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il bello, il buono, il giusto
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L'ossessione cinese per il cibo
I cinesi sono ossessionati dal cibo perché hanno sempre sofferto la fame.
Oggi in Cina per mangiare al ristorante si spendono 3,5 trilioni di yuan (507 miliardi di dollari): una cifra superiore al Pil della Svezia (496 miliardi).
Una fame insaziabile che nel romanzo di Mo Yan Quarantuno Colpi diventa voracità carnivora. Il Premio Nobel 2012 era bambino quando Mao con il Grande Balzo in Avanti (1958-59) affamò le campagne provocando quella gravissima carestia che fece decine di milioni di morti.
La rivoluzione a tavola di Xi Jinping. Ma il vero cambiamento nella dieta della leadership cinese avviene con l’attuale presidente. Xi Jinping ha combattuto la corruzione interna al Partito cominciando dalla tavola: “quattro portate, una zuppa” bastano per un pranzo ufficiale. Il presidente ha bandito i banchetti sontuosi e ha imposto ai funzionari una postura frugale. Anche così si conquistano le masse. Xi ha introdotto il regime del Jia Chang Cai: la cucina di casa, cioè il cibo dei laobaixing, la gente comune. Ad esempio: il pane pita inzuppato nel brodo di agnello, Yang Rou Pao Mo (羊肉泡馍), tipica ricetta dello Shaanxi, è molto gradita al presidente, che è originario di questa provincia nordoccidentale.
Ma il suo piatto preferito è un altro: i popolarissimi Baozi, panini ripieni cotti al vapore.
Nel 2013, un venerdì di dicembre Xi – da poco presidente - entra in uno dei ristoranti della famosa catena Qingfeng nella zona ovest di Pechino, e si mette in fila. Nel giro di pochissime ore le immagini del presidente alla cassa sono già virali sui social. Alcuni dubitano che siano vere. Invece è proprio lui: Xi paga 21 yuan (3,5 dollari) per sei baozi ripieni di carne di maiale, un piatto di fegato fritto e di verdure. E con il suo vassoio, va a sedersi vicino agli altri commensali.