FIR over 35/100 k che documentazione fornire II

  • Ecco la 69° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Settimana difficile per i principali indici europei e americani, solo il Nasdaq resiste alle vendite grazie ai conti di Nvidia. Il leader dei chip per l’intelligenza artificiale ha riportato utili e prospettive superiori alle attese degli analisti, annunciando anche un frazionamento azionario (10 a 1). Gli investitori però valutano anche i toni restrittivi dei funzionari della Fed che hanno ribadito la visione secondo cui saranno necessari più dati che confermino la discesa dell’inflazione per convincere il Fomc a tagliare i tassi. Anche la crescita degli indici Pmi, che dipingono un’economia resiliente con persistenti pressioni al rialzo sui prezzi, rafforzano l’idea di tassi elevati ancora a lungo. Per continuare a leggere visita il link

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

    Per continuare a leggere visita questo LINK
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Ciao, provo a chiedere anche qui:

seguo la posizione di due coniugi con conto cointestato nel quale hanno 2 sub, una che dovrebbe dare un piccolo rimborso, l’altra invece è la “venetina” (isin IT0004241078) acquistata poco prima che fosse bloccata per decreto :rolleyes: e che fatti i calcoli del rimborso %, secondo lo schema visto qui nel forum (che comunque non mi pare sia mai stato ufficializzato), dà un valore di rimborso ampiamente negativo.

Prima questione: è possibile che arrivino addirittura a compensare il valore negativo della venetina con quello positivo dell’altra obbligazione? sembra follia ma mi aspetto di tutto

Seconda questione: materialmente è un coniuge (nel primo binario) che ha operato gli acquisti dalla propria utenza web, l’altro (nel secondo binario, con necessità di dimostrare le violazioni massive) che non ha operato gli acquisti, potrebbe invocare in qualche modo questa circostanza per accedere al rimborso?
 
Cari commilitoni

odo un assordante silenzio da parte delle associazioni di tutela del veneto risparmio (soprattutto quelle che si dicono cinghie di trasmissione di questo o quell'onorevole) su questa faccenda della delibera del Fir.

Ma questo non ci deve spaventare. E' una precisa tattica! Vedrete quando sarà il momento buono (ovvero l'elezione del capo delle forze armata) ci sarà una controffensiva a tenaglia per raggiungere l'agognata e sofferta vittoria!

D'altronde per le associazioni questa è una bella occasione di gloria e medaglie (d'oro).

Quando quindi sentiremo suonare il fischietto dei nostri comandanti di battaglione (Battaglione Dontorta, Battaglione Ezzelino, Battaglione Noiche, solo per citare i più coperti di gloria), noi gridando "Avanti Savoia!" [e non sto certo pensando al moderno principino ballerino] getteremo il nostro patriottico cuore oltre il parapetto dell'amica trincea, seguendo l'esempio di Enrico.

Vedi l'allegato 2810851

Bell'intervento ma temo che le truppe andavano mandate all'assalto prima dell'emanazione della legge con la truffa del secondo binario.
Quanto ad Enrico Toti divento' famoso per il lancio della stampella ma ci rimise le penne.
Enrico Toti - Wikipedia
 
Sto imbastendo una risposta con i riferimenti a sentenze e delibere sanzionatorie, come già fatto alla precedente richiesta di integrazioni. Se la commissione non rivede le date ho idea che ci attacchiamo al tram.

Io metterei anche che le violazioni massive ante 16/2 hanno determinato una situazione di elevata rischiosità dei titoli, non compatibile con il tuo profilo Mifid, qualunque esso sia. Era compito della vigilanza impedire l'acquisto, data la evidente alterazione del mercato generate da asimmetria informativa, con quotazioni non congrue allo stato della banca.

Precisa che lo stato della banca risultava impossibile da conoscere per la clientela detail, dato il livello di competenze specialistiche richiesto.

Rigetti pertanto la scadenza del 16/2, poiché la mala gestione precedente ha avuto effetti anche nei periodi successivi e il disvelamento delle pratiche illecite non ha sanato l'opacità sullo stato della banca.

Inoltre, ammesso e non concesso che il 16/2 fosse stata svelata la condizione della banca con modalità appropriate per non professionisti, deve essere concesso un margine temporale agli stessi per acquisire e valutare la documentazione (prospetto OPS > 900 pagine). Quindi la scadenza deve comunque essere posticipata, a prescindere dalle argomentazioni precedenti.

Se per caso ci andasse bene ricordatevi di me, vi manderò l'IBAN.
 
Scuba grazie innanzitutto. Concordo in pieno, quanto dici è esattamente ciò che ho scritto nella mia "integrazione". Il taglio delle obbligazione è di 1000 euro, chiaramente diretto a clientela retail, che non ha avuto nessuna protezione da parte di chi vigilava. Riporterò anche parte della sentenza di condanna del tribunale di Vicenza che nel paragrafo "azionisti e obbligazionisti" evidenzia proprio gli effetti dei comportamenti dolosi fino al disvelamento degli stessi.
Domani ultimo giorno invio
 
Bell'intervento ma temo che le truppe andavano mandate all'assalto prima dell'emanazione della legge con la truffa del secondo binario.
Quanto ad Enrico Toti divento' famoso per il lancio della stampella ma ci rimise le penne.
Enrico Toti - Wikipedia

Loro dicono di essersi mossi per tempo appoggiandosi a questo o quello, ovvero quello che era piu' sulla cresta dell'onda del momento

Palazzetti dello sport riempiti da risparmiatori pugnalati alle spalle per ascoltare il salvifico e ripristinatorio verbo dei leader. Pianti, promesse e speranze. Ed alla fine e' arrivata una legge fatta coi piedi (che tutti i generali dei vari battaglioni da me citati si sono intestati). Generali di battaglioni oggi ma un domani - chissa' - rappresentanti del popolo (tanto il vento nei loro ragionamenti soffiava da quella parte. Poi ha cominciato a soffiare altrove, ma questa e' un'altra faccenda). Di sicuro carichi di gloria ma soprattutto di medaglie (basta fare qualche moltiplicazione e si capiscono molte cose).

Ora bisogna vedere se i nostri sono in grado di portare avanti l'ultima battaglia, quella maggiormente difficile ed impegnativa. Al momento non si sono ancora pubblicamente mossi. Ed e' tutta gente che ha il comunicato stampa facile, il video su fb naturale ed e' sempre pronta a stigmatizzare la burocrazia romana (che non si capisce bene cosa sia, ma e' un nemico impalpabile e potente e pertanto e' il capro espiatorio ideale per coprire le proprie magagne).

Magari potrebbero essersi fermati in questi giorni in quanto i loro terminali erano impegnati in grandissime manovre (che si sono chiuse mestamente ieri: anche se da una patente incompetenza e' nato un grandissimo bene) e quindi si pensa che i telefoni staccati in questi giorni ora siano riaperti. E d'altra parte quelli che sono altro capo del filo se vogliono riavere il cadreghino devono per forza andare in alcune zone, accompagnati dai loro ufficiali di collegamento sul territorio, e dire: "vedete amici cari, se voi avete portato a casa qualcosa e' grazie a me!". E devono ovviamente evitare il rischio di trovarsi ad ogni incontro un viaggiatore del binario due che gli risponde a tono ("ah, ma che sta' a di'!")

Alla fine pero' come diceva Marx il prestinaio vuol essere pagato tutti i mesi. O meglio tra un po' scadono i termini della integrazione. E noi siamo tutti qua in trincea senza esempi e senza ordini.

Ma noi siamo abituati a questo: in tutte le guerre che abbiamo combattuto gli ufficiali non si sono mai dimostrati all'altezza (l'ultimo esempio e l'8 settembre: Re spadino fugge con Badoglio senza dare ordini all'esercito. E finisce come finisce).

Per cui non ci resta che armarci di coraggio e di santa pazienza. Tanto questa partita non si chiude a breve. Anzi mi sta venendo il sospetto che volutamente sia stato individuato un gruppo di combattenti che difficilmente si arrendera' e che andra' avanti a combattere. Ed in presenza di controversie vogliamo mica mandare a casa i commissari FIR?

Ps su Toti Enrico: come un mutilato fosse ancora al fronte non mi e' per nulla chiaro. Ma qualcuno all'indomani della Grande guerra ha creato questo mito per dare un esempio di coraggio e di sacrificio (ben presto scemato nei deserti della Libia e nelle steppe della Russia, solo per citare i luoghi piu' famosi).
 
"Ed e' tutta gente che ha il comunicato stampa facile, il video su fb naturale ed e' sempre pronta a stigmatizzare la burocrazia romana (che non si capisce bene cosa sia, ma e' un nemico impalpabile e potente e pertanto e' il capro espiatorio ideale per coprire le proprie magagne).

Dimenticandosi che siamo qui per le malefatte di un ottimo ladrone VENETO.

Pronto a combattere ho idea che saà lunga
 
Riporto questo articolo pubblicato ieri su un quotidiano dalle pagine rosa

Non cito i nomi: risponde però un avvocato di un noto studio. Non capisco solo la faccenda del portale MEF

Sono uno dei tanti risparmiatori coinvolti nel crack delle banche venete del 2017, avendo investito nel maggio 2016 diverse migliaia di euro nell’obbligazione subordinata Banca Popolare di Vicenza 2011/18 (IT0004781073).

Nel 2020, ho fatto domanda di ristoro al Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir) accedendo al secondo binario del fondo, cioè alla procedura dedicata a coloro che non hanno né un reddito inferiore a 35.000 euro né un patrimonio minore di 100mila euro.

Chi accede a tale binario è tenuto a dimostrare le “violazioni massive del Tuf che hanno causato un pregiudizio ingiusto agli aventi diritto da parte di banche in liquidazione” (Articolo 7.1.d (iii) D.M. 10 maggio 2019). Come molti altri nella mia stessa situazione, ho allegato tutta la documentazione che all’epoca ero riuscito a trovare sull’argomento. Faccio notare che si tratta di provvedimenti e di delibere che erano ancora in fase di istruttoria quando ho acquistato le obbligazioni.

Essi sono stati emessi e sono divenuti di pubblico dominio soltanto un anno dopo il mio acquisto.

Come avete dato cronaca nel vostro giornale, la conclusione del procedimento penale è arrivata addirittura il 19.3.2021, con la condanna degli amministratori per tutti i principali reati a loro contestati. È dunque assolutamente chiaro e pacifico che a maggio 2016 io potevo basarmi solo su informazioni ancora totalmente false e distorte circa la solidità e l’affidabilità della banca.

Ne è prova il fatto che, alla data del mio acquisto, le obbligazioni in questione quotavano ancora intorno alla pari.

Il 10 dicembre scorso, tuttavia, ho ricevuto dal Fir una richiesta di integrazione alla domanda presentata, in cui si rigettavano tutte le mie motivazioni e la relativa documentazione e si sosteneva che il mio investimento non si «colloca interamente nel periodo temporale all’interno del quale la Commissione Tecnica, sulla base degli accertamenti di violazioni compiuti in sede giudiziaria o da Autorità di vigilanza, ritiene accertata su base generale... l’esistenza di una violazione massiva del Tuf». Non si dava però nessuna indicazione di quale fosse il “periodo temporale” individuato dalla Commissione, né tantomeno dei criteri con cui tale periodo era stato determinato. Dopo una rapida ricerca in rete, ho riscontrato che la stessa richiesta era arrivata anche a molti altri risparmiatori nel secondo binario, tutti perplessi come me sulle sue ragioni. L’unica cosa chiara era che dovevamo rispondere tassativamente entro 60 giorni, pena la decadenza della domanda.

Il 21 gennaio, finalmente, sul portale Fir è stato pubblicato il “periodo temporale di massima” cui si fa riferimento sopra: per la Popolare di Vicenza, si tratta dell’intervallo 1.4.2009 - 16.2.2016, dal quale, naturalmente, il mio acquisto risulta escluso. Non si giustifica né si argomenta in nessun modo come si sia arrivati alla determinazione di tale intervallo. Si dice semplicemente che «l’arco temporale individuato... si conclude, a seconda dei casi, alla data di liquidazione della banca o alla data di prima emersione della crisi che avrebbe portato alla liquidazione».

Mario Bianchi

Risponde Sergio Rossi

Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 10 maggio 2019, sono state definite le modalità di presentazione delle domande di indennizzo e il piano di riparto delle risorse disponibili ed è stata nominata la commissione tecnica per l'esame delle domande e l'ammissione all'indennizzo del Fir.

La predetta Commissione ha operato gli accertamenti per valutare l'accesso al Fir da parte dei risparmiatori in base ai criteri previsti dall’articolo 7, comma 1, lettera d), del decreto ministeriale del 10 maggio 2019, che prevede un processo di verifica semplificata attraverso la tipizzazione delle violazioni di natura contrattuale o extracontrattuale e dei criteri in presenza dei quali l’indennizzo può comunque essere erogato.

I parametri utilizzati nella valutazione vanno dalla vendita o il collocamento di azioni o altri strumenti finanziari emessi da una banca attraverso la rete distributiva della medesima o delle società del gruppo, senza l’osservanza dei presidi informativi o valutativi idonei ad assicurare la consapevolezza e l’adeguatezza del cliente, alla produzione e pubblicazione o divulgazione da parte di una banca o di un gruppo bancario di dati fuorvianti per l’investitore in relazione alla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della banca o del gruppo bancario.

Le predette violazioni sono state riscontrate nelle banche poste in liquidazione coatta e valutate dalla Commissione Tecnica in forma “massiva” nell’ambito degli spazi temporali indicati nel portale del Mef. È quindi possibile che le date di acquisto in cui il lettore ha effettuato le operazioni non rientrassero nell'arco temporale in cui la Commissione ha riscontrato, sulla base dei predetti criteri, una violazione massiva delle norme del Tuf. Il Mef non ha previsto una procedura di impugnazione tuttavia, come tutte le decisioni possono essere impugnate avanti all’Autorità giudiziaria competente ma le possibilità di recupero sono praticamente nulle.
 
Riporto questo articolo pubblicato ieri su un quotidiano dalle pagine rosa

Non cito i nomi: risponde però un avvocato di un noto studio. Non capisco solo la faccenda del portale MEF

Sono uno dei tanti risparmiatori coinvolti nel crack delle banche venete del 2017, avendo investito nel maggio 2016 diverse migliaia di euro nell’obbligazione subordinata Banca Popolare di Vicenza 2011/18 (IT0004781073).

Nel 2020, ho fatto domanda di ristoro al Fondo Indennizzo Risparmiatori (Fir) accedendo al secondo binario del fondo, cioè alla procedura dedicata a coloro che non hanno né un reddito inferiore a 35.000 euro né un patrimonio minore di 100mila euro.

Chi accede a tale binario è tenuto a dimostrare le “violazioni massive del Tuf che hanno causato un pregiudizio ingiusto agli aventi diritto da parte di banche in liquidazione” (Articolo 7.1.d (iii) D.M. 10 maggio 2019). Come molti altri nella mia stessa situazione, ho allegato tutta la documentazione che all’epoca ero riuscito a trovare sull’argomento. Faccio notare che si tratta di provvedimenti e di delibere che erano ancora in fase di istruttoria quando ho acquistato le obbligazioni.

Essi sono stati emessi e sono divenuti di pubblico dominio soltanto un anno dopo il mio acquisto.

Come avete dato cronaca nel vostro giornale, la conclusione del procedimento penale è arrivata addirittura il 19.3.2021, con la condanna degli amministratori per tutti i principali reati a loro contestati. È dunque assolutamente chiaro e pacifico che a maggio 2016 io potevo basarmi solo su informazioni ancora totalmente false e distorte circa la solidità e l’affidabilità della banca.

Ne è prova il fatto che, alla data del mio acquisto, le obbligazioni in questione quotavano ancora intorno alla pari.

Il 10 dicembre scorso, tuttavia, ho ricevuto dal Fir una richiesta di integrazione alla domanda presentata, in cui si rigettavano tutte le mie motivazioni e la relativa documentazione e si sosteneva che il mio investimento non si «colloca interamente nel periodo temporale all’interno del quale la Commissione Tecnica, sulla base degli accertamenti di violazioni compiuti in sede giudiziaria o da Autorità di vigilanza, ritiene accertata su base generale... l’esistenza di una violazione massiva del Tuf». Non si dava però nessuna indicazione di quale fosse il “periodo temporale” individuato dalla Commissione, né tantomeno dei criteri con cui tale periodo era stato determinato. Dopo una rapida ricerca in rete, ho riscontrato che la stessa richiesta era arrivata anche a molti altri risparmiatori nel secondo binario, tutti perplessi come me sulle sue ragioni. L’unica cosa chiara era che dovevamo rispondere tassativamente entro 60 giorni, pena la decadenza della domanda.

Il 21 gennaio, finalmente, sul portale Fir è stato pubblicato il “periodo temporale di massima” cui si fa riferimento sopra: per la Popolare di Vicenza, si tratta dell’intervallo 1.4.2009 - 16.2.2016, dal quale, naturalmente, il mio acquisto risulta escluso. Non si giustifica né si argomenta in nessun modo come si sia arrivati alla determinazione di tale intervallo. Si dice semplicemente che «l’arco temporale individuato... si conclude, a seconda dei casi, alla data di liquidazione della banca o alla data di prima emersione della crisi che avrebbe portato alla liquidazione».

Mario Bianchi

Risponde Sergio Rossi

Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 10 maggio 2019, sono state definite le modalità di presentazione delle domande di indennizzo e il piano di riparto delle risorse disponibili ed è stata nominata la commissione tecnica per l'esame delle domande e l'ammissione all'indennizzo del Fir.

La predetta Commissione ha operato gli accertamenti per valutare l'accesso al Fir da parte dei risparmiatori in base ai criteri previsti dall’articolo 7, comma 1, lettera d), del decreto ministeriale del 10 maggio 2019, che prevede un processo di verifica semplificata attraverso la tipizzazione delle violazioni di natura contrattuale o extracontrattuale e dei criteri in presenza dei quali l’indennizzo può comunque essere erogato.

I parametri utilizzati nella valutazione vanno dalla vendita o il collocamento di azioni o altri strumenti finanziari emessi da una banca attraverso la rete distributiva della medesima o delle società del gruppo, senza l’osservanza dei presidi informativi o valutativi idonei ad assicurare la consapevolezza e l’adeguatezza del cliente, alla produzione e pubblicazione o divulgazione da parte di una banca o di un gruppo bancario di dati fuorvianti per l’investitore in relazione alla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della banca o del gruppo bancario.

Le predette violazioni sono state riscontrate nelle banche poste in liquidazione coatta e valutate dalla Commissione Tecnica in forma “massiva” nell’ambito degli spazi temporali indicati nel portale del Mef. È quindi possibile che le date di acquisto in cui il lettore ha effettuato le operazioni non rientrassero nell'arco temporale in cui la Commissione ha riscontrato, sulla base dei predetti criteri, una violazione massiva delle norme del Tuf. Il Mef non ha previsto una procedura di impugnazione tuttavia, come tutte le decisioni possono essere impugnate avanti all’Autorità giudiziaria competente ma le possibilità di recupero sono praticamente nulle.

il giornalista mi sembra il famoso "Linguetta" di Striscia la Notizia
non si capisce come mai ci hanno fatto inoltrare la domanda più di 2 anni fa, se eravamo fuori dai limiti temporali
non si capisce come mai ci hanno chiesto integrazioni 9 mesi fa senza fare cenno ad alcun limite temporale
ovvero si capisce che si sono inventati a dicembre scorso questi limiti temporali, ma non si può dire
 
Qui c'è qualcosa che non mi quadra

Questo articolo l'ho trovato sul sito della BCE non sul giornalino di Gianburrasca

Intervista con il Corriere della Sera

Intervista con il Corriere della Sera
Intervista con Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza della Bce, realizzata da Federico Fubini il 10 luglio 2017 e pubblicata il 12 luglio 2017
Noi dobbiamo prima di tutto rispettare le regole – dice Angeloni - perché chi non lo fa non ha né la credibilità, né l’autorevolezza per poter proporre cambiamenti. Dobbiamo rispettarle. Dopodiché, una volta mostrata l’intenzione di far funzionare il sistema, si possono proporre fondatamente e magari anche raccogliendo il consenso, le giuste modifiche per andare avanti.

Dottor Angeloni, i ministri finanziari nell’Ecofin e la Commissione Ue sembrano più aperti sull’ipotesi di bad bank nazionali. È anche la sua impressione?

L’Ecofin ha un piano d’azione con diversi elementi. Uno riguarda il modo in cui i crediti deteriorati vanno rimossi dai bilanci, sul mercato o attraverso le cosiddette ‘bad bank’ nazionali. Se questo processo sulla base di una bad bank nazionale richiede tempo, nell’intervallo servirà un finanziamento. Penso che da parte della autorità europee ci sia una maggiore apertura nei confronti dell’idea che i bilanci pubblici debbano farsi in parte carico di questo problema. Ho la sensazione che ci sia una disponibilità a considerare forme di aiuti di Stato, valutandone la coerenza con le condizioni a cui devono sottostare per effetto delle regole europee. In particolare sul bail-in. Ma aspettiamo di vedere il lavoro della Commissione all’inizio dell’autunno.

L’operazione del governo per la Popolare Vicenza e Veneto Banca, con le garanzie a Intesa Sanpaolo, solleva polemiche. Si è svolta nelle regole europee?

Sì.

Dunque le proteste sono fuori luogo?

Sulla correttezza letterale non c’è dubbio. Da un punto di vista sostanziale l’autorità europea di risoluzione (Srb, ndr) ha deciso di non intervenire perché non esiste un interesse pubblico. Si passa quindi alla disciplina degli aiuti di Stato, che consente una procedura nazionale di liquidazione con gli aiuti di stato. E lo stato interviene perché esiste un interesse pubblico, diverso, sull’economia regionale. Il contrasto logico è evidente. È qualcosa che dovrà far parte della riflessione su come migliorare le regole e renderle coerenti.

Come avete fatto voi della Bce a dichiarare le banche venete prima “solvent”, solvibili, e poi pochi mesi dopo “fallite o sul punto di fallire”?

La dichiarazione di dissesto da parte nostra è soggetta a precise condizioni. Una banca deve trovarsi nell’impossibilità o quasi di soddisfare i requisiti patrimoniali o onorare gli impegni. La Bce deve dare alla banca tutte le ragionevoli possibilità di tenersi in piedi. E mesi fa, quando le due banche venete hanno chiesto al governo garanzie e una ricapitalizzazione precauzionale, sulla base degli ultimi dati disponibili la Bce ha valutato che le condizioni minime ci fossero. Dopo la situazione si è deteriorata ancora di più.


Non era meglio mettere le venete spalle al muro uno anno fa?

Spalle al muro in che senso?

Forzarle a trovare una soluzione.

Il nostro mestiere non è forzare, mi scusi. Ci sono cose che possiamo fare e altre no. Se una banca non è in procinto di perdere la solvibilità o la capacità di operare, possiamo far sentire la nostra presenza, non operare degli strappi. Nella primavera dell’anno scorso la situazione era difficile, ma c’era un fondo (Atlante, ndr) sostenuto dall’intero sistema finanziario italiano che si riprometteva una profonda ristrutturazione delle due banche.

C’è chi dice che lo Stato non avrebbe dovuto mobilitare 17 miliardi per due banchette, se l’Europa avesse aperto a una “bad bank” italiana nel 2014 o 2015.

Il costo dell’operazione per il contribuente sarà inferiore a quella cifra se, come probabile, la liquidazione degli attivi deteriorati frutterà nel tempo importi rilevanti. Quanto al resto, guardiamo avanti. E le chiedo una cosa io: sento molte voci in Italia che difendono l’investitore in bond bancari che si trova a rischio in certe situazioni, ma ne sento poche che difendono il contribuente. Non pensa che il contribuente italiano negli ultimi 10 o 15 anni sia già stato sufficientemente penalizzato? Il tanto bistrattato bail-in ha come finalità proprio la protezione del contribuente.

Non pensa che il costo senza intervento sarebbe stato più alto?

I contribuenti pagano nell’ipotesi che queste banche comportino un rischio sistemico tale che, senza intervento, investirebbe lo stesso contribuente in maniera peggiore. Forse è così. Nel frattempo però lui paga. Per cose che non solo non ha deciso, ma non ha né visto, né controllato. Cose che sono molto distanti da lui. Fra il contribuente e il punto in cui si è verificato l’errore c’è certamente una distanza maggiore di quella tra l’investitore in strumenti bancari e il problema stesso. È ora che si creino le condizioni per far sì che a pagare in caso di dissesto siano in primo luogo coloro che hanno investito in strumenti emessi da quelle banche, secondo lo spirito delle regole che si sono stabilite.
 
Anche questo è un intervento ufficiale pubblicato sul sito della banca centrale europea ed è di un membro Consiglio di Vigilanza della Banca Centrale Europea (e non il primo che passa) che parla di questioni bancarie (e non certo del campionate di calcio o del festival di san remo) creando ovviamente un legittimo affidamento su Atlante

Interview with La Repubblica


Interview with La Repubblica
Intervista con Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di Vigilanza della Banca Centrale Europea,
pubblicata il 5 Maggio 2016, realizzata da Ferdinando Giugliano
Angeloni, ritiene anche lei che il sistema bancario italiano sia solido?

Ho detto in diverse occasioni che il sistema bancario italiano è più solido che in passato, e lo ripeto ora. Molte banche hanno passato la nostra “Valutazione Approfondita”. Alcune, in seguito, hanno effettuato una ricapitalizzazione. LÂ’analisi della vigilanza si è ampliata nello SREP, il regolare processo di revisione e valutazione prudenziale. Ci sono delle criticitÃ*, che riguardano solo alcune banche, che sono sufficientemente importanti da rendere complessa la situazione generale. Sono stati espressi timori di pericoli sistemici e la vigilanza sta lavorando per consolidare ulteriormente il sistema.

Lei crede che lÂ’operazione Atlante, che vede molte banche contribuire a uno stesso fondo, possa aumentare il rischio sistemico in Italia?

Non vi è dubbio che il Fondo Atlante sia un passo nella giusta direzione. Il fatto che sia stato creato è positivo e ha avuto un effetto positivo sul mercato. Come tutti gli annunci e le cose nuove, gli investitori si aspettano di vedere lÂ’implementazione. Il fondo ha una dimensione limitata, non rispetto alla prima operazione che si propone di fare, ma rispetto alla dimensione complessiva del problema dei crediti deteriorati. La scommessa è mettere Atlante in condizione di dare un contributo positivo alla riduzione dei rischi e lo può fare. La domanda non è se Atlante aumenta il rischio sistemico, è di quanto lo ridurrÃ* e le cose che bisogna fare per essere sicuri che lo riduca in maniera sostanziale. Se il fondo si muoverÃ* bene, e se la Banca Popolare di Vicenza, di cui Atlante è ora azionista quasi totalitario, risponderÃ* in maniera positiva a questa sollecitazione, allora si potrÃ* innescare un circolo virtuoso. È auspicabile che altri investitori entrino, che il fondo cresca, e credo che i dirigenti del fondo stiano lavorando in questo senso. È importante ci sia capitale fresco e che ci siano investitori internazionali, perché anche questo è un segnale.

Alessandro Penati, che guida il Fondo Atlante, ha dichiarato che la BCE valuterÃ* le indicazioni fornite dal comitato degli investitori. EÂ’ vero?

Noi non vigiliamo sul Fondo o sulla societÃ* che lo gestisce. Banca dÂ’Italia vigila su di essa, noi vigiliamo sulle banche. Naturalmente ci importa che le azioni di questo fondo siano orientate in modo deciso verso un rafforzamento prudenziale della banca che ha acquisito, e delle altre banche che verranno. Voglio sottolineare due cose: Atlante si dovrÃ* occupare di questioni che attengono la governance interna, la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, la valutazione del management. Tutte queste scelte devono dare un segnale di chiara discontinuitÃ* rispetto alla gestione storica della banca che è alla base dei problemi attuali. La seconda cosa è che esiste un Comitato di investitori le cui deliberazioni non sono vincolanti. Questo è un aspetto importante perché alcuni di questi investitori sono banche, potenzialmente in concorrenza con le banche in cui Atlante investirÃ*. È importante che la dirigenza del fondo agisca in maniera indipendente. Noi siamo supervisori di banche e faremo di tutto perché questa operazione abbia successo e per quello che possiamo, nei limiti del nostro mandato, cercheremo di appoggiare le azioni del Fondo Atlante.

A che prezzi il fondo Atlante opererÃ* sui crediti deteriorati?

Non c’è dubbio che lÂ’operazione dovrÃ* avere caratteristiche di mercato, questo è importante anche per la fiducia degli investitori. Nel caso dei crediti deteriorati, esiste una forchetta tra il prezzo offerto dai compratori e il prezzo richiesto dalle banche. Questa forchetta deve essere ridotta anche attraverso provvedimenti legislativi che rendano più facili la riscossione dei crediti e la liquidazione del collaterale. Il governo ha adottato un provvedimento la settimana scorsa, lo studieremo per valutare in che misura agevolerÃ* questo processo.

EÂ’ in grado di dire se questo provvedimento ridurrÃ* in maniera significativa i tempi medi di riscossione?

Il comunicato stampa della Presidenza del Consiglio, in cui si citavano alcuni aspetti, sembrava indicare che i provvedimenti di pegno non proprietario e patto marciano valessero essenzialmente sui nuovi crediti. Stiamo valutando il testo completo, che è appena uscito, per capire che effetto può avere sui crediti esistenti. È su quello che gli investitori e lo stesso fondo contano.

Sembra che il fondo Atlante non sia riuscito a incoraggiare gli investitori a comprare le azioni della Banca Popolare di Vicenza. Piuttosto, il contrario. Non la spaventa questa dinamica?

LÂ’iniziativa Atlante è stata varata pochi giorni fa, è una cosa nuova e giÃ* i mercati hanno risposto in maniera non negativa. Gli investitori prima di impegnarsi vogliono vedere maggiori dettagli e questo farÃ* parte del lavoro che il fondo farÃ* nei prossimi mesi. Non vedo segnali di sfiducia in questa iniziativa in questo momento.


Avete richiesto molti aumenti di capitale per le banche italiane Ci sono state carenze nella vigilanza della Banca dÂ’Italia prima della creazione del SSM?

Gli aspetti storici e il pregresso di questi problemi non sono di nostra competenza, né sono una cosa su cui ci concentriamo. Andiamo avanti, guardiamo la situazione com’è. Il lavoro con la Banca dÂ’Italia è continuo e serrato, condividiamo le finalitÃ*. La Banca dÂ’Italia fa parte dei gruppi di vigilanza e poi è rappresentata nel Consiglio di Vigilanza. Siamo in sintonia per quanto riguarda gli obbiettivi. La scommessa della vigilanza della BCE, specialmente nella fase di avvio, sta nel combinare la conoscenza approfondita delle singole banche che è ancora proprietÃ* delle autoritÃ* nazionali, con la chiarezza del mandato, lÂ’indipendenza e la capacitÃ* di iniziativa della BCE. Se queste due cose si mettono insieme, il potenziale della vigilanza unica è notevolissimo e non parlo solo dÂ’Italia. Siamo al lavoro in parecchi Paesi, sia del centro-nord, sia della fascia mediterranea dellÂ’Europa.

Una critica che vi viene mossa in Italia è quella di accanirvi contro le banche italiane, di concentrarvi in maniera esagerata sui crediti deteriorati e di tralasciare altri problemi come i derivati nelle banche tedesche. Come risponde a queste critiche?

La critica l’ho sentita, ma non la condivido. Naturalmente ogni critica è positiva e stimolante. Il nostro modello di vigilanza non è sbilanciato né a favore né contro alcun particolare modello di business. Quello che guardiamo sono i rischi. I rischi nel sistema sono rischi di credito e di mercato. In questo momento i rischi di credito sono particolarmente consistenti, ma non dimentichiamo assolutamente i rischi di mercato. Per esempio, abbiamo in corso un’analisi sui modelli interni, per capire se siano tecnicamente fondati e tengano conto dei rischi in maniera corretta. Esiste una normativa di cui dobbiamo tenere conto. Una di queste è la normativa sulla leva finanziaria (leverage). Questo requisito entra in vigore nel 2018. Noi non possiamo imporre un vincolo di leverage; possiamo monitorarlo, farlo pubblicare e essere sicuri che tutte le banche lo calcolino in maniera corretta. I rischi di mercato beneficiano anche di questo. Il problema dei NPL in Italia e altrove non va minimizzato – i numeri parlano da soli – dunque non si può parlare di accanimento. Questa è una percezione errata.

In unÂ’intervista a Repubblica, il Commissario Margrethe Vestager ha detto che non ci sono eccezioni al bail in per ragioni di stabilitÃ* finanziaria. Condivide questa interpretazione?

LÂ’interpretazione della normativa spetta in primo luogo alla Commissione, quindi non commento quello che il Commissario ha detto. Ci sono state due fasi di normativa sugli aiuti di stato. Una è la comunicazione del 2013, la seconda è lÂ’entrata in vigore dei provvedimenti sul bail in nella BRRD di questÂ’anno. Nella prima, che è ancora in vigore e che si applica se la banca non è in risoluzione, si dice che in caso di rischi di stabilitÃ* finanziaria o di effetti sproporzionati, sono ammesse eccezioni al bail in del debito subordinato. Anche la BRRD contiene un paio di provvedimenti in proposito. Uno riguarda eccezioni al bail in di determinati strumenti, sempre in caso di rischio di contagio o di effetti sproporzionati. In un altro si prevede che la risoluzione non scatti, anche in caso di aiuti di Stato, se vi sono seri disturbi economici e finanziari, purché lÂ’aiuto avvenga in determinate forme. In ogni caso, anche questo provvedimento non è unÂ’esenzione: le banche devono comunque predisporsi a priori al fatto che ci debba essere un 8% di passivitÃ* a cui si può applicare il bail in. In caso di crisi sta alla Commissione, insieme al Comitato di Risoluzione Unico (Single Resolution Board), in consultazione con la vigilanza BCE, applicare queste norme.

I rimborsi automatici fatti dal governo italiano sono compatibili col bail in?

Questi rimborsi riguardano investitori che avrebbero investito sulla base di unÂ’informativa non completa. È un caso a parte, non riguarda la cornice generale del bail in. È un caso specifico nel quale, sulla base di determinate valutazioni, si ritiene che alcuni investitori abbiano effettuato degli investimenti senza possedere le informazioni necessarie e corrette. In questo caso si è deciso di intervenire con questo provvedimento specifico. Non andrei a collegare questo provvedimento con la disciplina sul bail in altrimenti sembra una cosa che avviene in ogni caso. Questo mi dÃ* lo spunto per dire che informazione e trasparenza sono una cosa fondamentale. Questi provvedimenti sul bail in sono stati approvati da tutti gli Stati ed erano scritti da parecchio tempo: è importante che ci sia piena informativa e trasparenza. Questi aspetti sono di competenza dellÂ’autoritÃ* nazionale e delle banche. Gli aspetti regolamentari e lÂ’applicazione spettano alle autoritÃ* europee e alla Commissione per le banche principali che sono vigilate direttamente dalla BCE.

La Banca dÂ’Italia crede che il bail in aumenti lÂ’instabilitÃ* finanziaria e il governatore ha chiesto una revisione delle norme alla prima occasione utile. Lei è dÂ’accordo con questa interpretazione?

Le revisioni sono previste dalla normativa, e consistono nel guardare come la normativa sia stata applicata in casi concreti e, laddove necessario, se ci possano essere degli aggiustamenti. Questo fa parte della prassi. Sarebbe nella natura delle cose, che quando viene il momento di fare questa revisione, ci possano essere dei chiarimenti o degli aggiustamenti. La BRRD va vista nel suo complesso. Prevede due cose molto importanti, tendenti a ridurre il rischio sistemico: la prima è che le autoritÃ* di risoluzione devono predisporre dei piani di risoluzione per ogni banca. Questa è una cosa che va nella direzione di ridurre i rischi, perché riduce il “too big to fail”. Secondo, le banche devono avere abbastanza risorse per la risoluzione. Una volta che queste cose sono fatte il sistema è più stabile. Non c’è dubbio che la transizione vada gestita in maniera accorta perché partiamo da una situazione con dei rischi bancari.

Lei crede che avere molti titoli di stato nei propri bilanci aumenti i rischi per il settore bancario?

Non vi è dubbio che i titoli di stato siano rischiosi: in maniera diversa a seconda delle caratteristiche dei singoli paesi, ma non sono privi di rischio. Gestirli come se fossero privi di rischio crea degli incentivi a canalizzare i fondi in maniera non corretta e, alla lunga, a penalizzare il reddito e lÂ’occupazione se il settore privato non riceve i finanziamenti adeguati. Ribilanciare gli incentivi in maniera corretta è un principio innegabile. Questo va fatto però con cautela, gradualitÃ* e tenendo presente alcune cose. Primo, i titoli di Stato in alcuni paesi hanno un ruolo fondamentale nel funzionamento del sistema finanziario. Questo va salvaguardato. Secondo, è necessaria una certa gradualitÃ* per evitare contraccolpi. C’è una transizione da fare e in un caso come questo vanno evitati vincoli rigidi. Bisogna lavorare con dei provvedimenti che abbiano gradualitÃ* e flessibilitÃ*, per esempio attraverso ponderazioni, per esposizioni o per la concentrazione, che entrino in vigore in maniera graduale. È evidente poi che una riforma di questo genere deve tenere conto anche del contesto fuori dallÂ’Europa. Il comitato di Basilea è al lavoro dallÂ’anno scorso su questo argomento. Ci sono dei punti di vista molto diversi. Quello che lÂ’Europa fa deve iscriversi, come normalmente accade, nellÂ’ambito di una riflessione che ha rilevanza internazionale.

Lei ritiene che fino a quando non c’è un accordo su questo tema è impossibile avere una garanzia comune sui depositi?

No, assolutamente. Quella è la terza gamba dellÂ’unione bancaria, quindi va realizzata, secondo un progetto. La Commissione ha pubblicato un progetto che è unÂ’ottima base di partenza. È graduale ma indica chiaramente il punto di arrivo. Questa gradualitÃ* permette anche di realizzare in parallelo una riduzione dei rischi mentre si aumenta la mutualizzazione delle garanzie. Quello che posso dire con chiarezza è che la vigilanza BCE sta contribuendo in maniera determinante alla riduzione dei rischi. LÂ’idea che la vigilanza BCE avrebbe gradualmente ridotto i rischi e questo avrebbe lasciato spazio per una maggiore mutualizzazione era giÃ* presente con la creazione dellÂ’unione bancaria. La riduzione dei rischi e la creazione di garanzie devono procedere di pari passo.

Ci sono delle banche di cui oggi un italiano deve essere preoccupato?

Noi lavoriamo su tutte le banche per migliorarle, perché ci sono situazioni individuali, interconnessioni, situazioni di sistema. Detto questo, ci sono differenze fra le banche.

Monte dei Paschi di Siena vi preoccupa?

Il Monte dei Paschi è un caso specifico perché è molto grande rispetto a quelle su cui il Fondo Atlante sta cominciando a intervenire. Ha una elevata quantitÃ* di crediti deteriorati. È ancora in corso la ricerca di un partner. La soluzione cartolarizzazione più Atlante, data la dimensione del fondo e data la dimensione di MPS, a bocce ferme, evidentemente non è proponibile. Un intervento di questo tipo su MPS richiederebbe risorse di ordini di grandezza diverse. È un caso su cui bisogna lavorare.

Crede che i tassi dÂ’interesse così bassi possano portare a rischi di instabilitÃ* finanziaria?

Questa situazione con i tassi dÂ’interesse molto bassi e ora addirittura sotto zero è evidentemente nuova, sia per chi gestisce la politica monetaria, sia per chi supervisiona le banche. C’è molta meno esperienza. Quello che è evidente è che da un lato le banche vengono colpite perché i margini si riducono, e dallÂ’altro si avvantaggiano se questa politica avvantaggia lÂ’economia reale o se procura delle plusvalenze sui titoli a lunga. Bisogna vedere il bilanciamento fra i due aspetti che dipende anche dal modello di business. Poi c’è la questione di cui alcuni si preoccupano, della ricerca del rischio, per cui aumenterebbero i rischi sistemici. Questo sconsiglierebbe di tenere i tassi dÂ’interesse a livelli bassissimi per lunghi periodi. Non c’è dubbio che le banche devono adeguare i loro modelli di business ad una realtÃ* in cui i tassi dÂ’interesse sono bassi per un periodo molto prolungato. Noi guardiamo anche lÂ’attitudine al rischio allÂ’interno delle banche per verificare che questi pericoli non si manifestino.

Vede dei particolari rischi di stabilitÃ* finanziaria sulle banche tedesche a causa dei tassi così bassi?

NellÂ’immediato, assolutamente no. Ma bisogna evitare che i tassi bassi portino a prendere rischi ingiustificati e bisogna fare in modo che la ridotta profittabilitÃ* non vada ad aumentare i rischi. Però abbiamo visto che le banche si difendono abbastanza bene sul fronte dei margini dÂ’interesse, rispetto alla riduzione dei tassi. Ultimamente le banche sono più colpite nella loro redditivitÃ* dagli accantonamenti per i crediti deteriorati, piuttosto che dal lato dei margini.

La BCE ha inviato questa settimana a Veneto Banca una lettera che sottolinea i criteri di indipendenza e professionalitÃ* nella nomina dei consiglieri. Perché?

Siamo convinti che un passaggio obbligato e fondamentale nel consolidamento di molte banche, specie quelle con alti livelli di crediti deteriorati, sia essere più rigorosi proprio nei requisiti di indipendenza e professionalitÃ* degli amministratori. I codici etici più avanzati, che oggi tendono a diventare la regola ovunque, impongono di prevenire qualunque rischio di conflitto di interesse, o anche la percezione di esso. La normativa oggi mette in mano alla vigilanza strumenti più efficaci che in passato. La vigilanza BCE ha lavorato molto su questi temi negli ultimi mesi, mettendo a punto criteri e metodologie che verranno presto utilizzate. Contiamo molto sulla loro efficacia.
 
Siccome io non ho molta familiarità con il diritto, mi spieghi in cosa consiste questa class action?
Leggo solo ora
Il suggerimento mi e’ pervenuto tramite un conoscente operante nel settore degli investimenti finanziari.
In pratica si tratta di un azione legale attuata da un pool di avvocati che per conto di questa associazione di consumatori (basta googlare e si trova) agirebbero in nome e per conto degli aderenti all’iniziativa che si presenterebbero come un unica entita percorrendo un canale diretto nell’ambito dei processi in corso. Non ho ancora inviato i miei riferimenti per approfondire ma penso che una valutazione la faro a breve.
La partecipazione alla class action ha dei costi che si configurerebbero nella misura del 19% dell ammontare eventualmente recuperato …non poco quindi ma se l’alternativa fosse zero..e se invece si ottenesse comunque qualcosa alla fine?
Situazione intricata per tutti noi comunque che non sappiamo dove sbattere ..
 
Situazione intricata per tutti noi comunque che non sappiamo dove sbattere ..

Il problema di questa class action (al di la' della etichetta inglese che nasconde la sostanza) e' che vi deve essere stata una violazione del diritto. Ed il singolo denuncia questa violazione unitamente ad altri per ottenere un bene delle vita (come si diceva qualche tempo addietro)

Ora i signori del Fir di violazioni ne hanno commesse qualche decina: solo capire per che violazione si agisce....
 
Ultima modifica:
Si agisce per la mancanza di trasparenza e per le false informazioni date ad mercato sullo stato di salute delle banche venete
 
L’azione consiste nel rappresentare le istanze di fronte ad un giudice e potrebbe (mia interpretazione da verificare) puntare ad esempio a disinnescare i criteri discriminatori del Fir (=classi di reddito e date di acquisto) ponendo la questione di merito e diritto che dovrebbe trascendere -se accolta- rispetto alle categorie ed i binari vari.
In questo senso tutti gli appartenenti al secondo binario che hanno acquistato dopo le date indicate dal fir di fatto costituiscono una classe omogenea di investitori.
 
Integrazione inviata

Ho inviato l'integrazione oggi ultimo giorno disponibile dei 60 concessi, ora aspettiamo il sicuro rigetto poi si vedrà che fare.

x Loupin: quelli della Class Action sono gli stessi di quelle contro l'obbligo vaccinale e del green pass?
 
Ho inviato l'integrazione oggi ultimo giorno disponibile dei 60 concessi, ora aspettiamo il sicuro rigetto poi si vedrà che fare.

x Loupin: quelli della Class Action sono gli stessi di quelle contro l'obbligo vaccinale e del green pass?

ciao, posso sapere cosa hai inviato per favore? anche in privato
 
Purtroppo anche io sono vicino alla scadenza dei 60 giorni. Io penso di inviare sentenze Banca d'Italia e poi vedremo tanto mi sa che siamo tutti nella stessa situazione.
 
ciao, posso sapere cosa hai inviato per favore? anche in privato

Ciao,
ho fatto riferimento ai provvedimenti sanzionatori di Consob e Banca d’Italia del 2017, alla dichiarazione di insolvenza Tribunale Fallimentare di Vicenza 1/19 del 2019 ed alla sentenza 348/21-del-19.03.2021 del Tribunale di Vicenza, tutti successivi al mio acquisto , se avessi saputo non avrei acquistato.
 
Leggo solo ora
Il suggerimento mi e’ pervenuto tramite un conoscente operante nel settore degli investimenti finanziari.
In pratica si tratta di un azione legale attuata da un pool di avvocati che per conto di questa associazione di consumatori (basta googlare e si trova) agirebbero in nome e per conto degli aderenti all’iniziativa che si presenterebbero come un unica entita percorrendo un canale diretto nell’ambito dei processi in corso. Non ho ancora inviato i miei riferimenti per approfondire ma penso che una valutazione la faro a breve.
La partecipazione alla class action ha dei costi che si configurerebbero nella misura del 19% dell ammontare eventualmente recuperato …non poco quindi ma se l’alternativa fosse zero..e se invece si ottenesse comunque qualcosa alla fine?
Situazione intricata per tutti noi comunque che non sappiamo dove sbattere ..

Ciao Loupin, mi puoi spiegare contro chi sarebbe questa ipotesi di class action?
 
Io vedo so due possibilita'.
La norma sul secondo binario viene dichiarata incostituzionale;
Il Tar Lazio annulla/modifica i limiti temporali stabiliti dalla Commissione tecnica.

Cmq la vedo dura, IMHO non avrebbero messo su l'ambaradan del secondo binario se avessero voluto rimborsare tutti.
 
Stato
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