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  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

Più ricchi del Btp: 50 azioni a Piazza Affari e 15 bond con dividendi e rendimenti anche del 17%
Più ricchi del Btp: 50 azioni a Piazza Affari e 15 bond con dividendi e rendimenti anche del 17%
Btp contro azioni e bond

Più ricchi del Btp: 50 azioni a Piazza Affari e 15 bond con dividendi e rendimenti anche del 17%​

di Elena Dal Maso

Mentre il rendimento del titolo di Stato scende dal 5% al 4%, si fanno largo i dividendi delle azioni, che offrono fino al 17%. E nel 2024 sono attesi stacchi per 32 miliardi a Piazza Affari. Ecco quali sono i titoli più generosi e una selezione di bond che rende fino al 6%


E ora che il rendimento del Btp decennale è sceso all’improvviso dal 5% fino al 3,9%, i concorrenti all’investimento forse più amato dagli italiani iniziano ad alzare la testa. A partire dalle azioni di Piazza Affari, che vantano un dividend yield (il rapporto fra prezzo e cedola) atteso nel 2024 dal consenso degli analisti compreso fra il 17% e il 4,5% nei primi 50 titoli del segmento Mta, per arrivare ai bond concorrenti al titolo di Stato italiano, come quelli dei Paesi dell’Est Europa o anche un’emissione Tim rivolta agli investitori finali, che restituiscono il 6%.

Perché il rendimento Btp è sceso tanto e quindi il prezzo, che si muove in direzione opposta, è in pieno rally? Perché i mercati si aspettano che la Bce inizi a tagliare i tassi fra sei mesi e quindi le emissioni già sul mercato vengono acquistate a mani basse dagli investitori. Intanto le azioni cercano di farsi largo nei portafogli degli investitori e Piazza Affari è famosa per essere il listino europeo più generoso sul fronte dei dividendi. I primi quattro titoli con uno yield a doppia cifra sono soprattutto finanziari: doValue (17%), Banca Ifis (13%), Intesa Sanpaolo (11%), Igd (10,6%).

Una cascata di dividendi

«Nel 2024 il Ftse Mib dovrebbe staccare un importo di oltre 32 miliardi di euro», spiega Diego Toffoli, responsabile Investimenti di Intermonte Advisory & Gestione. Erano 31 miliardi circa nel 2023, sarebbe un aumento del 3,2%. «Il dividend yield del Ftse Mib per il 2023 è stato del 4,42%, mentre la stima per il 2024 è del 5% circa. Il dividend yield è tornato a crescere dal 2020 e sia quest’anno che l’anno prossimo il contributo del settore finanziario è stato e sarà importante. Per il 2024 si stima che il dividendo del settore finanziario pesi più di un terzo del totale», sottolinea Toffoli. Che ricorda come «il mercato cerchi di anticipare le mosse della Bce e ad oggi si è arrivati a stimare anche 150 di punti base di tagli nel 2024. Tassi in calo spingono al rialzo gli indici azionari». Tuttavia, se il mercato «arriverà troppo carico sulle aspettative, potrà accadere che all’evento del taglio tassi ci saranno prese di profitto. Il dividend yield è rapportato al prezzo, quindi se scende quest’ultimo, il dividend yield sale».

Vedi l'allegato 2962833
Vedi l'allegato 2962834

Ftse Mib +33% grazie ai dividendi

Anche Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper Banca e membro Assiom Forex, mette in evidenza che «i dividendi delle azioni sono tornati a fare concorrenza al titolo di Stato. E l'Italia resta un listino interessante con un rapporto prezzo/utili delle società quotate atteso al 2024 attorno alle 8 volte». C'è un'inversione storica in corso, spiega Batacchi, «con il Ftse Mib salito del 33% da inizio anno, dividendi compresi, forse i mercati hanno già anticipato il rally del primo trimestre 2024 nell'attesa che la Bce tagli i tassi, magari addirittura prima della Fed. Un'ipotesi circolata sui mercati dopo l'intervento, inatteso, di Isabel Schnabel, membro del board della Bce, nota per essere un falco».

Ftse Mib a 31.500?

Invoca qualche cautela, Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, che avverte: «Il mercato sconta, in modo molto ottimistico, un probabile taglio dei tassi già nel primo trimestre 2024 e una serie di tagli del costo del denaro pari a 125-150 punti base che potrebbero portare a fine anno i tassi sui depositi al 2,50%/2,75% e quelli sulle operazioni di rifinanziamento principale al 3%/3,25%». Ad aumentare le aspettative su una Bce con un atteggiamento meno restrittivo del previsto è stata l’intervista di Isabel Schnabel, membro del Comitato Esecutivo dell’istituto di Francoforte. «La regista occulta delle azioni delle Bce, che negli ultimi mesi ha anticipato le mosse della Bce più della presidente Christine Lagarde e del capo economista Philip Lane», ha sottolineato come la crescita dei prezzi al consumo abbia evidenziato un forte rallentamento, «ben maggiore delle previsioni dei banchieri centrali, rendendo improbabile un nuovo aumento dei tassi». Un cambio di rotta radicale da parte di uno dei membri cosiddetti falco del board di Francoforte che non più tardi del «3 novembre non escludeva che i tassi potessero essere alzati di nuovo».

A questo punto, che cosa potrebbe accadere a Piazza Affari, che nel frattempo ha riagganciato quota 30.000? Per l’esperto, «il rally potrebbe continuare almeno fino a metà dicembre quando si riuniranno i Consigli Direttivi di Federal Reserve (Fomc 12/13 dicembre) e Bce (14 dicembre). Crediamo che l’indice italiano possa raggiungere l’obiettivo di 31.500 nelle prossime sessioni per poi scendere alla fine dell’anno. Pensiamo che le riunioni delle banche centrali potrebbero raffreddare un po’ l’entusiasmo degli investitori. Già in passato i banchieri centrali avevano etichettato troppo presto l’inflazione elevata temporanea intervenendo tardi per contenerla». Nella riunione di dicembre della Bce si discuterà inoltre dei reinvestimenti del piano Pepp, ricorda Diodovich, un argomento che interessa da vicino l’Italia perché ha a che fare con i Btp. «A nostro avviso per evitare eccessive turbolenze sui mercati la decisione sui reinvestimenti sul Pepp sarà rinviata al primo trimestre», conclude l’analista.

Bond che battono il Btp

Per Giacomo Alessi, analista obbligazionario di Finint Private Bank, «il momento d’oro dei bond non sembra vicino ad arrestarsi, la fine del 2023 ha visto bruschi movimenti di restringimento dei tassi e l’impressione è che il 2024 sarà un anno di tagli. La previsione è di una riduzione di 150 punti base. Il Btp ha visto il rendimento calare dal 5% al 3,9% in poche sessioni e non sembra che ci siano grosse resistenze affinché continui la sua discesa». Il momento attuale ricorda in maniera «simmetricamente opposta il periodo nel quale l’inflazione stava iniziando a registrare impennate al 5-7% con i tassi ancora prossimi allo zero.

Sostanzialmente oggi come allora è in corso un principio di movimento che potrebbe continuare e protrarsi se gli attuali dati dovessero essere confermati nel prossimo futuro», ragiona Alessi. E’ sempre complicato trovare titoli che «possano superare il rendimento del Btp che tutt’ora è il titolo di stato dell’Eurozona con rendimento maggiore. C’è da guardare all’Est Europa con Romania e Ungheria che hanno ancora rendimenti piuttosto alti e in qualche corporate italiano come Tim ed alcuni titoli tedeschi che sono tra gli unici emittenti a mantenere un taglio minimo retail anche per i titoli di interesse internazionale», conclude Alessi.

Considerando le varie asset class, le obbligazioni «si distinguono per le loro solide prospettive nelle nostre prospettive macro di base, oltre che per la loro resilienza, diversificazione e soprattutto valutazione», interviene Geraldine Sundstrom, Asset Allocation Portfolio Manager di Pimco. Considerati i rischi di un «mercato azionario costoso, l'opportunità di un'allocazione al reddito fisso di alta qualità è convincente», riprende. Nel credito, Pimco preferisce «restare prudente sul credito societario a tasso variabile di minore qualità come i prestiti bancari e determinati attivi sui mercati privati, che restano i più suscettibili ai tassi alti e già mostrano segnali di tensione». Sebastiano Picone, Head of Partnerships Italy di Moneyfarm, suggerisce, «con tassi a questi livelli, emissioni con scadenze più lunghe che possono generare benefici interessanti lato prezzo hanno in portafogli più movimentati, dove non parliamo di investimenti buy & hold».

L’alternativa: i certificate sui Btp

Esiste anche la possibilità di puntare su un eventuale ribasso dei tassi senza necessariamente acquistare il Btp, operando con i Mini Future Certificate quotati su Borsa Italiana: strumenti che permettono di investire a leva sia al rialzo (Mini Future Long) che al ribasso (Mini Future Short), su un determinato sottostante. «Quando questo è un titolo di stato, in caso di aspettativa di diminuzione dei tassi, è possibile acquistare un Mini Future Long», racconta Nevia Gregorini, Head of Exchange Traded Solutions di Bnp ParibasCib. Con questi certificate «non è possibile perdere oltre il capitale investito. Per esempio, con il decennale italiano che rende attorno al 3,97%: in caso di ribasso dei tassi di 50 punti, si arriverebbe al 3,47% e il future sul Btp, che adesso quota circa 117, si apprezzerebbe fino a 121», conclude l’esperta.


Milano Finanza - Numero 242 pag. 8 del 09/12/2023
 
buon di' e buon inizio settimana,chiusura sui max e provo a lasciar andare con stop solo sotto area 10,8
 
buon di' e buon inizio settimana,chiusura sui max e provo a lasciar andare con stop solo sotto area 10,8
Okkio , materie prime giù, recessione vicina , taglio dei tassi. Fine extra proffit per i bancari . Oggi ho venduto BMPS( vendi sulla notizia finziona sempre) ora passo a BTP Italia guadagno poco ma meglio che rischiare con la borsa.
 
Okkio , materie prime giù, recessione vicina , taglio dei tassi. Fine extra proffit per i bancari . Oggi ho venduto BMPS( vendi sulla notizia finziona sempre) ora passo a BTP Italia guadagno poco ma meglio che rischiare con la borsa.
Chiaramente più in basso rientro non mollo il mio titolo preferito😂
 
Okkio , materie prime giù, recessione vicina , taglio dei tassi. Fine extra proffit per i bancari . Oggi ho venduto BMPS( vendi sulla notizia finziona sempre) ora passo a BTP Italia guadagno poco ma meglio che rischiare con la borsa.
ciao fatto bene,finche stiamo sopra 29800 non c è pericolo,giusto sugki eccessi chiudere o limare
 
:wtf::boh:Unico o quasi bancario che non scende
Mi sa che la sostengono con il buyback, devono smetterla 😫così scende e mi fanno rientrare
 
Banche: oltre 5 miliardi in più ai soci tra dividendi e buyback. Ecco il bilancio dei 18 mesi d’oro del settore che ora teme la svolta Bce

Banche: oltre 5 miliardi in più ai soci tra dividendi e buyback. Ecco il bilancio dei 18 mesi d’oro del settore che ora teme la svolta Bce​

di Luca Gualtieri

La frenata di Fed e Bce rischia di penalizzare il settore dopo il rally dell’ultimo anno. Ma gli istituti possono ancora giocare la carta della remunerazione, con una pioggia di dividendi e buyback



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La frenata che Fed e Bce hanno imposto alla stretta monetaria rischia di avere un grande sconfitto: il settore bancario. Questo almeno è il timore del mercato, come dimostrano i ribassi subiti dai titoli del credito dopo l’ultima riunione di Francoforte. Se la prospettiva di tassi in discesa li preoccupa, i banchieri hanno però ancora diverse carte da giocare per sostenere le quotazioni.

Il piano industriale di Banco Bpm

Con il nuovo piano industriale presentato martedì 12 dicembre il ceo Giuseppe Castagna ha promesso agli azionisti di Banco Bpmdi quintuplicare la remunerazione rispetto al periodo 2019-2022. Anche se il mercato ha giudicato prudenti le politiche di piazza Meda, gli annunci della terza banca italiana danno la misura del cambiamento avvenuto nel settore.
Dopo oltre dieci di quaresima, gli istituti italiani hanno ricominciato a macinare ricavi grazie allo sprint del margine di interesse. La maggiore redditività si è tradotta in politiche di remunerazione più generose che, fra il 2022 e il 2024, porteranno oltre cinque miliardi in più nelle tasche degli azionisti. Un trend che dovrebbe trovare conferma anche nei prossimi esercizi. Secondo i calcoli di Intermonte fra il 2023 e il 2025 il cumulated payout yield delle principali banche tricolore, cioé il rendimento complessivo di dividendi e buy back, oscillerà tra il 14% e il 46% per una remunerazione totale di quasi 50 miliardi.

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Quanto hanno incassato i soci

Nel 2022 Unicredit ha distribuito 1,7 miliardi di dividendo e 2,5 miliardi di buy back, cifre salite quest’anno rispettivamente a 1,91 miliardi e 3,34 miliardi. Nel 2024 la banca guidata da Andrea Orcel prevede una distribuzione totale maggiore o uguale a 6,5 miliardi, con una prima tranche di riacquisto di azioni da 2,5 miliardi attualmente in corso.

Gli azionisti di Intesa d’altra parte hanno ricevuto nel 2022 per cassa 4,6 miliardi (2,9 miliardi di dividendi per cassa e 1,7 miliardi di buyback) e 5,9 miliardi per quest'anno (4,2 miliardi di cedole per cassa e 1,7 miliardi di riacquisto titoli). Per il 2024 invece sono previsti oltre 5,2 miliardi di cedole e un piano di riacquisti ancora da quantificare.

Mediobanca ha distribuito ai soci 629 milioni di dividendi e 241 milioni di buyback nel 2022, mentre quest'anno ha portato le cedole a quota 715 milioni. Per l'anno prossimo il consensus prevede 840 milioni di cedole, mentre l'istituto ha già chiesto e ottenuto l'approvazione per un piano di riacquisto per un importo massimo di 200 milioni.

Dopo 289 milioni di cedole pagati sull'utile 2021 e 349 milioni sull'utile 2022, il piano industriale del Banco prevede invece per l'anno prossimo 750 milioni di dividendi più un acconto sui profitti 2024 di 550 milioni. Questi numeri dimostrano le politiche di remunerazione variano profondamente da istituto a istituto.

Il parere degli analisti

«La scelta tra dividendo cash e buyback è figlia di considerazioni sia finanziarie che di governance», spiega Fabrizio Bernardi, analista di Intermonte. «Oggi tutte le banche commerciali italiane quotano a sconto sul patrimonio tangibile e quindi avrebbero convenienza ad acquistare le proprie azioni e sostenere in questo modo il titolo. Sulla scelta influiscono però anche considerazioni di governance. Un buyback può infatti rafforzare un socio già rilevante, modificando così in maniera consistente gli assetti di controllo. Ecco – spiega Bernardi –perchéil riacquisto delle azioni tende a essere preferito dalle public company, con un alto livello di frammentazione del possesso azionario, mentre i gruppi con uno zoccolo duro di azionisti si orientano sul dividendo», conclude l’esperto di Intermonte.

Se insomma gli annunci delle banche restano all’insegna di un prudente ottimismo, i segnali di allerta si vanno moltiplicando. Secondo quanto osservato dall’Eba nell’analisi annuale dei rischi, dopo aver raggiunto il picco della redditività le banche europee sono ormai arrivate a un punto di svolta. Da un lato l’aumento del costo della raccolta di mercato aumenterà la pressione sui margini, dall’altro lato la probabilità di un deterioramento della qualità degli attivi è in aumento.

In questo contesto le promesse sulla remunerazione saranno mantenute? A favore delle banche gioca senza dubbio l’alto livello di patrimonializzazione raggiunto. «Le politiche di dividendo sono correlate ai livelli di dotazione patrimoniale che le banche vogliono raggiungere e mantenere», spiega Bernardi. «La soglia minima obbligatoria di common equity è quella fissata dallo Srep, che può prevedere un cuscinetto ulteriore nella forma della Pillar 2 Guidance. In genere però le banche preferiscono mantenersi abbondantemente al di sopra di queste soglie, mantenendo capitale in eccesso per scopi prudenziali. Oggi i gruppi sono quasi tutti ipercapitalizzati e questo spiega anche lo sconto sul patrimonio tangibile che ormai rappresenta una caratteristica strutturale del settore, non solo a livello italiano ma più in generale europeo», conclude Bernardi.

Questi punti di forza saranno in grado di guidare le aspettative degli investitori? «Tutte le banche stanno cercando di far capire al mercato che gli utili che stanno conseguendo in questo momento sono sostenibili nel tempo», spiega Luigi De Bellis, co-head ufficio studi di Equita. «L’obiettivo è far percepire una minor rischiosità visto che il capitale è cresciuto, mentre il npe ratio (rapporto tra crediti deteriorati e totale impieghi, ndr) è sceso con la conseguenza che anche il costo futuro del capitale dovrebbe calare. Con queste premesse, anche in uno scenario di tassi più contenuti, le banche dovrebbero essere in grado di garantire agli azionisti una remunerazione sostenibile», conclude De Bellis. L’obiettivo è ambizioso, ma il settore è determinato a conseguirlo.

Milano Finanza - Numero 247 pag. 13 del 16/12/2023
 
Mi pare che non riesca a superare gli 11,20 € /11,16 € che mantiene per la prima ora della seduta per poi andare sempre sui 11,12 € circa.
Qualcuno può commentare il comportamento di MDB ?
Eppure è passato quasi 1 mese dello stacco del dividendo.
 
Ecco le banche meno rischiose secondo la Bce. Italiane ben posizionate in Europa in base ai requisiti di capitale
Ecco le banche meno rischiose secondo la Bce. Italiane ben posizionate in Europa in base ai requisiti di capitale
Andrea Enria

Ecco le banche meno rischiose secondo la Bce. Italiane ben posizionate in Europa in base ai requisiti di capitale​

di Francesco Ninfole

I requisiti Srep aggiuntivi chiesti dalla Bce ai maggiori istituti europei. Credem, Mediolanum e Intesa Sanpaolo tra quelli con le minori richieste patrimoniali. La Vigilanza impone più capitale a 20 istituti europei sugli npl


Le banche italiane sono ben posizionate in Europa in termini di rischiosità, secondo quanto emerge dai requisiti di capitale individuali fissati dalla Vigilanza Bce. Francoforte fissa i cosiddetti Pillar 2 Requirements (P2R) che servono a coprire i rischi che secondo i supervisori sono sottostimati o non coperti dai requisiti di primo pilastro identici per tutti i gruppi (Pillar 1).


I dati delle banche

Credem è una delle due banche europee che hanno avuto la richiesta di capitale aggiuntivo di solo l’1%, quindi è considerata poco rischiosa. Banca Mediolanum e Intesa Sanpaolo sono poco sopra (1,5%). Tra l’1,5% e il 2% ci sono Mediobanca, l’olandese Ing, le spagnole Bbva e Santander e le francesi Bnp Paribas e Crédit Agricole. Unicredit e Finecobank sono al 2%, seguite da Commerzbank, SocGen, Bper (2,45%), Cassa Centrale Banca (2,5%), Banco Bpm (2,52%), Iccrea (2,53%), Deutsche Bank (2,65%), Mps (2,75%) e Banca Popolare di Sondrio (2,79%).

Tutte le banche hanno capitale superiore alle richieste Bce. Secondo le regole europee, le banche possono soddisfare i requisiti di secondo pilastro con un minimo del 56,25% di capitale di maggiore qualità (Common Equity Tier 1 o Cet1). Ieri la Bce ha reso noto che in media i requisiti Cet1 di secondo pilastro sono stati fissati all’1,2% nelle valutazioni Srep, in lieve aumento rispetto all’1,1% di un anno fa.

L’analisi Bce

Secondo la Bce, i risultati dello Srep mostrano «solide posizioni patrimoniali e di liquidità nonché maggiore redditività». Inoltre per la Vigilanza «governance interna, gestione dei rischi e pianificazione patrimoniale restano le principali aree di intervento alla luce del peggioramento delle prospettive di rischio». Nelle priorità di supervisione, pubblicate ieri, è stato dato un peso maggiore ai pericoli legati a governance, clima e digitale.

Le richieste di add-on sul capitale

La Bce in particolare ha chiesto a 20 banche europee più capitale (add-on) in materia di crediti deteriorati. «In questi casi è stata individuata una carenza dovuta alla copertura dei rischi derivanti dalle esposizioni deteriorate di elevata anzianità considerata non adeguata», ha rilevato il presidente della Vigilanza Andrea Enria, il cui mandato termina a fine mese (al suo posto da gennaio ci sarà la tedesca Claudia Buch). Inoltre la Bce ha definito requisiti aggiuntivi per otto banche a causa dei rischi sul leveraged finance, per sei istituti per un eccesso di leva e a tre per il rischio di liquidità. Invece le misure qualitative hanno riguardato soprattutto governance interna, rischio di credito e adeguatezza patrimoniale, rischio di liquidità e tasso.

Le prospettive sulla redditività

La redditività, ha osservato la Bce è tornata «a livelli che non si osservavano da più di un decennio» e così le banche hanno potuto distribuire 70 miliardi di dividendi. Tuttavia «le deboli prospettive macroeconomiche e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento restano una fonte di rischio». In particolare secondo la Vigilanza «il rapido aumento dei tassi ha dato impulso alla redditività, ma tale effetto si ridurrà man mano che i più elevati tassi saranno trasmessi ai depositanti». In ogni caso, ha osservato Enria, il recupero di redditività è destinato a rimanere per le banche che hanno migliorato costi e digitalizzazione e che hanno rafforzato il modello di business. Con la divaricazione delle performance delle banche «potrebbe anche aprirsi uno spazio per il consolidamento del settore», ha detto Enria.

MF - Numero 249 pag. 3 del 20/12/2023
 

Mediobanca: alta adesione a piano azionariato diffuso per dipendenti​

MILANO (MF-NW)--Si e' conclusa con successo la campagna di adesioni a One Share, primo piano di azionariato diffuso e coinvestimento rivolto al personale dipendente del Gruppo Mediobanca. Il programma, che prevede la possibilita' di investire in azioni Mediobanca su base volontaria e a condizioni agevolate, ha registrato l'adesione del 28% del personale in perimetro, dato di successo rispetto a recenti analoghi piani lanciati nel settore finanziario. E' quanto si legge in una nota. L'iniziativa, approvata in occasione dell'ultima assemblea degli azionisti, e' coerente con la volonta' di Mediobanca di rafforzare il senso di appartenenza al gruppo rendendo tutto il personale protagonista nel raggiungimento degli obiettivi del piano strategico 'One Brand One Culture' e nella creazione di valore sostenibile. Il raggiungimento dei target al 2026 garantira', infatti, agli aderenti a One Share un premio aggiuntivo, caratterizzato da un ulteriore pacchetto di azioni assegnate a titolo gratuito da parte del Gruppo Mediobanca, a integrazione dell'investimento iniziale effettuato dal dipendente. "Da sempre Mediobanca investe sul talento e sul valore delle proprie Persone. Continuare a proporre strumenti di remunerazione, allineati alle Best Practice di mercato, rappresenta per noi una leva fondamentale per mantenere e attrarre risorse di elevata professionalita'", commenta Alexandra Young, group head of human resources, organization & demand management & internal communication di Mediobanca. com/bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

21/12/2023 15:16
 
Buyback: 0,38% eseguito al 30 Novembre 2023
Buyback: 0,38% eseguito al 30 Novembre 2023

Il 13 novembre 2023 ha preso avvio il programma di acquisto di azioni proprie approvato dall’Assemblea Ordinaria degli azionisti del 28 ottobre scorso e autorizzato dalla Banca Centrale Europea il 20 ottobre scorso. Il programma si concluderà entro dodici mesi dall’autorizzazione BCE e prevede l’acquisto di massime n. 17 milioni di azioni e l’utilizzo delle stesse per eventuali operazioni di crescita esterna, esecuzione di piani di compensi a favore del personale del Gruppo, vendita sul mercato e “fuori mercato” (OTC) nonché per annullamento.
Alla data del 30 novembre 2023, a valere sul programma, Mediobanca ha acquistato un totale di n. 3.231.748 azioni, pari allo 0,38% del capitale sociale, per un controvalore complessivo pari a circa Euro 36,6 milioni.

Milano, 6 dicembre 2023
 

Mediobanca: alta adesione a piano azionariato diffuso per dipendenti​

MILANO (MF-NW)--Si e' conclusa con successo la campagna di adesioni a One Share, primo piano di azionariato diffuso e coinvestimento rivolto al personale dipendente del Gruppo Mediobanca. Il programma, che prevede la possibilita' di investire in azioni Mediobanca su base volontaria e a condizioni agevolate, ha registrato l'adesione del 28% del personale in perimetro, dato di successo rispetto a recenti analoghi piani lanciati nel settore finanziario. E' quanto si legge in una nota. L'iniziativa, approvata in occasione dell'ultima assemblea degli azionisti, e' coerente con la volonta' di Mediobanca di rafforzare il senso di appartenenza al gruppo rendendo tutto il personale protagonista nel raggiungimento degli obiettivi del piano strategico 'One Brand One Culture' e nella creazione di valore sostenibile. Il raggiungimento dei target al 2026 garantira', infatti, agli aderenti a One Share un premio aggiuntivo, caratterizzato da un ulteriore pacchetto di azioni assegnate a titolo gratuito da parte del Gruppo Mediobanca, a integrazione dell'investimento iniziale effettuato dal dipendente. "Da sempre Mediobanca investe sul talento e sul valore delle proprie Persone. Continuare a proporre strumenti di remunerazione, allineati alle Best Practice di mercato, rappresenta per noi una leva fondamentale per mantenere e attrarre risorse di elevata professionalita'", commenta Alexandra Young, group head of human resources, organization & demand management & internal communication di Mediobanca. com/bem (fine) MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

21/12/2023 15:16
che il tutto possa rafforzare il valore dei titolo.
 
buon di',titolo in range stretto,mi tengo il mio pacchetto e attendo in poltrona,un felice e sereno Natale a tutti
 
Buyback: 0,38% eseguito al 30 Novembre 2023
Buyback: 0,38% eseguito al 30 Novembre 2023

Il 13 novembre 2023 ha preso avvio il programma di acquisto di azioni proprie approvato dall’Assemblea Ordinaria degli azionisti del 28 ottobre scorso e autorizzato dalla Banca Centrale Europea il 20 ottobre scorso. Il programma si concluderà entro dodici mesi dall’autorizzazione BCE e prevede l’acquisto di massime n. 17 milioni di azioni e l’utilizzo delle stesse per eventuali operazioni di crescita esterna, esecuzione di piani di compensi a favore del personale del Gruppo, vendita sul mercato e “fuori mercato” (OTC) nonché per annullamento.
Alla data del 30 novembre 2023, a valere sul programma, Mediobanca ha acquistato un totale di n. 3.231.748 azioni, pari allo 0,38% del capitale sociale, per un controvalore complessivo pari a circa Euro 36,6 milioni.

Milano, 6 dicembre 2023
Era evidente l inizio del buyback le altre banche scendevano e M B bella ferma. Spero che smettano presto 😂😂.
 
Il buyback non dovrebbe sostenere il titolo e fare guadagnare la Banca allo stesso tempo?
 
Il buyback non dovrebbe sostenere il titolo e fare guadagnare la Banca allo stesso tempo?
Il buyback serve per eliminare una parte dei titoli in circolazione ed aumentare il valore
dell azione, certo che se poi come premio danno dei titoli a sconto ai dipendenti serve a poco. Comunque durante il buyback il titolo e generalmente stabile. Bisogna anche tenere conto che 1,06 di dividendo nelle due trance sono parecchi per una quotazione poco sopra agli 11 euro.
Detto questo io per rientrare aspetto un occasione , al dividendo di Maggio manca ancora molto !
 
28 % del personale si dice online che abbia accettato di acquistare azioni Medibanca.

In che senso 1,06 € di dividendo sono parecchi per un titolo sopra gli 11 € ?

Si vocifera proprio un dividendo superiore ad 1 € diviso in due stacchi,uno a maggio e uno a novembre circa.
Che ne pensi dell'andamento stanco del titolo nell'ultimo mese ,dicembre 2023?
 
buon di' continua in range strettissimo x mb,io tengo,auguri di sereno e felice anno nuovo a tutti
 
E si,purtroppo non ha slancio.si è murato sugli 11,25€.e Volumi bassi.
Vediamo oggi ,ultima seduta dell'anno,che succederà.
 
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