maf@lda
il bello, il buono, il giusto
- Registrato
- 29/6/05
- Messaggi
- 35.798
- Punti reazioni
- 2.824
“Mia mamma mi parlava spesso della sua terra quando ero bambino... I ricordi, com’è comprensibile, sono molto contrastanti.
Sergio Marchionne parla con gioia della madre Maria Zuccon, veneto-istriana, e della sua infanzia a Zucconi, dei bei momenti che ha trascorso con la famiglia,
di quando andava al mare con la sorella Anna e, dopo lunghe camminate, raggiungevano finalmente la spiaggia e le ‘loro’ grotte.
Ne parla con amore quando racconta dell’incontro della madre Maria Zuccon, veneto-istriana, con il padre, che dall’Abruzzo si era
trasferito proprio in Istria per dirigere
la stazione dei Carabinieri di Carnizza. Si erano conosciuti nell’emporio che il nonno Giacomo aveva aperto in piazza, a Zucconi,
praticamente sotto casa, e dove la madre trascorreva molto tempo ad aiutare.
Parla con profondo dolore se pensa al periodo delle pulizie etniche e delle foibe. Quando nel 1943 arrivarono i partigiani di Tito
a rastrellare i ‘nemici del popolo’, l’emporio venne distrutto e il nonno fu catturato e fatto sparire, insieme ad altre persone perbene
del paese. Anche lo zio Giuseppe, il fratello più grande della madre, che partì alla ricerca del padre, non fece mai più ritorno a casa.
Qualche anno più tardi, i genitori di Sergio, Concezio e Maria, lasciarono l’Istria, per sposarsi e andare a vivere in Italia.
La sua famiglia materna ha provato sulla propria pelle la tragedia delle foibe e dell’esodo.
“Il rancore non è uno dei sentimenti che mia madre mi ha trasmesso. In lei ho sempre visto una donna estremamente forte e sensibile,
due elementi che possono convivere solo in chi è stato messo duramente alla prova dalla vita. Quando parla della terribile esperienza
che lei e la sua famiglia hanno dovuto passare, sento dolore e commozione nella sua voce, non vendetta”.
Sergio Marchionne parla con gioia della madre Maria Zuccon, veneto-istriana, e della sua infanzia a Zucconi, dei bei momenti che ha trascorso con la famiglia,
di quando andava al mare con la sorella Anna e, dopo lunghe camminate, raggiungevano finalmente la spiaggia e le ‘loro’ grotte.
Ne parla con amore quando racconta dell’incontro della madre Maria Zuccon, veneto-istriana, con il padre, che dall’Abruzzo si era
trasferito proprio in Istria per dirigere
la stazione dei Carabinieri di Carnizza. Si erano conosciuti nell’emporio che il nonno Giacomo aveva aperto in piazza, a Zucconi,
praticamente sotto casa, e dove la madre trascorreva molto tempo ad aiutare.
Parla con profondo dolore se pensa al periodo delle pulizie etniche e delle foibe. Quando nel 1943 arrivarono i partigiani di Tito
a rastrellare i ‘nemici del popolo’, l’emporio venne distrutto e il nonno fu catturato e fatto sparire, insieme ad altre persone perbene
del paese. Anche lo zio Giuseppe, il fratello più grande della madre, che partì alla ricerca del padre, non fece mai più ritorno a casa.
Qualche anno più tardi, i genitori di Sergio, Concezio e Maria, lasciarono l’Istria, per sposarsi e andare a vivere in Italia.
La sua famiglia materna ha provato sulla propria pelle la tragedia delle foibe e dell’esodo.
“Il rancore non è uno dei sentimenti che mia madre mi ha trasmesso. In lei ho sempre visto una donna estremamente forte e sensibile,
due elementi che possono convivere solo in chi è stato messo duramente alla prova dalla vita. Quando parla della terribile esperienza
che lei e la sua famiglia hanno dovuto passare, sento dolore e commozione nella sua voce, non vendetta”.