Investimento in un'attività commerciale o in una tabaccheria parte 5^

Salve ragazzi, volevo un consiglio vostro per sapere che ne pensate:
In città da me si vende una tabaccheria che dichiara 250000 di aggi annuali (ovviamente lordi cioè da sottrarre le spese). Considerando spese per 60000 annuali (di cui 40000 per gli impiegati) rimarrebbero in tasca 190000 di aggi. Ovviamente chiederô per una parte dell'importo di vendita il mutuo ma a calcoli fatti in 5/6 anni dovrei rientrare tenendo per me un buono stipendio mensile.
I proprietari come richiesta partono da 540000. Ovviamente è esagerato. Conto di poter chiudere per 440000. Voi che ne pensate? Anche come aggi non sembra abbastanza buona?
Attendo vostre...

250000-tasse-inps ecc=1250000-60000(spese)=65000 circa di aggio.
 
Azienda Ovale: tassa sulla sigaretta elettronica e' presa in giro e apre a tasse su cellulari e pc
Mercoledì, 26 Giugno 2013 16:22
PRIMAPRESS.IT - Azienda Ovale: tassa sulla sigaretta elettronica e' presa in giro e apre a tasse su cellulari e pc

(PRIMAPRESS) ROMA - “Apprendiamo da alcuni organi di informazione e dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi che il Governo avrebbe intenzione di recuperare una parte dei mancati introiti dovuti al rinvio di 3 mesi dell'aumento dell'Iva, tassando tutti i componenti delle sigarette elettroniche in una misura assolutamente illogica e sproporzionata, e cioè al 58,5%.” Lo afferma in una nota l'azienda Ovale, leader del mercato in Italia e nel mondo, commentando l'anticipazione delle misure del Consiglio dei Ministri. “L'idea di tassare non soltanto i liquidi contenenti nicotina, ma perfino le parti di ricambio ci sembra fuori dalla realtà. Cosa farà ora il Governo, inizierà a tassare anche le batterie dei computer e dei cellulari?”
L'azienda Ovale fa notare il controsenso di un Governo che da un lato vara un pacchetto di misure di incentivo all'occupazione e dall'altro pensa di varare un provvedimento che creerebbe migliaia di nuovi disoccupati.
Ma c'è anche un'ulteriore assurdità che Ovale mette in luce. Lo Stato vuole tassare la sigaretta elettronica ma per tassarla dovrà spendere forse più soldi di quanto spera di ricavare dalla nuova imposta. Il mercato delle sigarette tradizionali perde colpi e lo Stato, anziché rallegrarsene visto che potenzialmente ci sono meno persone che si ammalano, si lamenta perché sta incassando meno soldi sulle accise. Lo Stato sta fingendo di ignorare che da questo tipo di attività ricaverebbe (stando ai dati di vendita e diffusione del prodotto), solo al massimo qualche milione di euro, esattamente quanti ne spenderebbe per predisporre la nuova tassa, dovendo creare presumibilmente un ufficio ad hoc, nuovi moduli, provvedere alla distribuzione degli stessi nonché alla relativa informazione. Tutto questo poi sarebbe soltanto per un breve periodo, fino alla probabile chiusura di tutte le attività commerciali legate al prodotto sigaretta elettronica. Perché questo sarebbe il destino inevitabile nel caso questa linea dovesse passare, un settore in crescita completamente cancellato da un provvedimento dello Stato.
Tutto questo evitando di tenere conto di una serie di altre questioni abbastanza ovvie e sulle quali tra i primi a prendere una posizione di favore è stato un luminare come Umberto Veronesi dalle pagine del Corriere della Sera: meno tasse dalle sigarette ma meno spese per il sistema sanitario nazionale. Meno tasse dai tabacchi, più risparmio per i cittadini italiani e quindi più possibilità di rilancio per il mercato. (PRIMAPRESS)
 
Ragazzi due domande secche:
1) il coadiuatore deve per forza essere un parente?
2) so bene che la licenza deve essere nominale ma mi sorge un dubbio: ad acquisire la licenza saremo in due. Il commercialista mi dice che con altri clienti che ha si comporta così: si crea una srl tra i soci ed il rappresentante legale si intesta la licenza. Dopodichè tutti gli aggi che prende la persona fisica vanno a ricadere all'interno della srl. Questa cosa è reale? È fattibile? Chi di voi ha una tabaccheria con altre persone come si comporta?

Attendo vostre notizie.
 
Ragazzi due domande secche:
1) il coadiuatore deve per forza essere un parente?
2) so bene che la licenza deve essere nominale ma mi sorge un dubbio: ad acquisire la licenza saremo in due. Il commercialista mi dice che con altri clienti che ha si comporta così: si crea una srl tra i soci ed il rappresentante legale si intesta la licenza. Dopodichè tutti gli aggi che prende la persona fisica vanno a ricadere all'interno della srl. Questa cosa è reale? È fattibile? Chi di voi ha una tabaccheria con altre persone come si comporta?

Attendo vostre notizie.

Per il monopolio la ditta deve essere individuale epuoi nominare due coadiautori.
Io ho fatto l'impreswa familiare per ripartire gli utili a fine anno per abbasare lo scaglione di reddito.

250mila euro di aggi deve avere come minimo 5 persone fisse al banco, almeno due postazioni lotto ecc. ecc.
 
Per il monopolio la ditta deve essere individuale epuoi nominare due coadiautori.
Io ho fatto l'impreswa familiare per ripartire gli utili a fine anno per abbasare lo scaglione di reddito.

250mila euro di aggi deve avere come minimo 5 persone fisse al banco, almeno due postazioni lotto ecc. ecc.

Volevo sapere se il coadiuatore deve essere obbligatoriamente un familiare.
Inoltre penso di aver trovato il metodo per poter legalmente dividere gli utili con un estraneo che realmente mette una parte dei soldi per comprare il tabacchino: stipulare un contratto di associazione in partecipazione. Tra l'altro con questo tipo di contratto tra me e lui si rende anche legale la cessione dei soldi che lui fa a me per acquisire la tabaccheria.
Fatemi sapere se già qualcuno adotta questa formula e se il coadiuatore deve essere strettamente un familiare o può essere anche un estraneo.
Grazie.
 
Sigaretta elettronica, un milione di fumatori



Roma, 27-06-2013

Sono già un milione, ma il numero cresce di giorno in giorno, gli italiani che hanno abbandonato le "classiche" sigarette per scegliere la via del fumo elettronico, armandosi di kit con ricarica e vaporizzatore. Un vero boom, che coinvolge ormai il 10% dei fumatori tradizionali, e che sembra destinato a crescere, nonostante il divieto di vendita ai minorenni e di utilizzo nelle scuole stabilito oggi dal ministro Lorenzin, che di fatto avvicina le sigarette elettroniche alle "bionde" tradizionali, anche se non c'e' ancora il divieto di fumo "elettronico" nei locali pubblici.

Stando ai dati dell'Anafe, l'Associazione nazionale fumo elettronico, sono circa 2.000 i negozi sparsi in tutta Italia per vendere "e-cigarettes", ma anche qui con una crescita esponenziale, basata sul franchising, che rende impossibili stime piu' accurate. Un mercato che secondo alcune stime potrebbe arrivare gia' entro il 2013 alla quota di mezzo miliardo di euro, ma che gia' alla fine del 2012 superava quota 200 milioni. Un fenomeno in crescita costante, che vede oggi impegnate quasi una decina di aziende, che danno lavoro a 5.000 addetti.
 
Sigaretta elettronica, un milione di fumatori



Roma, 27-06-2013

Sono già un milione, ma il numero cresce di giorno in giorno, gli italiani che hanno abbandonato le "classiche" sigarette per scegliere la via del fumo elettronico, armandosi di kit con ricarica e vaporizzatore. Un vero boom, che coinvolge ormai il 10% dei fumatori tradizionali, e che sembra destinato a crescere, nonostante il divieto di vendita ai minorenni e di utilizzo nelle scuole stabilito oggi dal ministro Lorenzin, che di fatto avvicina le sigarette elettroniche alle "bionde" tradizionali, anche se non c'e' ancora il divieto di fumo "elettronico" nei locali pubblici.

Stando ai dati dell'Anafe, l'Associazione nazionale fumo elettronico, sono circa 2.000 i negozi sparsi in tutta Italia per vendere "e-cigarettes", ma anche qui con una crescita esponenziale, basata sul franchising, che rende impossibili stime piu' accurate. Un mercato che secondo alcune stime potrebbe arrivare gia' entro il 2013 alla quota di mezzo miliardo di euro, ma che gia' alla fine del 2012 superava quota 200 milioni. Un fenomeno in crescita costante, che vede oggi impegnate quasi una decina di aziende, che danno lavoro a 5.000 addetti.



Guarda,al di la' dei consumatori abituali e/o saltuari,io francamente ho avuto modo di vedere attivita' commerciali di questo settore,in vendita per poche migliaia di €.
Se potessi spiegarmi qualcosa... :mmmm:
 
Guarda,al di la' dei consumatori abituali e/o saltuari,io francamente ho avuto modo di vedere attivita' commerciali di questo settore,in vendita per poche migliaia di €.
Se potessi spiegarmi qualcosa... :mmmm:
quanto vuoi dargli? Non è che ci vogliono grosse cifre per aprire l'attività...

Franchising Sigarette Elettroniche, aprire un negozio di sigarette elettroniche


Le sigarette elettroniche o "e-cigarette" sono dispositivi elettronici che simulano le già conosciutissime sigarette, sigari e le pipe. È uno strumento dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi naturali.
Il vapore inalato consente di provare un sapore e una sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta. Non essendovi combustione, però, non v'è alcun rischio cancerogeno legato a tale processo.
Franchising Sigarette Elettroniche, aprire un negozio di sigarette elettroniche


Le sigarette elettroniche o "e-cigarette" sono dispositivi elettronici che simulano le già conosciutissime sigarette, sigari e le pipe. È uno strumento dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi naturali.
Il vapore inalato consente di provare un sapore e una sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta. Non essendovi combustione, però, non v'è alcun rischio cancerogeno legato a tale processo.

Aprire negozio sigaretta elettronica:per aprire un negozio di sigarette elettroniche non vi sono dei costi eccessivamente alti, inoltre lo spazio necessario per questo tipo di attività è piuttosto esiguo: un locale anche di soli 20-40 metri quadri infatti è più che sufficiente per ospitare questo tipo di attività. Con un investimento iniziale che si aggira intorno ai 13.000 / 15.000 euro è possibile avere un negozio per la vendita di sigarette elettroniche chiavi in mano.

Requisiti: per aprire un negozio di sigarette elettroniche è necessario che il locale abbia le tutte autorizzazioni necessarie come ad esempio, destinazione d'uso del locale, impianti ecc. ed inoltre bisogna:
aprire partita iva;
iscriversi al Registro Imprese;
effettuare l'iscrizione all’INPS;
effettuare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) in Comune prima di iniziare ad operare effettivamente.
 
quanto vuoi dargli? Non è che ci vogliono grosse cifre per aprire l'attività...

Franchising Sigarette Elettroniche, aprire un negozio di sigarette elettroniche


Le sigarette elettroniche o "e-cigarette" sono dispositivi elettronici che simulano le già conosciutissime sigarette, sigari e le pipe. È uno strumento dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi naturali.
Il vapore inalato consente di provare un sapore e una sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta. Non essendovi combustione, però, non v'è alcun rischio cancerogeno legato a tale processo.
Franchising Sigarette Elettroniche, aprire un negozio di sigarette elettroniche


Le sigarette elettroniche o "e-cigarette" sono dispositivi elettronici che simulano le già conosciutissime sigarette, sigari e le pipe. È uno strumento dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile o anche assente) e aromi naturali.
Il vapore inalato consente di provare un sapore e una sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta. Non essendovi combustione, però, non v'è alcun rischio cancerogeno legato a tale processo.

Aprire negozio sigaretta elettronica:per aprire un negozio di sigarette elettroniche non vi sono dei costi eccessivamente alti, inoltre lo spazio necessario per questo tipo di attività è piuttosto esiguo: un locale anche di soli 20-40 metri quadri infatti è più che sufficiente per ospitare questo tipo di attività. Con un investimento iniziale che si aggira intorno ai 13.000 / 15.000 euro è possibile avere un negozio per la vendita di sigarette elettroniche chiavi in mano.

Requisiti: per aprire un negozio di sigarette elettroniche è necessario che il locale abbia le tutte autorizzazioni necessarie come ad esempio, destinazione d'uso del locale, impianti ecc. ed inoltre bisogna:
aprire partita iva;
iscriversi al Registro Imprese;
effettuare l'iscrizione all’INPS;
effettuare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) in Comune prima di iniziare ad operare effettivamente.



Certo,con 15.000 euro,non e' che puoi pretendere la luna...
 
Sigarette elettroniche, quanto costeranno ora

Dopo il rincaro dovuto al rinvio dell'Iva il prezzo dei kit oscillerà tra i 50 e i 135 euro, quello dei flaconi sarà di 9,5. E il settore rischia una contrazione del 70%
27-06-201311:22

Dopo averne discusso a lungo , il Governo ha preso la sua decisione: la tassa che già colpisce tabacco e altri prodotti da fumo verrà estesa a sigarette elettroniche e ricariche. Che costeranno il 58,5% in più. Una follia, pensata per recuperare gettito fiscale e far slittare di qualche altro mese il contestato aumento dell'Iva. Una scelta che stronca sul nascere un settore in rapidissima crescita che, a dispetto dei numeri sbalorditivi già registrati nel 2012, probabilmente non è ancora riuscito a dimostrare del tutto le sue potenzialità.

1509 punti vendita aperti nel 2012 solo nel Bel Paese, che a maggio 2013 hanno superato il record dei duemila, hanno creato ben cinquemila nuovi posti di lavoro, e aiutato gli italiani a risparmiare, visto che chi era abituato a fumare un pacchetto al giorno è riuscito a ridurre i costi per il fumo di ben 1356 euro in un anno. Vantaggi che la nuova tassa inevitabilmente annullerà. E anche in fretta.

La nuova imposta avrà un fortissimo impatto economico da due punti di vista. L'aumento del prezzo delle e-cig, oltre a renderle molto meno convenienti per i consumatori, porterà a una significativa contrazione di questo mercato, che rischia di far chiudere numerosi punti vendita: l'Anafe, Associazione nazionale fumo elettronico, ha ipotizzato che la nuova imposta possa travolgere il 60-70% degli operatori del settore, con una perdita netta di almeno tremila posti di lavoro.

Numeri alla mano, i risparmi svaniscono un po' per tutti. I kit e-cig che costavano dai 33 agli 84 euro, oscilleranno ora tra i 52 e i 133 euro. I flaconi, invece, passeranno da una media di 6 a una di 9,5 euro. Il classico pacchetto di Marlboro Gold, invece, continuerà a costarne 5, quindi per fumare un pacchetto al giorno serviranno ancora 150 euro al mese e per uno ogni tre giorni 50.

Quanto possono risparmiare gli svapatori oggi? Acquistando il kit più costoso, da 133 euro, e cinque flaconi al mese (durano circa sei giorni), la spesa complessiva salirebbe da 114 a 180,5 euro. Riducibili a 99,5 optando per il kit più economico.

Nel primo mese, quindi, chi fuma una media di un pacchetto riuscirebbe a risparmiare 50 euro acquistando il kit economico, mentre gliene servirebbero due per ammortizzare il costo del kit più costoso e risparmiare circa 70 euro. Chi fuma di meno (ipotizziamo tre filtri al mese e non più cinque), avrebbe bisogno di sette mesi per ammortizzare i costi e iniziare a risparmiare una ventina di euro al mese acquistando il kit più caro, che scenderebbero a tre con il kit economico.

Immaginando però che la nuova tassa possa scoraggiare nuove conversioni dalle bionde tradizionali alle e-cig, chi ha già acquistato i kit quando erano convenienti può consolarsi con la prospettiva di continuare a risparmiare un centinaio di euro al mese se l'abitudine resta di cinque filtri, una ventina con tre.

Il Governo ha scelto di procedere in questo modo per recuperare risorse sufficienti a rinviare di altri tre mesi l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%, senza calcolare, forse, che se il numero di svapatori (oggi pari a circa due milioni, che alimentano un giro d'affari di mezzo miliardo di euro) diminuirà, scoraggiato dall'aumento dell'accise, anche le stime di gettito fiscale legato al fumo elettronico dovranno essere rivisto al ribasso. Ne è valsa la pena? Forse no.
 
Secondo me il governo ha sovreadimensionato gli incassi dalle e-cig(come ha fatto nel settore gioco).
SuperEnalotto: in 6 mesi perso il 25% della raccolta. Crollo per il SiVinceTutto (-74%)

Giovedì 27 Giugno 2013 15:55

















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Il SuperEnalotto nei primi sei mesi dell'anno registra una contrazione del 21,5% si attesta infatti a circa 638 milioni di euro, contro gli 814,1 del 2012.

Il SiVinceTutto (la formula speciale del gioco con estrazione dedicata che assegna l'intero montepremi in un unico concorso) perde invece il 74,3% delle giocate passa infatti da una raccolta di 62,1 milioni del primo semestre 2012, all'attuale di 15,9 milioni. Il dato complessivo del SuperEnalotto comprensivo della modalità "SiVinceTutto" - segnala Agimeg - si ferma quindi a circa 654 milioni, il 25,5% in meno dello stesso periodo 2012 (876,3 mln). Il gioco di casa Sisal ha subito un costante calo negli ultimi anni, il primo semestre 2012 aveva registrato una contrazione del 20,8% rispetto allo stesso periodo 2011 (1 miliardo e 107 milioni, dato che comprende le prime due estrazioni del SiVinceTutto), e quest'ultimo aveva perso il 12,3% sul 2010 (1 miliardo e 262,5 milioni, dato che riguarda i soli SuperEnalotto e SuperStar). Nell'arco di quattro anni si è perso insomma il 48% delle giocate, un trend certamente influenzato dall'assenza di jackpot di rilievo, anche se il primo semestre 2010 beneficiò solo in parte del traino del montepremi record da 177,7 milioni: venne centrato il 30 ottobre, e a fine giugno valeva 92.4 milioni. gr/AGIMEG
 
Sigaretta elettronica: finalmente la regolamentazione!

Premiato il lavoro della FIT

Lo avevamo detto fin dall’inizio, lo abbiamo gridato ai quattro venti quando tutti sembravano non sentirci ed oggi, con soddisfazione, possiamo dire che avevamo ragione.

Le sigarette elettroniche necessitavano di regole chiare e precise che fossero in grado di salvaguardare gli interessi di tutti: dello Stato, che continuava a perdere grosse fette di gettito erariale; dei cittadini, che rischiavano di avvicinarsi ad un prodotto privo di qualsiasi controllo; dei tabaccai, che improvvisamente si sono trovati dinnanzi ad un “prodotto concorrente” che, non solo poteva essere venduto da tutti e senza alcun imposizione fiscale, ma la cui vendita, paradossalmente, era vietata in tabaccheria.

Ed infine il Governo ha fatto propria la nostra posizione regolamentando la sigaretta elettronica nell’ambito dell’articolo 11, comma 22, del decreto legge n. 76, pubblicato in data 28 giugno sulla Gazzetta Ufficiale.

Dall’analisi del provvedimento la nostra categoria vede finalmente riconosciuto il proprio ruolo grazie ad una sostanziale assimilazione della disciplina delle sigarette elettroniche a quella dei tabacchi lavorati.

Andiamo per ordine.

In primo luogo, la nuova disciplina prevede l’applicazione dell’imposta di consumo (accisa) pari al 58,5% sul dispositivo, sulle parti di ricambio dello stesso ed, evidentemente, anche sulle ricariche, parificando tale “prodotto” sul piano della tassazione alle sigarette ed al tabacco trinciato.

In secondo luogo, proprio in ragione di detta tassazione, la commercializzazione (ossia la distribuzione all’ingrosso) è riservata ai soggetti preventivamente autorizzati da AAMS sulla base degli stessi requisiti e delle stesse condizioni oggi richieste ai Depositari Fiscali autorizzati. Tali soggetti a loro volta devono comunicare ai fini dei controlli fiscali tutta una serie di informazioni ivi compresi gli esercizi abilitati alla vendita al pubblico.

La novità che interessa più direttamente la nostra categoria è che il provvedimento stabilisce in modo assolutamente esplicito che, in attesa di una disciplina organica di riferimento, la vendita di tali prodotti sia consentita anche ai tabaccai in deroga all’articolo 74 del d.p.r. 1074/58.

Al fine di consentire all’Amministrazione l’emanazione del decreto attuativo e la regolarizzazione dei punti vendita tabaccai e non già attivi, le nuove disposizioni entreranno in vigore dal 1 gennaio 2014.


Infine, segnaliamo che nell’ambito dello stesso provvedimento è stato previsto che la commercializzazione di tali prodotti venga assoggettata alla vigilanza dell’ Amministrazione finanziaria ed al monitoraggio del Ministero della Salute per i profili di propria competenza.

Il nostro lavoro non finisce qui.

Ci prepariamo a dare battaglia affinché il provvedimento non subisca in sede di conversione stravolgimenti a noi sfavorevoli, ma, anzi, possa assumere contorni più definiti e cogenti.
 
Mi aspetto che avrete la possibilità di aumentare i premi per diverse ore di apertura di più, ma non crediate che il vecchio proprietario è un ******, un lazzaronne o uno che non capisce il modo per far fronte insieme alla gente.di generalmente diventa scortese quando le cose vanno male e fuma mancano quando non ci sono sldi di acquistarli. certificazione penale
 
Quindi potremmo venderle gia da ora o dal 1 gennaio? lunedi chiamero la fit x i dettagliOK!
 
...adesso restano "circolettate in rosso" le date dei prossimi 10 e 11 luglio quando in sede europea la Commissione si pronuncerà in termini definitivi (?) sulla questione introduzione si / introduzione no delle immagini shock sui pacchetti, sull'eliminazione dei pacchetti da 10 ecc.ecc.

* Ue, guerra al fumo con foto shock sui pacchettiMa c'è chi si oppone: "È solo terrorismo" - Cronaca - Tgcom24
speriamo che salti tutto

Quindi potremmo venderle gia da ora o dal 1 gennaio? lunedi chiamero la fit x i dettagliOK!
se telefoni fammi sapere qualcosa tramite il forum o MP , telefonare all'ufficio FIT della mia provincia è quasi impossibile , si trova sempre la linea occupata
 
Sigaretta elettronica: finalmente la regolamentazione!

Premiato il lavoro della FIT

Lo avevamo detto fin dall’inizio, lo abbiamo gridato ai quattro venti quando tutti sembravano non sentirci ed oggi, con soddisfazione, possiamo dire che avevamo ragione.

Le sigarette elettroniche necessitavano di regole chiare e precise che fossero in grado di salvaguardare gli interessi di tutti: dello Stato, che continuava a perdere grosse fette di gettito erariale; dei cittadini, che rischiavano di avvicinarsi ad un prodotto privo di qualsiasi controllo; dei tabaccai, che improvvisamente si sono trovati dinnanzi ad un “prodotto concorrente” che, non solo poteva essere venduto da tutti e senza alcun imposizione fiscale, ma la cui vendita, paradossalmente, era vietata in tabaccheria.

Ed infine il Governo ha fatto propria la nostra posizione regolamentando la sigaretta elettronica nell’ambito dell’articolo 11, comma 22, del decreto legge n. 76, pubblicato in data 28 giugno sulla Gazzetta Ufficiale.

Dall’analisi del provvedimento la nostra categoria vede finalmente riconosciuto il proprio ruolo grazie ad una sostanziale assimilazione della disciplina delle sigarette elettroniche a quella dei tabacchi lavorati.

Andiamo per ordine.

In primo luogo, la nuova disciplina prevede l’applicazione dell’imposta di consumo (accisa) pari al 58,5% sul dispositivo, sulle parti di ricambio dello stesso ed, evidentemente, anche sulle ricariche, parificando tale “prodotto” sul piano della tassazione alle sigarette ed al tabacco trinciato.

In secondo luogo, proprio in ragione di detta tassazione, la commercializzazione (ossia la distribuzione all’ingrosso) è riservata ai soggetti preventivamente autorizzati da AAMS sulla base degli stessi requisiti e delle stesse condizioni oggi richieste ai Depositari Fiscali autorizzati. Tali soggetti a loro volta devono comunicare ai fini dei controlli fiscali tutta una serie di informazioni ivi compresi gli esercizi abilitati alla vendita al pubblico.

La novità che interessa più direttamente la nostra categoria è che il provvedimento stabilisce in modo assolutamente esplicito che, in attesa di una disciplina organica di riferimento, la vendita di tali prodotti sia consentita anche ai tabaccai in deroga all’articolo 74 del d.p.r. 1074/58.

Al fine di consentire all’Amministrazione l’emanazione del decreto attuativo e la regolarizzazione dei punti vendita tabaccai e non già attivi, le nuove disposizioni entreranno in vigore dal 1 gennaio 2014.


Infine, segnaliamo che nell’ambito dello stesso provvedimento è stato previsto che la commercializzazione di tali prodotti venga assoggettata alla vigilanza dell’ Amministrazione finanziaria ed al monitoraggio del Ministero della Salute per i profili di propria competenza.

Il nostro lavoro non finisce qui.

Ci prepariamo a dare battaglia affinché il provvedimento non subisca in sede di conversione stravolgimenti a noi sfavorevoli, ma, anzi, possa assumere contorni più definiti e cogenti.

Allora, caro Segnali di fumo, permettimi di dire che questa è una porcheria!
Quando sono state messe in commercio le e-cig, sono state snobbate da voi tabaccai dicendo che non avrebbero avuto alcuna possibilità di successo.
Poi c'è stato il boom e giù una campagna di "denigrazione": "chissà cosa c'è dentro, sicuramente fanno malissimo", come se le sigarette facessero bene!
Al boom è seguito un calo di introiti clamoroso per i Monopoli di stato e quindi il panico si è diffuso a macchia d'olio. Si è cominciato a pensare a una tassa, persino su prodotti che nemmeno contenevano nicotina!
Ora la chicca finale: le e-cig si potranno vendere anche in tabaccheria e, come per miracolo scompare tutta questa ostilità...
Che pagliacci!
Sono schifato da questa lobby scandalosa e da queste manovre politiche oscene e se fossi un tabaccaio mi sentirei in imbarazzo a far parte della categoria.
Che paese di schifo!
 
queste lobby sono il cancro della società
 
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