2a parte
Jordan, più grande di età, spavaldamente sfida
Jimmy Butler ad una gara di tiro da 3 punti, ma rimedia una sonora sconfitta. I due ragazzi chiacchierano un po', e quando viene a sapere la realtà in cui vive il suo avversario, Jordan telefona immediatamente alla mamma chiedendo se possano ospitarlo per quella notte.
Michelle, che ha già 7 figli, di cui 3 frutto del primo matrimonio del marito e 3 dal suo precedente, acconsente. Quella notte di venta una settimana, e la settimana un mese. La donna fissa però a Jimmy delle regole, un orario di rientro per la sera, l'impegno nei compiti scolastici e a casa.
A Jimmy non pare vero,
ha trovato finalmente una mamma e una famiglia. Jordan in poco tempo diventa praticamente suo fratello, non solo sono legati dalla passione per il basket, ma li accomuna anche un’infanzia difficile, caratterizzata dall’assenza di una figura paterna a cui fare riferimento, visto che anche il padre di Jordan lo ha abbandonato anzitempo a causa di una terribile malattia.
Michelle tratta Jimmy al pari dei suoi 7 figli, si interessa a lui, lo stimola e lo sprona. E lui ripaga tutto il suo affetto dando il massimo in quel che gli riesce meglio: giocare con la palla a spicchi. Termina l’ultima stagione alla High School con ottime medie, ma nonostante ciò per l’anno successivo viene scelto solo dal modesto Tyler Junior College. Quella che potrebbe sembrare una sconfitta
in realtà diventa una spinta a migliorarsi ancora di più e, grazie al costante supporto di Michelle, Butler è protagonista di una stagione strepitosa.
A quel punto molte Università lo cercano, e la nuova mamma (per lui, l'unica),
lo assiste nella scelta, consigliando la prestigiosa Marquette. Infatti lei ha in mente anche un piano B: se Jimmy non fosse riuscito a sfondare, visto che ce la fa uno su centinaia, così
avrebbe comunque goduto di un corso di studi di ottimo livello per realizzarsi professionalmente.
Il resto è storia dello sport: ottima prova in NCAA, fino al draft che si è detto sopra, scelto dai Bulls e passato successivamente ad altre squadre: alto 2,05 ca., gioca ala piccola, ottimo tiro anche da dietro l'arco e fiera difesa sull'avversario. L'anno scorso Butler
ha condotto i Miami Heat alla vittoria nella finale della Eastern Conference, cedendo nella finalissima NBA, 4 a 2, solo ai Los Angeles Lakers di The Chosen One e Anthony Davis. Butler guadagna circa 30 milioni di dollari l'anno.
Mi piace però ricordare la dichiarazione che fece a Chad Ford, il suddetto giornalista di ESPN cui raccontò per la prima volta la sua vicenda personale. “
So che pubblicherai la mia storia. L’unica cosa che ti chiedo è di non scriverla in maniera tale che le persone si sentano in colpa e provino compassione per me. Non lo sopporto, non c’è niente di cui dispiacersi. Queste difficoltà mi hanno reso l’uomo che sono.“