Il cibo è passione, è amore.



La ricetta "immorale" del Roti dell’imperatrice è attribuita ad Alexandre Dumas, autore dei Tre Moschettieri ed eccellente gourmet.
L’autore sostiene che è un piatto che richiede la compagnia di un’imperatrice o una regina o una duchessa.

Montalban voleva dividerlo con Paola di Liegi, prima che le nevi del tempo imbianchino le nostre tempie.


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Il Baccalà al pil- pil è definito un piatto geniale nel quale il baccalà secco viene riportato a vita per essere poi cucinato, compiendo dentro di sé il rapporto Eros e Thanatos, vale a dire amore e morte. Una vera magia.


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Non mancano i dessert fra i quali la Bavarese perfect love: Eva Braun preparava la bavarese al suo amato Hitler e loro due la gustavano in silenzio per non distrarsi dai rombi dei bombardamenti.
E’ un dessert che prepara al dopo tavola, specie per le sieste pomeridiane. Un piacere dopo l’altro, una vera scoperta questo libro di delizie.

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"Ricette immorali" è un piccolo taccuino che racchiude nelle sue ricette una sensualità condita da aneddoti e quella giusta dose di ironia che lo rende veramente apprezzabile e gustoso.
Manuel Vazquez Montalban, scrittore, saggista e poeta spagnolo, deve il suo successo internazionale alla creazione del detective Pepe Carvalho, protagonista dei suoi numerosi romanzi polizieschi. Figlio di un militante del Partito Socialista, conobbe il padre, detenuto in carcere, solo alla sua liberazione, quando aveva cinque anni. Militerà nello stesso partito, diventando membro del Comitato Centrale. Nel 1962 un tribunale di guerra lo condannerà a tre anni di reclusione per aver partecipato alla resistenza antifranchista, e in prigione scriverà il suo primo libro.
Una lunga amicizia lo legherà ad Andrea Camilleri, che in suo onore chiamerà il protagonista dei suoi celebri romanzi, il commissario Montalbano.

https://www.sololibri.net/Ricette-immorali-Manuel-Vazquez.html

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grande tris :), ciao Maf :yes:


 
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Un'altra ricetta immorale ("C'è una evidente intenzione ironica nell'aggettivo "immorale". La società trasforma in immorale quasi tutto ciò su cui punta per ottenere la felicità", cit. Montalban) è la Tentazione di Jansson

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Piatto finlandese e svedese, l'inventore potrebbe essere un cantante lirico del XX secolo.

(Per 4 o 6 persone)
7 patate tagliate a bastoncino
75 g di burro
2 cucchiai di olio
2 o 3 cipolle medie, gialle, tagliate a rondelle sottili
16 filetti di acciuga dissalati
pepe bianco
2 cucchiai di pane grattato finemente
10 cl di latte
25 cl di panna da cucina densa

Preriscaldate il forno a 200°. Immergere le patate, tagliate a bastoncino, in acqua fresca. In una padella sciogliere 30 g di burro insieme all'olio, aggiungere le cipolle e soffriggerle per 10 minuti, mescolando fino a quando diventano morbide, senza imbiondire.
Imburrate una pirofila. Sgocciolare le patate e asciugare con un panno. Collocare uno strato di patate nella pirofila e su questo alternare strati di cipolle, acciughe e patate, spolverando ogni strato di pepe bianco. L'ultimo strato dev'essere di patate.
Si cosparge di pane grattato e si distribuisce di burro rimasto, tagliato a pezzettini. In un pentolino si scaldano il latte e la panna da cucina fino al primo bollore. Si versa quindi lungo i bordi nella pirofila che si lascia al centro del forno per 45 minuti, fino a quando le patate avranno assorbito il liquido.

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In un'intervista Vazquez Montalban ha affermato: "Ultimamente sono diventato un entusiasta di Sharon Stone. Mi piacerebbe poter dividere con lei un menù nel quale non si dovessero utilizzare coltelli e forchette. Qualcosa che si potesse mangiare soltanto con le dita, la lingua e i denti."

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grande tris :), ciao Maf :yes:



Ciao Diago:D...Mafalde e mafaldine dolci e salate...!:D

Dedicate a Mafalda di Savoia tre prelibatezze della cucina del sud Italia
Le Mafalde (pasta Campania), la Mafalda (pane Sicilia) la Mafalda (dolce Salento- Puglia) ricordano la principessa Mafalda, morta nel campo di Buchenwald ad appena 42 anni

Secondogenita di re Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, la principessa Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana di Savoia, langravia d’Assia, muore tragicamente, in un campo di concentramento nazista bombardato dagli alleati angloamericani, dopo un anno di prigionia, una grande lezione di coraggio e di umiltà.

Le Mafalde, sono un tipo di pasta tipico della Campania, un tempo erano dette “Fettuccelle Ricche” o Manfredi. Successivamente furono dedicate alla memoria della principessa Mafalda di Savoia e ribattezzate Reginette o “Mafaldine”.
Si prestano ad essere condite con vari sughi di carne, vengono condite con la ricotta precedentemente stemperata nel ragù napoletano, ed entrano spesso nella composizione della pasta mischiata.

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La Mafalda è un pane tipico siciliano, che ha origini nell’area palermitana. Caratterizzato da semola di grano duro e semi di sesamo, può assumere diverse forme, è un pane morbido, dalla crosta dorata e croccante, ed è uno dei prodotti da forno della gastronomia palermitana più venduti.
Viene realizzato con metodi tradizionali, ma si pensa che le sue origini siano arabe, dato l’impiego della ‘giuggiulena’ (semi di sesamo), questo tipo di pane, è particolarmente profumato, ed è caratterizzato da due ingredienti fondamentali: farina di semola e semi di sesamo, questi ultimi sono un ingrediente importante della cucina araba, e la cucina siciliana è legata a questa da molti piatti.

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Con il nome di Mafalda, viene realizzato a Galatina, nel Salento, un gelato artigianale (a base di cioccolato) che si presenta in porzioni a forma di “a mezza luna” è composto da un tronchetto in uno stampo rettangolare, congelato e poi tagliato a fette. Fu Antonio Matteo nel 1955 a realizzarlo: Antonio, per recarsi al lavoro, percorreva sempre due strade, che ancora esistono. La prima era dedicata alla principessa Jolanda, l’altra alla principessa Mafalda.


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− Come italiano preferisci le donne, il calcio o la pastasciutta?
− La cosa migliore è una donna che gioca a calcio e mangia la pastasciutta! Ma francamente non è che il calcio mi piaccia molto...
mentre le donne e la pastasciutta sono cose che non si possono scordare.

Roberto Benigni, E l'alluce fu, 1996
 

Allegati

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Cherry Wine è un singolo del rapper Nas, in collaborazione con Amy Winehouse.
Il video è stato pubblicato il 2 ottobre 2012 sul canale Vevo del cantante.
Il video è ambientato in un pub, nel quale il rapper fa il barista. Amy Winehouse appare nel video come un riflesso della luce sul muro del locale. Cherry era il nome che la Winehouse aveva dato alla chitarra con la quale si esibiva nei suoi concerti.





Traduzione Cherry Wine

[Amy Winehouse]
Dov’è
L’uomo che era come me
Ho sentito che si è nascosto da qualche parte dove io non possa guardare
Dov’è
L’uomo che era come me
Ho sentito che si è nascosto da qualche parte dove io non possa guardare
Sono sola ed ho realizzato che quando vado a casa
Voglio andare direttamente dal mio rosso e dalla mia ciliegia [a bere del vino (fruttato)]
Sì sono sola ed ho realizzato che quando vado a casa
Voglio andare direttamente dal mio rosso e dalla mia ciliegia

[Verso 1]
Voglio qualcuna a cui piaccia lo champagne che piace a me
La mia anima gemella [gioco di parole con “like”]
Qualcuna che mi parli sul ponte qualsiasi giorno o notte [che lo convinca a non suicidarsi]
Mi insegna come vivere, lei non ha paura della vita
Non si impressiona facilmente dalla vita di uno ricco e famoso
C’è già passata ed ha sentito tutti i rumor [è stata già con qualcuno famoso e sa com’è quel mondo,
ma nonostante questo vuole ugualmente stare con lui]
Ama venire con me ai miei tour musicali
Gli piace la medicina naturale d’erba [la marijuana]
Cucina bene
Mi dice che è tutto apposto quando non sembra che vada bene
Davvero, il mondo è così malato
Voglio una ragazza così vera
Che non vada alla ricerca della ricchezza materiale ma che guadagni comunque
O magari un’educatrice, una signorina con un’etichetta [classe sociale]
Che possa venire dal ghetto o anche che lavori per il presidente
Basta che non ci sia egoismo
Sì, basta che il suo amore per le persone sia profondamente radicato ed evidente
Puoi essere facilmente reclutata, sei stata mandata dal cielo
Il tuo sorriso mi mette a mio agio
Sei la donna di cui ho bisogno
Ma dov’è?

[Rit.]

[Verso 2]
Odio quando la gente mi scrive messaggi ostili sulla mia percezione della vita da un account [probabilmente parla di Twitter]
Invadere la mia vita personale
E’ fuori questione, cosa si aspettano
Cerco di rispondere loro non immaginerebbero mai che abbia del tempo da passare in tranquillità
Pensano che stia sempre a rotolarmi nella grana
A nuotare in una piscina di denaro
Sono conosciuto come quello che si fa odiare dalla gente
Devo dirvelo amici
Non ho un cellulare, che peccato
Tiro fuori lo spinello e cerco di zittire
Il rumore nella mia testa
La maledizione del talento
Un forte comunicatore, vagabondo
Girovago attorno all’equatore
E questo mi leva dal radar
E’ così intenso, faccio come Lilo e Stitch [è a rilassarsi su un’isola]
Verso il mio Pinot grigio e del Cris con del lime
Cos’è questo, la mia versione immacolata di “Me And My Bitch” di Biggie
Con tutto il rispetto perché tu sei l’unico a capirmi
[“Me And My Bitch” è una canzone di B.I.G. in cui descrive il suo tipo di donna perfetta]

[Rit.]

[Bridge: Nas]
Yeah, yeah, versiamo del vino alla ciliegia
Va tutto bene, è tutto apposto
Yeah, yeah, lo facciamo ogni volta
Yeah, versa un po’ di vino alla ciliegia
Yeah, ayo Salaam, yeah, credo che sappiano che è il momento
[è di nuovo il momento di Nas! N.B. Salaam Remi è il producer della traccia]
Va tutto bene, è tutto apposto
Yeah, versa un po’ di vino alla ciliegia, yeah

[Outro: Nas]
La vita è bella, la vita è bella, yeah
La vita è bella, non importa cosa succederà
La vita è bella, la vita è bella
La vita è bella, yeah
Non importa cosa succederà
La vita è bella


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La Cherry pie è la classica torta di ciliegie americana; una crostata deliziosa realizzata con un doppio strato di pasta brisée croccante e un ripieno morbido e succoso stracolmo di ciliegie fresche! :D Un dolce diventato famoso anche perché era la torta preferita dall’agente Dale Cooper, protagonista di Twin Peaks, il telefilm cult diretto da David Lynch!

Gustosa la mattina a colazione, per una merenda sana e golosa, la Cherry pie è uno di quei dolci estivi ideali anche come dessert di fine pasto, ottima al naturale ma anche accompagnata con una pallina di gelato!

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Buon appetito :D



Trascorri una bella giornata Maf :)
 
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Buon appetito :D



Trascorri una bella giornata Maf :)

Ciao:bow:...trascorsa una giornata...ma così così!:o:D



L'ultimo saluto con ...brunch.

Alcune delle aree del continente americano hanno optato, con il passare del tempo, di rendere il momento dell’ultimo saluto meno festoso e più tranquillo. Ma gli Stati Uniti e il Canada portano ancora dentro la tradizione e si assicurano di tramandare alle generazioni future il profondo significato di un addio in grande stile.
Il funerale americano è solitamente diviso in tre parti: veglia, funerale vero e proprio e brunch.
Se c’è una cosa strana che capita di vedere nei film americani o nelle serie tv, sono proprio le scene dei funerali durante le quali i vicini e gli amici portano cibo e bevande a casa dei parenti del defunto oppure tutti quanti si ritrovano in una villetta a pranzare insieme subito dopo i funerali.



Nella cultura americana la morte non è solo un momento di tristezza ma anche un’occasione di grande gioia, una festa legata alla convinzione che finalmente il defunto è andato in una dimensione migliore di quella terrena.
Il pranzo o il brunch insieme agli amici diventa così un momento di convivialità per ricordare con un sorriso la persona che non c’è più, mangiando del buon cibo in suo onore, concentrandosi non sulla tristezza del momento ma sulla morte come un passaggio a miglior vita. Spesso sono le onoranze funebri americane ad occuparsi di tutto, altre volte invece parenti ed amici portano cibo già pronto a casa della famiglia del defunto e si mangia tutti insieme, magari con un sottofondo musicale.

Il film americano “Funeral party” offre uno spaccato amaro, irriverente ma divertente delle feste americane per i defunti che si tengono dopo i funerali.




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Mi dispiace, allora un fiore per il tuo buonumore, però dolce :D


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I confetti a Sulmona si producono già nel Medioevo, tuttavia non si parla di "confetto", ma di "confettura", termine che indicava tra l'altro mandorle (prodotte nella valle Peligna) e noci sgusciate e ricoperte di miele.

Vengono menzionati dal Boccaccio nel Decamerone ed in altri documenti di storici illustri dell'epoca si parla già dell'uso di usare e gettare confetti sugli sposi durante i matrimoni. Nel XV secolo furono le Clarisse del Monastero di Santa Chiara a Sulmona a confezionare i primi mazzolini di fiori di confetto, avvolgendo gli stessi in fili di seta per farne omaggio alle nobildonne che andavano spose.

Nel ‘600 il confetto, che ha assunto la forma e gli ingredienti come noi lo conosciamo oggi, diviene un prodotto di lusso, a causa del costo e della scarsità della materia prima, lo zucchero, che veniva importato dall'estero. Ciò che rende unico il "Confetto di Sulmona" è sia l'esclusivo brevetto di lavorazione, che permette allo zucchero di fissarsi alla mandorla o ad altro ingrediente senza aggiunta di amidi e farine, ma soprattutto le splendide lavorazioni artigianali.

Chi viene a Sulmona per la prima volta resta incantato dalla grande quantità di cesti ricolmi di fiori di confetto coloratissimi e dalle forme più svariate . Si racconta che Giacomo Leopardi qualche ora prima di morire volle mangiare un "Confetto Cannellino di Sulmona" che da allora assunse il predicato nobiliare "di Leopardi".

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Ciao :)
 
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Ciao Diago:D...Mafalde e mafaldine dolci e salate...!:D

Dedicate a Mafalda di Savoia tre prelibatezze della cucina del sud Italia
Le Mafalde (pasta Campania), la Mafalda (pane Sicilia) la Mafalda (dolce Salento- Puglia) ricordano la principessa Mafalda, morta nel campo di Buchenwald ad appena 42 anni

Secondogenita di re Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, la principessa Mafalda Maria Elisabetta Anna Romana di Savoia, langravia d’Assia, muore tragicamente, in un campo di concentramento nazista bombardato dagli alleati angloamericani, dopo un anno di prigionia, una grande lezione di coraggio e di umiltà.

Le Mafalde, sono un tipo di pasta tipico della Campania, un tempo erano dette “Fettuccelle Ricche” o Manfredi. Successivamente furono dedicate alla memoria della principessa Mafalda di Savoia e ribattezzate Reginette o “Mafaldine”.
Si prestano ad essere condite con vari sughi di carne, vengono condite con la ricotta precedentemente stemperata nel ragù napoletano, ed entrano spesso nella composizione della pasta mischiata.

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La Mafalda è un pane tipico siciliano, che ha origini nell’area palermitana. Caratterizzato da semola di grano duro e semi di sesamo, può assumere diverse forme, è un pane morbido, dalla crosta dorata e croccante, ed è uno dei prodotti da forno della gastronomia palermitana più venduti.
Viene realizzato con metodi tradizionali, ma si pensa che le sue origini siano arabe, dato l’impiego della ‘giuggiulena’ (semi di sesamo), questo tipo di pane, è particolarmente profumato, ed è caratterizzato da due ingredienti fondamentali: farina di semola e semi di sesamo, questi ultimi sono un ingrediente importante della cucina araba, e la cucina siciliana è legata a questa da molti piatti.

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Con il nome di Mafalda, viene realizzato a Galatina, nel Salento, un gelato artigianale (a base di cioccolato) che si presenta in porzioni a forma di “a mezza luna” è composto da un tronchetto in uno stampo rettangolare, congelato e poi tagliato a fette. Fu Antonio Matteo nel 1955 a realizzarlo: Antonio, per recarsi al lavoro, percorreva sempre due strade, che ancora esistono. La prima era dedicata alla principessa Jolanda, l’altra alla principessa Mafalda.


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tutte da mangiare :D.

A proposito di cioccolato, è iniziata la stagione delle pere che vanno, tra l'altro, in diversi dolci



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Mi dispiace, allora un fiore per il tuo buonumore, però dolce :D


I confetti a Sulmona si producono già nel Medioevo, tuttavia non si parla di "confetto", ma di "confettura", termine che indicava tra l'altro mandorle (prodotte nella valle Peligna) e noci sgusciate e ricoperte di miele.

Vengono menzionati dal Boccaccio nel Decamerone ed in altri documenti di storici illustri dell'epoca si parla già dell'uso di usare e gettare confetti sugli sposi durante i matrimoni. Nel XV secolo furono le Clarisse del Monastero di Santa Chiara a Sulmona a confezionare i primi mazzolini di fiori di confetto, avvolgendo gli stessi in fili di seta per farne omaggio alle nobildonne che andavano spose.

Nel ‘600 il confetto, che ha assunto la forma e gli ingredienti come noi lo conosciamo oggi, diviene un prodotto di lusso, a causa del costo e della scarsità della materia prima, lo zucchero, che veniva importato dall'estero. Ciò che rende unico il "Confetto di Sulmona" è sia l'esclusivo brevetto di lavorazione, che permette allo zucchero di fissarsi alla mandorla o ad altro ingrediente senza aggiunta di amidi e farine, ma soprattutto le splendide lavorazioni artigianali.

Chi viene a Sulmona per la prima volta resta incantato dalla grande quantità di cesti ricolmi di fiori di confetto coloratissimi e dalle forme più svariate . Si racconta che Giacomo Leopardi qualche ora prima di morire volle mangiare un "Confetto Cannellino di Sulmona" che da allora assunse il predicato nobiliare "di Leopardi".

Ciao :)

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Ciao e merci:)... confetti e nozze di principesse dolci e a volte tristi!

I confetti di Sulmona sono i preferiti dai Reali Inglesi.

Prima le nozze reali di Carlo e Diana nel 1981, poi quelle di William e Kate nel 2011, quindi il royal wedding di Harry e Meghan nel 2018. A unire queste celebrazioni, sotto il segno di un’eccellenza tutta tricolore, sono stati i celebri confetti Pelino di Sulmona, squisite delizie note in tutto il mondo, apprezzate dai reali di Inghilterra e non solo: rimanendo sempre tra le teste coronate, per esempio, quattro anni fa sono state scelte anche da Aisha e Fahat del Qatar per il loro sì con 850 invitati.

Per l’occasione sono stati richiesti cento chili delle piccole e grandi golosità firmate da Pelino, tra quelle classiche alla mandorla e tanti altri gusti, quasi seimila fiori di confetti disposti in 140 composizioni, più di mille sacchetti di confetti come bomboniere da donare agli invitati.

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Una leggenda racconta che sia stato un medico di origine araba a inventarli, ricoprendo le pillole più amare con uno strato di zucchero per renderle gradevoli ai bambini. Ma secondo la narrazione più accreditata, sarebbero stati i farmacisti delle corti del Cinquecento, successivamente alla scoperta delle Indie e delle prime importazioni di zucchero, a cominciare a rivestire le mandorle, creando, così, le prime praline confettate, poi associate, nell’immaginario collettivo, alle unioni nuziali. In origine, erano gli invitati a portare in dono i confetti agli sposi, una tradizione che ben presto cambiò, invertendo i ruoli.


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Wild Raspberries: il libro di ricette di Andy Warhol

Nel 1959 il genio della pop art ha realizzato un ricettario surreale, parodia dei più famosi libri gastronomici dell’epoca.
La leggendaria arredatrice bohemien Suzie Frankfurt trovò il lavoro del giovane artista in una delle mostre d’arte che occasionalmente si svolgevano da Serendipity, a Manhattan. Quegli acquerelli stravaganti di fiori e farfalle erano di Andy Warhol, che stava lavorando come art director .Prima di diventare l’icona d’arte pop conosciuta in tutto il mondo, il giovane Warhol adorava stare ai fornelli: nonostante il suo aspetto magro e sottile nascondeva un’insospettabile predilezione per i dolci, in ogni loro forma.

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I due si conobbero e divennero subito amici – un rapporto cementato solo quando, un giorno, Warhol andò a casa della Frankfurt per cena e le portò una rosa d’oro rosso di Tiffany; lei prontamente riempì una bottiglia di Coca Cola con dell’acqua e vi mise la rosa – Warhol ne fu deliziato.

Entro l’autunno avevano deciso di collaborare su una serie di libri fatti a mano che schernivano la moda dei libri di cucina francese, popolari nel 1950.


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Frankfurt scrisse alcune ricette, Warhol le illustrò e sua madre che considerava la cucina una vera e serissima arte ebbe il compito di trascrivere tutte le ricette, a mano, mettendoci in mezzo anche errori e cancellature.. Dato che tutti i libri dovevano essere colorati a mano assunsero anche quattro ragazzi che vivevano al piano di sopra, ogni pomeriggio scendevano quindi per occuparsi della colorazione. Con questo meticoloso processo vennero prodotti 34 libri.


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Ciao e merci:)... confetti e nozze di principesse dolci e a volte tristi!

I confetti di Sulmona sono i preferiti dai Reali Inglesi.

Prima le nozze reali di Carlo e Diana nel 1981, poi quelle di William e Kate nel 2011, quindi il royal wedding di Harry e Meghan nel 2018. A unire queste celebrazioni, sotto il segno di un’eccellenza tutta tricolore, sono stati i celebri confetti Pelino di Sulmona, squisite delizie note in tutto il mondo, apprezzate dai reali di Inghilterra e non solo: rimanendo sempre tra le teste coronate, per esempio, quattro anni fa sono state scelte anche da Aisha e Fahat del Qatar per il loro sì con 850 invitati.

Per l’occasione sono stati richiesti cento chili delle piccole e grandi golosità firmate da Pelino, tra quelle classiche alla mandorla e tanti altri gusti, quasi seimila fiori di confetti disposti in 140 composizioni, più di mille sacchetti di confetti come bomboniere da donare agli invitati.

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Una leggenda racconta che sia stato un medico di origine araba a inventarli, ricoprendo le pillole più amare con uno strato di zucchero per renderle gradevoli ai bambini. Ma secondo la narrazione più accreditata, sarebbero stati i farmacisti delle corti del Cinquecento, successivamente alla scoperta delle Indie e delle prime importazioni di zucchero, a cominciare a rivestire le mandorle, creando, così, le prime praline confettate, poi associate, nell’immaginario collettivo, alle unioni nuziali. In origine, erano gli invitati a portare in dono i confetti agli sposi, una tradizione che ben presto cambiò, invertendo i ruoli.


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di niente, Maf, figurati :)
 


“Wild Raspberries” (che significa lamponi selvatici ma anche, in slang, pernacchia) era una parodia dei raffinati libri gourmet francese degli anni Cinquanta, molto in voga all’epoca, che affianca ricette d’impeccabili torte farcite ai mirtilli a simpatiche invenzioni come la Torte a la Dobosch, la salade de alf London e l’omelette à la Greta Garbo, “da consumarsi rigorosamente a lume di candela” .

Gefilte di Fighting Fish”, la cui ricetta recita: “immerge i pesci in acqua di mare e lasciali combattere finché non si disossano completamente l’un l’altro. Prendere i filetti, sfumare con il vino bianco e servire leggermente freddo”.

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Mentre per il “Capriolo scottato” è consigliato di scegliere un “capriolo ucciso durante un agguato”, “infinitamente meglio del capriolo ucciso dopo un inseguimento”.

Andy Warhol e Suzie Frankfurt speravano che i librai di New York li avrebbero inondati i ordini, ma questo non avvenne, e alcune delle copie di questo progetto finirono per diventare regali di Natale per i loro amici.


Le ricette di Andy Warhol - Il Post

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Prima degli anni ’80, cioè quando Andy Warhol decise di diventare salutista, era solito cibarsi quasi unicamente di dolci!
Warhol frequentava le più lussuose pasticcerie della città (la Palm Court dell’Hotel Plaza, Café Nicholson, Serendipty),
dove si sedeva e ordinava una torta di compleanno, capace di mangiarsela tutta da solo.
Incredibile a pensarlo vista la sua magrezza.

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«Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e non c'è quantità di denaro che possa farti comprare una Coca Cola
più buona di quella che l'ultimo dei poveracci si sta bevendo sul marciapiede sotto casa tua.
Tutte le Coca Cola sono sempre uguali e tutte le Coca Cola sono buone. Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli
Stati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu».

Andy Warhol


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La Coca Cola ha molti estimatori :) Come pasto di compleanno, il 58°, Warhol OK! ordinò al Serendipity 3 un bicchiere della loro famosa cioccolata ghiacciata.....

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.....insieme ad un hot dog con crauti e patatine.

Uguale

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:D
 
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Eravamo tutti drogati di cioccolato, specialmente Andy, mangiavamo tantissimo cioccolato.
Andavamo al Plaza Hotel e mangiavamo cioccolato svizzero, poi andavamo a vedere un film
e mangiavamo i popcorn. Avevamo sempre delle scatole di cioccolatini alla Factory.
Io vengo dall'Oregon, quindi quando mi sono trasferita qui, non conoscevo molte persone e
sono stata presentata agli amici e alla famiglia di Andy tramite Interview e la Factory.
Facevo anche la fotoreporter part-time per una rivista giapponese, in più ero sempre fuori
e incontravo diverse persone, è andata avanti un po’ così a New York .” (Paige Powell)


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Ciao :) Maf


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"Sei uno spettacolo. Un luna park intero. Sei acrobazia, promessa e stupore. Sorrisi colorati e profumo di zucchero filato. E hai una piccola galassia disegnata sulla guancia."


(F. Caramagna)


 
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Felice giorno Diago
:)


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Nessuno sapeva davvero cosa mangiasse Andy Warhol ogni giorno— tranne forse Paige Powell.
Le sue preferenze alimentari, e quelle della cerchia a lui più vicina, sono state documentate dalla Powell, l'ex editor di Interview, che ha anche fotografato da vicino il mondo della Factory.
Dai pranzi d’affari con Jean-Michel Basquiat, alle cene di alto profilo a fianco di Debbie Harry, David Bowie e Madonna, Powell ha ritratto Warhol come nessun altro ha fatto, spesso nei suoi momenti più disarmanti.

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Dal 1981 al 1994, la Powell ha fotografato luminari creativi a cena con Warhol in qualità di una dei suoi confidenti più intimi.
La Powell ha avuto accesso a una rosa che includeva tutti da Stephen Sprouse a Allan Ginsberg, che mangiava qualsiasi cosa, dalle alghe al purè di patate.
Le cene sono praticamente sale riunioni per il mondo dell'arte, quindi Powell ha avuto modo di testimoniare alcuni dei momenti più cruciali della pop art gustando bottiglie di vino rosso, innumerevoli scatole di cioccolato e caviale


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Visto che siamo negli States, la miglior cucina è probabilmente quella della Lousiana, caratterizzata da un vasto uso di spezie e da un tripudio di crostacei. Un grandioso mix dei piatti delle varie popolazione passate da qui, con in primis i francesi, ma anche con tocchi italiani, spagnoli, portoghesi, degli schiavi africani, dei nativi americani, e persino dei pescatori caraibici e del fiume Mississippi.

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Una cucina che in realtà ha due anime, quella Creola, più raffinata, che si è evoluta nelle case dei benestanti, aristocratici, o di coloro che imitavano il loro stile di vita, e quella Cajun, caratterizzata da una preparazione semplice e dall’uso di ingredienti rustici, figlia degli immigrati francesi dell’Acadia in Nova Scotia, Canada, scacciati dai coloni inglesi e trasferitesi qui a sud.

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Uno dei piatti più noti è la Jambalaya. La versione creola prevede l’uso del pomodoro, che viene aggiunto insieme alla verdure dopo aver soffritto la carne (può essere di pollo o salsiccia) nella c.d. Santa Trinità (sedano peperoncini verdi e cipolla). In seguito si aggiunge in padella anche il pesce, con crostacei o a carne bianca, il riso e il brodo di carne. Con la possibilità, poi, di ripassarla in forno.

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La Jambalaya cajun style prevede la cottura della carne in pentola; poi verrà tolta, lasciando sul fondo il grasso con cui far soffriggere la “Trinità” che verrà in seguito amalgamata al brodo e a una salsa di burro e farina chiamata roux. Infine tornerà in pentola con la carne e il pesce, prima di aggiungere l’ultimo ingrediente, ovvero il riso.


 
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