In Vino Veritas

Interessanti indicazioni dalla conference call odierna: sia Akros che CFO Sim (che nel frattempo ha alzato il target price portandolo a 58€) hanno sottolineato negli studi odierni come il management stia studiando una possibile acquisizione di un distributore in USA, mercato vasto e di grande appeal, che oggi vede perlopiù la presenza di Enoitalia.
Molto chiaro a riguardo il commento di CFO Sim ‘Iwb seems near to closing another M&A deal after the monster acquisition of Enoitalia (…) A deeper penetration of the appealing US market could be a priority’

Il titolo ha ritracciato dai massimi (top a 49,30) arrivando a toccare in intraday i 42€ (circa un 15% di discesa); personalmente ho incrementato in area 42,80. Le buone indicazioni della call hanno permesso poi di chiudere sulla parità a quota 44,80, nonostante i crolli generalizzati
 
ITALIAN WINE BRANDS – CFO SIM CONFERMA ‘BUY’ E ALZA TP A 61 EURO, UPSIDE DEL 51%
11/01/2022 11:41
CFO Sim conferma la raccomandazione ‘buy’ su Italian Wine Brands e alza il target price a 61 euro (precedente 58 euro), valutazione che incorpora un upside potenziale di circa il 51% rispetto alla chiusura di ieri a 40,5 euro.


Italian Wine Brands - Cfo Sim conferma 'buy' e alza tp a 61 euro, upside del 51% | Market Insight

Magari dà un po' d'aria a questo titoletto dal grande potenziale. Che ne pensate ? :cool:
 
ITALIAN WINE BRANDS – CFO SIM CONFERMA ‘BUY’ E ALZA TP A 61 EURO, UPSIDE DEL 51%
11/01/2022 11:41
CFO Sim conferma la raccomandazione ‘buy’ su Italian Wine Brands e alza il target price a 61 euro (precedente 58 euro), valutazione che incorpora un upside potenziale di circa il 51% rispetto alla chiusura di ieri a 40,5 euro.


Italian Wine Brands - Cfo Sim conferma 'buy' e alza tp a 61 euro, upside del 51% | Market Insight

Magari dà un po' d'aria a questo titoletto dal grande potenziale. Che ne pensate ? :cool:

Iwb ce l'ho da qualche anno ( anche se un pò negli ultimi tempi ho alleggerito visti i rialzi) ed ho notato la sempre ottima gestione aziendale, cosa che per me è fondamentale.
Anche l'ultima acquisizione negli Usa mi pare molto importante e foriera di bei spazi di miglioramento, anche se non sono ottimista sull'economia statunitense.
Il prezzo dell'acquisizione poi, se non ci saranno sorprese dalla due diligence (cosa che cmque porterebbe a rettifiche di prezzo o annullamento del tutto) , non mi sembra per niente caro, considerando poi le sinergie distributive che ne verranno fuori.

Pensare a questo punto a quanto possa valere mi diventa difficile; difficile stabilire che impatto avrà l'apertura del mercato americano, certo a questi prezzi non le vendo sicuramente, anche se al limite, i prezzi attuali confrontati con i dati di bilancio più recenti , potrei anche ritenerli adeguati ( ricordiamoci che in circa 18 mesi circa sono triplicati ....); ma le prospettive future sono troppo interessanti oltre alla sempre ottima gestione aziendale ed in effetti i 60 euro per me ci possono stare.
 
Ciao a tutti, dopo molti anni da quando ho aperto il thread sul titolo e con un rialzo che ha visto il titolo quintuplicarsi, è arrivato un marcato storno che, fortunatamente per chi era rimasto fuori, ha visto il titolo tornare su livelli interessanti.
L'intenso m&a degli ultimi hanni ha profondamente mutato le attività del gruppo portando i ricavi da circa 140 milioni a oltre 430 senza che questo abbia cambiato la tipologia di azionariato che rimane quello di una pubblic company con i 3 principati azionisti che non arrivano al 30% considerando che il fondo Otus Capital Management Ltd non è propriamente un azionista "stabile", cosa che mi attira molto per la scalabilità.
Vediamo i dati di settimana prossima ma penso di iniziare un lento accumulo
 
Ciao, comincio a seguire il titolo. Mi sono guardato i numeri, francamente il 2022 mi sembra molto ma molto deludente guardando ai numeri consuntivi. In particolare la discesa di altri due punti (scarsi) dell'ebitda rispetto al 2021 che diventano 4 rispetto al 2020 è abbastanza preoccupante. La cosa che mi lascia più perplesso di tutte è il free cash flow così discontinuo negli anni (nel 2021 addirittura 9 mln di capex, un livello davvero mai raggiunto).

Se guardo alle quotazioni oggi parlano di una capitalizzazione di c.a. 180 mln ....faccio la prova del 9: EBITDA 2022* 8 - 146 mln di debito = 150 mln c.a. ...a mio modesto avviso se i numeri non cambiano il valore del titolo ad oggi rispecchia fedelmente il valore della società
 
TRa l'altro non per citare me stesso, ma il moltiplicatore 8 che ho usato "ad occhio" è giustificato dalla stessa società quando acquisisce Barbanera, produttore premium toscano, pagandolo 7,7 volte l'EBITDA

come facesse prima a valere 60 euro è il vero mistero


IWB buys 100% of Barbanera, a well-established producer of premiumwines in Tuscany, for € 41.8m, corresponding to 7.7x EV/EBITDA. This isunquestionably an excellent strategic move in order to complete itspresence in the most important Italian regions in the wine segment, inaddition to exploiting interesting cross-selling and upselling opportunities
 
Ottimo l'articolo su TELEBORSA su Italian Wine


IWB guarda a nuovo M&A. Mutinelli: sconto eccessivo in Borsa, non rispecchia risultati​

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Finanza · 21 febbraio 2024 - 12.30

IWB guarda a nuovo M&A. Mutinelli: sconto eccessivo in Borsa, non rispecchia risultati

(Teleborsa) - Soddisfazione per lo sviluppo del business, con un fatturato 2023 stabile nonostante il rallentamento dei consumi e un EBITDA nella parte alta della guidance, e frustrazione per l'andamento in Borsa, con il titolo più che dimezzato dai valori raggiunti due anni fa, prima che l'acquisizione di Barbanera facesse fare un ennesimo salto dimensionale al gruppo. È quanto prova Alessandro Mutinelli, presidente e AD di Italian Wine Brands (IWB), osservando quanto sta accadendo al gruppo vinicolo quotato su Euronext Growth Milan.

"Il 2023 è stato un anno in chiaroscuro, nel senso che siamo riusciti a recuperare in maniera buona le marginalità che avevano perso nel 2022 per l'aumento di tutti i fattori produttivi - racconta l'AD a Teleborsa - E va considerato che il mercato del vino a livello mondiale ha avuto una contrazione, mentre noi siamo riusciti a mantenere il fatturato praticamente inalterato e a migliorare la marginalità, quindi sicuramente per noi è stato un anno molto positivo".

IWB ha registrato ricavi totali pari a 429,1 milioni di euro l'anno scorso (rispetto a 430,3 milioni pro-forma al 31/12/2022), con un EBITDA che dovrebbe atterrare nella parte più alta della guidance (40-44 milioni di euro). I dati completi saranno approvati dal CdA del 18 marzo.

"Una cosa che ci fa piacere, e immagino anche ai nostri ai nostri azionisti, è la generazione di cassa, visto che storicamente e strutturalmente abbiamo un 55% di generazione di cassa sull'EBITDA, ma questa cosa non è assolutamente riflessa nelle quotazioni, considerando il forte sconto in Borsa, dove siamo intorno a 6 volte l'EBITDA, pur essendo l'operatore privato principale del mondo del vino italiano", dice Mutinelli.

Ricordando che IWB è una public company, avendo un flottante di circa il 70%, l'AD sostiene che "c'è stata pian piano un'emorragia di investitori, che sono andati da qualche altra parte, mentre gli investitori storici, che sono nel capitale dall'inizio, non se la sentono di comprare in questo momento, anche visti i bassi volumi, mantenendo una posizione di attesa". L'imprenditore lega parte della discesa del titolo alle vendite che hanno interessato la maggioranza delle società a piccola e media capitalizzazione, e parla anche di una "disaffezione nei confronti del titolo". A questo la società sta rispondendo con attività di engagement nei confronti degli investitori e con l'acquisto di azioni proprie, anche se i pochi scambi sul mercato non aiutano.

Mutinelli si augura che l'interesse sul titolo ritornerà, ma intanto si dice concentrato sul business: "Il nostro lavoro è quello di portare risultati consistenti, di gestire l'azienda in maniera efficiente, di stare al passo con i tempi, di capire dove va la domanda del consumatore e di conseguenza offrirgli prodotti in linea con i suoi desideri. E in questo abbiamo sempre raggiunto risultati importanti. L'interesse degli investitori arriverà".

L'AD ricorda che "nel 2021 eravamo arrivati a più di 400 milioni di euro di market cap e la società era molto più piccola e meno performante di oggi. L'azienda è quindi cresciuta in due anni con acquisizioni strategiche, però la quotazione si è dimezzata". Inoltre, racconta di essere stato approcciato "tante volte" dal private equity, facendo notare che deal privati fuori dalla Borsa su aziende decisamente più piccole di IWB sono stati fatti a multipli di 10-11 volte l'EBITDA, quasi due volte i multipli con cui il gruppo scambia oggi a Piazza Affari.

Dopo l'integrazione di Barbanera, andata "molto bene", IWB potrebbe essere pronta a nuovo M&A. "Per un anno siamo stati fermi, avendo investito 220 milioni di euro in acquisizioni dal 2021 e dovendo integrare varie realtà. Nel 2023 abbiamo "digerito" tutto quello che avevamo acquisito per estrarre le sinergie e ridurre la posizione finanziaria, quindi il 2024 potrebbe essere l'anno in cui guardare ad altre acquisizioni". In merito ai potenziali target, afferma: "Il nostro mantra in questo momento è dire: meno volumi e più valore, perché a livello globale pensiamo che ci sarà una riduzione dei consumi a volume, ma non a valore. Quindi vogliamo sviluppare e proporre brand che si posizionino in una fascia superiore rispetto ai prodotti entry-level, dove invece ci sarà sempre più competizione di sopravvivenza".

Ulteriore crescita potrebbe arrivare dalla diversificazione geografica. "Oggi IWB vende vino in circa 80 paesi - Mutinelli - E mentre i principali importatori di vino italiano - Stati Uniti, Germania, UK e Svizzera - hanno avuto una leggera contrazione lo scorso anno, abbiamo invece visto un forte incremento in paesi che ancora facciamo rientrare sotto la voce "Altri". Questi paesi - circa 40 stati dall'Asia all'Est Europa, dall'Africa al Medio Oriente e al Sudamerica - per noi valgono circa 25 milioni di euro di fatturato, su 430 milioni di euro complessivi, ma crescono a tassi del 30%".
 
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