cataflic
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Veramente non è affatto chiaro.
Al momento dell'ingresso dell'euro il costo del debito sovrano italiano a medio termine (10 anni) era dell'ordine del 10%, più del triplo di oggi.
Poi entrando nell'euro, come per magia, abbiamo pagato i tassi vigenti sul marco, ossia la metà di quelli che c’erano solo un giorno prima sulla lira, a parità di scadenza. È stato come se avessimo trasformato i debiti in lire in debiti in marchi: un marco chiamato euro.
Ossia abbiamo dalla mattina alla sera trovato per terra un "dividendo" pari alla metà (circa) di ciò che l'Italia pagava allora per interessi sul debito.
Che poi al politichetto di turno che non vuole perdere voti o al giornalistucolo da strapazzo che non vuole perdere lettori, non convenga ricordare le cose ... quello sì che è un fatto oggettivo.
Ricordare quelle cose potrebbe far nascere domande scomode. Ad esempio: visto che ci siamo trovati a pagare, per almeno 5/10 anni, metà degli interessi pattuiti, che ne è stato del tesoretto costituito dalla metà risparmiata? Com'è stato speso? In quali benefici si sono tradotti per gli italiani? Visto che in quegli anni i governi erano sia di centrodx (dove c'era pure la Lega) che di centrosx (dove c'erano pure quelli che oggi stanno in SEL), sarebbe una domanda parecchio imbarazzante un po' per tutti.
Quindi è meglio che i nostri giornalistucoli non stimolino quei ricordi e continuino a dare la colpa ai tedeschi e inventarci che sono stati loro a guadagnarci, mica noi, perché è l'unica versione che sta bene a tutti i nostri politichetti.
Scrivo "ricordare" perché queste cose non sono affatto segrete. Basta informarsi (e ai tempi di Internet è solo un fatto di volontà) per ritrovare la memoria casualmente perduta.
Non per niente Italia e Grecia erano tra i pochi paesi euroentusiasti nei primi anni del 2000, quando Grillo sfasciava i computer urlando che dietro a Internet non c'è niente, quando la sinistra estrema era europeista e quando la Lega era più che felice di togliersi di torno la "liretta".
Che poi, nel nostro mercato interno privo di concorrenza, in mano alle corporazioni, iperregolamentato, ci siamo ritrovati a pagare un caffé da mille lire a 1 euro, beh ... con tutta la buona volontà, non riesco proprio a capire come possa essere stato colpa della Germania.
La neolingua orwelliana, se qualcun altro ricorda.
sicuro???