Energia, Utilitalia lancia l'allarme: rischio default per 70 società di vendita
14/09/2022 13:42 - RSF
di Giancarlo Navach
MILANO, 14 settembre (Reuters) - Circa settanta utility, specializzate nella vendita di gas ed energia elettrica, si trovano in una situazione di grossa difficoltà finanziaria e sono a rischio fallimento a causa del forte balzo del prezzo della materia prima che sta spingendo shipper e importatori a richiedere garanzie molto più elevate del passato per proteggersi dalla volatilità.
A lanciare l'allarme è Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia, la federazione che raggruppa 450 utility nei settori acqua, ambiente ed energia.
Si tratta di società, sia pubbliche sia private, non quotate in borsa, che fanno vendita pura sul mercato libero di gas che prendono attraverso contratti di fornitura con grandi shipper o importatori, i quali in alcuni casi hanno chiesto anche di versare degli anticipi, spiega Colarullo a Reuters.
A ciò si aggiunge "la non disponibilità della materia prima perché nel frattempo è stata venduta ad altri", sottolinea il direttore generale di Utilitalia.
Inoltre le utility "hanno difficoltà con le banche che non intendono accollarsi il rischio per le dimensioni del problema".
Come conseguenza di questa situazione, alcune società si trovano del tutto sprovviste del gas da vendere ai clienti in vista della stagione termica "cessando di avere una ragione d'essere", dice Colarullo.
Escludendo le quotate, le 70 società a rischio rappresentano la maggior parte delle utility che fanno vendita di gas e di energia elettrica in Italia. "Parliamo di imprese che hanno da un minimo di circa 10.000 utenti a un massimo di oltre 40.000 in tutta Italia, pari a un bacino intorno al mezzo milione di clienti nella vendita di energia elettrica e gas", dice Colarullo.
Un meccanismo analogo, quello delle cosiddette 'margin calls' sui derivati dei contratti di fornitura gas, sta invece creando non poche tensioni alle utility maggiori, che acquistano il gas direttamente in borsa. A questo si aggiunge il forte incremento delle richieste di rateizzazione delle bollette, in particolare da parte dei condomini.
Gianluca Bufo, AD di Iren Mercato (IRE.MI), racconta che a dicembre quando c'è stata la prima fiammata dei prezzi, in tre giorni, per le margin calls è stato chiesto alla multiutility di versare 120 milioni di euro in 24 ore.
"Abbiamo trovato una controparte bancaria e oggi abbiamo pochissimi volumi esposti alle margin calls perché l'istituto finanziario si è preso la scommessa attraverso una fee da noi riconosciuta", spiega Bufo.
La federazione delle utility auspica l'intervento di Sace e chiede al governo di "strutturare un modo per aiutare a fornire le garanzie richieste", sottolinea Colarullo.
Un intervento di Sace già oggi sarebbe tecnicamente possibile, come si legge sul sito internet della società pubblica nella sezione dedicata alle soluzioni per fronteggiare il caro energia.
Oltre agli strumenti messi in campo da Sace per coprirsi dai rischi legati al dilazionare del pagamento delle fatture, c'è anche il punto che riguarda il reperimento delle garanzie e della liquidità aggiuntiva per l'approvvigionamento, incrementando le linee di fido per fare fronte all'aumento dei costi energetici.
(Giancarlo Navach, editing Gianluca Semeraro, Sabina Suzzi)
((giancarlo.navach@thomsonreuters.com; +39 06 8030 7735
)