Ricordami quand'e' la data delle elezioni?
Grecia: elezioni; sale la tensione fra Samaras e Tsipras
Il Paese in piena campagna elettorale a quattro mesi dal voto
04 FEBBRAIO, 10:48
- ATENE - A poco meno di quattro mesi dalle elezioni europee e da quelle amministrative - senza poter ancora escludere quelle politiche - la Grecia è ormai in piena campagna elettorale. Una campagna che porterà sino alla fine l'impronta dei leader dei due maggiori partiti del Paese: Antonis Samaras, capo di Nea Dimokratia (ND, centro-destra, al governo con il socialista Pasok) e Alexis Tsipras, il giovane capo di Syriza, partito di sinistra radicale e maggiore forza d'opposizione del Paese. La tensione è altissima, mentre non mancano duri scambi di accuse reciproche. I sondaggi d'opinione degli ultimi mesi danno Syriza in leggero vantaggio su ND, motivo per cui l'attenzione degli osservatori politici, greci e internazionali, è rivolta proprio ad esso e al suo leader. Una parte degli analisti dà per scontata la vittoria di Syriza, in quanto - a loro parere - un partito che sta in testa nei sondaggi prima delle elezioni difficilmente le perde anche se le sue posizioni non convincono del tutto. In questo caso però il tempo che ancora manca alle elezioni non è poco e risulta ancora difficile prevedere come andrà a finire. Molti sono i fattori - tra cui il tempo e la situazione all'interno dei due partiti - che possono influenzare il risultato elettorale. Indubbiamente sarà difficile, ma non impossibile, per Syriza mantenere fino alla fine il vantaggio su Nea Dimokratia, visto che in un anno e mezzo di "politiche catastrofiche", come le definisce Tsipras, attuate dal governo e dalla troika, il partito di Samaras non è riuscito a consolidare un vantaggio consistente. D'altra parte si tratta di un partito che ha oltre 15 componenti, tra cui quella folta di ex militanti del Pasok, nelle file della quale ci sono collaboratori di Akis Tsochatzopoulos, l'ex ministro della Difesa in carcere per lo scandalo delle tangenti oppure qualche ministro del governo di Giorgos Papandreou nel periodo in cui venivano firmati i memorandum. In più, una parte dei dirigenti del partito non è tuttora riuscita a sfuggire dalla mentalità del piccolo gruppo protestatario, come Syriza era prima delle elezioni del 2012, quando aveva solo il 4% dei voti. A tutto questo va aggiunta la mancanza di un programma chiaro sull'uscita della Grecia dalla crisi. Spesso all'interno degli organi del partito vengono marcate - anche se in modo velato, come è successo nella recente riunione del Comitato Centrale del partito che doveva approvare le scelte di Tsipras per le elezioni amministrative - le divergenze tra le principali componenti di Syriza, mentre una parte di loro - i cosiddetti "realisti" - è spesso costretta a chiedere l'aggiornamento del programma. Un altro fattore che secondo vari analisti, potrebbe tornare a sfavore di Syriza è la mancanza di alleati non solo all'estero ma anche all'interno della Grecia. "L'elemento della mancanza di alleati in Europa - scrive il quotidiano Ta Nea - si vede ancor di più dai viaggi di Tsipras nelle capitali europee. A Parigi incontrerà ancora una volta Jean-Luc Melenchon e Pierre Laurent, mentre a Berlino vedrà i soliti noti di Die Linke. In Italia, almeno per ora - sostiene il quotidiano ateniese - non ha nemmeno interlocutori organizzati sotto forma di un partito di sinistra. Ha soltanto un gruppo di intellettuali che si adopera, tramite Syriza, a diventare una forza politica che conta". Riguardo al governo, esso - come sostiene Samaras - lavora giorno e notte per portare la Grecia fuori dal memorandum. Il tempo a disposizione per ribaltare i pronostici non è molto, ma in politica quattro mesi a volte possono essere sufficienti ed è proprio quello che vuole Samaras. Con un discorso sulla situazione politica ed economica della Grecia, pronunciato qualche giorno fa davanti ai parlamentari del suo partito, ha cercato in primo luogo di mettere fine agli scenari che parlano di un ricorso anticipato alle urne e a smentire categoricamente le voci circa un’eventuale collaborazione tra Nea Dimokratia e Syriza. Come ha pure rassicurato i propri deputati che non ci saranno nuove misure di austerità e che il Paese sta per uscire dai memorandum. Il premier ha inoltre fatto riferimento all'avanzo primario nel bilancio del 2013, ricordando che il 70% di esso - come aveva promesso - ritornerà alle fasce sociali più disagiate.