Ho aderito a un fondo pensione 12 anni fa, essenzialmente per poter usufruire del contributo del datore di lavoro. Sono d'accordo con i vantaggi fiscali, soprattutto per chi ha aliquota alta.
Sono tuttavia sempre stato contrario a versare contributi aggiuntivi per una valutazione matematica che vi chiederei di verificare e dirmi se sbaglio qualcosa.
Dunque, arrivati all'età della pensione, diciamo 67 anni, in caso di rendita vitalizia avremo diritto a 4,97% (maschi, fonte Fondo Cometa) del montante come rendita annua. Approssimando a 5%, significa che il montante, in prima approssimazione ci verrà restitutito dopo 20 anni.
Ora, la vita media in Italia per un uomo è di 80,5 anni (fonte Wikipedia), pertanto mediamente usufriremo di 13 anni di rendita (tocchiamo ferro...), il che significa che sempre mediamente "regaleremo 7 anni al fondo, ovvero 7/20, ovvero il 33%.
Il tutto viene ridotto al 16% se prendiamo il 50% come capitale (se il coefficiente rimane invariato, non lo so), ed è anche vero che esistono forme di reversibilità o controassicurazione che però, trattandosi di assicurazioni, non credo che (sempre mediamente) siano a nostro vantaggio.
In conclusione, è vero che ho dei grossi benefici fiscali, ma è anche vero che sarà molto improbabile che recuperi tutti i soldi versati.
Questa mi sembra una differenza significativa rispetto ad un accantonamento fai da te, ma forse sbaglio qualcosa per cui vi chiederei gentilmente di commentare questa considerazione.
Grazie