Luzern2
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da un articolo del corriere:
L’Ufficio parlamentare di bilancio nella sua relazione dello scorso 13 settembre ha lanciato l’allarme, perché secondo le stime un’inflazione che supera l’8% rischia di avere una ripercussione sulla spesa pensionistica difficilmente inferiore ai 25 miliardi di euro. La Ragioneria, però, già alla fine di luglio, nel consueto aggiornamento delle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico, aveva rese pubbliche delle stime secondo cui il caro vita potrebbe avere una ricaduta sulle risorse impiegate pari allo 0,7% del Pil nel prossimo biennio. Potrebbero volerci circa venti anni per riassorbire il suo effetto, producendo una crescita “oneri” media annuale dello 0,4% del Pil nel periodo tra il 2022 e il 2045.
Con i salari a terra e le aziende che rischiano di chiudere ci possiamo permettere altra spesa improduttiva?
L’Ufficio parlamentare di bilancio nella sua relazione dello scorso 13 settembre ha lanciato l’allarme, perché secondo le stime un’inflazione che supera l’8% rischia di avere una ripercussione sulla spesa pensionistica difficilmente inferiore ai 25 miliardi di euro. La Ragioneria, però, già alla fine di luglio, nel consueto aggiornamento delle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico, aveva rese pubbliche delle stime secondo cui il caro vita potrebbe avere una ricaduta sulle risorse impiegate pari allo 0,7% del Pil nel prossimo biennio. Potrebbero volerci circa venti anni per riassorbire il suo effetto, producendo una crescita “oneri” media annuale dello 0,4% del Pil nel periodo tra il 2022 e il 2045.
Con i salari a terra e le aziende che rischiano di chiudere ci possiamo permettere altra spesa improduttiva?