Dopo aver devastato i risparmi di milioni di famiglie ora le banche si apprestano a rovinare la vita ai molti cittadini che stanno "approfittando" dei bassi tassi di interesse per acquistare la casa.
Per chi vuole acquistare la propria casa questo sembra essere un momento ideale: le rate dei mutui sono di poco superiori a quelle degli affitti ed il costo elevato degli immobili sembra non preoccupare più di tanto i nuovi acquirenti.
Ma quello che succede a chi chiede un mutuo in banca è vergognoso. Le banche stanno indubbiamente cercando di proporre mutui a tasso variabile (motivo: si rendono ben conto dei rischi (loro) di un finanziamento a tasso fisso di lungo/lunghissimo periodo) scoraggiando il più possibile chi vuole indebitarsi senza assumere rischi (a tasso fisso). Ovvimente debitore e creditore si trovano a fare valutazioni opposte: se è molto rischioso oggi per la banca prestare soldi a tasso fisso allo stesso modo è altrettando rischioso farsi finanziare a tasso variabile per i clienti.
Ma il povero cittadino, che si rivolge agli istituti di credito per accendere un mutuo a 15/20 anni, viene illuso dalla banca che i tassi rimaranno sempre stabili oppure continueranno a scendere, ma sicuramente non saliranno (è chiaro che se spingono i mutui a tasso variabile lo fanno per il proprio interesse non quello del cliente che ipoteca la propria casa ed è anche vero che se prefriscono mutui a tasso variabile è perchè pensano il contrario di quello che dicono e cioè che è probabile che i tassi torneranno a salire).
Alla fine, nella maggior parte dei casi, il cliente accetta un mutuo a tasso variabile.
Premesso che nessuno conosce il futuro e quindi nemmeno il livello dei tassi di interesse futuri, facciamo un'ipotesi, nemmeno tanto irreale.
I sig. Mario e Maria Rossi hanno ottenuto un mutuo ventennale a tasso variabile con rate di 800 euro al mese a fronte ad un reddito netto mensile di 1.600 euro.
Ma se il tasso di interesse salisse, per esempio, di circa 300 bp (intorno al 6%, livello non molto elevato) i poveri mutuatari si troverebbero a pagare rate mensili doppie e lo stipendio non sarebbe sufficiente a coprire il finanziamento. A quel punto, i poveri signori Rossi, sarebbero costretti ad interrompere il mutuo ed a cedere l'immobile alla banca.
Ma le banche spiegano queste cose ai clienti oppure pensano solo a derubarli?
Per chi vuole acquistare la propria casa questo sembra essere un momento ideale: le rate dei mutui sono di poco superiori a quelle degli affitti ed il costo elevato degli immobili sembra non preoccupare più di tanto i nuovi acquirenti.
Ma quello che succede a chi chiede un mutuo in banca è vergognoso. Le banche stanno indubbiamente cercando di proporre mutui a tasso variabile (motivo: si rendono ben conto dei rischi (loro) di un finanziamento a tasso fisso di lungo/lunghissimo periodo) scoraggiando il più possibile chi vuole indebitarsi senza assumere rischi (a tasso fisso). Ovvimente debitore e creditore si trovano a fare valutazioni opposte: se è molto rischioso oggi per la banca prestare soldi a tasso fisso allo stesso modo è altrettando rischioso farsi finanziare a tasso variabile per i clienti.
Ma il povero cittadino, che si rivolge agli istituti di credito per accendere un mutuo a 15/20 anni, viene illuso dalla banca che i tassi rimaranno sempre stabili oppure continueranno a scendere, ma sicuramente non saliranno (è chiaro che se spingono i mutui a tasso variabile lo fanno per il proprio interesse non quello del cliente che ipoteca la propria casa ed è anche vero che se prefriscono mutui a tasso variabile è perchè pensano il contrario di quello che dicono e cioè che è probabile che i tassi torneranno a salire).
Alla fine, nella maggior parte dei casi, il cliente accetta un mutuo a tasso variabile.
Premesso che nessuno conosce il futuro e quindi nemmeno il livello dei tassi di interesse futuri, facciamo un'ipotesi, nemmeno tanto irreale.
I sig. Mario e Maria Rossi hanno ottenuto un mutuo ventennale a tasso variabile con rate di 800 euro al mese a fronte ad un reddito netto mensile di 1.600 euro.
Ma se il tasso di interesse salisse, per esempio, di circa 300 bp (intorno al 6%, livello non molto elevato) i poveri mutuatari si troverebbero a pagare rate mensili doppie e lo stipendio non sarebbe sufficiente a coprire il finanziamento. A quel punto, i poveri signori Rossi, sarebbero costretti ad interrompere il mutuo ed a cedere l'immobile alla banca.
Ma le banche spiegano queste cose ai clienti oppure pensano solo a derubarli?