Mamma.....

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LADY DIANA E LA FIGLIA SEGRETA, I DOCUMENTI NASCOSTI RIVELANO TUTTA LA VERITÀ

A 25 anni dalla tragica scomparsa di Lady Diana, la sua figura è ancora avvolta da un alone di mistero. C'è addirittura chi ipotizza l'esistenza di una figlia segreta.
L’interesse morboso dei media nei suoi confronti ha fatto sì circolare sempre numerose storie sul suo conto, tra le più fantasiose che la riguardano, vi sarebbe quella della presunta figlia segreta di nome Sarah, e che oggi avrebbe 30 anni.

La questione sarebbe piuttosto complessa: in sostanza, prima di sposarsi con il futuro Re d’Inghilterra, Diana si sottopose a diversi test di fertilità, una prassi consolidata nella famiglia reale. Gli ovuli di Lady D vennero artificialmente fecondati dal seme di Carlo e, dopo aver avuto la prova della loro fertilità, fu ordinato al medico di sbarazzarsi degli embrioni.In realtà, il medico in questione ne sottrasse uno e lo impiantò nel grembo della moglie: nasce così Sarah, figlia segreta di Diana che scoprì da adulta la sua vera storia.

Dietro questa vicenda ci sarebbe addirittura lo zampino della defunta Regina Elisabetta, che ordinò questa sperimentazione per accertarsi che la principessa Diana fosse in grado di garantire alla Corona degli eredi.

Secondo alcune clamorose indiscrezioni, William e Kate sarebbero al corrente della faccenda e avrebbero deciso di incontrare Sarah negli USA, ma unicamente per dissuaderla dal rivelare la sua storia ed avanzare pretese di ogni tipo.



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Marco Masini ha dedicato a sua mamma Anna Maria, insegnante elementare, la canzone "Lontano dai tuoi angeli" (2009). Era deceduta a soli 47 anni, di malattia, mentre il figlio stava svolgendo il servizio militare.

Fu proprio la madre a regalargli una tastiera giocattolo Bontempi, quando aveva 4 anni, e da quel momento ha avuto inizio la sua passione per la musica. Marco ama ricordarla con affetto mentre sfaccenda o prepara da mangiare, mentre con la sua bella voce accompagnava i pezzi che lui suonava. Lei e il padre vanno di frequente a ballare portandosi Marco che spesso e volentieri sale sul palco e canta "l'edera", la sua canzone preferita. Ancora lei fu a spronarlo a intraprendere la carriera musicale, convincendo il marito Giancarlo a mettere da parte le sue resistenze per far seguire a Marco il suo più grande interesse.




"Ho ancora il vizio di barare con la vita e col destino
E la paura di dormire che c'avevo da bambino
Soldi e debiti o colpe e meriti
Ma anche il colore dei tuoi occhi e la mia stanza dei balocchi
Ho ancora i dischi che ascoltavi e il nostro vecchio pianoforte
Il desiderio di parlarti e di scoprire le mie carte
Ho tante maschere ma devo ammettere
Non ti assomiglio in questa cosa
Anche se è tardi ormai ti chiedo scusa
Ho la stessa voglia di giocare
Che avevo già a tre anni
E un'altra casa che non sai
E un altro cane e un'altra età
Ma l'inverno è già alle porte
E tu, ogni giorno tu
Mi manchi come il sole
Che s'appoggia all'orizzonte immenso e blu
Ed io mi sento perso qui
Ho ancora dentro il cuore il ritmo delicato dei tuoi passi
E le parole che mi hai detto prima che ti addormentassi
Ormai le critiche non mi feriscono
Ma devo a te questa fortuna
A te che abiti la Luna
A cosa pensi in quella foto con me in braccio sulla spaggia
Ascolti ancora divertita la canzone della pioggia
O è più credibile che ormai sia polvere
E tu non possa più pensarmi
A quest'idea non riesco a rassegnarmi
Tu, ogni giorno tu
Mi manchi come l'aria
Nei silenzi di ogni mia preghiera
Tu, che non piangi più
E resti sempre giovane
Al centro di ogni sogno
Io ci provo a vivere
A cambiare e a credere
In qualcosa che assomigli a quella tua semplicità
E ti cerco nella scia
Che ogni donna semina
Ma mi perdo in storie ormai svuotate di ogni verità
Sono uno spettacolo
Tragico e ridicolo
E avrei voglia di scambiare la tua vita con la mia
Di tornare a correre
Dietro alle lucertole
E quegli anni incancellabili che ancora io mi porto dentro
Se potessi almeno rivederti
Anche per un momento
Se credessi a quell'idea
Che tu, ogni giorno tu
Ancora mi proteggi
Mentre invece so che non puoi farlo più
Ed io mi sento perso qui
Lontano dai tuoi angeli
"

-

Buona festa a tutte le Mamme per domenica prossima

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e un grande saluto a Maf :)
 
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Marco Masini ha dedicato a sua mamma Anna Maria, insegnante elementare, la canzone "Lontano dai tuoi angeli" (2009). Era deceduta a soli 47 anni, di malattia, mentre il figlio stava svolgendo il servizio militare.

Fu proprio la madre a regalargli una tastiera giocattolo Bontempi, quando aveva 4 anni, e da quel momento ha avuto inizio la sua passione per la musica. Marco ama ricordarla con affetto mentre sfaccenda o prepara da mangiare, mentre con la sua bella voce accompagnava i pezzi che lui suonava. Lei e il padre vanno di frequente a ballare portandosi Marco che spesso e volentieri sale sul palco e canta "l'edera", la sua canzone preferita. Ancora lei fu a spronarlo a intraprendere la carriera musicale, convincendo il marito Giancarlo a mettere da parte le sue resistenze per far seguire a Marco il suo più grande interesse.




"Ho ancora il vizio di barare con la vita e col destino
E la paura di dormire che c'avevo da bambino
Soldi e debiti o colpe e meriti
Ma anche il colore dei tuoi occhi e la mia stanza dei balocchi
Ho ancora i dischi che ascoltavi e il nostro vecchio pianoforte
Il desiderio di parlarti e di scoprire le mie carte
Ho tante maschere ma devo ammettere
Non ti assomiglio in questa cosa
Anche se è tardi ormai ti chiedo scusa
Ho la stessa voglia di giocare
Che avevo già a tre anni
E un'altra casa che non sai
E un altro cane e un'altra età
Ma l'inverno è già alle porte
E tu, ogni giorno tu
Mi manchi come il sole
Che s'appoggia all'orizzonte immenso e blu
Ed io mi sento perso qui
Ho ancora dentro il cuore il ritmo delicato dei tuoi passi
E le parole che mi hai detto prima che ti addormentassi
Ormai le critiche non mi feriscono
Ma devo a te questa fortuna
A te che abiti la Luna
A cosa pensi in quella foto con me in braccio sulla spaggia
Ascolti ancora divertita la canzone della pioggia
O è più credibile che ormai sia polvere
E tu non possa più pensarmi
A quest'idea non riesco a rassegnarmi
Tu, ogni giorno tu
Mi manchi come l'aria
Nei silenzi di ogni mia preghiera
Tu, che non piangi più
E resti sempre giovane
Al centro di ogni sogno
Io ci provo a vivere
A cambiare e a credere
In qualcosa che assomigli a quella tua semplicità
E ti cerco nella scia
Che ogni donna semina
Ma mi perdo in storie ormai svuotate di ogni verità
Sono uno spettacolo
Tragico e ridicolo
E avrei voglia di scambiare la tua vita con la mia
Di tornare a correre
Dietro alle lucertole
E quegli anni incancellabili che ancora io mi porto dentro
Se potessi almeno rivederti
Anche per un momento
Se credessi a quell'idea
Che tu, ogni giorno tu
Ancora mi proteggi
Mentre invece so che non puoi farlo più
Ed io mi sento perso qui
Lontano dai tuoi angeli
"

-

Buona festa a tutte le Mamme per domenica prossima

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e un grande saluto a Maf :)
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Ciao Diago...un grazie XXXL per il tuo grande saluto:flower::-)


LE TASCHE PIENE DI SASSI – Jovanotti

Canzone scritta da Lorenzo Jovanotti per la mamma
Giocano a dadi gli uomini
Resta sul tavolo un avanzo di magia
Sono solo stasera senza di te
Mi hai lasciato da solo davanti al cielo
E non so leggere vienimi a prendere
Mi riconosci ho un mantello fatto di stracci
Sono solo stasera senza di te
Mi hai lasciato da solo davanti a scuola
Mi vien da piangere
Arriva subito
Mi riconosci ho le scarpe piene di passi
La faccia piena di schiaffi
Il cuore pieno di battiti
E gli occhi pieni di te
Sono solo stasera senza di te
Mi hai lasciato da solo davanti al cielo
Vienimi a prendere
Mi vien da piangere
Mi riconosci ho le scarpe piene di passi
La faccia piena di schiaffi
Il cuore pieno di battiti
E gli occhi pieni di te

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KATIE MELUA, I WILL BE THERE

E’ la signora lungo il viale
o solo la donna sulla strada
come ogni madre che puoi conoscere
per me, è l’unica che l’abbia pianificato
di portarci tutti nel paese delle Meraviglie
ha sempre voluto mandarci lì
e ha detto
non essere mai solo
ricordati, mi importerà sempre
ovunque sarai
ricordati che ci sarò
e come un’altra signora che conosciamo
lei ha un sorriso così brillante e dolce
e i capelli bianchi come la neve che cade
anche se la vita non è facile giorno per giorno
lei ha un modo speciale
per farci sorridere quando ci sentiamo giù
e dice
non essere mai solo
ricordati, mi importerà sempre
ovunque potrai essere
ricordati che sarò lì
non essere mai solo
ricordati che sarò lì
sarò lì
sarò lì

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Diego Valerio Dalla Palma (Enego, 24 novembre 1950) è un truccatore, scrittore, imprenditore e personaggio televisivo italiano

«Da Malga Lambara scendevo a scuola con il camion del latte. La mamma mi diceva: “Te devi ’ndar via, no star qua fra le vache, come mì”. Non eravamo d’accordo su nulla. Il nostro è stato un violento nubifragio d’amore. Nel 1968 mi mise in mano 25.000 lire: “Ghemo solo questi, te i dago, ma no tornar indrìo!”.
Era lo stesso rapporto che legava Pier Paolo Pasolini alla madre Susanna Colussi...
U-gua-le! Non ebbi il coraggio di dirlo al regista. Pasolini le fece interpretare la Madonna sotto la croce nel Vangelo secondo Matteo , io la truccavo per portarla al ristorante. Finito il make-up, le dicevo: te me par ’na vecia pu.tana. E lei: “Eh no, vecia no!”.Tutte le donne mi hanno sempre chiesto una sola cosa: farle apparire giovani».

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Mia madre viveva di istinti: a volte violenti, selvaggi, impulsivi. Prevedeva fatti e questioni. Non sapeva insegnare ma sapeva trasmettere. Detestava la mediocrità e la sottomissione. Era istintivamente anticonformista. Per questo ha saldato alla vita il conto delle tre S: Sincerità, Sofferenza e Solitudine.
Quello che mi manca di più, sono le sue mani.

DIEGO DALLA PALMA
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Mamma
... Dove sei in questo cielo infinito, mentre cerco di afferrare un alito di vento. Quanto rumore fa un dolore sordo anche a distanza di tempo, non so darmi una risposta e che a volte mi sembra che il cuore si rompa e vada in mille pezzi. Quante volte ci si dà per scontati, credendo che ci sia sempre un dopo da vivere, da rincorrere o da sognare insieme. Quante volte quel dopo ci frega con un mai... Dove sei in questo nulla cosmico dove lo sguardo spaventa, troppo profondo per un solo battito. Forse sei qui, alla distanza di un respiro ad asciugarmi una lacrima mentre ti penso...
Consuelo Accornero
 
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A Teheran, quando guidavo l'automobile, ero sempre preceduta da staffette che fermavano il traffico per lasciarmi passare. Ora, al volante della mia piccola Opel sono terrorizzata dalla segnaletica stradale e dai semafori. Verde, giallo, rosso... Come si attraversa un incrocio? Come faccio a evitare gli altri automobilisti? Sono presa dal panico. Non ho la minima idea di come si parcheggia una macchina, di come si entra in una stazione di servizio, di quanta benzina occorre. La folla mi fa paura e ho perennemente l'impressione di essere pedinata, spiata, perseguitata. Sono come una prigioniera rimasta troppo a lungo in carcere che non sa più orientarsi né vivere in mezzo agli altri. Sono risucchiata in una spirale d'angoscia.
Giorno per giorno mia madre m'insegna di nuovo a camminare, a sorridere, a sperare.
Mi mette al mondo una seconda volta.

Sorāyā Esfandiyāri Bakhtiyāri...
“LA PRINCIPESSA DAGLI OCCHI TRISTI”

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Sorāyā Esfandiyāri Bakhtiyāri è stata regina di Persia come seconda moglie di Mohammad Reza Pahlavi, l'ultimo Scià di Persia. All'estero, e soprattutto in Italia dove visse per alcuni anni, era più conosciuta con il nome di Soraya. Nonostante il divorzio dallo Scià dell'Iran nel 1958, dopo che non riuscì a produrre un erede, la coppia rimase innamorata fino alla morte

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