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Figura femminile di spicco della Roma degli anni sessanta, invitata alla Biennale di Venezia del 1964, ricordata come la Biennale della Pop Art, Giosetta Fioroni è una di quelle figure artistiche che merita di essere approfondita.
Le sue ''carte d'argento'' degli anni sessanta, indiscutibilmente,sono una delle massime rappresentazioni dell'arte italiana degli anni sessanta.
Da dove proviene l’utilizzo dell’argento?
Il mio argento viene dal cinema, dai film in bianco e nero, dal mondo della fotografia e dal cinema. Ho vissuto a Parigi a fine Anni Cinquanta-inizio Sessanta e ho passato molto tempo alla Cinémathèque: entravo presto la mattina e uscivo la sera, per cui vidi il cinema di Stroheim, di Jean Vigo… tutta l’avanguardia francese, il cinema americano… film in bianco e nero. Più che dalla Pop Art, il mio argento viene da lì.
Le sue iconiche ''carte d'argento'' rappresentano una delle più importanti testimonianze della Pop Art Italiana e non solo.
Io lavoravo quasi solo con l’argento e fui accostata a Warhol. Ora, a distanza di anni si vede che con lui non avevo molto a che fare. Le sue immagini erano sempre stemmi, immagini totalitarie, descrivevano un simbolo. Le mie erano immagini legate a un sentimento narrativo. Ho lavorato molto non sul femminismo ma sulla femminilità
Intervista completa: Intervista a Giosetta Fioroni | Artribune
Le sue ''carte d'argento'' degli anni sessanta, indiscutibilmente,sono una delle massime rappresentazioni dell'arte italiana degli anni sessanta.
Da dove proviene l’utilizzo dell’argento?
Il mio argento viene dal cinema, dai film in bianco e nero, dal mondo della fotografia e dal cinema. Ho vissuto a Parigi a fine Anni Cinquanta-inizio Sessanta e ho passato molto tempo alla Cinémathèque: entravo presto la mattina e uscivo la sera, per cui vidi il cinema di Stroheim, di Jean Vigo… tutta l’avanguardia francese, il cinema americano… film in bianco e nero. Più che dalla Pop Art, il mio argento viene da lì.
Le sue iconiche ''carte d'argento'' rappresentano una delle più importanti testimonianze della Pop Art Italiana e non solo.
Io lavoravo quasi solo con l’argento e fui accostata a Warhol. Ora, a distanza di anni si vede che con lui non avevo molto a che fare. Le sue immagini erano sempre stemmi, immagini totalitarie, descrivevano un simbolo. Le mie erano immagini legate a un sentimento narrativo. Ho lavorato molto non sul femminismo ma sulla femminilità
Intervista completa: Intervista a Giosetta Fioroni | Artribune