Grandi Compositori Musica Classica !!

Buona serata anche a te Diago OK!:flower:
 



Andy [dopo due settimane nel buco]: C'era il signor Mozart a tenermi compagnia.
Heywood: Perché, quelli ti hanno fatto portare il giradischi là dentro?
Andy [indica la sua testa]: Ce l'avevo qui. [indica il suo cuore] E qui. Questo è il bello della musica: nessuno... nessuno può portartela via. A voi la musica non fa lo stesso effetto?
Red: Be', quando ero giovane mi divertivo con l'armonica. Ma ho perso interesse col tempo. Qui dentro poi che senso ha?
Andy: È proprio qui dentro che la musica ha senso. Serve per non dimenticare.
Red: Dimenticare?
Andy: Sì, per non dimenticare che... che ci sono posti, a questo mondo, che non sono fatti di pietra e che... c'è qualcosa, dentro di te, che nessuno ti può toccare... né togliere, se tu non vuoi.
Red: Ma di che parli?
Andy: Di speranza.
Red: Di speranza? Mettitelo bene in testa. La speranza è una cosa pericolosa. La speranza può far impazzire un uomo. Non c'è speranza qua dentro. Sarà meglio che ti ci abitui a quest'idea.
Andy: Pensa a Brooks.


Sull'Aria..." da "Le Nozze di Figaro"
estratto dal film "Le Ali della Libertà".



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"... diffido di chi dice la mia musica, la musica non è di nessuno e la prima peculiarità di chi scrive la musica è farla passare di mano.
Diciamo così, ricordo una musica che non era stata scritta, e non mi chieda come, non lo so. La musica che scrivo nasce da questi
spartiti, da Mendelssohn, Chopin, Ciajkovskij, e Beethoven...
Non progetto nulla, non faccio schemi, mi metto lì con la matita, e va
da sola. La musica è stata una scusa per studiare quel che non avevo voglia di studiare. Per dirigere l'Italiana di Mendelssohn, devi
conoscere il suo tempo e la sua vita, il Grand Tour ottocentesco e perciò anche Goethe, la storia d'Italia. Devi sapere che se non ci
fosse stato Mendelssohn, che si considerava figlio di Beethoven, non avresti riavuto Bach...".


EZIO BOSSO


 
La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare.

 





Beatrice Venezi ha 29 anni ed è la più giovane e talentuosa direttrice d’orchestra d’Italia. Lucchese e dunque cresciuta «a pane e Puccini» (registrerà brani sinfonici del suo celebre conterraneo nel primo cd per la Warner), studi alla Chigiana di Siena, passata dall’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano alla Nuova «Scarlatti» di Napoli.

Ha debuttato alla prestigiosa Suntory Hall di Tokyo: «Lavoro soprattutto all’estero, mi manca l’esperienza in un teatro d’opera italiano, purtroppo funzionano spesso le raccomandazioni, che non ho e non cerco». La musica è di per sé un atto di seduzione. «La seduzione è convincere l’orchestra che sei nel giusto, portarla dalla tua parte, è una forma di convincimento. Credo nel dialogo, accetto suggerimenti, d’altra parte si fa musica insieme».

Vedi l'allegato 2613780


Bellissima, una chioma lunga color miele, è solare ed elegante, perfezionista ma non seriosa, e quando sale sul palcoscenico non rinuncia alla sua femminilità, agli abiti lunghi, ai tacchi. Perché l’equazione donna amante della musica uguale stile mascolino e un po’ trascurato, è davvero un cliché vecchio e falso da debellare una volta per tutte.

«Anche quando dirigo, amo vestirmi in lungo, magari con abiti rossi nei concerti di Natale. Voglio che l’orchestra mi percepisca come donna sin dal momento in cui entro dalla porta e mi dirigo verso il palco» . «Mi piace dirigere in gonna, ho diversi abiti da sera, mi piace il rosso. Non dobbiamo imitare gli uomini quando dirigiamo. L’omologazione non porta a nulla di creativo. Noi donne abbiamo una visione diversa»
 
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Il suo sogno? impegnarsi per “sdoganare” la musica classica dall’ambito di nicchia in cui è stata relegata e far appassionare i ragazzi. Perché chi non ama la musica classica è solo perché non la conosce: lei perciò vuole insegnarla, contagiarne la passione, e lo fa anche attraverso i social.

Serve un cambio di mentalità: servono figure nuove che dimostrino modernità, che si sgancino dalla tradizione. Dall’esterno la classica è un momento distante, noioso, poco comprensibile… In realtà è perché non la si conosce abbastanza, non c’è cultura. Fino a una decina di anni fa si voleva mantenere così, si voleva creare un settore elitario. Scelta comprensibile sotto certi aspetti, ma che è stata una tragedia. Ha messo distanza tra il pubblico e la musica, dovremmo fare mea culpa e ricominciare.
 



Suonate sempre come se fosse l’ultima volta, il segreto della vita” (Ezio Bosso)

Ezio Bosso è uno dei simboli della nostra musica, un artista che lotta ogni giorno con una malattia neurodegenerativa che lui chiama «incidente»
o in altre occasioni «terremoto».

"Se il mio corpo è cambiato lo nota qualcun altro. Io faccio questo mestiere da 30 anni, ho iniziato a 14 anni e sono sempre stato con me”

Ha commosso tutti al Festival di Sanremo 2016 con il suo brano Following a Bird e, soprattutto con le sue parole
sulla musica e sulla vita.
Bosso ha sempre reagito con grande tenacia alle difficoltà:

"..I silenzi hanno un suono, anche in musica: infatti io concerto i silenzi, non esiste l’ultima nota, è un dato di fatto. La nota che termina uno
strumento, inizia l’altro. Quando faccio la musica, mi stupisco: quello stupore che rende l’ossigeno più leggero...
la musica c’è a prescindere da noi, c’è ovunque. Io ero più felice quando c’era la musica. Quando riguardo la mia vita, vedo che la musica mi
ha scelto, ne avevo più bisogno degli altrii...È una storia, la mia. Noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. Però hanno
dei colori: possono essere tristi, disperate, allegre. Quello che bisogna evitare sono le storie noiose. Il mio disagio è per me occasione di non annoiarmi mai“
.


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