Assolutamente vero, la trasformazione in rendita serve a far guadagnare la compagnia.
Oltretutto se il capitale X lo investi in titoli diversificati che distribuiscono dividendo medio del 5% netto annuo (bond esteri, fondi, ETF etc...), pur rischiando il capitale, quantomeno è difficile che questo alla fine si azzeri come avviene con il montante alla morte.
Converrebbe sempre, sapendolo gestire, prenderli in capitale ed investirli bene.
Il punto è che il fondo pensione è "previdenziale"... chissà che succederà quando arrivo a 67 anni?
Magari non ne ho neppure bisogno e lo incasso, magari non ci arrivo neppure alla pensione e va agli eredi, magari invece per inflazione etc... la mia pensione non mi basta e ringrazio Dio di poterli convertire in rendita, anche svantaggiosa.
È Previdenza... NON (solo) investimento.
Come investimento secondo me un All Country World Selected Dividend è meglio 90 volte su 100
ecco che siamo giunti laddove volevo arrivare.
Ipotizzando una somma annua di 5000 euro annui impegnati per il fine di integrare la pensione pubblica.
Il fondo pensione negoziale unisce i vantaggi dei bassi costi di gestione alla dedicibilità dei versamenti.
Tuttavia il mio fondo negoziale ( perseo) al momento ha un comparto garantito che rende pochissimo ed un comparto bilanciato che comunque mediamente non supera un 35% di azionario. Su un lasso di tempo ultraventennale questo rappresenta un problema in termini di rendimento.
A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che la deduzione del fondo pensione non è una detassazione ma una tassazione differita, per quanto ridotta degli importi investiti. Nel mio caso " scarico" un 23 % oggi sugli importi versati che mi saranno tassati a circa il 13% alla maturazione del requisito pensionistico.
Quindi di fatto avrei un risparmio del 10% che verosimilmente potrebbe essere inferiore al mancato rendimento del fondo perseo rispetto un etf globale azionario.
Aggiungiamoci inoltre che ad oggi la forza politica con maggiore consenso vorrebbe portare l aliquota al 15% erodendo in maniera significativa il risparmio dovuto alla deducibilità.
L altra via è aderire ad un fondo pensione non negoziale con profilo azionario.
Qui si, deduco... Ma le commissioni di gestione del 2% annuo ( valore medio) su un orizzonte ultraventennale vanificano il vantaggio della deduzione, stante il persistere anche in questo caso, della tassazione differita sul capitale versato.
Ecco perché pensavo all'etf azionario fai da te, con costi ridotti. Versando nell' etf avrei la tassazione non sul capitale investito, ma solo sulla plusvalenza. Tassazione sulla plusvalenza esigibile dallo stato solo in occasione della vendita delle quote. Basta non vendere e la plusvalenza non sarà mai tassata. Nel caso dell'etf a distribuzione, sarà il dividendo stesso ad ottemperare la funzione integrativa della pensione pubblica. Tra l altro con l assoggettamento a tassazione del solo dividendo staccato. Nessuna tassazione né del capitale investito né della plusvalenza. E in più tutto passa agli eredi tranquillamente.
Dove sbaglio?