marcdeni
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Così "accessoriata" di sicuro riesci a venderla anche customizzata!!!
Altrimenti punterei su "Affari di famiglia"!!!
“Il mito dell’incomprensione dell’arte moderna, dell’arte attuale, è l’estrema difesa di un sistema e di una politica culturale che esattamente intendono impedire l’attuarsi di un dialogo, che sarebbe un dialogo sulla contestazione del sistema stesso. Tanto è vero che l’incomprensione supposta come limite “metafisico” e soltanto invece una sostanziale mancanza di informazione, di partecipazione nozionale, di conoscenza insomma.”
E. CRISPOLTI, Arte e società: interventi, in “L’uomo e l’arte”, n. 2, maggio 1971
maggio 1971, chiaro?
A mio modo di vedere, non è il "quanto" a determinare l'obiettivo, ma lo spirito con cui si fa una cosa. I soldi che spendo in borsa, sono esclusivamente per investimento (è ovvio), o comunque per preservare o almeno sperare di aumentare di qualcosa il loro valore. Quelli per l'arte li spendo per emozionarmi, soddisfare le mie ricerche dopo studi faticosi, trovare al mio ritorno a casa "qualcuno" (non ho famiglia) che mi faccia vibrare. Se il valore di un'opera si rivaluterà di tanto sarò ANCHE molto felice che la scelta artistica si sia accompagnata al fiuto dell'investitore, non lo nego; se si rivaluterà di poco non mi sposterà nulla, se resterà immutato o calerà di poco idem, se si azzererà proverò lo stesso disappunto di quando ogni tanto vado al casinò, mi sarò divertito, avrò provato adrenalina e se avrò perso peccato ma anche chi se ne frega.
Se perdo denaro in borsa, l'amarezza è molta di più e ha pure un sapore diverso.
Un aspetto accomuna le due spese: in entrambi i casi non farò drammi, perchè spendo in questi due settori il "di più", sicuramente non ciò che mi serve per vivere dignitosamente.
“Il mito dell’incomprensione dell’arte moderna, dell’arte attuale, è l’estrema difesa di un sistema e di una politica culturale che esattamente intendono impedire l’attuarsi di un dialogo, che sarebbe un dialogo sulla contestazione del sistema stesso. Tanto è vero che l’incomprensione supposta come limite “metafisico” e soltanto invece una sostanziale mancanza di informazione, di partecipazione nozionale, di conoscenza insomma.”
E. CRISPOLTI, Arte e società: interventi, in “L’uomo e l’arte”, n. 2, maggio 1971
maggio 1971, chiaro?
Può darsi che accipicchia abbia ragione.
Io acquisto assai più di due o tre opere all'anno, ma il mio spirito è esattamente quello di arcange. Lei mi conosce e lo sa.
A mio modo di vedere, non è il "quanto" a determinare l'obiettivo, ma lo spirito con cui si fa una cosa. I soldi che spendo in borsa, sono esclusivamente per investimento (è ovvio), o comunque per preservare o almeno sperare di aumentare di qualcosa il loro valore. Quelli per l'arte li spendo per emozionarmi, soddisfare le mie ricerche dopo studi faticosi, trovare al mio ritorno a casa "qualcuno" (non ho famiglia) che mi faccia vibrare. Se il valore di un'opera si rivaluterà di tanto sarò ANCHE molto felice che la scelta artistica si sia accompagnata al fiuto dell'investitore, non lo nego; se si rivaluterà di poco non mi sposterà nulla, se resterà immutato o calerà di poco idem, se si azzererà proverò lo stesso disappunto di quando ogni tanto vado al casinò, mi sarò divertito, avrò provato adrenalina e se avrò perso peccato ma anche chi se ne frega.
Se perdo denaro in borsa, l'amarezza è molta di più e ha pure un sapore diverso.
Un aspetto accomuna le due spese: in entrambi i casi non farò drammi, perchè spendo in questi due settori il "di più", sicuramente non ciò che mi serve per vivere dignitosamente.
piaccia o non piaccia
Paola Pivi si muove bene
"Signora"
Dallas contemporaneo, Stati Uniti
Aprile 16-21 agosto 2016
"Non è un caso che M
mi mancano un pò le discussioni sugli spari....