo il futuro delle fabbriche italiane e l’indotto. A Balocco ci sarà l’esaltazione e la glorificazione di uno solo dei tanti obiettivi stamburati il 6-7 maggio 2014, ovvero l’azzeramento dei debito.





Il perseguimento di questo obiettivo ha provocato una carestia di investimenti in Europa, l’allungamento del ciclo vita di numerosi modelli compresi quelli concepiti durante la stagione DaimlerChrysler (Chrysler 300, brevemente e senza successo etichettata Lancia Thema, Dodge Challenger, Charger, Durango, Gran Caravan, Journey, in Italia per qualche tempo ribatezzata Freemont, e Jeep Grand Cherokee) e il rinvio di nuovi veicoli targati Alfa Romeo e Maserati. Senza dimenticare che nuovi prodotti (Dodge Dart, Chrysler 200 e SRT Viper) hanno avuto vita irta di spine e sono morti prematuramente.





Sempre dal punto di vista del prodotto, in questi 14 anni, ci sono almeno due elementi di grande costanza: la incorporea presenza in Asia dove Jeep continua ad arrancare, mentre i brand del gruppo Fca continuano a piazzarsi negli ultimi posti delle classifiche annuali della rivista dei consumatori statunitensi Consumer Reports e dell’agenzia JD Power, che misurano gli standard di affidabilità delle auto nuove e di quelle aggiornate e il tasso di gradimento dei clienti.





Giusto puntare sui marchi premium e modelli alto di gamma perché il guadagno è più alto, ma a condizione che la qualità delle autovetture sia elevata e le dotazioni dei modelli siano comparabili con la migliore concorrenza. Allarma quindi registrare che si deve ricorrere regolarmente alla cassa integrazione negli stabilimenti di Cassino, Mirafiori e Grugliasco pur in presenza di modelli nuovi o quasi nuovi (Alfa Stilo e Giulia e Maserati Levante e Ghibli).





Un altro fenomeno inquietante che l’attuale dirigenza di Fca non è riuscita a risolvere è la cannibalizzazione tra i brand. Difficile portare al successo due modelli di marchi diversi appartenenti allo stesso segmento. Dove per successo si intende anche conquistare clienti della concorrenza.




Ingegner Elkann, credo sia chiaro a tutti che si è inesorabilmente chiuso un ciclo. Perché non prenderne atto fino in fondo e nominare subito un nuovo Ceo che abbia familiarità con il prodotto auto affidandogli tutte le deleghe? Fca deve trovare un acquirente, perché non ha i volumi e le tecnologie che le consentano di proseguire da sola. Un’operazione che Marchionne non può portare avanti per la mancanza di interlocutori disponibili a sedersi al tavolo con lui. Lo sanno tutti, anche se si limitano a bisbigliarlo. Almeno fino al primo giugno.



Cordialmente.
 
ma sai che è un periodo che incontro persone che "bramano" la Stelvio ma che vuoi perchè incastrati in auto aziendali tradizionali vuoi per vorrei-ma-non-posso...
E sono andati più volte in concessionaria!
Bisogna stare calmi, ci vogliono almeno due buone generazioni di auto per cominciare a riequilibrare la bilancia.

un rappresentate che conosco è passato da una station BMW a Stelvio e ne è innamorato anche prima della bmw aveva avuto altre tedescone
 
LA LETTERA DI UN FORNITORE DI FIAT A JOHN ELKANN: ‘PERCHÉ NON VI SIETE OPPOSTI ALL’INVESTOR DAY IMPOSTO DA MARCHIONNE? PERCHÉ DOBBIAMO ASPETTARE APRILE 2019 PER CONOSCERE IL NOME DEL NUOVO CEO? ABBANDONARE I SEGMENTI B, C, WAGON E GRANDI BERLINE DENUNCIA IL FALLIMENTO DELLA GESTIONE MARCHIONNE E METTE IN SERIO PERICOLO IL FUTURO DELLE FABBRICHE ITALIANE E L’INDOTTO. IL PROSSIMO CEO DEVE ESSERE…’



Lettera di un fornitore di FCA a Lettera43.it




Ingegner John Elkann,

sono un fornitore di Fiat Chrysler Automobiles e mi rivolgo a lei nella sua qualità non solo di presidente del gruppo anglo-olandese Fca, ma soprattutto di Exor. Molto sinceramente, più si avvicina il primo giugno e meno si capisce perché lei e i consiglieri di amministrazione non vi siate opposti all’Investor Day voluto (imposto?) dal Ceo Sergio Marchionne che si terrà a Balocco. Ma soprattutto perché si debba aspettare aprile 2019 per conoscere il nome del nuovo Ceo che subentrerà a Marchionne (leggi anche: come cambia la Fca col nuovo piano industriale).



Sia chiaro, come minuscolo azionista di Fca-Cnh Industrial-Ferrari, mi inchino davanti alla maestria di Marchionne, uomo che va a nozze con i numeri e negoziatore fenomenale. Borsa e finanza giocano un ruolo rilevante come ci ricordano i media economici e i garruli analisti finanziari. Forse, un costruttore di automobili va valutato anche se non soprattutto per i suoi prodotti, la qualità, l’ingegneria, le fabbriche, l’indotto e la rete commerciale. Da esponente del mondo dell’indotto industriale e dei servizi, se osservo lo stato della gamma dei prodotti offerti oggi e quelli futuri, sono a dire poco perplesso.



Dopo appena quattro anni, come non pensare che Fca, acronimo di Fiat Chrysler Automobiles, sembra destinata a seguire la sorte del primo acronimo dell’azienda fondata a Torino nel 1899? Come noto, Fiat, Fabbrica Italiana Automobili Torino, scomparve nel 1906 a seguito della liquidazione e rifondazione della società senza i soci originali. Da fornitore, appare evidente che i marchi Fiat e Chrysler, insieme con Lancia, Abarth, Srt, Dodge, Fiat Professional, hanno un futuro meschino.



Abbandonare i segmenti B, C, wagon e grandi berline denuncia il fallimento della gestione Marchionne e mette in serio pericolo il futuro delle fabbriche italiane e l’indotto. A Balocco ci sarà l’esaltazione e la glorificazione di uno solo dei tanti obiettivi stamburati il 6-7 maggio 2014, ovvero l’azzeramento dei debito.





Il perseguimento di questo obiettivo ha provocato una carestia di investimenti in Europa, l’allungamento del ciclo vita di numerosi modelli compresi quelli concepiti durante la stagione DaimlerChrysler (Chrysler 300, brevemente e senza successo etichettata Lancia Thema, Dodge Challenger, Charger, Durango, Gran Caravan, Journey, in Italia per qualche tempo ribatezzata Freemont, e Jeep Grand Cherokee) e il rinvio di nuovi veicoli targati Alfa Romeo e Maserati. Senza dimenticare che nuovi prodotti (Dodge Dart, Chrysler 200 e SRT Viper) hanno avuto vita irta di spine e sono morti prematuramente.





Sempre dal punto di vista del prodotto, in questi 14 anni, ci sono almeno due elementi di grande costanza: la incorporea presenza in Asia dove Jeep continua ad arrancare, mentre i brand del gruppo Fca continuano a piazzarsi negli ultimi posti delle classifiche annuali della rivista dei consumatori statunitensi Consumer Reports e dell’agenzia JD Power, che misurano gli standard di affidabilità delle auto nuove e di quelle aggiornate e il tasso di gradimento dei clienti.





Giusto puntare sui marchi premium e modelli alto di gamma perché il guadagno è più alto, ma a condizione che la qualità delle autovetture sia elevata e le dotazioni dei modelli siano comparabili con la migliore concorrenza. Allarma quindi registrare che si deve ricorrere regolarmente alla cassa integrazione negli stabilimenti di Cassino, Mirafiori e Grugliasco pur in presenza di modelli nuovi o quasi nuovi (Alfa Stilo e Giulia e Maserati Levante e Ghibli).





Un altro fenomeno inquietante che l’attuale dirigenza di Fca non è riuscita a risolvere è la cannibalizzazione tra i brand. Difficile portare al successo due modelli di marchi diversi appartenenti allo stesso segmento. Dove per successo si intende anche conquistare clienti della concorrenza.




Ingegner Elkann, credo sia chiaro a tutti che si è inesorabilmente chiuso un ciclo. Perché non prenderne atto fino in fondo e nominare subito un nuovo Ceo che abbia familiarità con il prodotto auto affidandogli tutte le deleghe? Fca deve trovare un acquirente, perché non ha i volumi e le tecnologie che le consentano di proseguire da sola. Un’operazione che Marchionne non può portare avanti per la mancanza di interlocutori disponibili a sedersi al tavolo con lui. Lo sanno tutti, anche se si limitano a bisbigliarlo. Almeno fino al primo giugno.



Cordialmente.

ma se questa lettera era indirizzata a Elkann, come mai la stiamo leggendo noi ?!:confused:
 
un rappresentate che conosco è passato da una station BMW a Stelvio e ne è innamorato anche prima della bmw aveva avuto altre tedescone

È proprio il sunto del mio pensiero. Iniziamo a far vedere i nostri politici su auto blu dell'eccellenza italiana, iniziamo a schifare le auto tedesche, in linea con quello che dicono di voler fare, forse ci rispetteranno un po' di più.
 
Dal pezzo di Ebhardt su Bloomberg

ho desunto che si dovrebbero:

1) raddoppiare i volumi già previsti al 2018 quindi facendo un po' di conti
Jeep da 2 a 4 milioni di pezzi
Alfa romeo da 400 mila a 800 mila

2) sparizione della produzione di Fiat in Italia con passaggio alla produzione di Suv . Probabilmente non ad invarianza di occupazione anzi con un bel taglio presumo

3) reportistica contabile distinta per Alfa- Maserati in previsione di possibile spin-off con price tag di 8 miliardi

4) investimenti anche nell'odiato elettrico non fatti in maniera convinta ma per non rimanere tagliato fuori.

Facendo una botta di conti e tenuto conto dello spin-off di Magneti nonchè dell'azzeramento del debito quindi potrebbe valere anche :eek:

Bloomberg
 
Bernstein Research’s Warburton pointed out that FCA’s EBIT (earnings before interest and tax) target for 2018 looks hugely ambitious. The target for 2018 is at least 8.7 billion euros ($10 billion) and the first quarter delivered barely 19% of that

https://www.forbes.com/sites/neilwinton/2018/05/30/fiat-chrysler-meeting-will-reveal-profit-strategy-targets-and-maybe-ceo-succession-news/3/#63e379de4d3b

Visto che due modelli importanti sono stati lanciati nel Q1 direi che è accettabili che il restante 80% debba ancora arrivare negli altri Q, comunque l'1 avremo anche i dati delle vendite di maggio.

Nessuno si aspetta aggiornamenti riguardo la componentistica durante la conferenza del nuovo piano?
 
conoscevo savona dei tempi di ciampi...non pensavo che, nel periodo del suo oblio, avesse anche perso del tutto i contatti con la realtà e il contesto...decisamente un pericolo se un uomo del genere (senza niente da perdere, per vecchiaia e rancore) venisse piazzato al ministero dell'economia (e secondo me anche all'interno di altro ruolo del governo)...grazie dal profondo del cuore al presidente della repubblica da parte mia

qui trovate un sunto del piano B di savona: agghiacciante e , secondo me, inaccettabile (salvo che per apprendisti stregoni che si sa bene che fine fanno fare ai poveracci sottoposti ai loro esperimenti: in questo caso il popolo italiano)

Savona: "Mattarella non ha capito". Il piano B per uscire dall'euro - Corriere.it
 
conoscevo savona dei tempi di ciampi...non pensavo che, nel periodo del suo oblio, avesse anche perso del tutto i contatti con la realtà e il contesto...decisamente un pericolo se un uomo del genere (senza niente da perdere, per vecchiaia e rancore) venisse piazzato al ministero dell'economia (e secondo me anche all'interno di altro ruolo del governo)...grazie dal profondo del cuore al presidente della repubblica da parte mia

qui trovate un sunto del piano B di savona: agghiacciante e , secondo me, inaccettabile (salvo che per apprendisti stregoni che si sa bene che fine fanno fare ai poveracci sottoposti ai loro esperimenti: in questo caso il popolo italiano)

Savona: "Mattarella non ha capito". Il piano B per uscire dall'euro - Corriere.it

Siamo OT, ma io credo invece che molti non si sono resi conto della portata di ciò che sarebbe avvenuto comunque nei prox 12 mesi: fine QE, contestuale innalzamento dei tassi e presa della BCE da parte dei tedeschi. Prima del QE, anche con i tassi a zero e Monti già all'opera da un po' di mesi lo spread era a 500. Figuriamoci cosa sarebbe con i tassi rialzati ed il maggior debito che abbiamo accumulato, e contemporaneamente l'inevitabile correzione di mercati che crescono da 9 anni e sono in bolla e pure un apprezzamento dell'euro.

Quindi siamo di fronte ad una tempesta inevitabile. Savona ha teorizzato di affrontarla ottenendo con la pistola puntata del piano B il piano A della riforma dell'eurozona, che non si potrebbe mai ottenere dalla Germania senza pressioni su di essa da mezzo mondo, perchè per i politici tedeschi sarebbe politicamente sconveniente visto che i loro "populisti" (AFD, Liberali ma anche CSU) vogliono l'esatto contrario: neanche Macron è riuscito a farli smuovere.

Ora Mattarella, col senno di poi, questa pistola l'ha caricata in mondovisione dicendo che questo piano B è più che realistico anche se a parole avevano detto il contrario. Savona potrà anche tornarsene ai giardinetti, ma ormai il messaggio che l'Italia è pronta a tutto è stato lanciato. Peraltro anche Cottarelli stava per nominare Tabellini, che nel 2014 aveva teorizzato che se arrivava una nuova crisi conveniva uscire.

A parere personale, si finirà nel giro di 1 anno con lo spacchettamento dell'area euro in 2, con 2 monete separate, con accordi presi sottobanco perchè comunque la realizzeranno nel weekend a mercati chiusi, come teorizzato da Savona (che poi è come succedono da sempre queste cose). Relativamente ad FCA sarebbe anche cosa buona per gli stabilimenti italiani (una Giulietta in Germania costerebbe il 30% in meno di una Golf, e una Golf in Italia costerebbe il 30% in più di una Giulietta).

I più giovani magari non ricordano le svalutazioni del passato, però se uno è bravo a prevederle sa come operare.
 
Ultima modifica:
Molto interessante il lavoro scritto da obi, coll e smith. In risposta scriverò qui le mie umili osservazioni.
Innanzi tutto i miei complimenti ad obi in quanto con poche righe ha definito in maniera esemplare i valori del marchio DODGE. Obi, sei stato fantastico. Da Nobel...
SRT viene definito come caratteristico di dodge, ma già dall'ultimo piano industriale era stato sdoganato come caratterizzazione sportiva di tutti i marchi americani, quindi non solo per dodge (e RAM) ma anche per chrysler e jeep.
Sempre obi ipotizza l'inserimento nella gamma fiat di una "argo"... Io non sarei sopreso invece di una "promozione" della nuova panda (con maggiore caratterizzazione SUV) verso il segmento B. Giocare cioè a cavallo di A e B, così come Tipo gioca a cavallo fra B e C. Al di sotto della panda si aprirebbe lo spazio per una A **** e pura: per intenderci una "MOBI".
Per quel che riguarda 500XL credo che il design della "500" poco si sposi alle dimensioni maggiorate di una Compass.
Per quanto riguarda Alfetta e E-SUV ritengo che siano sicuramente nel piano... non li metterei in dubbio, sia per presenza sia per opportunità.
A coll rispondo che non sono convinto ci sia la necessità di una 500 5p... Sergio di direbbe che il mercato chiede i SUV. E poi non vorrei mai che la 500 facesse la fine della gamma mini... 5 porte inguardabile e, tornando alla 500XL, countryman ipertrofica.
Che ne pensate? Ho incuriosito qualcuno?

L’opzione “Panda segmento B da battaglia” e sotto una Mobi è in sé valida. Ma questo non va a toccare il discorso Ypsilon-500 cinque porte.

IMHO abbandonare il B premium, che con Ypsilon in questi anni ha fatto numeri invidiabili e credo margini più che dignitosi pur essendo limitata alla sola Italia (e pure essendo di fatto un modello su cui Fiat non è che abbia fatto investimenti colossali), sarebbe un peccato. IMHO una tra Ypsilon e 500 5 porte (o al limite anche entrambe) dovrebbe far parte della gamma FCA, anche perché c’è tutto un pubblico femminile che fa non solo fatturati, ma anche tendenza, e lasciarlo orfano mi sembrerebbe un errore madornale a livello di marketing (ma non è il mio campo).

Senza contare che una B-Premium potrebbe anche avere una versione Abarth, ed aumentare così sia marginalità che volumi.

Poi insomma...ci sono i firefly che sembra vadano da Dio. Bisognerà ben avere qualche modello su cui montarli :)
 
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L’opzione “Panda segmento B da battaglia” e sotto una Mobi è in sé valida. Ma questo non va a toccare il discorso Ypsilon-500 cinque porte.

IMHO abbandonare il B premium, che con Ypsilon in questi anni ha fatto numeri invidiabili e credo margini più che dignitosi pur essendo limitata alla sola Italia (e pure essendo di fatto un modello su cui Fiat non è che abbia fatto investimenti colossali), sarebbe un peccato. IMHO una tra Ypsilon e 500 5 porte (o al limite anche entrambe) dovrebbe far parte della gamma FCA, anche perché c’è tutto un pubblico femminile che fa non solo fatturati, ma anche tendenza, e lasciarlo orfano mi sembrerebbe un errore madornale a livello di marketing (ma non è il mio campo).

Senza contare che una B-Premium potrebbe anche avere una versione Abarth, ed aumentare così sia marginalità che volumi.

Poi insomma...ci sono i firefly che sembra vadano da Dio. Bisognerà ben avere qualche modello su cui montarli :)

Sì, analisi condivisibile, anche se Ypsilon attualmante è una finta premium e dovrebbe recuperare il giusto posizionamento.
Bravo, hai messo l'accento su una delle parti più interessanti a livello tecnico, del piano: la famiglia di motori firefly. Credo molto in questo progetto, l'offerta sarà vincente. Con buona pace di groviglio, il bicilindrico non mi è mai piaciuto, forse andava bene solo per una operazione nostalgia su 500 berlina: se il glen glen non è gradevole, il twinair non si può proprio ascoltare.
EDIT Anche il funzionamento, provato nella versione più cavallata, non è proprio gradevole.
 
Siamo OT, ma io credo invece che molti non si sono resi conto della portata di ciò che sarebbe avvenuto comunque nei prox 12 mesi: fine QE, contestuale innalzamento dei tassi e presa della BCE da parte dei tedeschi. Prima del QE, anche con i tassi a zero e Monti già all'opera da un po' di mesi lo spread era a 500. Figuriamoci cosa sarebbe con i tassi rialzati ed il maggior debito che abbiamo accumulato, e contemporaneamente l'inevitabile correzione di mercati che crescono da 9 anni e sono in bolla e pure un apprezzamento dell'euro.

Quindi siamo di fronte ad una tempesta inevitabile. Savona ha teorizzato di affrontarla ottenendo con la pistola puntata del piano B il piano A della riforma dell'eurozona, che non si potrebbe mai ottenere dalla Germania senza pressioni su di essa da mezzo mondo, perchè per i politici tedeschi sarebbe politicamente sconveniente visto che i loro "populisti" (AFD, Liberali ma anche CSU) vogliono l'esatto contrario: neanche Macron è riuscito a farli smuovere.

Ora Mattarella, col senno di poi, questa pistola l'ha caricata in mondovisione dicendo che questo piano B è più che realistico anche se a parole avevano detto il contrario. Savona potrà anche tornarsene ai giardinetti, ma ormai il messaggio che l'Italia è pronta a tutto è stato lanciato. Peraltro anche Cottarelli stava per nominare Tabellini, che nel 2014 aveva teorizzato che se arrivava una nuova crisi conveniva uscire.

A parere personale, si finirà nel giro di 1 anno con lo spacchettamento dell'area euro in 2, con 2 monete separate, con accordi presi sottobanco perchè comunque la realizzeranno nel weekend a mercati chiusi, come teorizzato da Savona (che poi è come succedono da sempre queste cose). Relativamente ad FCA sarebbe anche cosa buona per gli stabilimenti italiani (una Giulietta in Germania costerebbe il 30% in meno di una Golf, e una Golf in Italia costerebbe il 30% in più di una Giulietta).

I più giovani magari non ricordano le svalutazioni del passato, però se uno è bravo a prevederle sa come operare.

Ma come fai ad essere così sicuro? Questo ragionamento poteva andare bene 20/25 anni fa. Oggi in una automobile europea (di qualunque paese europeo) il peso dei componenti costruiti all'estero è enorme. Non so nello specifico della Giulietta ma nelle Giulia oltre il 30% dei componenti è tedesco (una cosetta come il cambio ad esempio), il mitico albero di trasmissione in carbonio è giapponese. Insomma l'euro di serie B (che ci qualificherebbe di serie B solo noi e i greci perché spagnoli e portoghesi stanno migliorndo i conti pubblici alla grande) sarebbe una catastrofe innanzitutto per le ns produzioni.

Ti segnalo che le svalutazioni hanno spinto la Fiat a richiudersi in prodotti a basso prezzo mentre è stato proprio l'euro + l'America a spingere Marchionne a inoltrarsi sul terreno del premium.

Ma perché dobbiamo sempre puntare all'autogoal? Ma perché?
 
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Vorrei segnalare che la Spagna sta riducendo il proprio debito pubblico (di poco eh ma il trend è importante) con la crescita: il tasso di crescita del Pil e dunque l0aumento automatico delle entrate fiscali è superiore alla crescita del debito nominale.

Vorrei anche ribadire che questo paese così fragile l'anno scorso ha esportato merci (materie prime escluse) per 100 miliardi più di quelle che ha importato. Mi permetto anche di accendere un cero a Carlo Calenda autore di un piano per il made in Italy che ha funzionato grazie all'ottima rsiposta delle imprese.

Insomma smettiamola di farci del male.
 
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Vorrei segnalare che la Spagna sta riducendo il proprio debito pubblico (di poco eh ma il trend è importante) con la crescita: il tasso di crescita del Pil e dunque l0aumento automatico delle entrate fiscali è superiore alla crescita del debito nominale.

Vorrei anche ribadire che questo paese così fragile l'anno scorso ha esportato merci (materie prime escluse) per 100 miliardi più di quelle che ha importato. Mi permetto anche di accendere un cero a Carlo Calenda autore di un piano per il made in Italy che ha funzionato grazie all'ottima rsiposta delle imprese.

Insomma smettiamola di farci del male.

Paese che conosco molto bene, ha sfruttato l'uscita dalla dittatura per costruirsi (con fondi ue peraltro) una moderna rete di infrastrutture (autostrade, alta velocità, trasporti urbani), ha praticamente due turisti all'anno per abitante (ci ha superato e surclassato negli ultimi anni), ha una struttura statale basata sulle autonomie (i baschi si tengono pure le loro tasse...i catalani vorrebbero lo stesso), una pubblica amministrazione moderna e un sistema fiscale molto più semplice con tanto di controlli pressoché inesistenti sulle attivitá commerciali (dove puoi dichiarare quello che ti pare praticamente).

Il loro vantaggio infrastrutturale e amministrativo è enorme però hanno credo la società piu ignorante e peggio preparata d'europa, uno stato di diritto buonista ed inefficiente, una immigrazione di delicuenti e buoni a niente enorme e un'ondata populista di estrema sinistra che vuole nazionalizzare qualsiasi cosa e espropriare proprietà privata...a barcellona la sindaca era una Okupas professoniale...podemos è al 20% al momento, secondo o terzo partito di spagna.

Secondo me il livello indecente formativo della loro società alla lunga li farà soffrire molto, soprattutto se come penso prima o poi i baschi ed i catalani se ne vanno, perché di fondo il successo della spagna si deve a pais vasco e catalunya.
 
al di la di tutto, il ragionamento di thegryfus(ciao e benvenuto:)) pecca su una questione fondamentale: un conto è l'applicazione di un piano "segreto" (per me folle) esperito proditoriamente ai danni degli italiani e contro l'euro e l'UE e altro, completamente diverso una gestione ordinata, ragionata fatta dalla BCE in accordo con tutta l'UE, italia compresa...non ti rendi conto dell'enorme differenza?!

ammesso poi che l'UE, collegialmente, decida nel senso esposto da thegryfus, cosa di cui, personalmente, dubito fortemente
 
Ma come fai ad essere così sicuro? Questo ragionamento poteva andare bene 20/25 anni fa. Oggi in una automobile europea (di qualunque paese europeo) il peso dei componenti costruiti all'estero è enorme. Non so nello specifico della Giulietta ma nelle Giulia oltre il 30% dei componenti è tedesco (una cosetta come il cambio ad esempio), il mitico albero di trasmissione in carbonio è giapponese. Insomma l'euro di serie B (che ci qualificherebbe di serie B solo noi e i greci perché spagnoli e portoghesi stanno migliorndo i conti pubblici alla grande) sarebbe una catastrofe innanzitutto per le ns produzioni.

Ti segnalo che le svalutazioni hanno spinto la Fiat a richiudersi in prodotti a basso prezzo mentre è stato proprio l'euro + l'America a spingere Marchionne a inoltrarsi sul terreno del premium.

Ma perché dobbiamo sempre puntare all'autogoal? Ma perché?


La prima nazione che non potrebbe permettersi l'Italia con un cambio così favorevole all'export è la Francia, e tu credi che la Spagna con già la disoccupazione costantemente alta rimarrebbe nella 'serie A'? Non siate ingenui. Se ci sarà rottura o sarà totale o sarà euro mediterraneo con dentro anche Francia e Spagna. Ed industrialmente, dopo una ristrutturazione del sistema le cose non andrebbero male, andavano benissimo persino nell'isolata Argentina.

Nel caso FCA, fosse anche che un 30% di componenti venissero dalla Germania, il prezzo finale del tuo prodotto premium sarebbe sempre a forte sconto.

Ma infatti non sono quelli che si sgolano di più contro un rischio del genere. Per dire, del crollo della lira turca ne sono felicissimi!!! Chi si sgola sono quelli che hanno delocalizzato sfruttando mano d'opera dell'est per vendere sul mercato europeo, spendi in valuta debole per guadagnare in valuta forte. Per quelli sarebbe un disastro. Ma non è il caso di FCA che in Italia produce ancora molto.
 
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