Luca Alinari

Ciao. Provo a esprimere la mia opinione.

Intanto, non so che cosa se ne dicesse qui, ma Salvo 8 anni fa non era per niente snobbato dalla critica. La mia tesi di Master è del 2015 e l’importanza di Salvo non l’ho certamente inventata io.

I tre casi che proponi sono molto diversi tra loro: Salvo è un artista importante per la storia dell’arte italiana, su cui è stato fatto un lavoro per farlo conoscere anche fuori; Nicolas Party è un’invenzione della potente Hauser & Wirth; Daisy Dodd-Noble è sostenuta da una buona galleria, ma è uscita dall’Accademia nel 2017: l’accostamento a Salvo è palesemente un fenomeno di marketing.

È indubbio che sia un momento favorevole per questo tipo di arte. Credo, però, che rivalutazioni significative di artisti come Alinari, Stefanoni, ecc. sarebbero state possibili solo se il “lavoro” su di loro fosse stato fatto prima. Adesso è certamente un buon argomento di vendita identificarli come “il prossimo dopo Salvo” e può smuovere un po’ le acque, ma ci vorrebbero mostre e un po’ più di letteratura in inglese. Sarà pur vero che i giovani non hanno voglia di “studiare”, ma sarebbe bene che si trovasse con facilità qualcosa da leggere in inglese (magari anche per preparare i galleristi all’estero che qualcosa dovranno pur dire su questi artisti).

Conosco solo superficialmente il lavoro di Alinari. È stato reso popolare, ma anche trivializzato, da Telemarket. Secondo me, per quello che ho visto, è un ottimo artista, soprattutto nella produzione meno recente e meno commerciale (un po’ come nel caso di Salvo). Ci vuole qualcuno che se ne occupi seriamente, in modo che venga fatto conoscere all’estero, ma anche in Italia al di là dell’ingiusto stigma delle televendite.

Per concludere, alla tua domanda: “Può il nostro dimenticato maestro essere oggetto di riscoperta, se non della critica, almeno dal mercato ?”, risponderei con un “Perché no?”, ma potrebbero volerci anche anni (magari al prossimo ciclo di mercato in cui andranno a ruba i paesaggi colorati). Secondo me, però, se non c’è prima anche qualche critico che se ne torna ad occupare (magari in inglese) sarà più difficile.
Sposo in pieno tutte le tue competenti ed autorevoli considerazioni, Stefano
 
Io prima di alinari comprerei tadini e pozzati poi fate voi
 
Anche il mercato di STEFANONI era stagnante fino a pochi mesi fa..........per ALINARI incomincio a vedere in giro mani che raccolgono con molta discrezione....... Per altro per quello che costa è una scommessa a bassissimo rischio......sempre che piaccia la sua pittura.
sono d’accordo ma era uno stagnante comunque di livello più alto. Un po’ come lo era il mercato di Salvo prima del botto….Alinari è uno stagnante in un mercato già di suo basso. Però guarda io sono d’accordo con te; il momento attuale fa si che una fiche là si può puntare tranqulllamente ammesso sempre che piaccia il genere…
 
Io prima di alinari comprerei tadini e pozzati poi fate voi
E c’hai ragione …soprattutto Tadini non lo dimenticherei ma li per quel che ricordo c’è tutt’altro che un archivio serio. Però non sono informato se negli ultimi anni le cose si siano sistemate ….
 
Rispolvero questo thread mestamente finito nell'oblio da ben 5 anni insieme alla morte del Maestro .
La cosa che più mi ha suscitato interesse nel rileggere alcune considerazioni che qui si facevano nel lontano 2016 , sono i parallelismi che venivano espressi, con profonde ed elaborate dissertazioni, tra la pittura/linguaggio di ALINARI e quella di altri artisti , in primis SALVO.
Alcune analisi che allora ( ben 8 anni fa) si facevano su SALVO, e di riflesso su ALINARI, preconizzavano e anticipavano quello che oggi è tema di discussione alla luce del successo internazionale della pittura di SALVO ( e della conseguente "esplosione" delle quotazioni di mercato ).
Chi l'avrebbe mai previsto, allora, che autori ( per ora SALVO) in quel tempo snobbati dalla critica e dal mercato , in quanto ritenuti leggeri e superficiali ( per non dire decorativi) sarebbero divenuti oggetto del desiderio dei collezionisti di tutto il mondo ? E il loro linguaggio pittorico diventare improvvisamente apprezzato e considerato originale e contemporaneo ?
Tutto ciò ci fa capire che il gusto estetico ( o per qualcuno le cosiddette mode) cambiano negli anni e di riflesso la considerazione degli artisti .
Oggi una certa pittura leggera, immediata e surreale incontra il gusto dei collezionisti ( vedi SALVO, DAISY DODD-NOBLE, NICOLAS PARTY, e tanti altri ) con conseguenti ascese esponenziale delle loro quotazioni di mercato; forse i giovani collezionisti non hanno più voglia di "studiare", di capire il concettuale, e cercano immagini semplici, leggere , surreali , di immediata lettura, senza voglia di star li a cercare di spiegarsi il significato concettuale di un'opera a prima vista "indecifrabile" ,o di un'opera " forte e provocatoria ".

Alla luce di quanto sopra già sento in giro di fare accostamenti e associazioni tra le opere di SALVO e quelle di altri autori trascurati con linguaggi simili, come appunto ALINARI.
La pittura di ALINARI, al di là di ogni considerazione critica sul suo valore artistico, si può considerare indubbiamente originale e apprezzabile sotto il profilo meramente estetico, al pari di SALVO, e considero le sue quotazioni estremamente bistrattate , alla luce del fenomeno SALVO appunto.
Cosa ne pensate ? Può il nostro dimenticato maestro essere oggetto di riscoperta, se non della critica, almeno dal mercato ?
Sotto allego alcuni esempi di opere dei vari artisti citati.

LUCA ALINARI
Vedi l'allegato 2991315
Vedi l'allegato 2991314

Vedi l'allegato 2991312

Vedi l'allegato 2991311

NICOLAS PARTY
Vedi l'allegato 2991310


Vedi l'allegato 2991309

SALVO
Vedi l'allegato 2991292

Vedi l'allegato 2991294

DAISY DODD-NOBLE
Vedi l'allegato 2991301

Vedi l'allegato 2991306

Credo che qualcosa stia bollendo in pentola anche per un altro artista che spesso viene accostato a Salvo: Tino Stefanoni. Avevo una sua opera in collezione venduta bene qualche tempo fa e recentemente sono stato contattato via mail da una sua storica galleria di riferimento perché era alla ricerca di opere. Finora il problema principale credo sia stato proprio che nessuna galleria abbia un nucleo di opere tale da poterci lavorare. Forse ora si stanno organizzando…alle spalle ricordiamo c’è un archivio serio ma ricordiamo che Salvo ha potuto contare anche su una galleria di famiglia con una consistente quantità di opere a disposizione. Quantità di opere che hanno anche altre gallerie e mercanti italiani tra cui il compianto Poleschi.

Per quel che riguarda Alinari da un lato sicuramente ha uno stile riconoscibile e questo è sempre un punto a favore; ma al di là di quello non vedo per ora altre similitudini partendo sopratutto dal fatto che ha davvero un mercato che definire stagnante è un eufemismo…io sinceramente penserei per restare ad un ambito operativo molto simile a quello di Salvo più a Gilardi, Nespolo o perché no …Mondino per quel che riguarda la sua produzione recente …

Che ne pensate?
Ci avevi visto giusto, visto la "stefanonimania" degli ultimi tempi. Alla fine anche il mercato per certi versi "ragiona per associazioni"; e i discorsi di anni fa diventano di nuovo attuali e muovono gli appetiti dei collezionisti.
 
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