"La Russia guadagna dalle sanzioni" - verità, propaganda, entrambi?

Comunque credo proprio che la sfida energetica sia più importante di quella sul campo.
 
Secondo me la guerra del gas molto probabilmente l'abbiamo vinta.
Come evidente nella seguente tabella (fonte: Bilancio di gas naturale - Statistiche energetiche e minerarie - Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) il gas proveniente dalla Russia (cioè che entra da Tarvisio) si è ridotto tantissimo nel 2022: solo 13 mld di metri cubi. Considerando che a gennaio e febbraio del 2022 ancora i flussi di Tarvisio non erano ridotti, e che quest'anno gli stoccaggi sono ancora ad un buon livello, direi che i fabbisogno attuali di gas russo sarebbero di 10 miliardi di mc/anno. Guarda caso proprio la capacità i due nuovi rigassificatori che dobbiamo installare a Ravenna e Piombino.
Ora se non siamo così polli da non riuscire a installare entro quest'anno i due nuovi rigassificatori perché non ci piace il colore della nave metaniera, direi che con la partita gas abbiamo vinto.

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Infatti. Questo conferma la mia tesi, cioè che probabilmente la guerra del gas l'abbiamo vinta.

Il resto delle sanzioni avranno effetti negativi sull'economia russa (e più in genenerale sul benessere/progresso della popolazione) sul medio periodo. Un pò come la brexit, che, nel suo piccolo rispetto alle sanzioni, sta dando numerose rogne agli inglesi anche a distanza di anni.

Speriamo che tutto questo comporti l'avvicinamento di una tregua alla mattanza in atto, ma su questo non sono molto ottimista.
 
Situazione economica russa ormai compromessa, dopo l'occidente anche la Cina ha scaricato l'ex amico Putin, il vero colpo di grazia è stato quello di essersi visti sostituiti nelle relazioni internazionali contro gli USA.
Mi spiace per il paese e soprattutto per i suoi abitanti :rolleyes:
 
Situazione economica russa ormai compromessa, dopo l'occidente anche la Cina ha scaricato l'ex amico Putin, il vero colpo di grazia è stato quello di essersi visti sostituiti nelle relazioni internazionali contro gli USA.
Mi spiace per il paese e soprattutto per i suoi abitanti :rolleyes:
Dicimamola tutta senza fare della dietrologia come spesso sento fare in giro e senza fare geopoltica da 4 soldi, anche se non è il tuo caso ovviamente.
La Russia poco dopo il 24 febbraio del 2022, indipendentemente dalle sanzioni occidentali e dai loro odierni aiuti militari a Zelensky, ha già perso la guerra nel momento in cui ha tentato l'invasione / annessione dell'Ucraina incontrando una strenua e imprevista resistenza da parte del popolo locale. In questi casi un'annessione non avrebbe avuto più alcun senso dovendo in questi casi intervenire con massicci aiuti materiali alle popolazioni per conquistarne il consenso, come di solito hanno sempre fatto gli USA, ma in questo caso Putin non avrebbe le risorse sufficenti e il profilo storico ed economico adeguato in tal senso.
A questo punto il problema di Putin è come smettere questo conflitto senza perdere la faccia. Mancando una soluzione a ciò si sta concentrando in una guerra di logoramento e di attesa, che però lo vede costretto a garantirsi le spalle da parte della Cina, che a sua volta non intende e non può per ovvi motivi economici legati alla sue politiche di export netto chiudersi troppo verso occidente.
Dato che l'occidente e Zelensky, che hanno vinto la guerra, non hanno nessun interesse a fare sconti a Putin, è inevitabile che il conflitto perdurerà come successe in Vietnam per gli Usa.E questo fin quando il costo di una resa con ritiro delle truppe sarà inferiore al costo raggiunto dal logoramento interno, il quale ovviamente cresce progressivamente per Putin e in seno alla Russia e come successe anche per gli USA allora sul Vietnam.
Non è possibile ovviamente fare date e previsioni, l'unica cosa che c'è da augurarsi alla fine di ciò è che non si duplichi la performance del dopo prima guerra mondiale, in cui a Versailles si Imposero costi troppo onerosi per la Germania sconfitta che fecero da apripista in quel paese per una dele più feroci dittature conosciute sin d'ora .
Nel caso della Russia bisogna evitare che il dopo Putin sia peggiore.


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sottoscrivo tutto quanto, mi spiace solo che la storia non insegni niente...
Tornando all'inizio e leggendo i commenti di alcuni partecipanti ancora non mi capacito di come si possa vivere in democrazia e uscirsene con certe stupidate....la pace serve a (quasi) tutti, porta commercio e benessere...
Trovo che sia molto importante la parte finale, Putin deve perdere ma non STRAPERDERE, si rischia davvero molto
 
sottoscrivo tutto quanto, mi spiace solo che la storia non insegni niente...
Tornando all'inizio e leggendo i commenti di alcuni partecipanti ancora non mi capacito di come si possa vivere in democrazia e uscirsene con certe stupidate....la pace serve a (quasi) tutti, porta commercio e benessere...
Trovo che sia molto importante la parte finale, Putin deve perdere ma non STRAPERDERE, si rischia davvero molto
Sì è così.
Oggi la pace a differenza di ieri, prima della caduta del muro,rapprenta una sovrastuttura indispensbile nel momento presente in cui il capitalismo ha imboccato a piene mani la strada del globalismo e rappresenta la versione vincente e planetaria nella scelta dei rapporti di produzione esistenti. Come scrivi tu infatti la pace porta commercio (difesa del mercto globale) e benessere. Mai come oggi il materialismo storico di Marx si coniuga, tramite il capitalismo, con l'idealismo e la difesa dei principi.
Ma dato che non sono un filoatlantista per vocazione e, come si dice, conosco i miei polli,alla fine di questo conflitto io vedrei bene che quando si dovrà parlare di risarcimenti danni pro Ucraina e a danno dei Russia, non si calchi troppo la mano sulla Russia, se no il dopo Putin lo potremo pagare caro.
Così come rItengo che nel Donbass e nella Crimea, quando sarà, prevalga la linea di non ridarla completamente a Zelensky se no la pace, lì, diventa un miraggio. Bisognerà queste zone metterle sotto l'egida dell'Onu e dei caschi blu che sorveglino sulla regolarità di un nuovo referendum per l'annessione o meno alla Russia corredato da un programma di facilitazioni nell'esodo da parte di chi non accetterà l'esito del referendum.Ciò per evitare quello che succede oggi con sistematicità in Israele tre ebrei e musulmani del posto e lì succederebbe tra ucraini e russofoni.
 
Russia e Cina siglano accordi economici, relazioni a un livello "mai visto prima"
Oggi 14:30 - RSF
PECHINO, 23 maggio (Reuters) - Il primo ministro russo ha firmato una serie di accordi con la Cina nel corso di un viaggio a Pechino e ha detto che le relazioni tra i due paesi sono a un livello mai raggiunto prima, nonostante le critiche mosse dall'Occidente alle loro relazioni.

Mikhail Mishustin, il più alto funzionario russo in visita a Pechino da quando Mosca ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022, ha tenuto colloqui con il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Qiang.

Con la guerra in Ucraina al suo secondo anno e la Russia che sente sempre di più il peso delle sanzioni occidentali, Mosca si appoggia a Pechino per ottenere sostegno, molto più di quanto faccia la Cina con la Russia, alimentando la domanda cinese di petrolio e gas.

Le pressioni da parte dell'Occidente non hanno mostrato alcun segno di allentamento, con le dichiarazioni del fine settimana del G7 che hanno preso di mira entrambi i Paesi per una serie di questioni, tra cui quella dell'Ucraina. Il G7 ha deciso di inasprire le sanzioni contro Mosca e ha esortato la Cina a fare pressione sulla Russia affinché ritiri le truppe dall'Ucraina.

"Oggi le relazioni tra Russia e Cina sono a un livello mai visto prima", ha detto Mishustin a Li durante l'incontro.

"Sono caratterizzate dal rispetto degli interessi reciproci, dal desiderio di rispondere insieme alle sfide, associato all'aumento delle turbolenze sulla scena internazionale e alla pressione di sanzioni illegittime da parte dell'Occidente collettivo", ha detto.

"Come dicono i nostri amici cinesi, con l'unità si possono spostare le montagne", ha aggiunto.

Tra i memorandum d'intesa firmati, un accordo per approfondire la cooperazione sugli investimenti nei servizi per gli scambi commerciali, un patto sull'esportazione di prodotti agricoli in Cina e un altro sulla cooperazione sportiva.

Secondo le proiezioni, le spedizioni energetiche russe in Cina aumenteranno del 40% quest'anno e i due Paesi stanno discutendo delle forniture di attrezzature tecnologiche alla Russia, ha riferito l'agenzia di stampa Interfax.
 
Secondo me i cinesi si stanno mangiando l'orso russo...
È proprio come dice il proverbio... tra i due litiganti il terzo...
 
Russia e Cina siglano accordi economici, relazioni a un livello "mai visto prima"
Oggi 14:30 - RSF
PECHINO, 23 maggio (Reuters) - Il primo ministro russo ha firmato una serie di accordi con la Cina nel corso di un viaggio a Pechino e ha detto che le relazioni tra i due paesi sono a un livello mai raggiunto prima, nonostante le critiche mosse dall'Occidente alle loro relazioni.

Mikhail Mishustin, il più alto funzionario russo in visita a Pechino da quando Mosca ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022, ha tenuto colloqui con il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Qiang.

Con la guerra in Ucraina al suo secondo anno e la Russia che sente sempre di più il peso delle sanzioni occidentali, Mosca si appoggia a Pechino per ottenere sostegno, molto più di quanto faccia la Cina con la Russia, alimentando la domanda cinese di petrolio e gas.

Le pressioni da parte dell'Occidente non hanno mostrato alcun segno di allentamento, con le dichiarazioni del fine settimana del G7 che hanno preso di mira entrambi i Paesi per una serie di questioni, tra cui quella dell'Ucraina. Il G7 ha deciso di inasprire le sanzioni contro Mosca e ha esortato la Cina a fare pressione sulla Russia affinché ritiri le truppe dall'Ucraina.

"Oggi le relazioni tra Russia e Cina sono a un livello mai visto prima", ha detto Mishustin a Li durante l'incontro.

"Sono caratterizzate dal rispetto degli interessi reciproci, dal desiderio di rispondere insieme alle sfide, associato all'aumento delle turbolenze sulla scena internazionale e alla pressione di sanzioni illegittime da parte dell'Occidente collettivo", ha detto.

"Come dicono i nostri amici cinesi, con l'unità si possono spostare le montagne", ha aggiunto.

Tra i memorandum d'intesa firmati, un accordo per approfondire la cooperazione sugli investimenti nei servizi per gli scambi commerciali, un patto sull'esportazione di prodotti agricoli in Cina e un altro sulla cooperazione sportiva.

Secondo le proiezioni, le spedizioni energetiche russe in Cina aumenteranno del 40% quest'anno e i due Paesi stanno discutendo delle forniture di attrezzature tecnologiche alla Russia, ha riferito l'agenzia di stampa Interfax.
Oggi nonostante tutto sulla crescita del pil cinese ha sempre massima incidenza il netto della bilancia commerciale, sulla quale pesa enormemente l'export verso gli Usa, ed è in via di crescita quello verso la UE. La Russia che ha un pil uguale a quello italiano non potrà mai per la Cina rappresentare un approdo. Per cui Putin per la Cina è come una caramella da succhiare lentamente e con gusto ma nulla più.Non è un caso che nel piano di pace presentato dalla Cina pieno di genereciità risibili e incomprensibili, l'unica cosa che si capiva era l'antipatia per le sanzioni, perchè la Cina sulla base di quanto detto sopra proprio, quel tipo di politiche, volte a contenere i commerci le teme di più.
 
Il problema vero è che nel mondo tolti USA/canada/EU/AUSTRALIA/ giappone e pochissimi altri..., il resto è contorno...economicamente parlando, Cina non riesce ad elevarsi, diciamo sulle orme della Russia è andata a bomba ma sempre e solo legata all'export di prodotti, il mercato interno non regge nessun ritmo, e con la botta del covid io dico che tante catene della globalizzazione son saltate...e loro sono spaventati...in Africa investono si, per portar via materie e per creare mercato...ma per prodotti poverissimi che ormai anche in Cina non fanno più, Arabia Saudita cercano di far qualcosa ma sempre petrodipendenti sono....
 
Il problema vero è che nel mondo tolti USA/canada/EU/AUSTRALIA/ giappone e pochissimi altri..., il resto è contorno...economicamente parlando, Cina non riesce ad elevarsi, diciamo sulle orme della Russia è andata a bomba ma sempre e solo legata all'export di prodotti, il mercato interno non regge nessun ritmo, e con la botta del covid io dico che tante catene della globalizzazione son saltate...e loro sono spaventati...in Africa investono si, per portar via materie e per creare mercato...ma per prodotti poverissimi che ormai anche in Cina non fanno più, Arabia Saudita cercano di far qualcosa ma sempre petrodipendenti sono....
Io lascerei solo gli Usa.
Anche perchè il problema della potenza imperiale va molto al di là della potenza economica dell'apparato di produzione e concerne la capacità di essere portatore di un modello vincente di rapporti di produzione, peraltro commisto a un regime politico di consolidata democrazia e pluralismo.
Quando gli antichi romani conquistavano il mondo vi riuscivano ben al di là dei meriti militari ma perchè offrivano livelli di organizzazione sociale molto più avanzati e funzionali di quelli che esistevano nelle popolazioni occupate.
Oggi la Cina è un paese capitalistico,ma in una fase primitiva, in cui a un mercato senza regole, che soggiace al domini di poche, grandi e influenti proprietà private oligopolistiche,si unisce la presenza di uno stato centralistico e autoritario che soggiace a quei domini stessi. La Russia non fa differenza. Ciò è la naturale conseguenza di quel recente processo di dismissioni dei rapporti di produzione comunistici avvenuti dopo la caduta del muro, per cui il capitalismo in Russia e Cina è un capitalismo giovane, che non è in grado di fungere da modello per nessuno oltrechè con un regime politico che lascia spazio a seri dubbi di credibilità e durata.



 
ho letto le ultime due pagine di commenti. Interessanti spunti di riflessione.
Nessuno parla delle triangolazioni con altri paesi per importare ed esportare quello di cui hano bisogno. Credo di averlo letto da qualche parte e direi che mi sembra anche abbastanza logico che accada.
In sostanza, alla russia potrebbe non mancare molto.
 
ho letto le ultime due pagine di commenti. Interessanti spunti di riflessione.
Nessuno parla delle triangolazioni con altri paesi per importare ed esportare quello di cui hano bisogno. Credo di averlo letto da qualche parte e direi che mi sembra anche abbastanza logico che accada.
In sostanza, alla russia potrebbe non mancare molto.
In verità l'auspicio del capitalismo dopo la caduta del muro era ben altro che mettere in pista delle triangolazioni, come da te descritte, ma aprire la strada a un mercato globale.Cosa che è francamente riuscita anche se io , attenzione, anche se sono un difensore del liberoscambismo, ma non però di quello incontrollato e senza regole, come di fatto è avvenuto e non senza costi e inefficenze varie.
Orbene la Russia con la sua invasione dell'Ucraina ha messo i bastoni tra le ruote a questo processo che costituisce un architrave dello sviluppo capitalistico mondiale e quindi un viatico per i profitti privati.Non credo per questo che la passerà liscia anche se riuscirà a chiudere qualche triangolazione.
 
Mi permetto di osservare inoltre che le triangolazioni non sono gratis. Ad ogni passaggio, ogni intermediario deve essere compensato con profitto. Magari piccolo rispetto al valore del bene, ma ci deve essere. E la logistica diventa più complicata.
Tutti questi elementi mi convincono sempre di più a pensare che i vertici politici russi abbiano clamorosamente toppato l'analisi costi/benefici della cosiddetta operazione militare speciale.
 
Mi permetto di osservare inoltre che le triangolazioni non sono gratis. Ad ogni passaggio, ogni intermediario deve essere compensato con profitto. Magari piccolo rispetto al valore del bene, ma ci deve essere. E la logistica diventa più complicata.
Tutti questi elementi mi convincono sempre di più a pensare che i vertici politici russi abbiano clamorosamente toppato l'analisi costi/benefici della cosiddetta operazione militare speciale.
Si ma per quanto ogni intermediario possa essere compensato con profitto in una triangolazione ma nulla compenserà mai la perdita, con la guerra in corso, dell'assenza generalizzata di ogni limite al commercio internazionale.
Infine hai ammesso che i vertici politici russi abbiano clamorosamente toppato l'analisi costi/benefici della cosiddetta operazione militare speciale.
Mah, io penso ancor più realisticamente, che i Russi dopo il 24 febbraio 22, constatata la strenua difesa del popolo ucraino, abbiano, di fatto, già perso la guerra.
Dopo la constatata strenua difesa del popolo ucraino, ai Russi spettava solo offrire, a seguito di un'annessione globale del paese, una sorta di promessa di benefit economici e sociali. Benefit che i Russi non possono permettersi economicamente, nemmeno nella loro patria, non essendo ricchi al pari degli americani.
Ecco perchè hanno dovuto cambiare obiettivi e subito. Li hanno infatti limitati, in quanto Putin non poteva dichiararsi sconfitto e così si sta logorando in una lunga, quanto inutile e costosa per lui, guerra di posizionamento, a difesa di pochi territori.
Guerra da cui ne uscirà ancor più sconfitto di come ne uscirono gli americani dal Vietnam.
 
altro colpo di scena, vero o finto che sia il tentato golpe dello "chef di Putin" lascia sicuramente Putin e il suo enclave molto indeboliti, che paese....e che cosa stiamo vivendo:ambulanza:
 
Che la guerra i russi l’hanno già persa è sacrosanto. Che anzi è ormai provato che tutta la sbandierata capacità militare dei russi era pura propaganda. Così come va riconosciuto che bene abbiamo fatto a supportare militarmente ed economicamente gli Ucraini.

Detto tutto ciò va anche riconosciuto che tutte le teorie che giravano un anno fa per cui le sanzioni avrebbero messo in ginocchio la Russia nel giro di uno o due anni e che ci sarebbero state le rivolte per il pane ecc… si sono rivelate come da me molto modestamente previsto, delle fesserie.

Riguardo gli effetti a lungo termine delle sanzioni sarà da vedere.
Il rischio maggiore per l’Occidente è che a fronte di un uso militare dell’economia e del dollaro in particolare tutti i paesi emergenti cominceranno ad adottare contromisure per ridurre la dipendenza dal dollaro e la dipendenza dall’Occidente in generale.
Alla fine vedremo chi ci perderà di più in tutta questa assurda vicenda.
 
Quello che mi sembra evidente è che l'UE ha perso la guerra energetica, pur avendo gli stoccaggi strategici al di sopra della media storica del periodo :o

I costi degli aiuti economici e militari dell'UE forniti sinora all'Ucraina sono bruscolini, forse state guardando il dito e non la luna. In 30 mesi per il gas abbiamo speso quasi quanto nell'intera decade precedente. E la zavorra degli alti costi energetici ce la dobbiamo ancora portare sulle spalle per anni, stando ai valori dei futures. Il sovrapprezzo che abbiamo già pagato di tasca nostra è superiore ai costi stimati per la ricostruzione dell'Ucraina (pari a 411 miliardi di dollari).

Gas prices on the Dutch Title Transfer Facility (TTF, the European benchmark) averaged $5.31/MMBtu over the 2017-2020 period, whereas today the front-month contract is trading at $9.44/MMBtu, rising above $17 for delivery in January and February 2024.
[...] the total value of gas burned across the continent of Europe over the last 30 months comes in at a grand total of $1.12 trillion. This is comparable to the value of gas burned over the preceding decade to 2020 ($1.35 trillion).
For perspective, $1.12 trillion exceeds the GDP of Saudi Arabia, and is more than the combined market capitalisation of ExxonMobil, Chevron and Shell.

Nell'articolo vengono spiegati tutti i dettagli e come sono stati fatti i calcoli.

Europe’s pyrrhic gas victory
 
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