NuovaEra2012
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Finanzaonline.com - 12.4.12/16:41
"La crisi è entrata in una fase forse meno volatile ma più letale". Parola di George Soros, che dalle pagine del Financial Times avverte l´Europa: il futuro non è nelle mani della Bundesbank.
Secondo il finanziere di origine ungherese, il rally dei mercati europei seguito all´intervento della Bce per rifinanziare le operazioni a lungo termine non poteva durare: i problemi alla base della crisi infatti non sono ancora stati risolti. Al contrario, il gap tra Paesi debitori e creditori si allarga sempre più.
Eurozona verso la spaccatura
I fondi delle operazioni LTRO della Banca Centrale Europea sono stati utilizzati in massima parte da Paesi come Italia e Spagna per riacquistare i propri titoli di Stato, e sui bond greci è stato attuato un trattamento speciale da parte della Bce. Se tali misure straordinarie dovessero continuare, le banche centrali dei Paesi creditori troverebbero sempre più difficile esigere il pagamento dei debiti da parte dei Paesi in difficoltà, il che porterebbe proprio alla spaccatura dell´Eurozona che si era voluta evitare.
Ecco perché, spiega Soros, la Bundesbank combatte l´espansione indefinita dei finanziamenti, e perché si sta attivando per mettere in campo misure di contenimento delle perdite di un eventuale break-up. Ed ecco il perché dello stop al rally dei mercati: gli investitori stanno cominciando a comprendere ed imitare la posizione della banca centrale tedesca.
L´irrigidimento della Germania, peraltro, secondo Soros non può che accelerare la spaccatura dell´Eurozona, la quale dipende fortemente dai prestiti tedeschi: la mancanza di acquisti da parte di economie europee forti come la Germania, infatti, può portare i Paesi più deboli a non raggiungere i propri target nemmeno in presenza di politiche nazionali valide.
Il gap tra Paesi Euro di serie A e di serie B è dunque destinato ad aumentare, e quella che aspetta l´Europa è una lunga stagnazione, "se non peggio", afferma Soros. "L´unico modo per sfuggire alla trappola è riconoscere che le politiche attuali sono controproducenti, e cambiare strada".
La ricetta di Soros contro la crisi
Il punto di partenza, secondo il magnate, è l´attuazione del fiscal compact, che dovrebbe includere i debiti sia commerciali che finanziari, e i cui bilanci dovrebbero distinguere tra spese correnti e investimenti che rendono, questi ultimi approvati da un´autorità europea e finanziati da una banca d´investimento europea.
In più, i Paesi dovrebbero impegnarsi a ridurre ogni anno il proprio debito di un ventesimo della percentuale che eccede il 60% del Pil, supportati dall´acquisto di obbligazioni da parte degli stessi stati membri dell´Euro tramite uno "special purpose vehicle" finanziato dalla Bce. Come sanzione per chi viola il fiscal compact, Soros propone il pagamento da parte dello Stato colpevole dell´interesse sul debito acquistato dal veicolo.
In definitiva, però, solo una migliore integrazione fiscale potrebbe ridurre la differenza tra Paese e Paese, rendendo tutti i membri dell´Ue capaci di rifinanziare il debito esistente allo stesso tasso di interesse.
"La Bundesbank non accetterà mai queste condizioni", conclude Soros. "Ma le autorità europee dovrebbero pensarci seriamente".
"La crisi è entrata in una fase forse meno volatile ma più letale". Parola di George Soros, che dalle pagine del Financial Times avverte l´Europa: il futuro non è nelle mani della Bundesbank.
Secondo il finanziere di origine ungherese, il rally dei mercati europei seguito all´intervento della Bce per rifinanziare le operazioni a lungo termine non poteva durare: i problemi alla base della crisi infatti non sono ancora stati risolti. Al contrario, il gap tra Paesi debitori e creditori si allarga sempre più.
Eurozona verso la spaccatura
I fondi delle operazioni LTRO della Banca Centrale Europea sono stati utilizzati in massima parte da Paesi come Italia e Spagna per riacquistare i propri titoli di Stato, e sui bond greci è stato attuato un trattamento speciale da parte della Bce. Se tali misure straordinarie dovessero continuare, le banche centrali dei Paesi creditori troverebbero sempre più difficile esigere il pagamento dei debiti da parte dei Paesi in difficoltà, il che porterebbe proprio alla spaccatura dell´Eurozona che si era voluta evitare.
Ecco perché, spiega Soros, la Bundesbank combatte l´espansione indefinita dei finanziamenti, e perché si sta attivando per mettere in campo misure di contenimento delle perdite di un eventuale break-up. Ed ecco il perché dello stop al rally dei mercati: gli investitori stanno cominciando a comprendere ed imitare la posizione della banca centrale tedesca.
L´irrigidimento della Germania, peraltro, secondo Soros non può che accelerare la spaccatura dell´Eurozona, la quale dipende fortemente dai prestiti tedeschi: la mancanza di acquisti da parte di economie europee forti come la Germania, infatti, può portare i Paesi più deboli a non raggiungere i propri target nemmeno in presenza di politiche nazionali valide.
Il gap tra Paesi Euro di serie A e di serie B è dunque destinato ad aumentare, e quella che aspetta l´Europa è una lunga stagnazione, "se non peggio", afferma Soros. "L´unico modo per sfuggire alla trappola è riconoscere che le politiche attuali sono controproducenti, e cambiare strada".
La ricetta di Soros contro la crisi
Il punto di partenza, secondo il magnate, è l´attuazione del fiscal compact, che dovrebbe includere i debiti sia commerciali che finanziari, e i cui bilanci dovrebbero distinguere tra spese correnti e investimenti che rendono, questi ultimi approvati da un´autorità europea e finanziati da una banca d´investimento europea.
In più, i Paesi dovrebbero impegnarsi a ridurre ogni anno il proprio debito di un ventesimo della percentuale che eccede il 60% del Pil, supportati dall´acquisto di obbligazioni da parte degli stessi stati membri dell´Euro tramite uno "special purpose vehicle" finanziato dalla Bce. Come sanzione per chi viola il fiscal compact, Soros propone il pagamento da parte dello Stato colpevole dell´interesse sul debito acquistato dal veicolo.
In definitiva, però, solo una migliore integrazione fiscale potrebbe ridurre la differenza tra Paese e Paese, rendendo tutti i membri dell´Ue capaci di rifinanziare il debito esistente allo stesso tasso di interesse.
"La Bundesbank non accetterà mai queste condizioni", conclude Soros. "Ma le autorità europee dovrebbero pensarci seriamente".