IPO Siti B&T

  • Due nuove obbligazioni Societe Generale, in Euro e in Dollaro USA

    Societe Generale porta sul segmento Bond-X (EuroTLX) di Borsa Italiana due obbligazioni, una in EUR e una in USD, a tasso fisso decrescente con durata massima di 15 anni e possibilità di rimborso anticipato annuale a discrezione dell’Emittente.

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Interessante, grazie.
 
Grazie per la condivisione del video, interessante.
Comunque in risposta a un commento ha detto che si parla di anni prima di rivederla a certi prezzi, sperando che per certi prezzi si intendano quelli di quotazione.
 
Questo è il parere tecnico sui fondamentali. Ma vista la liquidità del titolo basta un onda speculativa per portarlo su...
 
,,,io come Siti-incastrato pluriennale, inizio ad odiarla, non si smentisce mai, una bella chiusura a meno 8,5 %, con 800 pezzi, un controvalore di 1200 euro, per un gruppo che aspirerebbe ad avere una caratura internazionale, con un management completamente assente e un socio forte totalmente impalpabile,,,che cosa ridicola,,,vorrei sapere dove sono finite le bollicine del brindisi per il collocamento ad 8 euro,,,penosi,,,:bow:
 
Titolo :Siti B&T
Sottotitolo : :'(
 
sempre dentro con pmc a 2,19 ora
non accenna ad alzare la testa nemmeno per scherzo
la vera domanda è , ci aspettano altri minimi??
Forse si .......anche se i volumi iniziano a parlare e a dire alcune cosette
vedremo , bisogna avere fiducia e pazienza, tanta pazienza
 
,,,cari Siti-incastrati, visto che l'unica cosa a non crollare qui è la nostra fiducia, prendiamoci questo brodino con un settimanale verde in chiusura, anche se con controvalori ridicoli,,,e vai, verso l'infinito ed oltre,,,buon week,,,:p:p:p
 
,,,cari Siti-incastrati, visto che l'unica cosa a non crollare qui è la nostra fiducia, prendiamoci questo brodino con un settimanale verde in chiusura, anche se con controvalori ridicoli,,,e vai, verso l'infinito ed oltre,,,buon week,,,:p:p:p

,,,,il sole 24 h,,, 9 maggio 2020,,, ho notato dopo che non si leggono i numeri,,, sorry,,,
:'(

È forse esagerato affermare
che il contract – ovvero
il mercato delle grandi
forniture internazionali e
dei progetti chiavi in mano
– salverà l’industria
italiana della ceramica dall’impatto
del Covid-.
Ma è innegabile che, per un settore
da sempre legato a doppio filo a quello
dell’edilizia e dell’architettura, la domanda
di piastrelle destinate ai grandi
cantieri in tutto il mondo rappresenta
un’ancora di salvezza in una fase
in cui la rete distributiva è rimasta
chiusa in quasi tutti in Paesi e in molti,
compreso il nostro, lo è ancora.
Secondo le stime di PwC, il consumo
di piastrelle in ceramica nel segmento
del contract ha un valore di circa
 miliardi di metri quadrati (su un
consumo complessivo di  miliardi)
e incide tra il  e il % sul fatturato
delle imprese produttrici.
Non basterà certo a compensare le
perdite che le imprese italiane hanno
subito in seguito all’esplosione della
pandemia, stimate finora in oltre
mezzo miliardo di euro, su un fatturato
complessivo di , miliardi nel
. Ma è sicuramente un punto di
ripartenza, come conferma il presidente
di Confindustria Ceramica,
Giovanni Savorani: «Il mercato dei
grandi progetti è destinato a diventare
sempre più rilevante – osserva –
perché i prodotti made in Italy hanno
caratteristiche tecniche e un contenuto
di innovazione che li rendono adatti
a rivestire qualsiasi tipo di superficie,
dalle facciate di un edificio al ripiano
di un mobile, garantendo igienizzazione
e pulizia anche frequenti
senza rischio di rovinare il materiale».
Un aspetto particolarmente sentito,
in questo momento, dal mercato.
«Ci aspettiamo un aumento della domanda
destinata soprattutto a scuole,
ospizi, stazioni e aeroporti – dice ancora
Savorani –. Noi siamo pronti con
prodotti adeguati, soprattutto con i
grandi formati, che hanno una parte
di fughe e giunzioni insignificante rispetto
alla superficie ceramica, che
garantisce il massimo della pulizia».
Prestazioni che si aggiungono alle
caratteristiche di sostenibilità, resistenza,
flessibilità e buon rapporto
qualità prezzo che già rendevano la
ceramica particolarmente appetibile
per architetti e costruttori.
«L’emergenza in corso ha sicuramente
frenato il mercato a livello globale
– osserva Caterina Moliterno, director
Pwc Strategy e curatrice di
un’indagine sul mercato delle piastrelle
per il segmento contract – perché
molti cantieri si sono fermati o
hanno registrato significativi rallentamenti.
Tuttavia le previsioni sono di
una progressiva ripresa e crescita,
spinta anche dalla necessità di ripensare
gli spazi sul medio-lungo periodo,
per adattarli alla cosiddetta nuova
normalità, che richiede una maggiore
attenzione su temi come l’igiene e il
distanziamento sociale».
In quest’ottica i prodotti italiani sono
molto competitivi, aggiunge Moliterno,
«perché da sempre le aziende
investono molto sull’innovazione
dell’offerta e hanno realizzato ad
esempio piastrelle autopulenti o che
addirittura purificano l’aria circostante
». Un fattore non da poco, soprattutto
su mercati ad alto potenziale,
come il Regno Unito o gli Stati Uniti,
dove le piastrelle italiane scontano
la concorrenza di rivestimenti tradizionali
come la moquette o di prodotti
a basso costo.
Le stime al , elaborate da PwC
tenendo conto dell’impatto di Covid-
, parlano di un aumento, sul , di
quasi il % del mercato delle piastrelle
in ceramica per il contract nel Regno
Unito, dove il consumo attualmente è
di appena  milioni di mq. Molto più
significativo il peso degli Stati Uniti,
con  milioni di mq nel  e 
milioni nel  (+%). Anche in Italia
si attende una buona crescita, con
consumi in aumento dell’,%, a quota
 milioni di mq di piastrelle destinate
al contract nel . Ma è l’area
Asia-Pacifico il vero Eldorado per le
aziende, con un mercato atteso in crescita
del %, da , a , miliardi di mq.
Il problema, in questa parte del mondo,
è la concorrenza dei produttori locali
a basso costo Cina e India su tutti.
«Le aziende italiane si difendono
sul segmento alto del mercato, puntando
su qualità, sostenibilità e design
– osserva Roberto Sollevanti, di
PwC –. Proprio il contract è il veicolo
che consente di sfruttare al meglio
queste caratteristiche per competere
sui mercati». Ma per riuscirci, i produttori
italiani devono imparare a investire,
oltre che su prodotto, servizi
e certificazioni, anche sull’organizzazione
della filiera distributiva: oggi la
rete è basata ancora su un modello
tradizionale, che delega sostanzialmente
ai rivenditori la gestione dei
rapporti con progettisti e general contractor.
«Sempre più, invece, le aziende
dovranno virare su una struttura
organizzativa che consenta di approcciare
in modo specifico e diretto
questo mercato», suggerisce Sollevanti.
Proprio a questa esigenza risponde
il nuovo progetto espositivo
proposto da Cersaie, la fiera del settore
organizzata da Confindustria Ceramica,
che giovedì ha confermato l’edizione
, spostando però a novembre
(dal  al ) le nuove date. L’esperienza
positiva della sezione
Archincont(r)act lanciata nel ,
quest’anno si trasforma in un vero e
proprio padiglione, Contract Hall, destinato
a far incontrare le aziende della
ceramica con il mondo del progetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
Ultima modifica:
,,, buongiorno, anche questa settimana un nulla di fatto, a parte quache timido acquisto con poche migliaia di pezzi e i soliti scambi concordati nella seduta di ieri per 20k,,,a questo proposito qualcuno ha idea del senso di questi scambi?????,,, un buonissimo week end a tutti i siti incastrati,,, :bow:
,,,,il sole 24 h,,, 9 maggio 2020,,, ho notato dopo che non si leggono i numeri,,, sorry,,,
:'(

È forse esagerato affermare
che il contract – ovvero
il mercato delle grandi
forniture internazionali e
dei progetti chiavi in mano
– salverà l’industria
italiana della ceramica dall’impatto
del Covid-.
Ma è innegabile che, per un settore
da sempre legato a doppio filo a quello
dell’edilizia e dell’architettura, la domanda
di piastrelle destinate ai grandi
cantieri in tutto il mondo rappresenta
un’ancora di salvezza in una fase
in cui la rete distributiva è rimasta
chiusa in quasi tutti in Paesi e in molti,
compreso il nostro, lo è ancora.
Secondo le stime di PwC, il consumo
di piastrelle in ceramica nel segmento
del contract ha un valore di circa
 miliardi di metri quadrati (su un
consumo complessivo di  miliardi)
e incide tra il  e il % sul fatturato
delle imprese produttrici.
Non basterà certo a compensare le
perdite che le imprese italiane hanno
subito in seguito all’esplosione della
pandemia, stimate finora in oltre
mezzo miliardo di euro, su un fatturato
complessivo di , miliardi nel
. Ma è sicuramente un punto di
ripartenza, come conferma il presidente
di Confindustria Ceramica,
Giovanni Savorani: «Il mercato dei
grandi progetti è destinato a diventare
sempre più rilevante – osserva –
perché i prodotti made in Italy hanno
caratteristiche tecniche e un contenuto
di innovazione che li rendono adatti
a rivestire qualsiasi tipo di superficie,
dalle facciate di un edificio al ripiano
di un mobile, garantendo igienizzazione
e pulizia anche frequenti
senza rischio di rovinare il materiale».
Un aspetto particolarmente sentito,
in questo momento, dal mercato.
«Ci aspettiamo un aumento della domanda
destinata soprattutto a scuole,
ospizi, stazioni e aeroporti – dice ancora
Savorani –. Noi siamo pronti con
prodotti adeguati, soprattutto con i
grandi formati, che hanno una parte
di fughe e giunzioni insignificante rispetto
alla superficie ceramica, che
garantisce il massimo della pulizia».
Prestazioni che si aggiungono alle
caratteristiche di sostenibilità, resistenza,
flessibilità e buon rapporto
qualità prezzo che già rendevano la
ceramica particolarmente appetibile
per architetti e costruttori.
«L’emergenza in corso ha sicuramente
frenato il mercato a livello globale
– osserva Caterina Moliterno, director
Pwc Strategy e curatrice di
un’indagine sul mercato delle piastrelle
per il segmento contract – perché
molti cantieri si sono fermati o
hanno registrato significativi rallentamenti.
Tuttavia le previsioni sono di
una progressiva ripresa e crescita,
spinta anche dalla necessità di ripensare
gli spazi sul medio-lungo periodo,
per adattarli alla cosiddetta nuova
normalità, che richiede una maggiore
attenzione su temi come l’igiene e il
distanziamento sociale».
In quest’ottica i prodotti italiani sono
molto competitivi, aggiunge Moliterno,
«perché da sempre le aziende
investono molto sull’innovazione
dell’offerta e hanno realizzato ad
esempio piastrelle autopulenti o che
addirittura purificano l’aria circostante
». Un fattore non da poco, soprattutto
su mercati ad alto potenziale,
come il Regno Unito o gli Stati Uniti,
dove le piastrelle italiane scontano
la concorrenza di rivestimenti tradizionali
come la moquette o di prodotti
a basso costo.
Le stime al , elaborate da PwC
tenendo conto dell’impatto di Covid-
, parlano di un aumento, sul , di
quasi il % del mercato delle piastrelle
in ceramica per il contract nel Regno
Unito, dove il consumo attualmente è
di appena  milioni di mq. Molto più
significativo il peso degli Stati Uniti,
con  milioni di mq nel  e 
milioni nel  (+%). Anche in Italia
si attende una buona crescita, con
consumi in aumento dell’,%, a quota
 milioni di mq di piastrelle destinate
al contract nel . Ma è l’area
Asia-Pacifico il vero Eldorado per le
aziende, con un mercato atteso in crescita
del %, da , a , miliardi di mq.
Il problema, in questa parte del mondo,
è la concorrenza dei produttori locali
a basso costo Cina e India su tutti.
«Le aziende italiane si difendono
sul segmento alto del mercato, puntando
su qualità, sostenibilità e design
– osserva Roberto Sollevanti, di
PwC –. Proprio il contract è il veicolo
che consente di sfruttare al meglio
queste caratteristiche per competere
sui mercati». Ma per riuscirci, i produttori
italiani devono imparare a investire,
oltre che su prodotto, servizi
e certificazioni, anche sull’organizzazione
della filiera distributiva: oggi la
rete è basata ancora su un modello
tradizionale, che delega sostanzialmente
ai rivenditori la gestione dei
rapporti con progettisti e general contractor.
«Sempre più, invece, le aziende
dovranno virare su una struttura
organizzativa che consenta di approcciare
in modo specifico e diretto
questo mercato», suggerisce Sollevanti.
Proprio a questa esigenza risponde
il nuovo progetto espositivo
proposto da Cersaie, la fiera del settore
organizzata da Confindustria Ceramica,
che giovedì ha confermato l’edizione
, spostando però a novembre
(dal  al ) le nuove date. L’esperienza
positiva della sezione
Archincont(r)act lanciata nel ,
quest’anno si trasforma in un vero e
proprio padiglione, Contract Hall, destinato
a far incontrare le aziende della
ceramica con il mondo del progetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
Xelajay che piacere ritrovarti anche in questo forum. Questo titolo sarà difficile per non dire qualcos'altro che esca da queste secche. La mia analisi di bilancio è piuttosto negativa. Ho notato soprattutto che uno dei cavalli di battaglia dell'azienda era quello di aprire molte filiali all'estero per spingere sul customer service. Idea giusta ma peccato che tutte le filiali recenti perdano quattrini (si legge sul bilancio della capogruppo). In Primis Brasile e Middle East. Addirittura si è dovuto procedere ad una svalutazione importante della partecipazione. Praticamente l'utile delle consociate e delle filiali è somma 0. Poche guadagnano (le storiche) e molte perdono
 
-4,94% con 5 azioni scambiate, non credo possa esistere una schifezza più schifezza di questo titolo.
Ormai mi rassegno e credo che non si risolleverà mai, magari va a finire che la delistano, nonostante il finanziamento bancario, e buona notte ai suonatori.
 
-4,94% con 5 azioni scambiate, non credo possa esistere una schifezza più schifezza di questo titolo.
Ormai mi rassegno e credo che non si risolleverà mai, magari va a finire che la delistano, nonostante il finanziamento bancario, e buona notte ai suonatori.

,infatti ,penoso, un titolo completamente inutile,,che vergogna per la società lasciare allo sbando l'azione che si permette di fare 2 sedute consecutive con zero scambi e la terza con 5 azioni perde quasi il 5%,,, vergogna!!!,,,spero che mi leggiate, dovreste vergognarvi dopo aver quotato il titolo a 8 euro,,,:confused:
 
Xelajay che piacere ritrovarti anche in questo forum. Questo titolo sarà difficile per non dire qualcos'altro che esca da queste secche. La mia analisi di bilancio è piuttosto negativa. Ho notato soprattutto che uno dei cavalli di battaglia dell'azienda era quello di aprire molte filiali all'estero per spingere sul customer service. Idea giusta ma peccato che tutte le filiali recenti perdano quattrini (si legge sul bilancio della capogruppo). In Primis Brasile e Middle East. Addirittura si è dovuto procedere ad una svalutazione importante della partecipazione. Praticamente l'utile delle consociate e delle filiali è somma 0. Poche guadagnano (le storiche) e molte perdono

,,,grazie altrettanto,,,proviamo a sentirci se ti va,,, grazie ,,, a presto,,,:clap:
 
Verde.
Non ci pozzo credere.:D

P.S.

:rolleyes:

Forse tra poco Krolla tutto... surreale
 
Ultima modifica:
sempre dentro con pmc a 2,19 ora
non accenna ad alzare la testa nemmeno per scherzo
la vera domanda è , ci aspettano altri minimi??
Forse si .......anche se i volumi iniziano a parlare e a dire alcune cosette
vedremo , bisogna avere fiducia e pazienza, tanta pazienza

rileggetevi l'ultima riga sopra
...tipo mantra ......
per me graficamente sembra aver svoltato, lo dico scrivendo con una sola mano.......
ora mancano solo i volumi, appena arrivano quelli si potrà capire la direzione , anzi correggo,la velocità del movimento.......
 
se avesse toccato già per la terza volta il minimo a 1,20 sarei moooolto più contento, ma per ora mi accontento
 

Allegati

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Scusate signori non capisco una pippa di grafici, :D qualcuno così buono da spiegarmi cosa sta succedendo?? Grazieeeee:p
 
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