Fiorentina-Lecce 2-2: io l’ho vista così (Quattro peccati non veniali)
Le pagelle di Francesco Matteini
di
Francesco Matteini | 27/08 21:04
Nico festeggia dopo il gol (foto Acf Fiorentina)
Peccato numero uno: giocare un primo tempo che vale almeno quattro reti e segnarne solo due. Peccato numero due: non rispondere tempestivamente alle mosse dell’allenatore avversario che con due sostituzioni cambia volto alla partita. Peccato numero tre: non avere (Nico a parte) un esterno d’attacco degno di fare il titolare in una squadra “ambiziosa”. Peccato numero quattro (recidiva): ritardare i cambi necessari a restituire quanto meno un po’ di birra alla squadra.
Il deludente pareggio contro il Lecce, che ad un certo punto è sembrato perfino scricchiolare sotto i colpi dei giallorossi, è frutto di peccati non veniali di singoli giocatori (imprecisi o inconcludenti), di Italiano (poco reattivo) e della rosa (ancora bisognosa di inserimenti di qualità, più che di scommesse). Tre atti di dolore… e provvedere col mercato per l’assoluzione.
Christensen – 5,5 – Il primo tiro è al sette: imprendibile. Il colpo di testa di Krstensen è molto ravvicinato, ma anche molto centrale.
Dodò – 5 – Banda lo punta e lo salta spesso. Perde le sfide in velocità con il leccese che ha più fisico. Desaparecido nel secondo tempo.
Milenkovic – 7 – Incenerisce le velleità di chiunque provi ad avvicinarsi all’area di rigore viola.
Quarta – 5 – Primo tempo ineccepibile con anticipi puntuali e chiusure tempestive. Nella ripresa mostra la consueta inutile irruenza (giallo) e la consueta distrazione sul gol di testa del montenegrino.
Parisi – 6,5 – Grintoso e caparbio. Se perde un pallone si ingegna fino a quando lo riconquista. Grande dinamismo sulla fascia.
Arthur – 6 – Il timido pressing del Lecce del primo tempo non lo infastidisce. Cura la regia del gioco con meticolosa lungimiranza. Assist perfetto per il gol di Duncan. Nella ripresa, francobollato e col fiatone, combina qualche pasticcio, poi esce.
Duncan – 7 – Se Arthur cuce il gioco viola, lui fa a fette quello avversario. Recupera, imposta ed è più puntuale di un orologio svizzero con l’attimo che lo consegna alla storia: di testa infila il gol numero 4.000 della Fiorentina (il millesimo fu firmato da Montuori, il duemillesimo da Dino Pagliari, il tremillesimo da Luca Toni). Più sfortunato che impreciso quando prende il palo al termine di un’azione scintillante.
Gonzalez – 7 – Sblocca la gara dopo pochi minuti con un colpo di testa imperioso. Onora il dieci sulla maglia con giocate che illuminano il gioco. Nella ripresa prova, senza successo, a sostituirsi all’oscurato Arthur.
Bonaventura – 6 – Nel vivo del gioco, ma non sempre preciso. Nella ripresa sparisce dal campo ma Italino se ne accorge solo a dieci minuti dalla fine.
Sottil – 5 – Ogni volta che accelera lascia ipotizzare sfracelli… che restano confinati nelle fantasie dei tifosi.
Beltran – 6 – Avvia l’azione del raddoppio, dimostra che può difedere la palla anche senza essere un colosso. Centravanti di movimento al quale, però, mancano almeno un tito in porta e, soprattutto, il gol.
Brekalo – 4 – Entra e perde ogni pallone che tocca.
Nzola – 5,5 – Fa da sponda per nessuno.
Mandragora – 4 – Entra in campo e pare più lento e stanco di Arthur. Non contrasta e spara alto l’ennesimo buon pallone dal limite (che poi l’azione sia stata inficiata da un fuorigioco poco cambia sulla sua mira).
Infantino – 5,5 – Più nervosismo che dinamismo.
Kouame – 5 – Sfiora il gol con un colpo di testa che indirizza fuori dalla porta. Indecente il cross all’ultimo minuto di gioco.
Italiano – 4 – Forse dovrebbe catechizzare se stesso, anziché assillare i giocatori ad ogni pausa. D’Aversa fa due mosse e, per poco, non ribalta il risultato. Vittoria bruciata dalla mancata reattività del tecnico viola.
Arbitra Maria Sole Ferrieri Caputi & C. – 5,5 – Vede diversi falli su giocatori del Lecce in realtà inesistenti (mettendo in imbarazzo anche il commento tv). Apprezzabile nel segnalare da dove si battono le punizioni in qualsiasi parte del campo siano.
Var Di Paolo/Di Martino – 6 – Cancellano con un fuorigioco possibili discussioni su un ipotetico rigore.
Commento Dazn Santi/Parolo – 7 – Buon accompagnamento che non si sovrappone alla partita. Prosa asciutta senza ridicole aggettivazioni.