Le belle notizie dal mondo dell'arte

Ciao. Rispetto, ovviamente, la tua opinione, ma mi sembra che tu riconosca a Jago meriti eccessivi. Uno scultore come Charles Ray, anche lui molto “cool”, faceva quello che dici quando Jago aveva dieci anni e portava i calzoncini corti. Qui il link ad una mostra vista a Basilea nel 2014.

Vedi l'allegato 2998865

Trovo significativo l’accostamento a Banksy: sono due artisti del marketing, ma le loro opere non hanno secondo me nulla che non si sia abbondantemente già visto.


Ciao. Pistoletto ha una grande carriera alle spalle, è considerato Artista nonostante la montagna di stracci fatta a Napoli; Jago non ha fatto ancora nulla…
Si d'accordo, io peraltro mi riferivo in modo specifico all' evento Napoletano e alla sua utilità sociale nel contesto del Rione Sanità. Ciao
 
non so chi sia, ma sicuramente un *********.
 
E voi direte, in questo portale di “investimenti in arte” perché metterla fra le belle notizie?

Beh, per un collezionista credo che avere la possibilità di acquistare a cifre più cristiane è sempre una speranza.

Poi si possono togliere fuori dalle balle quei finti collezionisti che si parcheggiano in casa i boetti o i fontana o i salvo solo perché rappresentano una fonte di investimento ma spesso manco conoscono la storia ed il senso di quelle opere.

Infine perché sarebbe opportuno parlare di arte e di cultura senza doversi riempire la bocca e fare la bava per i record d’asta e le prospettive di potersi un domani comprare una Ferrari per aver preso un oggetto d’arte proposto dai vari Vanoni & Co.

Il mercato dell’arte perde smalto dopo il boom. Insieme alle case d’aste - Redazione


il report Deloitte ve lo potete scaricare da qui:

Il mercato dell’arte e dei beni da collezione - Report 2024 | Deloitte

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"gli indici finanziari di Artnet hanno mostrato rendimenti modesti o negativi in tutte le categorie nel medio-lungo termine
(15 anni), con una performance inferiore alle altre asset class tradizionali come il settore immobiliare e l’oro. L’Index for fine Art (Top 100) di ArtNet ha prodotto un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 2,5% tra il 2008 e il primo semestre 2023, rispetto al 8,5% di S&P 500, al 3,8% di immobili e al 4,9% di oro"

secondo me questo chiude ogni questione, si deve comprare arte per amore e passione in questo campo, per fare soldi conviene andare altrove...l'unica eccezione è quando compri un artista giovane che poi esplode, ma sarebbe interessante calcolare quanti "boom" capitano ogni anno, saranno una dozzina su migliaia di artisti presumo...
 
secondo me questo chiude ogni questione, si deve comprare arte per amore e passione in questo campo, per fare soldi conviene andare altrove...l'unica eccezione è quando compri un artista giovane che poi esplode, ma sarebbe interessante calcolare quanti "boom" capitano ogni anno, saranno una dozzina su migliaia di artisti presumo...


Bravo 🙏🙏🙏
 
secondo me questo chiude ogni questione, si deve comprare arte per amore e passione in questo campo, per fare soldi conviene andare altrove...
concordo,ma per fare due esempi semplici semplici,chi si è messo via 10 arazzi 20 anni fa,o 10 salvo 15 anni fa, ha fatto bene a non andare altrove....in ogni collezionismo cè chi fa i soldi e chi lo fa per amore...
io seguo il cuore
 
certo, ma quanti artisti ci sono in Italia ?
hai fatto due nomi, Boetti & Salvo (bravi i loro collezionisti)
ci aggiungi forse Accardi.

E il resto?

meglio collezionare per passione che pensare di far soldi con l'arte ....... altrocheballe :asd:
 
certo, ma quanti artisti ci sono in Italia ?
hai fatto due nomi, Boetti & Salvo (bravi i loro collezionisti)
ci aggiungi forse Accardi.

E il resto?

meglio collezionare per passione che pensare di far soldi con l'arte ....... altrocheballe :asd:
beh qualche nome in più ci sarebbe, però un tempo era più facile comprare quelli "giusti", adesso non è neppure detto che ce ne siano in circolazione tra i giovani di oggi...ma se fino a pochi anni fa compravi Schifano, Bonalumi, e tanti altri avresti comunque fatto ottimi investimenti con pochi rischi
 
ex post è facile fare nomi di autori che era bene comprare...
 
ex post è facile fare nomi di autori che era bene comprare...

infatti,

varrebbe allora la pena di elencare tutti quelli in cui dai televenditori ai tanti prezzolati giornalai ci fecero nomi su cui puntare (come fosse cavalli) eppoi però al circo equestre ci han fatto cadere un bel pò di collezionisti con il cerino in mano.

Viva l'arte datemi retta:yes::o
 
infatti,

varrebbe allora la pena di elencare tutti quelli in cui dai televenditori ai tanti prezzolati giornalai ci fecero nomi su cui puntare (come fosse cavalli) eppoi però al circo equestre ci han fatto cadere un bel pò di collezionisti con il cerino in mano.

Viva l'arte datemi retta:yes::o
Poi ci sono quelli che di nomi ne hanno fatto a centinaia e tra questi ci sono Boetti Castellani ecc..e ne fanno un vanto...ma se su cento ne becchi 4 o 5 e come quando giocavo la schedina e facevo 8...ne avevo azzeccato 8 su 13, un bel risultato... peccato che si vinceva con 13...
 
però qualche spoiler importante c'era già nel 1967, voglio dire, rispetto ad oggi, all'epoca c'erano i movimenti, pochi galleristi importanti e influenti e una grande attenzione su alcuni nomi che erano già considerati geniali in partenza...oggi non sarebbe possibile fare una lista del genere, comprare italiano è diventato molto più rischioso rispetto ad un momento storico in cui qui nascevano idee e manifesti...a questo elenco poi c'è aggiungere quelli venuti in seguito con la transavanguardia, o gruppo forma 1, etc...oggi chi ci sarebbe nell'ultra-contemporaneo di altrettanto promettente?!?
 

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ma non solo fra gli ultra contemporanei,
se solo pensi la "propaganda" che si sono fatti i singoli artisti della pittura analitica (diciamo le loro gallerie dai) ma non in forma di gruppo (come sarebbe accaduto ai tempi dell'arte povera o della trassavanguardia), ma in forma appunto di singoli.

Sempre più difficile trattare di investimenti, salvo affidarsi a qualche mago, ma di quelli bravi eh? :rotfl:
 
"gli indici finanziari di Artnet hanno mostrato rendimenti modesti o negativi in tutte le categorie nel medio-lungo termine
(15 anni), con una performance inferiore alle altre asset class tradizionali come il settore immobiliare e l’oro. L’Index for fine Art (Top 100) di ArtNet ha prodotto un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 2,5% tra il 2008 e il primo semestre 2023, rispetto al 8,5% di S&P 500, al 3,8% di immobili e al 4,9% di oro"

secondo me questo chiude ogni questione, si deve comprare arte per amore e passione in questo campo, per fare soldi conviene andare altrove...l'unica eccezione è quando compri un artista giovane che poi esplode, ma sarebbe interessante calcolare quanti "boom" capitano ogni anno, saranno una dozzina su migliaia di artisti presumo...
Personalmente sono d’accordo che si debba comprare arte per passione, ma è improprio usare gli indici del mercato dell’arte per fare confronti con investimenti in altri mercati. Ci sono un’infinità di tecniche per produrre indici, più o meno sofisticate, ma tutti gli indici pensati per il mercato dell’arte hanno dei problemi. Non esiste un numero equivalente allo S&P500 per il mercato dell’arte, quindi non ha senso fare confronti di quel tipo.

Ne avevamo parlato un po’ in questa vecchia discussione:

Masterworks - investire in "quote" di una opera d'arte

Da notare che all’epoca c’era chi sosteneva che un certo indice dimostrasse performance migliori del mercato dell’arte rispetto all’azionario. Cercavo di dire allora che ciò non fosse sostenibile, così come adesso non è sostenibile neppure il contrario. Per essere molto espliciti: se l’Index for fine Art (Top 100) di ArtNet fosse stato il 10% anziché il 2,5% ce ne saremmo fatti una ragione, ma non avremmo potuto concludere che l’arte sia un investimento migliore rispetto all’oro o alle azioni, con buona pace di chi su queste analisi ci campa.
 
Personalmente sono d’accordo che si debba comprare arte per passione, ma è improprio usare gli indici del mercato dell’arte per fare confronti con investimenti in altri mercati. Ci sono un’infinità di tecniche per produrre indici, più o meno sofisticate, ma tutti gli indici pensati per il mercato dell’arte hanno dei problemi. Non esiste un numero equivalente allo S&P500 per il mercato dell’arte, quindi non ha senso fare confronti di quel tipo.

Ne avevamo parlato un po’ in questa vecchia discussione:

Masterworks - investire in "quote" di una opera d'arte

Da notare che all’epoca c’era chi sosteneva che un certo indice dimostrasse performance migliori del mercato dell’arte rispetto all’azionario. Cercavo di dire allora che ciò non fosse sostenibile, così come adesso non è sostenibile neppure il contrario. Per essere molto espliciti: se l’Index for fine Art (Top 100) di ArtNet fosse stato il 10% anziché il 2,5% ce ne saremmo fatti una ragione, ma non avremmo potuto concludere che l’arte sia un investimento migliore rispetto all’oro o alle azioni, con buona pace di chi su queste analisi ci campa.

concordo e l'ho anche scritto ma resta comunque un dato di cui prendere atto e rimodulare alcune aspettative forse un po' ingenue e dettate dall'amore per questa materia (e comunque il 2,5% medio non è da buttare via su lunghi periodi, rispetto ad altri investimenti c'è sempre la quota di ammortamento "visivo" di cui godere in aggiunta, oltre al prestigio/posizionamento sociale)
 
concordo e l'ho anche scritto ma resta comunque un dato di cui prendere atto e rimodulare alcune aspettative forse un po' ingenue e dettate dall'amore per questa materia (e comunque il 2,5% medio non è da buttare via su lunghi periodi, rispetto ad altri investimenti c'è sempre la quota di ammortamento "visivo" di cui godere in aggiunta, oltre al prestigio/posizionamento sociale)
Il punto è che quel 2,5% è privo di significato. Non è il rendimento medio di niente.
 
Il punto è che quel 2,5% è privo di significato. Non è il rendimento medio di niente.
mah non direi che è aria fritta, artnet è un sito serio e i dati su 20 anni qualcosa dicono, ovvio che ci sono delle criticità per certi aspetti ma per altri no e quindi ci si può fare un'idea a leggerli, poi i buchi logici ognuno li completa per quel che riesce in base al proprio intuito/cultura/conoscenza ma senza sentirsi troppo più furbi di artnet e deloitte che di analisi del genere ne fanno ogni giorno...

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