Beh però avrebbero potuto mantenere un'offerta, come dice TGuido, indicizzata al PUN e con un certo spread in modo da non fare "concorrenza" agli altri operatori e da non pesare in alcun modo sulle casse statali, ma garantendo a chi non ne vuole sapere niente di continuare a farlo (pagando un po' di più).
Anche il paragone con le banche regge poco, a mio avviso, perché in teoria esistono i "conti di base" a 30 euro/anno (quindi non poco) per chi ha esigenze di base, e a questi conti non possono essere associati investimenti, finanziamenti ecc.; poi è vero che non conosco nessuno che abbia tale conto e credo anche che le banche facciano ostruzionismo per impedirne l'apertura, però una tutela formalmente esiste.
Inoltre grazie a molte regolamentazioni che al mercato dell'energia mancano ancora (forse la fine del tutelato farà svegliare qualche politico/burocrate, ma io non ci credo) sono presenti molti strumenti per garantire maggiore trasparenza (non
completa trasparenza, è vero) al consumatore, basti pensare ai KID e alle schede informative per i prodotti finanziari o ai FID (e relativo ICC) per i conti correnti, il DIP per le assicurazioni ecc.; so bene che poi la maggior parte dei clienti firma senza leggere fidandosi di ciò che gli viene raccontato a voce, però almeno chi si vuole informare può reperire facilmente le informazioni che gli servono, mentre nel mercato energetico anche l'utente volenteroso deve districarsi tra:
- CTE scritte in legalese con riferimenti a delibere arera invece dei valori concreti del mese/trimestre (quindi si rende necessario andare a spulciare la delibera/legge in questione);
- fornitori che non pubblicano le CTE;
- fornitori che inglobano il DispBT nel PCV, rendendo inutilmente più complicato il confronto tra offerte;
- alcuni fornitori che applicano la componente di dispacciamento variabile seguendo il tutelato mentre altri applicano i valori previsti dal TIS (e l'unico modo per distinguerli è leggersi per filo e per segno le CTE);
- fornitori che "sbagliano" () ad inserire i valori sul portale delle offerte, falsificando il confronto offerto dal portale e rendendo pressoché necessario leggere le CTE;
- (sul mercato del gas) offerte che seguono indici che non sono disponibili al pubblico, rendendo impossibile per il cliente sapere se ciò che è stato addebitato corrisponda o meno al valore pattuito;
e la lista potrebbe continuare...
Può darsi che gli allarmi lanciati da certi organi di informazione siano esagerati perché per almeno 3 anni i clienti del tutelato potranno rimanere nel servizio di tutele graduali, senza doversi necessariamente "buttare nella mischia" del mercato libero; tuttavia ad oggi non c'è sufficiente trasparenza per poter garantire un vero mercato libero ed efficiente, e questo credo che sia chiaro a tutti.