Mamma.....

auguri a tutte le mamme di oggi.

 
Auguri :)
 

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"Vidi il viso di papà bagnato dalle lacrime e l’ostetrica che batteva le mani in un gesto di soddisfazione, girai la testa e mi scontrai
con l’immagine di un piccolo corpo stropicciato tra le mani dell’infermiera.

La bolla scoppiò e il suono del tuo vagito si depositò nei miei timpani. Il mio cuore si staccò dal corpo e fece una capriola.
Ero madre.
...Dov’era il mio amore per te? Dov’era la gioia di essere madre? Dov’era tutto quello che avevo letto nei libri e su internet?
Dov’era l’emozione di nutrirti al mio ****? Dov’era la bellezza e la magia della condivisione del letto?”

...Ero una neomamma con la sua bambina fresca di placenta tra le mani, con la normale paura di romperla, di ammazzarla o di mutilarla.
Non mi sono mai sentita più smarrita e invisibile in vita mia come in quei quattro giorni di ricovero. Avevo la stanza piena di amici e parenti,
ma loro non mi vedevano, io non esistevo più.
...Silenzio, respiro regolare, corpo immobile.
Era fatta, dormivi. Adoravo quel momento della giornata, quello in cui ti spegnevi e io restavo qualche minuto a guardarti e a congratularmi con me
stessa per la meraviglia che avevo creato...

Finalmente capii perché le altre mamme sostenevano che i loro figli sono la cosa più importante del mondo: perché lo erano, e tu lo diventasti per me."

Le mamme ribelli non hanno paura – Giada*Sundas
 

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Tre volte apristi gli occhi
per guardarmi.
Tre volte sospirasti
stendesti le braccia
scusandoti
E senza parlare
ti sfilasti la vita
come un cappotto
che pesa quando viene
la bella stagione.*

da Ancestrale, Goliarda Sapienza
 

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Tradimenti e abusi. E' il lato buio della vita di Demi Moore. L'attrice lo racconta nella sua autobiografia 'Inside Out' .
Moore, diventata famosa per la sua interpretazione in 'Ghost',parla della sua infanzia e adolescenza in un contesto familiare instabile
con entrambi i genitori alcolizzati.

"A 12 anni mia madre tentò per la prima volta di suicidarsi . Ricordo di aver usato le mie dita, le dita piccole di una bambina, per togliere
dalla bocca le pillole che mia madre aveva ingerito".


I ripetuti tentativi di suicidio furono per Moore la fine della sua infanzia. L'uomo che lei chiamava papà e amava come tale non era in realtà
il padre biologico. Dopo il divorzio dei genitori la Moore andò a vivere con la madre. In quegli anni accade un altro episodio scioccante, poco
più che una bambina è vittima di uno stupro.
Quando aveva 15 anni la madre tornò a casa con un uomo più grande. Lui la violentò e poi le chiese come si sentiva ad essere stata venduta
dalla madre per soli 500 dollari.

"Nel profondo del cuore no, non credo che fu una semplice transazione tuttavia gli diede accesso a me e mi fece del male".

In seguito abbandonò la scuola e la madre per inventarsi il futuro. A 19 anni, senza alcuna esperienza nel campo della recitazione, ebbe una
parte nella soap opera 'General Hospital' ma poi cominciò anche con l'alcol e la droga e poi la riabilitazione.
Negli anni '90 inizia l'ascesa verso il successo fino a diventare anche l'attrice più pagata di Hollywood.*


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Per nostra madre l’altruismo era un fatto assolutamente scontato. Era anche molto paziente.
Come sia riuscita con tutto il daffare che aveva proprio non so...
Era molto dolce. Costituiva l’elemento di equilibrio rispetto a papà, che era tanto severo e infelice.
Se uno di noi maschi - mia sorella era sempre molto brava - non ce la faceva proprio più, interveniva
sempre a salvare la situazione.
È nostra madre che ci ha dimostrato la validità di questo matriarcato, con la sua capacità di organizzare
la vita di casa, di risolvere i problemi, di trovare sempre una via d’uscita. Nel momento in cui mi sono
reso conto, in modo del tutto istintivo, che questo sistema funzionava, mentre il patriarcato ci avrebbe
portati alla rovina, ho capito di essere favorevole al primo. In questo senso sono un progressista.
A casa mia è Sabine, la mia compagna, a prendere le decisioni. Io ne discuto con lei, certamente.
Ma l’ultima parola è sua. Ed è giusto così.

*REINHOLD MESSNER


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"Mia madre Pat O'Hara è stata la mia luce"
Era una grande appassionata di musica. Tra le tante cose mi ha regalato la passione per la musica,

il teatro, le commedie musicali. Mi ha introdotto, non dico più di papà che è stato un padre artistico, ma mi ha
dato tanto. Poi mi regalò un cuscino, qualche anno fa con la scritta ‘dietro ogni uomo di successo c’è una madre sorpresa’.
Era il segno della sua ironica intelligenza. Mi ha voluto fare un complimento, ma allo stesso tempo dimostrare il suo stupore:
è sempre stato al suo fianco, per me è il mio secondo papà. Me la sono goduta. Lei era una donna un po’ schiva, altera,
ma sempre molto spiritosa. Mi ha insegnato a vivere con leggerezza ed ironia.

Ricky Tognazzi


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Aprì piano la porta ed entrò nella stanza dei ragazzi. Quando alzò le veneziane verdi, la luce riempì di colpo la piccola camera.
Zeko si alzò bruscamente dal letto, aprì gli occhi e socchiudendoli disse:“Sono di nuovo in ritardo per la prima ora!”.
“Oggi è domenica, il tuo compleanno, sciocchino!” disse la madre accarezzandogli i capelli e dandogli il regalo.
Andando in cucina, Zeko indossò il maglione di lana azzurro melange fatto a mano. Si mise a ridere quando si vide nello specchio.
In cucina suo fratello Goran gli diede il suo regalo. Erano dei cioccolatini al rum avvolti in carta oleata e lui corse subito a comprare
il pane, nel supermercato venti metri più in basso lungo la strada.Aida corse sulla porta con in mano la giacca a vento:
“Ti ammalerai, mettiti addosso qualcosa, fa freddo!”.Zeko tornò dal negozio con la pagnotta, ne tagliò subito un quarto, tolse la
mollica al centro e in mezzo mise tutti e cinque i cioccolatini. La cosa che gli piaceva di più era proprio pane e cioccolato e quando
morse il regalo di compleanno disse:“Non c’è niente di meglio al mondo!”.*

Lungo la Via Lattea - Kusturica Emir
 

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Intanto lei torna da me ogni volta che dormo in sogno
e le dico bentornata, siediti intanto,
e lei rassetta, al suo solito, il cuscino,
è innaturale che una madre non rassetti il cuscino a suo figlio
e che il figlio rassetti invece il cuscino di sua madre
e asciugo i suoi sudori freddi e liscio i suoi capelli stopposi
e stringendole la mano fredda le dico
non temere il posto dove vai, non ne tornerai
a mani vuote come tante volte ne tornasti
perché nel posto dove vai non ci sono speranze
né perdita, rimorso e dolore, neppure quello di madre,
nel posto dove vai non manca nulla.
È un posto perfetto.

Natan Zach, poeta israeliano nato a Berlino 1930
 

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Tutto su mia madre

Si affaccia da una cornicetta
che ne circoscrive il volto puro
e guarda la finestra
che ritaglia il cielo
mia madre di vent’anni,
mia madre che sognava ancora
e le nascevano voli tra i capelli
mia madre occhi di marzo
con le tasche piene di paure,
lei che non cantava mai.
– Com’è che te ne innamorasti?-
-Fu il suo modo di incedere…-
Lui, principe di sabbia e pioggia,
lei, corolla spalancata in un deserto.

Blumy
La poesia è tratta dal sito*lettere senza destinatario
 

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“Mia madre, spesso, dice che la vita è un puzzle fatto di mille pezzi,
ognuno dei quali ha un suo tempo stabilito per incastrarsi con il resto.
È solo quando il puzzle sarà completato ci si potrà ritenere soddisfatti.”

[Andrea Cerasi, Maria Eleonora – Black Forest. Il Mistero di Rocca d’Oro.]
 

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" Mia madre, Romy Schneider, è indimenticabile. Per il suo lavoro di attrice, per gli uomini che ha amato,
per la morte tragica del suo primo figlio, David, mio fratello, appena un anno prima della sua scomparsa.
Nessuno vuole dimenticare mia madre, tranne me. Tutti vogliono pensare a lei, tranne me. Nessuno
piangerà quanto lo farò io, se penso a lei».


Romy Schneider venne ritrovata morta, la mattina del 29 maggio 1982. Un anno prima aveva dovuto sopportare la disgrazia della morte del figlio 14enne David (avuto dal precedente matrimonio con Harry Meyen), morto mentre scavalcava il cancello della villa di famiglia a Saint-Germain-en-Laye.
A quattro anni e mezzo, Sarah Biasini rimaneva senza fratello e senza madre.

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Sarah venne allevata dai nonni e dal padre, il giornalista franco-italiano Daniel Biasini.
Sarah Biasini nel suo libro La beauté du ciel (La bellezza del cielo) cerca di riscoprire la madre perduta da bambina, presente nei film e nei racconti di amici e famigliari, e solo per pochi anni nella vita reale, e racconta delle tante volte in cui è stata fermata per strada da persone che le chiedevano se fosse la figlia di Romy Schneider, e lei rispondeva di no, infastidita.

«Che cosa rispondere a quelli che mi dicono "quanto mi piaceva!"? Non riesco a condividere il loro amore per lei,
il loro sentimento di mancanza. Il mio amore e il mio vuoto mi sembrano mille volte superiori»
.


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Per riavvicinarsi alla madre Sarah Biasini incontra finalmente gli attori che sono stati importanti nella sua vita:
Michel Piccoli per esempio, poco prima della sua scomparsa e poi, certo, Alain Delon, grande amore di Romy Schneider e suo partner nella «Piscina».

«A lungo non ho osato contattarli, avevo paura di infastidirli e non mi piaceva la posizione della bambina che cerca di sapere chi era sua madre
e fa un sacco di domande. Nei confronti di Alain Delon, così fedele, ho lo stesso pudore mal riposto. Ci siamo incontrati tardi, ognuno aggrappato
alla propria sensibilità, al proprio disagio, forse anche all'attesa. Ma oggi ho meno paura delle mie emozioni.».



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La parola "MADRE" è nascosta nel cuore
e sale alle labbra nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa e si mescola all'aria chiara.

Kahlil Gibram


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Mamma Grazie per quello che sono
Grazie per tutte le cose che non sono
Perdonami per le parole non dette
Per i tempi che ho dimenticato
Mama ricorda tutta la mia vita
Mi hai mostrato amore, hai sacrificato
Pensate a quei giovani e primi giorni
Come sono cambiato lungo la strada, lungo la strada
E So che hai creduto
E So che avevi dei sogni
E mi dispiace che ci sia voluto tutto questo tempo per vedere
Che io sono dove sono a causa della tua verità
E mi manchi, sì, mi manchi
Mamma perdona i tempi che hai pianto
Perdonami per non aver fatto bene
Tutte le tempeste che potrei aver causato
E mi sono sbagliato asciugare gli occhi, asciugare gli occhi
Perche ' so che ci hai creduto.
E So che avevi dei sogni
E mi dispiace che ci sia voluto tutto questo tempo per vedere
Che io sono dove sono a causa della tua verità
E mi manchi, Mi manchi
Oh, mi mancherai
Mamma spero che questo ti fa sorridere
Spero che tu sia felice della mia vita
In pace con ogni scelta che ho fatto
Come sono cambiato lungo la strada, lungo la strada
Perche ' so che hai creduto in tutti i miei sogni
E devo tutto a te, mamma.


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Franca Carboni era la mamma del cantante Luca, il quarto di cinque figli. Franca era casalinga, sposata con Giovanni Carboni, che lavorava come disegnatore in un'azienda di carrozzine e giocattoli per bambini.

Fra i luoghi della sua Bologna, Luca è molto legato a Via san Felice : "da piccolo, cresciuto appena "fuori porta", era la via che mi faceva entrare in centro, nel cuore di Bologna per mano alla mia mamma e al mio papà che lì si erano conosciuti e sposati. Alla domenica si andava a prendere il gelato da "Ugo" che era il più buono di Bologna! La via, per me, dove cominciavano i famosi portici. A vederla non sembra una via grande ed importante invece è addirittura la storica via Emilia, fatta costruire dal console romano Marco Emilio Lepido, per collegare Rimini con Piacenza, che entrando a città cambia nome.“



Luca Carboni ricorda con nostalgia ed affetto le lettere notturne, scritte in punta di penna da sua madre : “Ci lasciava i suoi pensieri profondi sul senso della vita su foglietti volanti che da ragazzi trovavamo sul letto quando si rientrava tardi la notte”.

Nel 2011 la mamma è mancata, per infarto.

"L’uomo ha sempre una parte di sofferenza dentro di sé. Ma ha anche il dono di curare e la capacità di arricchire le persone che ci stanno vicine pur nella nostra imperfezione e malattia. […] Il fisico bestiale in realtà è l’energia che dobbiamo mettere in campo per vivere con felicità anche se a volte ci si deve scontrare con problemi che possono sembrare insormontabili".

(Luca)


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Draft nba 2011.

Jimmy Butler, talentuoso cestista che aveva terminato il College a Marquette, attende di vedere se sarà selezionato fra i professionisti. Passano i minuti, inesorabilmente senza esito per tutto il primo giro. Finché arriva l'ultima squadra a esercitare il pick: sono i Chicago Bulls, dopo il ritiro del magico ciclo Jordan Pippen Kucoc, dove la ricostruzione ha messo il faro sul play Derrick Rose. David Stern a quel punto dichiara :




Jimmy scoppia in lacrime e abbraccia la madre. La foto viene pubblicata sull'Herald di Chicago, ma la cosa si spegne lì.

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Passa qualche anno, Butler cresce, finché una bella sera realizza 40 punti nel solo secondo tempo, contro i Raptors, strappando il record di franchigia a un discreto :D giocatore che quando staccava dalla lunetta affermava di non soggiacere alla legge di Newton: lo chiamavano Air ;)

Immediata conferenza stampa e i media s'interessano a questa giovane ala tiratrice, e su insistenza del giornalista egli rivela allora la sua storia.

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All'età di 13 anni Jimmy Butler ha sentito sua madre Londa dirgli queste parole: I don't like the look of you. You gotta go. (Non mi piace il tuo aspetto. Devi andartene). Come per non pochi afroamericani, il padre non c’era mai stato perché era scappato quando lui era ancora un neonato.

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Quando la madre gli chiuse la porta dietro le spalle lui non aveva nessun posto dove andare. Inizia così la sua odissea a Tomball, Texas. Di casa in casa, per al massimo una settimana. Vive la vita giorno per giorno, aiutato spesso da alcuni amici, facendosi bastare 10 dollari a settimana. Diverse notti le passa nei rifugi per senzatetto o addirittura per strada.



L’unica cosa su cui si concentra è lo sport , facendo i salti mortali per non abbandonare la scuola. Questa vita da vagabondo dura 4 anni, sino a che, proprio per merito della palla arancione, incontra al termine di una partita di Summer League un ragazzo del primo anno, Jordan Leslie, figlio di Michelle Lambert.

(continua)
 
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2a parte

Jordan, più grande di età, spavaldamente sfida Jimmy Butler ad una gara di tiro da 3 punti, ma rimedia una sonora sconfitta. I due ragazzi chiacchierano un po', e quando viene a sapere la realtà in cui vive il suo avversario, Jordan telefona immediatamente alla mamma chiedendo se possano ospitarlo per quella notte.

Michelle, che ha già 7 figli, di cui 3 frutto del primo matrimonio del marito e 3 dal suo precedente, acconsente. Quella notte di venta una settimana, e la settimana un mese. La donna fissa però a Jimmy delle regole, un orario di rientro per la sera, l'impegno nei compiti scolastici e a casa.

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A Jimmy non pare vero, ha trovato finalmente una mamma e una famiglia. Jordan in poco tempo diventa praticamente suo fratello, non solo sono legati dalla passione per il basket, ma li accomuna anche un’infanzia difficile, caratterizzata dall’assenza di una figura paterna a cui fare riferimento, visto che anche il padre di Jordan lo ha abbandonato anzitempo a causa di una terribile malattia.

Michelle tratta Jimmy al pari dei suoi 7 figli, si interessa a lui, lo stimola e lo sprona. E lui ripaga tutto il suo affetto dando il massimo in quel che gli riesce meglio: giocare con la palla a spicchi. Termina l’ultima stagione alla High School con ottime medie, ma nonostante ciò per l’anno successivo viene scelto solo dal modesto Tyler Junior College. Quella che potrebbe sembrare una sconfitta in realtà diventa una spinta a migliorarsi ancora di più e, grazie al costante supporto di Michelle, Butler è protagonista di una stagione strepitosa.



A quel punto molte Università lo cercano, e la nuova mamma (per lui, l'unica), lo assiste nella scelta, consigliando la prestigiosa Marquette. Infatti lei ha in mente anche un piano B: se Jimmy non fosse riuscito a sfondare, visto che ce la fa uno su centinaia, così avrebbe comunque goduto di un corso di studi di ottimo livello per realizzarsi professionalmente.

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Il resto è storia dello sport: ottima prova in NCAA, fino al draft che si è detto sopra, scelto dai Bulls e passato successivamente ad altre squadre: alto 2,05 ca., gioca ala piccola, ottimo tiro anche da dietro l'arco e fiera difesa sull'avversario. L'anno scorso Butler ha condotto i Miami Heat alla vittoria nella finale della Eastern Conference, cedendo nella finalissima NBA, 4 a 2, solo ai Los Angeles Lakers di The Chosen One e Anthony Davis. Butler guadagna circa 30 milioni di dollari l'anno.

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Mi piace però ricordare la dichiarazione che fece a Chad Ford, il suddetto giornalista di ESPN cui raccontò per la prima volta la sua vicenda personale. “So che pubblicherai la mia storia. L’unica cosa che ti chiedo è di non scriverla in maniera tale che le persone si sentano in colpa e provino compassione per me. Non lo sopporto, non c’è niente di cui dispiacersi. Queste difficoltà mi hanno reso l’uomo che sono.“
 
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„Il primo personaggio della casa è la mamma. Ogni cosa dipende da lei. È lei a ordinare il menu
a Nikolaj il cuoco, lei che permette di uscire, lei che cuce le nostre camicie.
Sta sempre allattando, corre da un capo all'altro della casa per tutta la giornata. Con lei si possono
fare i capricci, ma di tanto in tanto si arrabbia e ci punisce. Sa tutto meglio di tutti. Sa che ci si
deve lavare tutti i giorni, che a desinare bisogna mangiare la minestra, parlare francese, comportarsi
bene, non strisciare i piedi per terra, non mettere i gomiti sul tavolo. Se dice che non si deve andar
fuori a giocare perché pioverà, si può essere sicuri che pioverà davvero, perciò bisogna obbedirle.
Quando ho la tosse mi da le pastiglie di liquirizia e le «gocce del re di Danimarca», così mi piace
molto tossire. Quando la mamma mi ha messo a letto e se ne va a suonare il piano con papà, io
non riesco ad addormentarmi, mi dispiace che mi abbiano lasciato solo, allora comincio a tossire
e non la smetto finché la balia va ad avvertire la mamma, e mi agito perché ci mette troppo tempo
a venire. Non mi addormenterei per nessuna ragione prima che sia venuta e prima che, versate
dieci gocce in un bicchierino, non me le abbia fatte bere.“

Il'ja L'vovič Tolstoj 1866 - 1933


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