Questo articolo del Sole 24 Ore spiega bene l'andamento in forte calo dei prezzi agricoli e sottolinea che comunque le produzioni sono stati abbondante (e comunque come abbiano influito anche altri fattori vedi calo petrolio, noli, rafforzamento dollaro etc).
Prezzi alimentari ai minimi da 5 anni (e caleranno ancora)
di Sissi Bellomo 8 maggio 2015
L’Expo milanese ha scelto uno slogan fortunato: nutrire il pianeta nel 2015 sarà un po’ più facile, grazie alla discesa dei prezzi dei generi alimentari. Secondo la Fao questi ad aprile erano ai minimi da cinque anni e dovrebbero diminuire ancora, alleggerendo il costo delle importazioni mondiali di 153 miliardi di dollari, il 12% in meno rispetto ai 1.282 miliardi dell’anno scorso e il 14% in meno rispetto ai livelli record del 2013, nonostante i volumi «siano cambiati poco o addirittura cresciuti». Anche i Paesi più poveri e dipendenti dall’estero per il fabbisogno alimentare dovrebbero beneficiarne, anche se molto dipende dall’andamento delle loro valute: se si sono deprezzate rispetto al dollaro, il risparmio è attenuato.
Se il cibo è meno caro lo si deve soprattutto ai raccolti generosi, spiega la Fao, ma il declino delle quotazioni internazionali delle materie prime agricole è legato anche al calo del petrolio e al rafforzamento del biglietto verde, che nei confronti di molte valute è proseguito ininterrottamente da agosto 2014 fino a marzo di quest’anno, quando ha raggiunto il massimo da 12 anni.
Nelle ultime settimane sia l’oro nero sia la divisa americana hanno invertito la tendenza, ma i fondamentali dei prodotti agricoli - salvo emergenze meteo - dovrebbero restare favorevoli. E non dovrebbe venire meno neppure un altro fattore citato dalla Fao come determinante nell’abbassare il costo delle importazioni: la forte discesa dei noli marittimi per i carichi secchi, che per le capesize si sono ridotti dagli oltre 100mila $ al giorno del 2008 a circa 10mila $.
Secondo un rapporto appena pubblicato da Goldman Sachs i noli dovrebbero rimanere bassi almeno fino al 2020. A livello globale c’è infatti un numero eccessivo di navi, spiega la banca, e da tassi di utilizzo della flotta superiori al 90% nel 2008-10 si dovrebbe scendere al 70% tra il 2015 e il 2019. «Di fronte al rischio di lasciare a lungo le navi ferme, pensiamo che gli armatori continueranno a chiedere noli bassi- scrive Goldman - Questo accentuerà l’effetto del minor prezzo dei combustibili, col risultato che i noli dovrebbero restare economici finché le vecchie navi non saranno rottamate in numero sufficiente a riequilibrare il mercato».
È l’abbondanza delle produzioni agricole la causa principale della discesa del Food Price Index della Fao, che prosegue da oltre un anno: nel mese di aprile l’indice ha perso un ulteriore 1,2% arrivando a 171 punti, il minimo da giugno 2010 e il 19,2% in meno rispetto all’anno scorso. Dal record storico di febbraio 2011 - quando i rincari degli alimenti erano stati tra le cause della Primavera araba - il calo dei prezzi è invece del 29 per cento.